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 ITALIA - ITALIA - Droga, carabiniere condannato: estorceva denaro e stupefacenti da pusher
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8 luglio 2010 11:35
 
 Faceva parte del gruppo di carabinieri che avrebbe costretto a cavallo del 2000 un paio di pusher tunisini dell'ex Callegari, fabbrica abbandonata alle porte di Ravenna, a consegnare ogni giorno tra i 5 e i 10 grammi di droga e a versare ogni due settimane un fisso in ragione della protezione fornita nell'ambito della criminalita' locale.
Questa l'accusa principale che per rito abbreviato, davanti al Gup Anna Mori, e' costata la condanna a cinque anni di carcere (tre condonati) e 20.000 euro di multa (la meta' condonati) ad Antonio Longo, 45 anni, originario di San Martino di Venezze (Rovigo), difeso dagli avv.Battista Cavassi e Claudio Angeli e all'epoca dei fatti in servizio a Ravenna.
Dalla stessa accusa e' stato invece assolto 'per non avere commesso il fatto' un secondo militare - originario della provincia di Lecce e difeso dall'avv.Claudio Cardia - che come il collega aveva scelto il rito abbreviato. Per entrambi la Procura aveva chiesto quattro anni e mezzo. Hanno invece patteggiato un anno e sei mesi di carcere a testa i due fratelli tunisini Brinis - Lofti, 36 anni, e Radhovan Ben Ammar di 39 - al centro della vicenda. Nel medesimo procedimento figurano altri due carabinieri - un 39enne di Gagliano del Capo (Lecce) e un 41enne di Subiaco (Roma) - un ex vicebrigadiere di 47 anni di Latina e una guardia giurata di 59 anni di Alfonsine (Ravenna): per tutti e quattro e' in corso il processo davanti al collegio penale del Tribunale della citta' romagnola. La nona e ultima persona indagata a suo tempo nell'ambito della stessa vicenda, un agente di polizia Penitenziaria di Roma, fu prosciolto in udienza preliminare.
Secondo le indagini dei carabinieri del Nucleo Operativo, coordinate dal Pm Cristina D'Aniello, la mente di tutto era l'ex vicebrigadiere, gia' indicato nel 2001 come tossicodipendente.
Sarebbe stato lui a organizzare il giro intascando il fisso bisettimanale in ragione delle informazioni anti-retata che passava ai tunisini. Inoltre avrebbe usato l'auto di servizio per trasportare droga. E avrebbe pure picchiato un rivale in spaccio dei fratelli Brinis in cambio del pestaggio di un tossicodipendente che lo aveva denunciato. Gli altri militari accusati (come lui del Rono) si sarebbero limitati a reggere il gioco spinti dalla dipendenza verso la droga.
Per due dei tre carabinieri che hanno scelto il dibattimento, l'accusa e' anche quella di avere sottratto attorno al 2000 durante un trasloco cinque pistole dall'allora comando provinciale dell'Arma, presumibilmente cedute in cambio di stupefacente. Sia il carabiniere condannato oggi che i due che hanno scelto il dibattimento sono stati sospesi dal servizio a fine febbraio scorso.
 
 
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