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 ITALIA - ITALIA - Caso Cucchi. Chiesto giudizio per medici, infermieri e agenti
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Notizia 
26 ottobre 2010 17:49
 
Le condizioni in cui si trovava Stefano Cucchi, arrestato il 16 ottobre per droga lo scorso anno e deceduto sei giorni dopo all'ospedale Sandro Pertini non consentivano il suo ricovero in questo ospedale, destinato solo a ricoveri ordinari. Questo ospedale era inadeguato per prestare assistenza ad una persona che fu messa in una stanza e qui abbandonata senza cure.
E' quanto, ricostruendo la vicenda hanno sostenuto oggi i pubblici ministeri Vincenzo Barba e Maria Francesca Loi per sollecitare da parte del gup Rosalba Liso, che oggi ha ammesso in Aula i giornalisti, il rinvio a giudizio di tre guardie carcerarie, di sei medici del Sandro Pertini, di tre infermieri dello stesso ospedale.
Per il 13° imputato, il funzionario del Dap Claudio Marchiandi, accusato di falso e abuso d'ufficio i pubblici ministeri hanno chiesto la condanna a due anni di reclusione in quanto Marchiandi ha scelto di essere processato con rito abbreviato. 
Lesioni aggravate, abuso di autorita' nei confronti di un arrestato, falso ideologico, abuso d'ufficio, abbandono di persona incapace, rifiuti di atto d'ufficio, favoreggiamento e omissione di referto.
Sono i reati contestati, a seconda della posizione processuale alle 13 persone coinvolte nell'inchiesta che nello svolgimento dei loro ruoli hanno messo per quanto riguarda le cure necessarie per tentare di salvare la vita a Stefano Cucchi, 'di adottare i piu' elementari presidi terapeutici e di assistenza che nel caso in esame apparivano doverosi e tecnicamente di semplice esecuzione'. 
Parlando per piu' di tre ore il pubblico ministero Vincenzo Barba ha ricostruito la vicenda a cominciare dal 16 ottobre dello scorso anno quando Cucchi, ragioniere di 31 anni e arrestato la sera prima per possesso di stupefacenti dai carabinieri fu portato in Tribunale e affidato alle guardie carcerarie per l'udienza di convalida dell'arresto. E' da questo momento, ha ricordato il pubblico ministero che ci sono le prime denunce di percosse fatte dall'imputato e confermate poi da un altro arrestato che con lui divideva la cella.
Poi Barba ha ricordato le successive tappe del calvario di Cucchi fino al ricovero al 'Sandro Pertini'. Barba nella ricostruzione per quanto riguarda le percosse a Cucchi ha escluso che si possano accusare i carabinieri che lo ebbero in consegna dopo l'arresto per detenzione di droga. Il problema e' sorto dopo la consegna del detenuto alle guardie carcerarie quando arrivo' in Tribunale a Piazzale Clodio. 
Barba ha poi ricordato i due ricoveri temporanei di Cucchi all'ospedale Fatebenefratelli intervallati dal suo ritorno a Regina Coeli e poi il trasporto al Sandro Pertini. Particolarmente critico e' stato nei riguardi di chi in questo ospedale seppure obbligato a prestare assistenza al paziente ha trattato la vicenda come una mera pratica burocratica. Ha parlato di evidenti inadempienze da parte del personale del nosocomio.
Stefano una volta qui ricoverato praticamente isolato dal mondo, non puo' comunicare con i genitori, non puo' parlare con il suo avvocato.
Altrettanto critico e' stato il pubblico ministero Maria Francesca Loi per quanto riguarda il comportamento dei medici del Pertini. Al magistrato e' toccato il compito di illustrare il perche' sono state formulate le accuse per i 13 imputati. Per quanto riguarda le guardie carcerarie Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici non ci sono elementi emersi dall'inchiesta che consentono di contestare loro il reato di concorso in omicidio preterintenzionale e questo perche' non c'e' nessun nesso causale tra la morte di Cucchi e le lesioni subite.
Si spiega anche cosi' la decisione della Procura della Repubblica di opporsi alla richiesta di una super perizia per dimostrare che proprio queste lesioni hanno contribuito alla morte di Cucchi. 
Esaminando poi la posizione processuale dei medici e degli infermieri del Sandro Pertini e cioe' Aldo Fierro, Silvia Di Carlo, Flaminia Bruno, Stefania Cordi, Luigi De Marchis Preite, Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe (gli infermieri sono gli ultimi tre) il pubblico ministero Loi ha sottolineato che Cucchi e' morto per mancanza di cure. In 5 giorni di ricovero ha perso 15 chili.
C'e' stato un disinteresse totale dei medici e degli infermieri.
Il loro comportamento mette in evidenza profili di imperizia. Cucchi e' stato messo in una stanza e nessuno se ne e' occupato. Nonostante le sue condizioni e' stato abbandonato e sarebbe bastato poco per salvarlo. Un paziente e' stato lasciato solo nel suo letto senza che venissero prese le necessarie cure.
 
 
 
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