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 CANADA - CANADA - Un cartello “Vietato l'ingresso ai poliziotti” deve essere rispettato? Si attende la Corte Suprema
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Notizia 
16 agosto 2014 17:20
 
Un canadese perseguito per traffico di droga ha chiesto alla Corte Suprema di stabilire se un cartello “Vietato l'ingresso ai poliziotti” apposto all'ingresso del proprio negozio potrebbe essere utile per non essere arrestato all'interno dello stesso negozio.
L'uomo, ad Abbotsford nella Colombia britannica, vende tutto cio' che necessita per il consumo di cannabis in un negozio in cui ha articoli di diverso uso. Il cartello “Vietato l'ingresso ai poliziotti”, e' posto ben in vista sulla porta di ingresso, mentre una lettera con la stessa indicazione, il commerciante l'aveva spedita al capo della polizia locale.
Malgrado questi avvisi, alcuni poliziotti in borghese sono entrati nel suo negozio ed hanno chiesto di acquistare della cannabis. Effettuata la transazione, i poliziotti hanno arrestato il commerciante, accusato formalmente di traffico di droga.
In prima istanza, il tribunale aveva ammesso gli elementi di prova avanzati dal commerciante, con cui si sosteneva che con la perquisizione erano stati violati i diritti scritti nella Carta canadese dei diritti e delle liberta'. Il commerciante era stato quindi scagionato dall'accusa di traffico di droga.
La Corte d'Appello aveva pero' capovolto questo giudizio ed aveva disposto che si tenesse un nuovo processo perche' il commerciante, con quel semplice cartello “non poteva avanzare una ragionevole aspettativa in materia di vita privata nell'ambito di un locale commerciale”.
Di fronte a questo capovolgimento di sentenza, il commerciante ha portato la questione davanti alla piu' alta giurisdizione.
 
 
 
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