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 ITALIA - ITALIA - Cannabis Terapeutica. Diocesi Torino contro consiglio comunale
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15 gennaio 2014 13:50
 
"Con preoccupazione abbiamo appreso del pronunciamento, a maggioranza, del Consiglio comunale di Torino, circa la "liberalizzazione" delle cosiddette droghe leggere". E' quanto si afferma in una nota della Diocesi di Torino, che rileva che "e' soprattutto guardando ai giovani che una simile decisione suscita gravi perplessita': perche' va ad incoraggiare una tendenza che non contribuisce in nulla a costruire personalita' libere, adulte, socialmente responsabili; ma va piuttosto nella direzione di rendere facili e accessibili quelle 'culture dello sballo' di cui poi si constatano a ogni livello e in ogni ambito gli effetti negativi".
La nota della Diocesi subalpina, pur ricordando che "il provvedimento votato dal Consiglio comunale di Torino non ha, come si sa, alcun valore normativo, costituendo solo un'affermazione di principio", ribadisce che "e' importante sottolineare che le 'priorita' politiche, economiche, culturali e sociali della vita civica oggi sono altre, e diverse da queste esaltazioni dei cosiddetti 'diritti individuali'". Nella nota della Diocesi Torino ci si domanda, quindi, "quando un Consiglio comunale che ha posto risorse di tempo e intellettuali alla causa, peraltro puramente virtuale, della legalizzazione delle droghe cosiddette leggere, trovera' il tempo e l'impegno per dare diritto di cittadinanza e rilevanza mediatica ai problemi educativi delle famiglie e delle persone che spesso si trovano ad affrontare questioni molto serie e complesse per educare i propri figli e se stesse alla legalita', all'impegno personale, allo studio, al lavoro che non c'e', contro la precarieta' che stronca ogni progettualita', proponendo la responsabilita' delle proprie scelte e il giusto equilibrio tra diritti e doveri e tra liberta' e responsabilita'? Quali sono e dove sono tutelati i diritti delle persone che desiderano fare della loro vita un'avventura positiva e responsabile e non un incubo?".
"Chiunque abbia a cuore il benessere delle persone, e in particolare dei giovani che si aprono alla vita e alla loro esperienza sociale piu' vasta, non puo' non vedere la contraddizione tra richieste sempre piu' impegnative del mondo del lavoro, della scuola e della formazione e richieste sempre piu' disimpegnate circa il senso della vita, la gestione della liberta', l'organizzazione del tempo personale, lo sperimentare acriticamente sottovalutando conseguenze e danni per se', per gli altri a lui legati e, in definitiva, per progetti di vita in cui le sfide hanno sempre il sapore amaro dell'accontentarsi o, peggio, del consacrare parte del mondo giovanile a percorsi di poverta' relazionale e sociale". "La discussione in un Consiglio comunale su questi argomenti richiederebbe pertanto un ben diverso coinvolgimento della cittadinanza e delle sue molteplici articolazioni formali e informali" conclude la nota della Chiesa torinese, che si dichiara "pronta a dare il nostro contributo come abbiamo sempre fatto e come sentiamo, ancor piu' oggi, di dover fare".

Il Consiglio Comunale di Torino "non è una dependance della Curia e non è certo la Curia che detta l'agenda nella sala rossa": replica così Silvio Viale (radicali) alla presa di posizione della chiesa cattolica di Torino sulla mozione che chiede la liberalizzazione delle droghe leggere. Viale si dice "stupito del semplicismo con cui cui si chiede di chiudere gli occhi sul fenomeno del consumo di cannabis nella società, dimostrando sul tema un riflesso ideologico irrazionale, come se parlare di cannabis non significasse parlare di famiglia". Viale è d'accordo al coinvolgimento della cittadinanza, delle famiglie, delle istituzioni, di parrocchie e oratori, ma non "continuare a nascondere il problema e le sue soluzioni sotto il tappeto". "Mi auguro - conclude - che la Curia approfondisca il tema perché, come è indicato dai documenti dell'OMS, il peso sociale del consumo di cannabis è minore di quello dell'alcol, nonostante la condizione di illegalità".

 
 
 
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