testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Cannabis terapeutica. Appello per la liberazione di Cinquini
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
16 settembre 2013 12:25
 
E' in carcere dal luglio scorso in attesa del processo fissato il 26 settembre dopo l'arresto da parte dei carabinieri per produzione, coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, il medico di Pietrasanta Fabrizio Cinquini, 50 anni, che da anni si batte per la diffusione e l'ampliamento dell'uso terapeutico della cannabis. In occasione della consegna dei premi di 'Satira Politica' a Forte dei Marmi e' stato fatto un appello, come riporta oggi Il Tirreno, per la sua liberazione: "Cinquini libero" hanno chiesto i fratelli Emmanuel e Fabrizio Vegliona, che sono stati fra i premiati per la loro satira sul web. Cinquini ha fatto uno sciopero della fame nel carcere di San Giorgio a Lucca, poi e' stato trasferito all'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino e da qui di nuovo nel carcere di Lucca. I carabinieri due mesi fa trovarono nel giardino della sua abitazione 277 piante di canapa, ma in precedenza aveva avuto altre disavventure con la giustizia, perche' il medico crede nella cura di certe malattie utilizzando la cannabis, non consentita dalla legge.

''A un anno dall'approvazione della legge toscana sulla cannabis terapeutica ancora manca il relativo regolamento di attuazione. La Giunta regionale ha promesso che entro fine settembre il regolamento dovrebbe essere discusso. Sarebbe un segnale politico importante, anche nei confronti del dottor Cinquini, per dire che le istituzioni non criminalizzano e sono aperte all'uso terapeutico della cannabis e la coltivazione a uso medico personale''. Lo ha affermato il consigliere regionale Mauro Romanelli (Gruppo misto) in merito alla vicenda del medico di Pietrasanta Fabrizio Cinquini. Secondo Romanelli, ''una persona andrebbe giudicata se ha fatto del male e non viceversa, e per capire il buon operato di Cinquini basterebbe chiedere ai suoi pazienti se hanno ottenuto dei benefici come loro stessi dicono''. Gia' nei giorni scorsi Romanelli aveva inviato una nota in cui sottolineava ''senso di amarezza per il fatto che un medico, che per lo zelo e la passione nello svolgere la sua missione, ovvero di fare qualsiasi cosa a favore del paziente, trovi successo e riconoscimento fuori confine, e qui addirittura viene ricompensato con la galera e con l'accertamento in psichiatria criminale''.

 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS