testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Cannabis organismo statale. Le Osservazioni dell'associazione cannabis terapeutica
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
20 ottobre 2015 7:25
 
Una convenzione internazionale prevede che i paesi produttori di Cannabis si dotino di un organismo apposito che ne sovraintenda l’uso. Dato che l’Italia ha iniziato tale produzione a fini medici, il Ministero della Salute ha elaborato uno schema riguardante le funzioni di tale organismo. Ben venga una razionalizzazione al riguardo. Esistono già infatti regolamenti nazionali sull’utilizzo di questa pianta medicinale, ma sono stati spesso fraintesi o adottati in maniera “fantasiosa”. Per questo in varie regioni sono state promulgate apposite leggi regionali, con l’intento di risolvere i problemi burocratici e rendere più facile la vita ai medici prescrittori e, ovviamente, ai loro pazienti. Purtroppo molte di queste leggi sono ancora non applicate, oppure hanno creato ulteriori difficoltà.
Lo schema di decreto suscita però in noi molte perplessità. Ecco alcuni punti, tra gli altri, che rappresentano delle vere criticità, e che secondo il nostro modo di vedere sarebbero gravemente pregiudiziali all'avvio di una seria applicazione del progetto:

1) Viene di fatto proibito l'uso degli estratti, come l'olio e le resine, che permettono la comoda somministrazione in gocce, come qualsiasi altro farmaco. Tali estratti, permessi anche da un apposito decreto del 2013, sono di uso ormai comune fra tutti i medici prescrittori e fra tutte le farmacie che in questi mesi hanno procurato il farmaco. Infatti per i derivati della Cannabis l'estrazione in olio (o alcool)  risulta la migliore, essendo essi solubili nei grassi. Ci sembra quindi inopportuno obbligare tutti a preparare il decotto in acqua, o al limite ad usare un vaporizzatore (macchinetta da qualche centinaio di euro). Tali estratti inoltre sono ben accetti da parte dei pazienti, che non devono ogni  volta fare un decotto di 20 minuti. Ormai quasi tutte le farmacie galeniche che trattano la cannabis preparano l'olio,  e questo fatto è stato pubblicato anche sulla stampa nazionale (vedasi ad es.la notizia adnkronos ripresa da  vari siti)

Ricordiamo un altro punto a favore degli estratti tipo olio. Sono ben dosabili, cioè si può fare una perfetta "titolazione", paziente per  paziente. Iniziando anche con poche gocce, e aumentando lentamente nei giorni  successivi, si riesce a stabilire la dose adatta al paziente, e a controllare  ed evitare eventuali effetti collaterali. Cosa che con il decotto è  praticamente impossibile. L'esatta titolazione con gli estratti permette inoltre un risparmio notevole sia da parte del paziente che del Servizio Sanitario, e questo ci sembra già un motivo più che buono per l'utilizzo degli estratti.

2) Si obbliga le farmacie preparatrici a misurare i principi attivi con metodiche quali “la cromatografia liquida o gassosa accoppiate alla spettrometria di massa”. In pratica, marchingegni da decine, se non da centinaia, di migliaia di euro. Ovviamente una prescrizione del genere è impossibile da essere attuata per le comuni farmacie, e sembra quasi che questo paragrafo sia stato concepito per porre fine all'attività delle farmacie galeniche che si è finora sviluppata, con soddisfazione dell'utenza. Ci domandiamo per quale motivo se una farmacia, che è gestita da professionisti laureati in Farmacia, fa il suo lavoro specifico di preparare farmaci, utilizzando materia prima controllata alla fonte e standardizzata, e utilizzando modalità di preparazione pure standardizzate, debba essere considerata inaffidabile. Tutte le farmacie lavorano secondo i requisiti di legge, e sono tenute sotto costante controllo da parte delle autorità sanitarie. Ben vengano naturalmente controlli a campione saltuari, ma a leggere lo schema sembra quasi che si parta dalla presunzione che invece le farmacie non diano garanzie; ma le farmacie non sono botteghe dove si vende a un tanto al chilo!

3) Le indicazioni. Se solo guardiamo le patologie ammesse dagli stati  statunitensi che hanno promulgato leggi sulla cannabis medica, spicca l'assenza, nel decreto italiano, di
Parkinson
Alzheimer
Epilessia
Chron
SLA
  e Epatite c, che addirittura diventa una controindicazione!

e volendo esistono studi anche sul disordine da stress post traumatico,  insonnia, distonia, asma, prurito intrattabile, ADHD e varie altre malattie e disturbi. Cosa dovranno fare i malati di queste patologie già oggi in cura? Verrà loro tolto il farmaco?

4) Risulta vietato guidare (e lavorare in certi casi) per ALMENO 24 ore dopo  l'ultima somministrazione. Tale divieto in pratica sarebbe punitivo per la stragrande maggioranza dei pazienti, che di fatto non potrebbero più guidare. Non ci risulta che per altri farmaci esista un tale divieto specifico, ma spetta al medico informare il paziente ed eventualmente fare divieto in certi casi. Nemmeno con la morfina è previsto una tale proibizione scritta nero su bianco!

Non è il caso di approfondire in queste poche righe tutti gli aspetti che sarebbero da considerare. Ci domandiamo per quale motivo chi ha elaborato tale “schema” non abbia ritenuto opportuno chiedere un parere a chi si occupa di tale problematica da anni e tratta ormai centinaia di malati. Eppure ci eravamo anche offerti volontariamente di collaborare. Per tutti i motivi su addotti chiediamo che lo Schema di decreto venga emendato e corretto.  
Francesco Crestani - Associazione cannabis terapeutica
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS