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 ITALIA - ITALIA - Cannabis, continuano le perquisizioni nelle case di chi acquista (legalmente) semi
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Notizia 
22 giugno 2010 14:30
 
Sei giovani, tutti residenti nel Tigullio e in particolare a Chiavari, sono stati denunciati dalla procura della Repubblica chiavarese nell’ambito di una vasta operazione coordinata dall’autorità giudiziaria di Rovereto ed eseguita dai carabinieri della compagnia di Merano, in Trentino Alto Adige. Nella Riviera di Levante, l’inchiesta è stata affidata al sostituto procuratore Margherita Ravera, la quale ha subito emesso sei decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti presunti coltivatori di marijuana e hashish. Le ispezioni sono già state eseguite e hanno portato al sequestro di materiale per la produzione di piante, bilancini di precisione, piantine e quasi un etto di droga, oltre a centinaia di semi. Sei gli indagati, ma la Procura di Chiavari procederà solo nei confronti di due ragazzi: uno è stato trovato con materiale per lo spaccio e alcune dosi di hashish, oltre a un paio di sigarette, diciamo così, “arricchite”; l’altro è un trentenne già noto agli inquirenti, sorpreso con una trentina di grammi di hashish e altrettanti di marijuana. Per gli altri quattro ragazzi, l’inchiesta sarà subito archiviata. Tutte le piante sequestrate dovranno essere analizzate in laboratorio, per stabilire se abbiano sviluppato principio attivo e siano perciò realmente stupefacenti. La vendita e la cessione, così come la detenzione dei semi è consentita in italia, mentre la coltivazione è illegale e quindi punita anche severamente. «Per quel che riguarda le semenze - spiega l’avvocato Carlo Alberto Zaina, che offre la propria assistenza tramite il sito web www.legalizziamolacanapa.org - l’Italia ha recepito la convenzione di New York del 1961, secondo cui i semi di canapa non sono da considerarsi droga, poiché privi di principio attivo. Diverso, il discorso della coltivazione. Fino al lugliod el 2008, il nostro legislatore distingueva tra produzione domestica e agraria e riteneva la prima non punibile. La Cassazione ha poi cancellato questa differente impostazione e ha stabilito che qualsiasi tipo di coltivazione è vietata nel nostro Paese».
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