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 AUSTRALIA - AUSTRALIA - Cannabis, aumentano ricoveri per fumatori a lungo termine
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Notizia 
29 marzo 2010 16:51
 
Una nuova ricerca australiana mette in luce un drastico aumento di ricoveri in ospedale di fumatori di cannabis di lungo termine. Lo studio del Centro nazionale di ricerche su droghe e alcool dell'Universita' del Nuovo Galles del sud indica che il numero di australiani che cercano trattamento per problemi legati alla cannabis ha registrato un balzo del 30% dal 2002, e che l'aumento dell'uso dannoso e' concentrato sulle classi di eta' sopra i 30 anni. Nell'insieme, la frequenza dell'uso di canapa indiana e' diminuita nell'ultimo decennio, ma e' aumentato il tasso di trattamenti in ospedale. La proporzione di australiani che avevano fumato la droga nei 12 mesi precedenti e' diminuita dall'11% nel 2004 al 9% lo scorso anno, mentre e' aumentata la frequenza dell'uso. La ricercatrice Amanda Roxburgh, che ha guidato lo studio pubblicato sulla rivista Addiction, spiega che il tasso di uso dannoso e' aumentato drammaticamente nelle eta' fra 30 e 49 anni. Il ricovero e' solitamente richiesto per un trattamento della dipendenza, e in misura minore per intossicazione o per psicosi indotte dalla droga. Fra i consumatori sopra i 30 anni, la proporzione di chi dichiara un uso quotidiano e' doppia rispetto al gruppo 14-19 anni. Lo studio suggerisce che i consumatori piu' avanti negli anni non comprendono le conseguenze dell'uso di lungo termine, specie sulle persone piu' predisposte a malattie mentali, aggiunge Roxburgh. ''Ora conosciamo molto in relazione alla cannabis. E' diventata la droga piu' preoccupante dopo l'alcool''.

LA REAZIONE DEL DIPARTIMENTO ANTIDROGA ITALIANO - Gli ultimi dati sul consumo di cannabis provenienti dai pronto soccorso sono 'particolarmente allarmanti', in relazione alla comparsa del Tch (principio attivo della cannabis) a piu' alta percentuale e di cannabinoidi sintetici, quindi piu' dannosi per la salute. Lo comunica una nota del Dipartimento politiche antidroga, che ricorda come gia' nella relazione al Parlamento era emerso, tra tutti, il dato sull'impiego delle principali sostanze d'abuso evidenziandone un forte incremento.
A conferma della pericolosita' dell'uso della cannabis, anche l'Australia ha deciso di intraprendere un'azione di prevenzione piu' determinata, dopo che uno studio sulla popolazione ha rilevato una crescita del consumo quotidiano con un costante aumento di ricovero in ospedale per problemi cannabis - correlati. "Un aumento che testimonia come ancora oggi, non si e' compreso appieno la pericolosita' dell'uso di tale sostanza", scrivono nella nota.
In realtà, la cannabis è una delle sostanze più studiate al mondo, con oltre 17mila studi negli ultimi decenni. Ma il Dipartimento non si arrende. Anzi, continua nella sua opera di evangelizzazione sulla "grave tossicità" della cannabis, nonostante non stia per ora portando a risultati confortanti (infatti, diversi studi dimostrano che impaurire il consumatore per spingerlo a non fumare e' addirittura controproducente).E nonostante la cannabis, contrariamente a alcool e tabacco, non ha mai ucciso nessuno.
"Quello che ci preme ribadire - si legge in una nota - e' che, proprio la cannabis e' in grado di produrre gravi effetti dannosi soprattutto per il cervello degli adolescenti arrecando gravi patologie psichiche come la schizofrenia, alterazioni importanti della memoria, della capacita' di apprendimento della motivazione ad affrontare e risolvere i problemi della capacita' di autocontrollo e di giudizio, nonche' compromettere le funzioni necessarie per la guida sicura degli autoveicoli e delle moto". Per questo il Dipartimento continuera' ad utilizzare tutti gli strumenti utili per contrastare la promozione e la diffusione di tutte le droghe.
 
 
 
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