====== NOTIZIARIO DROGHE ================== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito da Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze URL: http://droghe.aduc.it NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA! Senza il sostegno economico di persone come te non saremmo in grado di informarti. 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L'altra faccia del proibizionismo sulle droghe e' il massacro http://droghe.aduc.it/articolo/iv+conferencia+latinoamericana+sobre+pol+ticas+de_20910.php COMUNICATI - Muore per overdose in un cesso pubblico di Firenze. La colpa e' delle istituzioni! http://droghe.aduc.it/comunicato/muore+overdose+cesso+pubblico+firenze+colpa_20915.php NOTIZIE -USA/Mangiare troppo fa cedere alle droghe. Studio http://droghe.aduc.it/notizia/mangiare+troppo+fa+cedere+alle+droghe+studio_126608.php -MESSICO/Narcoguerra. Guerra tra narcos: 11 morti e numerosi feriti in Chihuahua http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+guerra+narcos+11+morti+numerosi+feriti_126603.php -VATICANO/'Tunnell della droga'. Papa: come uscirne con la fede in Dio http://droghe.aduc.it/notizia/tunnell+della+droga+papa+come+uscirne+fede+dio_126601.php -IRAN/Impiccati tre trafficanti di droghe http://droghe.aduc.it/notizia/impiccati+tre+trafficanti+droghe_126600.php -USA/Cannabis legalizzata. Amministrazione Obama studia come bloccarla http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+legalizzata+amministrazione+obama+studia_126596.php -ITALIA/Detenuto tossicodipendente si suicida in carcere http://droghe.aduc.it/notizia/detenuto+tossicodipendente+si+suicida+carcere_126595.php -USA/Cannabis legalizzata. Dopo referendum, da oggi legge in vigore in Stato Washington http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+legalizzata+dopo+referendum+oggi+legge_126590.php -ITALIA/Monti non risponde a lettera Garanti detenuti su legge droga. Corleone: e' un cafone http://droghe.aduc.it/notizia/monti+non+risponde+lettera+garanti+detenuti+legge_126587.php -ITALIA/Trova marijuana in camera figlio minorenne e lo denuncia http://droghe.aduc.it/notizia/trova+marijuana+camera+figlio+minorenne+denuncia_126583.php -/IV Conferencia Latinoamericana sobre Políticas de Drogas. I lavori in diretta http://droghe.aduc.it/notizia/iv+conferencia+latinoamericana+sobre+pol+ticas+de_126577.php -BRASILE/Maxi retata a Rio: arrestati 63 poliziotti e 11 narcos http://droghe.aduc.it/notizia/maxi+retata+rio+arrestati+63+poliziotti+11+narcos_126576.php -/Narcotraffico. Chiesa cattolica: un flagello nel continente http://droghe.aduc.it/notizia/narcotraffico+chiesa+cattolica+flagello+nel_126575.php -ITALIA/14enne fuma spinello a scuola Castelfiorentino e si sente male http://droghe.aduc.it/notizia/14enne+fuma+spinello+scuola+castelfiorentino+si_126571.php -MESSICO/Narcoguerra. Dossier di Libera http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+dossier+libera_126570.php IL PREZZO DEL PROIBIZIONISMO dalle cronache locali gli effetti della legge vigente dati dal 20/12/2011 al 10/12/2012 sequestri droghe leggere (kg) 10.820 droghe pesanti (kg) 14.930 dosi droghe sintetiche 11.225.000 piante di cannabis 21.470.000 flaconi di metadone 250 vittime morti 44 arresti 8.875 giorni di reclusione 7.720 riepilogo settimanale dal 04/12//2012 al 10/12/2012 sequestri droghe leggere (kg) 200 droghe pesanti (kg) 300 dosi droghe sintetiche 450.000 piante di cannabis 700.000 vittime morti 2 arresti 250 giorni di reclusione 130 dati 2011: 28/12/10 - 02/01/12 * sequestri - droghe leggere: Kg 9.570 - pesanti: Kg 13.370 - sintetiche: dosi 2.620.900 - cannabis: piante 9.112.500 - metadone: flaconi 600 * vittime - morti: 54 - arresti: 9.298 - giorni di reclusione: 11.905 ------------------------------------------- ARTICOLI 09-12-2012 18:21 Narcosale. Come la Francia sta per istituirle Il ministro della Sanita' lo ha affermato a piu' riprese: ci saranno sperimentazioni di narcosale nel 2013. “Si puo' avere una politica estremamente ferma (…) di lotta contro il consumo, e nello stesso tempo curare quelli che si drogano, perche' si tratta di una malattia”, ha dichiarato Marisol Touraine a novembre. Il governo e' lacerato tra la volonta' di scegliere le citta' che si impegneranno nell'esperimento, prendendo tempo sui tempi di concertazione, e il bisogno di far presto perche' le elezioni municipali del 2014 si avvicinano a grandi passi. Le narcosale sono dei luoghi in cui i tossicodipendenti possono iniettarsi degli stupefacenti sotto sorveglianza medica. Uno studio di fattibilita' e' in corso presso la Mission interministérielle de lutte contre la drogue et la toxicomanie (MILDT), che, ai tempi di Sarkozy, vi si era opposta. La sua nuova presidentessa, Danièle Jourdain-Menninger, nominata lo scorso settembre, si basa su un dato pubblico dell'Istituto nazionale della Sanita' e della ricerca medica (Inserm), che aveva stimato, nel 2010, che queste sale avevano mostrato la loro efficacia: esse permettono di limitare le infezioni dei tossicodipendenti, avere un approccio con quelli piu' precari, proporre loro una guida medica e sociale. Non sottovalutando che le narcosale permetterebbero di ridurre i fastidi che in genere sono connessi ai tossicodipendenti. Infine, l'Istituto ritiene che la politica di riduzione dei danni -scambio di siringhe, prodotti sostitutivi dell'eroina- era riuscita a raggiungere anche le persone piu' disinserite. “Le narcosale devono essere un'opportunita' per i residenti e un mezzo per i consumatori”, ha detto M.me Jourdain-Menninger. Il MILDT prende in esame, col ministero della Sanita', della Giustizia e dell'Interno, i criteri per la futura valutazione scientifica, nonche' le questioni tecniche e giuridiche: ambito di non-intervento delle forze di polizia, protezione del personale che non rimanga vittima del reato di incitazione al consumo di droghe... Il piu' delicato per il governo sara' di scegliere le due o tre citta' che parteciperanno all'esperimento. Le citta' candidate sono di destra come di sinistra, e il governo ha tutto l'interesse a scegliere in entrambi i campi. Le necessita' maggiori ci sono a Marsiglia e a Parigi. La scelta della capitale sembra acquisita. Per il resto, e' tutto aperto. Se la destra e' piuttosto ostile alle narcosale, alcuni eletti locali, spesso medici, ritengono che vanno sperimentate. Quattro progetti presentati dalle associazioni sono giunti al MILDT: uno di Parigi, uno di Marsiglia, due di Bordeaux. Marsiglia e' molto motivata, ma la situazione politica e sociale e' tesa. La scelta di Bordeaux, il cui Sindaco e' Alain Juppé (ndr.: leader e fondatore dell'UMP, il partito dell'ex.presidente Sarkozy, della opposizione di centro-destra) potrebbe rappresentare un forte simbolo... Il metodo del governo e' per ora oggetto di dibattito. “E' stato maldestro aver avviato la discussione pubblica prima che fosse stato fissato un minimo di punti fermi. Potrebbe fallire prima di fare gli annunci dell'avvio”, dice Alexandra Siarri, assessore per la lotta alla precarieta' di Bordeaux. Da quando il nome di Bordeaux e' circolato come citta' candidata, gli abitanti hanno chiesto spiegazioni, senza che il Sindaco potesse loro fornirle. Percio', al momento, dice l'assessore, non c'e' stato alcun contatto con la Prefettura, il MILDT o il ministero. Tra i due progetti, la citta' ha chiaramente una preferenza per quello che propone una struttura mobile. L'altro, una sala aperta nel centro citta', suscita' gia' la disapprovazione dei residenti. Rischio di congelamento dei progetti Il Sindaco centrista di Nancy, André Rossinot, attende di essere contattato dal MILDT -che non si fa sentire. Sono due anni che un gruppo di lavoro e' stato avviato in questa citta' della Lorena. “Qui non c'e' un luogo pubblico dove i tossicodipendenti si iniettano droghe, ma questo non vuol dire che non ci sia consumo. Ci siamo detti d'accordo con Roselyne Bachelot, e faremo altrettanto con Marisol Touraine”. Nel 2010 Mme Bachelot aveva perorato una concertazione, ma aveva ricevuto il rifiuto del primo ministro Francois Fillon. “L'esperimento, che si tratta di lanciare in una, due, tre citta', non deve portare a creare conflitti tra una citta' e l'altra”, dice Mme Jourdain.Menninger. Ma la decisione finale fara' molto discutere. Eventualmente Strasburgo (Partito Socialista): “Ci vorrebbero cinque o dieci citta' per una sperimentazione che abbia senso” -dice Alexandre Felz, consigliere comunale con incarico alla Sanita'. Il Sindaco ha fatto sapere al ministro della Sanita' che e' della partita. Un'associazione ha gia' preparato un progetto. Un'altra citta' socialista, Tolosa, dove il numero di coloro che si iniettano droghe per via endovenosa e' in aumento, attende anch'essa: “La citta' non e' candidata, perche' non e' una gara”, dice Monique Durrieu, assessore alla Sanita' pubblica. Ma se il Governo lo ritiene, essa e' pronta a partecipare, perche' c'e' gia' una rete (associazioni, medici, ospedali) che e' in grado di avviare la sperimentazione. A Marsiglia, Patrick Padovani, vice-Sindaco UMP, garantisce che, se la citta' sara' scelta, la sperimentazione potrebbe essere avviata in tre mesi. L'idea e' di aprire un posto fisso, nel centro, un altro mobile con un bus nel nord e un terzo in un ospedale a sud. Si tratta di entrare in contatto con i tossicodipendenti, nuovi o vecchi consumatori di droghe che vivono per strada, il cui consumo nelle strade pubbliche crea problemi ai residenti. Ma Padovani, come molti eletti e associazioni che parteggiano per le narcosale, temono i rinvii del governo: “Se alla fine viene lanciata una nuova riflessione, la cosa finira' li'”, ironizzano. Il tempo e' limitato, e il rischio di congelamento dei progetti a causa delle elezioni municipali lo pensano tutti. Per cui, una volta che le citta' saranno scelte, bisognera' far accettare un luogo ai residenti -il punto piu' delicato. E questo potrebbe portarci fino alla fine del primo semestre del 2013. Ora, “a otto mesi dalle elezioni, nessuno se ne fara' carico', ne' a Marsiglia ne' a Parigi ne' a Bordeaux”, dice Padovani. “E' sicuro, occorre che il MILDT non tardi ancora -dice Jean-Marie Le Guen, vice-Sindaco socialista di Parigi-. E' un periodo stretto, ma si puo' provare”. Il ministero della Sanita' spiega che i lavori sono “in corso”. (articolo di Laetitia Clavreul, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 08/12/12)     Redazione 08-12-2012 17:17 Cura tossicodipendenti. Iboga, la pianta non desiderata dall'industria farmaceutica  Nel 1962 un giovane tossicodipendente, Howard Lotsof, sperimenta su di se' e sei amici una nuova sostanza allucinogena di cui gli aveva parlato un amico chimico: l'ibogaina. Contro tutte le previsioni, dopo trentasei ore dall'assunzione, il giovane americano e i suoi amici, tutti dediti a cocaina o eroina, si sono liberati della loro dipendenza. Una liberazione definitiva per Lotsof e i suoi amici, almeno fino ai sei mesi successivi in cui sono rimasti in contatto fra loro. Chimera o grande scoperta? Dopo gli anni 80 e fino alla sua morte nel 2010, Lotsof non ha mai smesso di tentare di convincere scienziati, laboratori, politici e societa' civile per combattere la tossicodipendenza con l'ibogaina. Questa molecola fa parte della famiglia degli alcaloidi ed e' estratta dall'iboga (Tabernanthe iboga), pianta dell'Africa centrale equatoriale. La corteccia della sua radice contiene una dozzina di alcaloidi molto attivi utilizzati nella medicina tradizionale e nelle cerimonie iniziatiche bwiti in Gabon. “Quando ho sentito parlare dell'ibogaina, sono diventato molto curioso, e scettico. E piu' esperienze ho fatto, piu' questa e' diventata interessante”, confida Stanley Glick, professore e direttore della ricerca al Centro di neurofarmacologia e di neuroscienze all'Albany Medical College di New York. Sperimentando la molecola su dei topi dipendenti da cocaina e morfina, Glick ha dimostrato, nel 1991, che l'ibogaina riduce l'auto-somministrazione di queste sostanze solo due giorni dopo il trattamento. Proprieta' anti-dipendenza In seguito, delle ricerche, essenzialmente americane, fatte su animali e su delle colture di cellule umane, hanno specificato i suoi effetti. L'ibogaina e' una triptamina, simile alla psilocina e alla psilocibina (sostanze presenti nei funghi allucinogeni), psicostimolante e allucinante a forti dosi. Questa molecola interagisce con dei neurotrasmettitori, principalmente la serotonina e il glutammato, e blocca i recettori degli oppiacei. E' un'antagonista dei recettori NMDA (attivati dal glutammato), ed e' questo che spiega le sue proprieta' anti-dipendenza. “Essa e' efficace nello svezzamento dagli oppiacei nella maggior parte dei casi. Alcuni pazienti, dopo la somministrazione, resistono alla sua azione. Ma non c'e' mai stato uno studio totalmente negativo, motivo per cui si puo' definire reale il tasso di riuscita”, spiega Deborah Mash, professore di neurologia e di farmacia molecolare e cellulare all'Universita' di Medicina di Miami. Gli ultimi studi hanno messo in evidenza delle nuove importanti proprieta': l'iboga ha effetti stimolanti sul metabolismo energetico e, secondo il professor Dorit Ron in Israele, l'ibogaina stimola la sintesi e la liberazione di neurotropina, che aiuta le vie nervose a rigenerarsi e il cervello a riorganizzarsi. Alcune testimonianze confermano la sua efficacia: “La mia vita e' completamente cambiata, dodici ore dopo il trattamento con l'ibogaina, io ero tossicodipendente da 17 anni. E' incredibile, non riesco a spiegarlo”, testimonia Roberto, 45 anni, un italiano che vive a New York e che consumava quotidianamente eroina, cocaina e metadone, ormai liberatosi dalla schiavitu' da sette anni. “Io sono stato dipendente per tre anni alla cocaina, fino ad un week-end del 2004, dopo di che non ci sono piu' ricascato”, dice Eric, un francese di 37 anni. Non una sostanza ricreativa Ma i pericoli esistono lo stesso: “Per me non ha funzionato”, dice Daniel, dipendente da piu' di trenta anni da eroina, cocaina “e tutti i tipi di droghe”. “Io prendevo delle dosi industriali, ed ho toccato il fondo con il metadone, una droga che i medici hanno l'impressione di somministrare come se fosse una soluzione...”, ironizza Daniel, che ha cominciato a riprendere il metadone due settimane dopo il suo trattamento con ibogaina. Anche se oggi i principali effetti dell'ibogaina sono stati identificati, il suo funzionamento farmacodinamico molto complesso non e' stato interamente spiegato. Ma il tabu' che l'iboga e l'ibogaina sollevano, e', in realta', quello delle sue proprieta' allucinogene. “L'iboga non puo' essere classificata perche' non ha il profilo delle droghe psicotrope. Non e' una sostanza ricreativa, e i suoi effetti sono differenti e piu' complessi rispetto alla maggior parte degli allucinogeni”, sottolinea Yann Guignon, consulente in meditazione interculturale e sviluppo durevole in Gabon. Un effetto “psicosociale” Non solo, ma “l'ibogaina si e' fatta conoscere in modo inusuale, essa non e' stata scoperta da uno scienziato; ed e' per questo, fin dall'inizio, che e' stata considerata con scetticismo da parte della comunita' scientifica. La sua storia in Africa le ha anche dato una dimensione mistica che le persone non prendono sul serio. E siccome ha degli effetti allucinogeni, le persone credono che e' per questo che non sara' mai approvata come farmaco”, dice Stanley Glick. “L'iboga si iscrive in un tutto, essa mi ha aperto la coscienza, pulendomi spirito e corpo”, aggiunge Eric. Al di la' della dipendenza psicologica, i numerosi testimoni insistono sulle visioni che essi hanno avuto durante il trattamento. Charles Kaplan, ex-direttore dell'Istituto di ricerca sulle dipendenze di Rotterdam, li collega all'aspetto psichiatrico: “C'e' un effetto psicosociale. Effetti che sono molto vicini a cio' che gli psicoanalisti chiamano 'abreazione'. Questi effetti portano in superficie dei ricordi perduti e le esperienze emotivamente forti legate ai meccanismi della dipendenza, effetti che possono essere trattati da dei terapeuti”. Deborah Mash spiega che l'ibogaina e' “una molecola psicoattiva, ma non un allucinogeno come l'LSD. Essa ti porta in una condizione sognante per trentasei ore e, durante questo stato di coscienza alterata, il paziente rivive esperienze della propria infanzia e scopre le radici della sua dipendenza”. “E' come fare dieci anni di psicoanalisi in tre giorni”, ha spesso detto Howard Lotsof. Mancanza di monitoraggio terapeutico Questo processo soggettivo, non misurabile scientificamente, contribuisce in realta' ad alimentare le paure e le riserve sui trattamenti con l'iboga o l'ibogaina. Per Atome Ribenga, guaritore del Gabon, la nozione di “allucinogeno si riferisce a delle visioni o delle voci di cose totalmente irreali, e quando queste visioni sono rivelatrici di cose reali, lo sono in modo simbolico, per colui che le vede nell'iniziazione”. I pazienti sono inviati, dopo averle provate, a scrivere le loro esperienza per poterle poi usare terapeuticamente. “Dopo sei mesi in cui sono stato bene, ho avuto una depressione perche', in realta', l'iboga ti cura e di da' la possibilita' di dire: 'OK, tu puoi ritornare nella vita se tu vuoi”, dice Roberto. Secondo la letteratura scientifica e sociologica sull'iboga, le ricadute avvengono spesso sei mesi dopo il trattamento, in seguito alla mancanza di un percorso terapeutico o per un accadimento sociale sfavorevole -la frequentazione del mondo della dipendenza provoca nuove tentazioni. Classificata come droga in Usa fin dal 1967, l'iboga e l'ibogaina sono state tuttavia autorizzate, agli inizi degli anni 90, dall'Istituto nazionale sull'abuso di droghe (NIDA) per potere essere prescritte nel quadro di un protocollo di trattamento sull'uomo. Dopo un incontro con Howard Lotsof e alcune indagini empiriche fatte all'epoca dall'Istituto di ricerche sulle dipendenze dei Paesi Bassi e in una clinica di Panama, Deborah Mash, scettica piu' che impressionata, fu autorizzata ad avviare le prime ricerche cliniche in Usa per la fase 1. Ma nel 1995, dopo una presentazione dell'andamento dei lavori davanti a dei rappresentanti di industrie farmaceutiche, il NIDA decise di bloccare i suoi finanziamenti. “L'opinione dell'industria farmaceutica e' stata nell'insieme critica ed ha avuto una importante influenza sulla decisione di non finanziare piu' le ricerche. Il NIDA ha quindi fermato il suo progetto sull'ibogaina, ma continua a sostenere delle ricerche precliniche su degli alcaloidi dell'iboga”, spiega Kenneth Alper, professore di psichiatria e neurologia all'Universita' di Medicina di New York. Per l'industria farmaceutica e' meno remunerativa rispetto ad un trattamento a vita Come spiegare questa resistenza? “La maggior parte delle aziende farmaceutiche non vuole niente avere a che fare con l'ibogaina, ne', in generale, con i trattamenti contro la dipendenza. La maggior parte delle imprese crede, a torto, che esse non possono guadagnare molti soldi nei trattamenti della tossicodipendenza. Non solo, ma credono che potrebbe dar loro una cattiva immagine, perche' le persone stigmatizzano la dipendenza e credono che essa non meriti di essere trattata come le altre malattie”, sostiene Stanley Glick. Trattare una malattia con una o due cure, e' molto meno remunerativo rispetto ad un trattamento a vita. E' grazie a dei fondi privati che Deborah Mash ha potuto proseguire le sue ricerche, nel suo laboratorio di Miami e in una clinica di disintossicazione nell'isola caraibica di Saint-Christophe. Oggi, la comunita' internazionale diverge sullo status delle ricerche in merito all'iboga e all'ibogaina. Se nella maggior parte dei Paesi non esiste legislazione in merito, in Usa, Belgio, Polonia, Danimarca, Svizzera e Francia hanno classificato queste due sostanze come droghe. L'Agenzia francese sulla sicurezza sanitaria dei prodotti di sanita' (AFSSAPS) fa notare che l'iboga tende “a svilupparsi con specifiche iniziative, seminari di 'auto-rivalutazione' e di “viaggio interiore'”. L'Agenzia fa notare che in Internet questa pianta e' oggetto di una “attiva promozione”. Attratti dalle osservazioni scientifiche ed empiriche, altri governi hanno lanciato dei programmi di ricerca o hanno autorizzato dei centri di cura con l'uso dell'ibogaina. In Israele e in India, degli esperimenti clinici sono stati avviati in accordo con i ministeri della sanita'; in Brasile, in Messico, a Panama e nei Caraibi, dei centri di cura ufficiali sono stati aperti; in Slovenia, un centro di ricerca pluridisciplinare sta conducendo dei lavori fin dal 2005 e, dal 2009, la Nuova Zelanda ha autorizzato la prescrizione medica dell'ibogaina. Patrimonio nazionale nel Gabon Nel Gabon, dopo essere a lungo rimasta nel segreto degli iniziati, l'iboga nel 2000 e' stata decretata “patrimonio nazionale e riserva strategica”. Per Bernadette Rebienot, presidente dell'Unione de guaritori della sanita' in Gabon, “il trattamento con l'ibogaina rimuove la parte iniziatica dell'iboga, di cui non e' davvero la fonte. In Occidente i ricercatori pensano di conoscere l'iboga, ma mi fanno ridere... Noi la conosciamo dalla notte dei tempi. Occorre che collaborino con noi, e' complementare ed e' per il bene dell'umanita'”, dice la guaritrice, che perora presso l'Organizzazione mondiale della Salute (OMS) il riconoscimento della farmacopea tradizionale. In Slovenia, “l'Istituto per la medicina antropologica (OMI) intende ristabilire la qualita' e la reputazione della guarigione tradizionale e dei rimedi naturali attraverso una valutazione scientifica di questi metodi, della loro efficacia e della loro sicurezza”, spiega Roman Paskulin, esperto di dipendenze e direttore dell'OMI. “Noi offriamo i nostri consigli sulla riduzione dei rischi per i trattamenti con l'ibogaina, ma non assicuriamo cure immediate”. L'obiettivo e' di sviluppare un approccio globale della sanita' in questa dimensione fisica, mentale e sociale, mettendo insieme le facolta' di medicina, scienze umane e di biotecnologia, con il sostegno del ministero della salute e dell'Ufficio delle droghe. Qual e' allora il tasso di riuscita di questo trattamento atipico? Oggi nessun ricercatore si spende su numeri in merito, per cui e' solo per sentito dire che questo trattamento sembra uno dei migliori contro le dipendenze da oppiacei. Circolano solo stime ufficiose. Perche'? Perche' nessuno studio scientifico e' stato portato avanti per lungo tempo, e poi perche' la maggior parte dei trattamenti viene fatta in un ambito informale. L'efficacita' terapeutica dell'ibogaina e' riconosciuta soprattutto grazie ad un'osservazione empirica e in base a testimonianze che la scienza non e' ancora riuscita a valutare, a causa degli scarsi mezzi a disposizione e per la mancanza di volonta' economico-politica. I fornitori di iboga Dopo gli anni 60, negli Usa e poi in Europa e nel mondo, alcune reti di cure alternative si sono sviluppate illegalmente perche' l'ibogaina non era riconosciuta: pazienti trattati all'inizio in Gabon, poi in reti informali in Occidente, in un centro di cura in America Latina.... Queste cure si sono sviluppate intorno a degli “iboga providers” (fornitori di iboga), dei terapeuti informali che, nella maggior parte dei casi, non avevano una formazione medica. Non esistono dati su questi ultimi, e rare sono le testimonianze. A New York, una di queste, Dimitri, svolge la sua funzione ed e' impegnato per il riconoscimento delle cure con l'iboga. Dipendente di eroina e cocaina per piu' di venti anni, se ne e' liberato grazie all'iboga. Dimitri si e' formato in diverse riprese in Gabon presso dei guaritori. Nell'anonimato di semplici camere d'albergo, egli ricostituisce delle cerimonie bwiti con riti, musiche e preghiere in modo da attribuirgli una dimensione spirituale. “Molti fornitori di ibogaina sono persone malmesse perche' tu non puoi prendere queste cose e pensare che tutto andra' bene. Il bwiti esige un coinvolgimento, un lavoro e, se possibile, una vita sana”. In queste cure informali, il pericolo e' nell'incompetenza di alcuni terapeuti e la mancanza di copertura medica. Morti accidentali Il trattamento non e' quindi senza rischi: dall'inizio degli anni 90 sono state rilevate diverse morti accidentali. Secondo Deborah Mash, “tutti i decessi sono sopravvenuti in ambienti a rischio”. Il momento fatale spesso accade a dei pazienti che hanno una malattia cardiaca o in seguito all'assunzione di droghe contemporaneamente all'iboga, e questo a seguito di terapie talvolta non appropriate. “Nei casi conosciuti, e' difficile, direi impossibile, attribuire la causa della morte all'ibogaina, e questo e' stato un altro ostacolo per nuove ricerche”, spiega Stanley Glick. Se le autopsie non hanno mai dimostrato il ruolo fatale dell'iboga, per il professor Jean-Noel Gassita, farmacologo gabonese che studia questa sostanza da piu' di cinquanta anni, il trattamento e' controindicato per i cardiaci poiche' l'assunzione della pianta accelera il ritmo del cuore. La questione della tossicita' dell'iboga e' stata anche oggetto di studi scientifici: uno solo ha rilevato una tossicita' pericolosa, ma a dosi cosi' elevate che non potrebbero essere prescritte ad un paziente. “L'iboga e' stata accusata di essere una sostanza pericolosa, anche se essa uccide meno dell'aspirina”, ricorda Laurence Gassita, farmacologo, insegnante alla facolta' di Medicina di Libreville in Gabon. “E' una pianta miracolosa, inedita, anche se ha alimentato diverse polemiche”, sostiene Jean-Loius Gassita. Troppe polemiche, per Stanley Glick, che preferisce ormai lavorare sulla molecola di sintesi 18-methoxycoronaridine (18-MC), molto vicina all'ibogaina e senza effetti allucinogeni. “Io credo che l'ibogaina restera' illegale in Usa, ma sono ottimista perche' il 18-MC sia un giorno un farmaco approvato”, dice il ricercatore, sempre in attesa di risultati clinici. Deborah Mash ha seguito lo stesso percorso sviluppando un'altra variante dell'ibogaina, la noribogaina. In Gabon, Bernadette Rebienot, preferisce fare un commento su questi ricercatori ricorrendo all'aiuto di un proverbio africano: “Si puo' essere il miglior cantante, ma non si puo' superare il compositore: per cui, attenzione alle false note...”. (articolo di Sabah Rahmani, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 06/12/2012)     Redazione 06-12-2012 21:39 IV Conferencia Latinoamericana sobre Políticas de Drogas. L'altra faccia del proibizionismo sulle droghe e' il massacro “C'e' un rapporto tra la violenza e il metodo delle politiche sulle droghe. Il proibizionismo ha costruito diverse strade di commercio illegale che puo' essere organizzato solo a partire dallo sterminio degli esseri umani.. L'altra faccia del proibizionismo e' il massacro”. Cosi' Gustavo Petro, Sindaco di Bogota' durante l'inaugurazione della IV Conferencia Latinoamericana sobre Políticas de Drogas, il piu' importante incontro in materia nella regione, che si e' tenuto il 5 e 6 dicembre a Bogota'. All'inaugurazione sono intervenuti anche Bo Mathiasen, direttore della Oficina de Naciones Unidas para las Drogas y el Delito en Colombia (UNODC / ONUDD), Farid Samir Benavides Vanegas, viceministro della Política Criminal y Justicia Restaurativa del Ministerio de Justicia y del Derecho de Colombia, Coletta Youngers, rappresentante del Consorcio Internacional sobre Políticas de Drogas (IDPC), il direttore della Corporación Acción Técnica Social (ATS), Julián Quintero, organizzatrice locale dell'incontro e Graciela Touzé, presidentessa di Intercambios, organizzatrice regionale della Conferenza. Nello spiegare i motivi per cui si e' tenuta questa Conferenza, Touzé ha detto: “Intendiamo promuovere un dibattito e fare uso del diritto democratico a dissentire con i discorsi e le pratiche dominanti nell'ambito delle droghe. E chiediamo di fare uso di questo diritto con l'intenzione di trasformare una realta' che non ci piace e che ci addolora”. “Noi siamo qui per discutere sul fallimento della 'war on drugs' che tutti conosciamo, per concentrarci su come e in che modo dobbiamo cambiare questo paradigma”, ha detto Julian Quintero, direttore della Corporación Acción Técnica Social (ATS) de Colombia. Quintero' ha formalizzato alcune priorita': “Ci interessa definire cosa fare quando c'e' un 9% di infettati da HIV tra chi usa droghe da iniezione, ricordare la crescita del 75% di consumo di cocaina tra gli scolari e riflettere sul fatto che sono di piu' i morti per la politiche sulle droghe che non i morti per l'uso delle medesime droghe”. Dalla sua parte, Bo Mathiasen, direttore della Oficina de Naciones Unidas para las Drogas y el Delito en Colombia (UNODC / ONUDD), ha insistito perche' non “si criminalizzino le persone che consumano droghe” Secondo le statistiche del suo Ufficio, solo il 5% della popolazione mondiale consuma una qualche droga illegale una volta nella propria vita, mentre lo 0,6% della popolazione adulta mondiale ha un consumo problematico delle droghe. “La grande sfida oggi e' la prevenzione e il trattamento”. Il Sindaco di Bogota' ha portato come esempio la politica di regolamentazione del consumo di droghe a Vancouver, Canada, e l'ha confrontata con l'iniziativa dei Centros de Atención Médica para Adictos a las Drogas (Camad) che hanno cominciato a funzionare nella sua citta': “ I nostri piccoli centri di consumo controllato sono serviti a fare qualche piccola cosa, ma sono un luogo dove piu' di seimila persone hanno potuto parlare del loro rapporto con le droghe”. Il vice-ministro della Política Criminal y Justicia Restaurativa del Ministerio de Justicia y del Derecho, Farid Samir Benavides Vanegas, ha riferito sul vincolo tra l'illegalita' e la violenza sia nel caso delle droghe che in altri ambiti illegali. “Abbiamo intenzione di superare i ritardi allo sviluppo che sono causati dal traffico”. Per il Consorcio Internacional sobre Políticas de Drogas (IDPC), Coletta Youngers, ha spiegato come questa coalizione di organizzazioni non-governative di tutto il mondo, condivide le critiche sugli effetti delle Convenzioni sugli Stupefacenti approvate dall'ONU nel 1961, convenzioni che “non hanno dato gli effetti desiderati e, al contrario, hanno risultati non voluti”. Youngers ha segnalato che “E' la prima volta che sento che c'e' un dibattito reale e non solo tra ex-prresidenti, ma anche tra presidenti in carica, come Juan Manuel Santos e Otto Pérez Molina”. Durante la prima giornata della Conferenza, era previsto il dibattito su “droghe e sviluppo socio-economico” e “salute pubblica e diritti umani”, nonche' la consegna dei premi per il Segundo Premio Latinoamericano de Periodismo sobre Drogas. Droghe e sviluppo socio-economico. Panel Che rapporto ha il fenomeno delle droghe con i processi di sviluppo nella regione? Quali politiche sono state elaborate per affrontare il problema? Come i vari attori coinvolti ne valutano gli effetti? Queste sono state le domande con cui il ricercatore del Programma Droghe e Democrazia del Transnational Institute (TNI) dei Paesi Bassi, Tom Blickman, ha iniziato questo panel. Javier Gonzales Skaric, segretario tecnico dell'Observatorio de Cultivos declarados Ilícitos (OCI) della Bolivia, ha rimarcato l'importanza di “creare processi di inclusione delle organizzazioni e movimenti sociali dei contadini e degli indigeni, come veri interlocutori coi loro governi locali, nazionali e con gli organismi internazionali”. La partecipazione dei contadini “Non chiediamo intermediari, chiediamo un dialogo diretto”, ha detto Gonzales Skaric: “promuovere uno sviluppo alternativo per i produttori di coltivazioni illegali, deve essere un compito degli Stati”. Tra le proposte dell'Osservatorio c'e' il riconoscimento degli usi tradizionali delle piante proibite e il problema delle eradicazioni forzate nell'ambito della guerra globale contro le droghe. Lo Espacio del Observatorio de los Cultivos Declarados Ilícitos e' stato creato in seguito ad un forum mondiale che si e' tenuto a Barcelona nel 2009, con l'obiettivo di dare una risposta ai produttori contadini e indigeni di coltivazioni illegali “che sono state criminalizzate in modo intenzionale negli ultimi anni”, ha detto Skaric. L'iniziativa intende giungere ad “un confronto interlocutorio come uno degli strumenti piu' importanti per dar vita a partecipazione e dialogo tra agricoltori e governi”. Il problema del possesso della terra Guillermo García Miranda, capo del Programa de Desarrollo Alternativo all'Oficina de Naciones Unidas contra las Drogas y el Delito (UNODC/ONUDD) in Colombia, ha sostenuto che “il meccanismo piu' efficace, efficiente e sostenibile di eradicazione e' lo sviluppo”. Per Garcia Miranda, la Colombia “sa molto bene come eradicare le coltivazioni illegali, essa e' il campione mondiale nell'eliminazione delle coltivazioni di coca, ma il problema e' che nessuno sa come fare perche' non siano reimpiantate”. Il funzionario ha spiegato che il problema di fondo sono le condizioni di vulnerbilita' ,che fanno si' che queste siano le zone piu' vulnerabili: poverta', deficit di presenza dello Stato, conflitti e violazioni delle proprieta'. “Se in Colombia c'e' coca in tutte le regioni del Paese e' perche' non ci sono terre di proprieta'. Noi siamo piu' preoccupati a produrre introiti che a produrre introiti attivi”. Rodrigo Velaides, ingegnere agronomo, leader e referente contadino della organizzazione Chocauán della zona Caquetá, Colombia, ha precisato: “Il 100% dei contadini che producono foglia di coca, lo fa per la mancanza di altre opportunita'”. Esistono situazioni in cui, anche se i contadini hanno guadagni da altri lavori alternativi, si sta comunque affermando la coltivazione della coca. “Lo sviluppo dovrebbe creare occasioni perche' il contadino possa far fronte alle proprie spese con altri introiti. E' per questo che decidono di produrre la foglia di coca”. Coca, cibo degli dei Fabiola Piñacue Achicué, fondatrice e rappresentante legale di Coca Nasa e facente parte del Consejo Andino de Productores de hoja de coca de Colombia, sostiene che “la coca e' un cibo degli dei. Le dobbiamo rispetto per questo. La coca fa parte dei popoli antichi e della natura stessa. Non capisco perche' l'uomo voglia eliminare la foglia di coca”. Attraverso Coca Nasa “intendiamo creare un'alternativa per poter arrivare coi nostri prodotti a ogni cittadino colombiano. E' nostro il compito di ulteriormente nobilitare la foglia di coca. Che e' parte della nostra geografia. Cosa che fa si' che il Plan Colombia presenti la coca come se fosse il diavolo”. “La foglia di coca non puo' continuare ad essere attaccata dalla politica internazionale. Abbiamo bisogno di autonomia nella difesa delle nostre risorse naturali poiche' la foglia di coca e' uno dei pilastri della costruzione collettiva del sapere e delle tradizioni”. Piñacue Achicué invita ad una riflessione: “C'e' da rilevare che 'droga' e' una parola nuova per noi della cultura andina. La foglia di coca e' una pianta sacra, e' un alimento. Il problema e' l'uso che si fa di questa pianta. La foglia di coca viene lavorata e trasformata in qualcosa di diverso. La foglia di coca ha un obiettivo, ma quando e' trasformata, l'obiettivo diventa un altro”. Il problema sanitario “E' impossibile pensare ad un mondo senza droghe. Per questo motivo, i trattamenti non possono avere come punto di partenza l'astinenza del consumatore. Lo Stato deve provvedere perche' il consumo sia meno pericoloso possibile”. Cosi' Juan Carlos Celis, direttore generale della Fundación Procrear di Colombia. “Si deve passare da un'impostazione basata sulla riabilitazione del dipendente ad un altra che stimoli la partecipazione attiva della comunita', organizzazioni e cittadini che modifichino i rapporti con i consumatori di droghe”. Nella situazione attuale “il procacciamento delle sostanze illegali colloca chi consuma queste ultime in una situazione di illegalita' e nella necessita' di avere rapporti con organizzazioni criminali, aumentando cosi' i rischi. Nel contempo non si possono informare su come sono fatte le sostanze, una situazione che aumenta il pericolo per la loro salute”. “Il sistema educativo non fa si' che gli studenti siano preparati ad un approccio con le sostanze psicoattive, ma espelle gli stessi quando sono evidenti le conseguenze di un abuso di queste sostanze”. L'alcool, il principale problema sanitario della regione Hugo Cohen, consigliere subregionale alla Salud Mental para Sudamérica della Organización Panamericana de la Salud (OPS/OMS), ha riferito sulle raccomandazioni di questo organismo ed ha mostrato alcuni dati sulla situazione del continente: “Si comincia a riconoscere che l'alcool e' un problema sanitario. Ed e' il primo problema sanitario della regione, non solo di salute mentale. Tra i fattori di rischio che impediscono una vita serena nelle Americhe, il primo e' l'alcool, il secondo e' il tabacco, il terzo l'obesita', e bisogna andare fino al nono per trovarci le droghe illegali”. Cohen ha poi rilevato il deficit della sanita' in merito: “Non c'e' una preparazione adeguata per i professioni della sanita' davanti alle problematiche del consumo di droghe. Una persona accede al proprio diritto solo quando ha la possibilita' di scegliere: se le uniche opzioni sono l'ospedale psichiatrico o la strada, non puo' esercitare il proprio diritto. La sfida e' creare nuove offerte rispetto alle quali le persone possano scegliere”. Narcosale in Europa Un'analisi sopra il funzionamento delle narcosale che sono state aperte negli ultimi venti anni in diversi Paesi come Germania, Australia, Canada, Spagna, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi e Svizzera, e' stat fata da Marie Nougier, responsabile delle ricerche e delle pubblicazioni del Consorzio Internazionale sulle politiche delle droghe (IDPC). Gli obiettivi di queste narcosale sono: migliorare l'accesso ai servizi di attenzione per la salute a favore dei gruppi piu' vulnerabili di persone che consumano droghe, migliorare la lora salute di base, contribuire alla sicurezza e alla qualita' di vita delle comunita' locali e diminuire l'impatto delle comunita' col consumo di droghe in spazi pubblici. In quanto ai risultati che si sono ottenuti fino ad oggi, Nougier si e' basata su due estesi rapporti elaborati dall'Osservatorio europeo sulle Droghe e i Tossicomani, secondo i quali le narcosale “sono accettate dai gruppi a cui sono rivolte (le persone vulnerabili), comunita' e altri attori chiave, aiutano a migliorare il livello di salute delle persone che consumano droghe, riducono i comportamenti ad alto rischio, possono diminuire il numero di morti da overdose e ripercuotersi sugli indici di infezione da HIV ed epatite C, anche se sarebbero necessarie migliori indagini per questi ultimi risultati”. Inoltre, “possono diminuire il consumo di droghe in luoghi pubblici e i problemi di ordine pubblico ad esso relazionati, solo se questo metodo e' parte integrante di una strategia locale complessiva”. Il consumo in Colombia Aldemar Parra Espitia, coordinatore del reparto di riduzione del consumo di sostanze psicoattive del Ministerio de Salud y Protección Social de la República de Colombia, si e' riferito alla situazione attuale del proprio Paese. Il primo obiettivo della sua esposizione e' stato di mettere in chiaro che “se si parla sempre della Colombia come produttore, si tratta di un Paese che e' anche consumatore. L'averlo considerato come un Paese il cui unico rapporto con le droghe e' la produzione, ha determinato uno stigma che impedisce di credere che, qui, anche si consuma”. Il funzionario ha fatto conoscere i dati statistici del 2011: “tra le persone di 18/24 anni c'e' un 6% che consuma droghe illegali, mentre la percentuale diventa del 2,7 in tutta la popolazione, dato che colloca la Colombia come un Paese di medio consumo nella regione”. A consumare sono piu' gli uomini che le donne, e “circa 300.000 persone tra 18 e 60 anni fanno parte della categoria considerata come forti consumatori e dipendenti”. Una cifra che da' idea di quale sia l'impegno e i costi a cui lo Stato vede far fronte per far si' che tutti possano usufruire della Sanita' pubblica”. “Dobbiamo implementare politiche sulle droghe che includano riduzione del danno. Senza questo, nessuna politica sulle droghe potra' essere completa”. Cosi' Guillermo Alfonso Jaramillo Martinez, Secretario de Salud de la Alcaldía Mayor (Comune, ndr) di Bogotá. Il funzionario della capitale colombiana ha partecipato al panel su “Politiche delle droghe negli scenari locali”, ed ha rimarcato che “lo Stato ha come mandato etico quello di dover garantire la dignita' umana, e la restituzione ai cittadini dei diritti persi o in procinto di esserlo. Non dobbiamo nascondere i problemi, ma renderli visibili e affrontarli. Il nostro presidente ha detto che ce n'e' abbastanza per farsi carico del problema. La soluzione e' la legalizzazione. Dobbiamo abbandonare le politiche perorate dagli Usa, basate sulla repressione, che ci sono costate molti morti”. “Uno degli obiettivi prioritari e' provvedere ad alternative terapeutiche che non si limitino ad una ospedalizzazione forzata e prolungata, ne' sull'astinenza come unica opzione. Durante otto anni, il presidente Uribe ha preteso di negare che il consumo di droghe fosse un problema di salute pubblica, ed ha cercato di risolvere tutto con il proibizionismo e la repressione. Per fortuna, le nuove autorita' hanno una diversa visione in merito, cosi' come il nostro Sindaco Gustavo Petro”. Liberta' e unicita' Lumena Almeida Castro Furtado, segretario aggiunto alla Salud e coordinatrice della Política de Atención en la Red Alcohol y Drogas del Comune di Sao Bernardo do Campo, Brasil, ha presentato i principi che sono alla base del suo organismo. “Il primo di questi principi e' la liberta', trovando sempre strategie che aiutino ad ampliare l'autonomia di ogni individuo. Il secondo e' la creazione di vincoli, che ci aiutino a non abbandonare le persone quando a qualcuna di loro sembra molto difficile cambiare la propria qualita' di vita. Poi c'e' l'unicita': non c'e' un modello da seguire che sia uguale per tutti. E per ultimo il lavoro in Rete, perche' non ci sia un solo servizio che non sia capace di dar conto di tutto”. “Bisogna poi conoscere il territorio in cui ci sono questi servizi. Camminare per le strade, conoscere le persone importanti del luogo e stabilire relazioni e vincoli con le organizzazioni sociali. Per noi e' molto importante il connubio con i movimenti sociali. Tutto questo ci aiuta a comprendere le situazioni di vulnerabilita' tra la gente”. Da uguale ad uguale Iván Fornís Espinosa, Tecnico specializzato del Servicio de análisis de drogas de Energy Control, Spagna, ha descritto il lavoro della propria organizzazione che, di base, consiste nell'informare i consumatori di droghe ricreative e sull'analisi delle sostanze che questi consumano. "Abbiamo degli stand nelle feste, rave, discoteche, spettacoli e altri luoghi di divertimento dove i consumaori incontrano persone come loro che le accolgono amabilmente e danno loro informazioni. E' quello che si dice “un consumo con meno danni”.. L'équipe e' composta da professionisti e volontari. Questi ultimi sono relazionati con questi luoghi di divertimento, per cui per loro e' un lavoro da uguale ad uguale”. In quanto alle analisi “c'e' ignoranza sui componenti delle sostanze. Ma, al di la' dei casi mortali, che sono i piu' gravi, ci sono casi di adulterazioni, Ci sono intossicazioni acute che fanno si' che la gente passi male la notte. Facciamo analisi delle droghe nell'ambito di una strategia di riduzione del danno, non e' un controllo di qualita'”. Iniezioni sicure Un'altra partecipante al panel e' stata Liz Evans, direttrice esecutiva e fondatrice di PHS Community Services Society - Insite, Vancouver, Canada. Insite e' l'unico luogo in cui si fanno iniezioni nell'America del Nord, ha fatto sapere, mostrando soddisfazione perche', dopo i molti ostacoli che hanno dovuto superare per poterlo avviare, “la gente della nostra comunita' ha una prospettiva di vita di 10 anni maggiori rispetto ad altri”. Dopo un inizio in cui la maggior parte della popolazione era avversa, “c'e' stato un cambio di opinione e si comincio' a vederlo come un servizio comunitario. E alla fine fu appoggiato dal governo e dalla polizia locale”. Le iniezioni si effettuano con sitringhe pulite e con l'assistenza di infermieri. “La soluzione e' in un compromesso con le persone ed essere consapevoli che hanno necessita' d recuperare la propria dignita'. La nostra politica e' basata sul recupero della dignita' e su come fare per aiutare ognuno”. La Conferenza e' stata anche occasione per un incontro tra diversi protagonisti del settore. Uno di questi e' stata la riunione dei giovani attivisti dell'America Latina che lavorano per la riforma delle politiche sulle droghe con l'intento di scambiarsi esperienze in materia. “I giovani latinoamericani, riuniti in questa Conferenza, chiedono di modificare il paradigma attuale sulle politiche proibizioniste delle droghe che esistono in tutto il mondo. Visto che siano le principali vittime delle violenze e delle marginalizzazioni. Intendiamo invece essere i principali attori delle trasformazioni sociali, e rivendichiamo la garanzia di partecipare un questa trasformazione delle politiche pubbliche sulle droghe, da parte dei governi nazionali e dalle organizzazioni regionali”. Cosi' un loro comunicato. Inoltre ci sono stati anche coloro che si sono incontrati per parlare delle coltivazioni che sono considerate illegali.. Rappresentanti delle organizzazioni sociali di diverse regioni della Colombia, rappresentanti di ONG internazionali, esperti e ricercatori, hanno evidenziato le loro preoccupazioni per “il duro contrasto tra l'aggravarsi delle situazioni socio-economiche, la pace e la sicurezza, l'equilibrio ambientale, e per chi rappresenta i territori, catalogati in maniera criminalizzante come 'cocaleros'". Per questo motivo hanno convocato un Encuentro Nacional de Productores de Cultivos Declarados Ilícitos en Colombia per il settembre 2013, come luogo di incontro per dare vita a propri spazi di partecipazione delle comunita' organizzate. Mentre la Red Latinoamericana de Personas que Usan Drogas (LANPUD) ha sottolineato che luoghi come la Conferenza “necessitano sempre piu' della presenza dei consumatori di droghe poiche' i principali problemi della regione -marginalizzazione, disuguaglianza dei diritti tra persone e popoli- siano posti all'ordine del giorno”. La Coalición Latinoamericana de Activistas Cannabicos ha partecipato rivendicando “le nostre domande di base sono per l'autocoltivazione e per i Clubes Sociales de Cannabis. Appoggiamo le iniziative che separano la cannabis dai mercati illegali e raccomandiamo una regolamentazione attraverso metodi che non abbiano fine di lucro”. Conclusioni La Conferenza e' stata molto chiara su alcuni indirizzi politici sulle droghe che sono necessari: “Una politica che protegga e stimoli lo sviluppo economico dei contadini e agricoltori, invece di perseguirli e incarcerarli, e che metta al primo posto l'accesso alla proprieta', promuova una prosperita' economica e il rispetto dell'uso tradizionale della foglia di coca”, Cosi' Pablo Cymerman, coordinatore del Comité Organizador de la IV Conferencia desde la Asociación Civil Intercambios. Per quanto riguarda il consumo, si e' focalizzata l'attenzione sul fatto che i trattamenti non possono avere l'astinenza come punto di partenza, e che una politica sulle droghe senza riduzione del danno e' una politica monca. Le esperienze in merito gia' esistono. Le alternative, inoltre, devono essere studiate con la partecipazione dei consumatori di droghe e la definizione di politiche pubbliche, iniziative di promozione sociale, partecipazione comunitaria e narcosale regolamentate. Tutto in un ambito in cui i diritti dei consumatori siano rispettati. Ci vogliono meno parole e piu' fatti: i consumatori non devono essere discriminati, soggetti a violenze, prigione, torture o trattamenti compulsivi e violenti al posto della promozione della salute e della qualita' della vita.     Redazione ------------------------------------------- COMUNICATI 09-12-2012 12:13 Muore per overdose in un cesso pubblico di Firenze. La colpa e' delle istituzioni!  La notizia e' di quelle che non tutti i giornali riportano anche perche' e' ignorata dalle agenzie stampa, per cui occorre il redattore che va a cercarsi la notizia in Questura, ospedali, obitori o altrove. Notizia riportata come se fosse un piccolo fatto quotidiano di cronaca nera, senza commenti e riflessioni. Ecco la notizia: “un fiorentino di 39 anni, conosciuto come tossicodipendente, e' morto per overdose. E' stato trovato ieri pomeriggio in un bagno pubblico in via Filippina, nel centrale quartiere di Santa Croce. A dare l'allarme al 118 e' stato un giovane che era con lui, ma quando e' arrivato il medico, l'uomo era gia' morto. La polizia sta cercando di risalire a chi ha venduto la dose letale” (1). E' di ieri la notizia che l'ex-presidente Usa Bill Clinton, uno dei principali artefici della “war on drugs”, la crociata Usa nel mondo contro produzione, traffico, spaccio e consumo di droghe, ispirata alle convenzioni ONU in materia... Clinton ha detto che la sua “guerra alla droga” e' stato un fallimento. Esempi di questi cambi di opinione a posteriori ce ne sono a iosa, ma crediamo che basti questo per la sua notevole autorevolezza... vedremo se dalle parole passera' ai fatti. E mentre Clinton diceva la sua, questo malato fiorentino di 39 anni moriva in un cesso pubblico della sua citta'. Morte che molto probabilmente non sarebbe sopraggiunta se nella citta' del Sindaco Matteo Renzi e nell'Italia di Mario Monti, Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani, si fosse seguito l'esempio di decine di citta' europee e non solo, citta' in cui ci sono le narcosale, luoghi dove i malati di tossicodipendenza vanno ad iniettarsi le proprie sostanze, anche dopo un controllo sulle stesse da parte del personale sanitario che sovrintende alla disponibilita' di questi luoghi. Narcosale per la cui istituzione non bisogna cambiare le leggi che oggi Bill Clinton dichiara essere state un fallimento in tutto il mondo, ma la cui istituzione e' affidata solo alla volonta', per esempio e nello specifico, del Sindaco di Firenze e di chi nella sua giunta si occupa di sanita'. Non e' che la Sanita' non si occupi dei malati di tossicodipendenza, ma se ne occupa in modo limitato, con la sola somministrazione di metadone nei SeRT. Metodo evidentemente non efficace visto che si puo' morire in un cesso della propria citta' perche' probabilmente si rifiuta il preparato chimico che -e' risaputo- non soddisfa a pieno la dipendenza dall'oppio. Inoltre permane sempre il tabu' della tossicodipendenza. Occuparsene sembra che dia una cattiva immagine, poiche' si crede che le persone stigmatizzino la dipendenza e credano che essa non meriti di essere trattata come una malattia (3). Motivo per cui e' come la polvere che si butta sotto il tappeto: ci si pensera' in un altro momento e senza farsene tanto accorgere. Il morto del cesso pubblico di Firenze e' percio' vittima delle istituzioni, locali, regionali e nazionali. Ne aspettiamo un altro? (1) Corriere della sera, cronaca di Firenze del 09/12/12 (2) si vedano in proposito i lacunosi programmi in materia dei candidati alle passate elezioni primarie del centro-sinistra, soprattutto di chi poi ha vinto     Vincenzo Donvito ------------------------------------------- NOTIZIE 10-12-2012 22:09 USA/Mangiare troppo fa cedere alle droghe. Studio Mangiare troppo moltiplica il rischio di cedere alla tentazione della droga. A dimostrare il legame tra disturbi del comportamento alimentare e rischio dipendenza e' uno studio pubblicato su 'Archives of Pediatrics & Adolescent Medicine', rivista del gruppo Jama, condotto dal team di Kendrin R. Sonneville del Boston Children's Hospital-universita' di Harvard. Dalla ricerca emerge che nei giovani consumare cibo in modo eccessivo, oppure soffrire di quello che gli anglosassoni chiamano 'binge eating' e cioe' un'alimentazione complusiva in cui si perde completamente il controllo di quanto si mangia, aumenta la probabilita' di sperimentare marijuana o altri stupefacenti. La ricerca ha coinvolto 16.882 ragazzi e ragazze che nel 1996, quando avevano un'eta' compresa tra 9 e 15 anni, sono stati inseriti nello studio 'Growing Up Today'. L'abitudine di mangiare eccessivamente conservando pero' il controllo di quanto si consuma (overeating) o di binge eating sono state valutate periodicamente, attraverso questionari ad hoc somministrati ogni 12-24 mesi tra il '96 e il 2005. Il team Usa ha quindi analizzato l'eventuale associazione tra questi problemi alimentari e condizioni come sovrappeso-obesita', depressione, consumo compulsivo di alcol (binge drinking), utilizzo di marijuana o altre sostanze. Il primo dato che emerge e' che l'alimentazione compulsiva e' piu' diffusa tra le femmine che fra i maschi: il disturbo e' stato infatti riscontrato in una percentuale di casi compresa tra il 2,3 e l'3,1% nelle ragazze 16 anni ai 24 anni, contro un range 0,3-1% nei ragazzi. Gli studiosi hanno inoltre osservato che l'alimentazione eccessiva, sotto forma sia di overeating sia di binge eating, e' un fattore predittivo dell'inizio del consumo di marijuana o altre droghe. E' risultato invece che il binge eating, ma non l'overeating, si associa a un maggior rischio di sovrappeso e obesita', nonche' a un peggioramento dei sintomi della depressione. Infine, nessuna forma di alimentazione eccessiva e' risultata correlata al rischio di binge drinking. "Considerato che il binge eating si associa in modo peculiare ad alcuni altri comportamenti a rischio, ed e' un problema sul quale e' possibile intervenire - commentano gli autori - i medici dovrebbero essere incoraggiati a sottoporre gli adolescenti che assistono a valutazioni mirate a intercettare questo disturbo". 09-12-2012 11:27 MESSICO/Narcoguerra. Guerra tra narcos: 11 morti e numerosi feriti in Chihuahua Lunghe ore di terrore nella localita' di Guadalupe y Calvo, nello stato messicano di Chihuahua, alla frontiera con gli Usa. Uomini incappucciati e armati di Kalashnikov, hanno di fatto 'occupato' la cittadina per diverse ore, e, dopo essere penetrati in due case uccidendo due persone, hanno incendiato le due case vicine, per quindi avviare una serie di scontri a fuoco con rivali, presumibilmente narcos, per tutta la notte, con un bilancio di almeno 11 morti ed un numero indeterminato di feriti. Secondo il quotidiano 'La Jornada', i militari sono giunti sul posto solo nella tarda mattinata per 'liberare' la cittadina 'occupata' dai narcos. Ma, mentre era già in corso la veglia funebre delle prime vittime, gli incappucciati sono tornati sul posto provocando nuovi feriti. Guadalupe y Calvo, circa 10.000 abitanti, e' da anni teatro di una guerra tra bande per il controllo del narcotraffico. 09-12-2012 11:16 VATICANO/'Tunnell della droga'. Papa: come uscirne con la fede in Dio La droga e' un falso rimedio che il mondo propone di fronte ai vuoti dell'esistenza provocati dall'egoismo. E' quanto ha detto Benedetto XVI nel pomeriggio di oggi, durante il consueto atto di venerazione alla Madonna in piazza di Spagna. Secondo il Pontefice, 'i falsi rimedi che il mondo propone per riempire questi vuoti -emblematica e' la droga- in realta' allargano la voragine'. 'Solo l'amore -ha rimarcato il Papa- puo' salvare da questa caduta, ma non un amore qualsiasi: un amore che abbia in se' la purezza della Grazia -di Dio che trasforma e rinnova- e che cosi' possa immettere nei polmoni intossicati nuovo ossigeno, aria pulita, nuova energia di vita'. 'Maria -ha proseguito Papa Ratzinger- ci dice che, per quanto l'uomo possa cadere in basso, non e' mai troppo in basso per Dio, il quale e' disceso fino agli inferi; per quanto il nostro cuore sia sviato, Dio e' sempre 'piu' grande del nostro cuore'. Il soffio mite della Grazia -ha concluso- puo' disperdere le nubi piu' nere, puo' rendere la vita bella e ricca di significato anche nelle situazioni piu' disumane'. 09-12-2012 11:13 IRAN/Impiccati tre trafficanti di droghe Tre narcotrafficanti sono stati impiccati oggi nel carcere centrale della citta' di Zahedan, nell'Iran sud-orientale. Lo riferisce il sito d'informazione sui diritti umani 'Herana', spiegando che Iraj Mohammadi, Mahmud Brahui e un cittadino pakistano, di cui non e' stato reso noto il nome, sono stati giustiziati a seguito della sentenza di morte emessa nei loro confronti per traffico di droga dal Tribunale di Zahedan. Secondo la sharia islamica, vigente dal 1979 nell'ordinamento giuridico dell'Iran, il traffico di droga e' punito con la pena capitale. Negli ultimi due anni, secondo i siti di informazione sui diritti umani, sarebbero state impiccate in Iran oltre mille persone. Il consumo di droga tra i giovani, negli ultimi quindici anni, e' aumentato in modo esponenziale. 07-12-2012 19:47 USA/Cannabis legalizzata. Amministrazione Obama studia come bloccarla L'amministrazione di Barack Obama vuole bloccare il via libera della marijuana nello Stato di Washington e Colorado per uso ricreativo, risultato dei referendum tenuti durante le elezioni presidenziali dello scorso 6 novembre. La Casa Bianca e il dipartimento della Giustizia, secondo il New York Times, stanno considerando un'azione legale contro la legalizzazione della cannabis nei due Stati, facendo leva sul regolamento federale "Controlled substances act", che la classifica ancora come sostanza illegale. L'amministrazione Obama, come spiega il quotidiano newyorkese, ha tenuto diversi incontri di alto livello dal giorno delle elezioni, per discutere su come affrontare l'esito dei referendum sulla marijuana. Il presidente americano, tuttavia, sta studiando come affrontare la questione delicata senza perdere troppi voti. Secondo gli osservatori, infatti, un provvedimento contro la legalizzazione della marijuana gli farebbe perdere popolarità negli Stati più democratici, che lo hanno fatto vincere contro l'avversario repubblicano Mitt Romney. "Il presidente deve stare attento", ha avvertito Bruce Buckanan, professore di scienza alla University of Texas di Austin, "una mossa troppo aggressiva sarebbe uno schiaffo in faccia ai suoi elettori, dopo che gli hanno dato un'altra chance per realizzare i loro sogni". 07-12-2012 19:44 ITALIA/Detenuto tossicodipendente si suicida in carcere Un detenuto di 48 anni, Angelo Aragosa, campano, tossicodipendente, malato, con difficoltà a camminare, è morto suicidandosi impiccandosi nella sua cella nel carcere di Ariano Irpino. Un'altra morte di carcere, resa ancora più drammatica dall'allarme dato dalla moglie mesi fa: "Sta per morire ma la la disperazione lo sta portando ad affrettare la propria morte, ha deciso di suicidarsi". L'uomo, tossicodipendente, era detenuto per reati di droga, marijuana, 5 anni, fine pena agosto 2017. A settembre Angelo era nel carcere di santa Maria Capua a Vetere e la moglie ha scritto all'associazione Detenuto Ignoto, sottolineando le gravi condizioni di salute del marito e il suo proposito di suicidarsi. Angelo, infatti, aveva diverse patologie, stava su una sedia rotelle, aveva una protesi all'anca e difficoltà a camminare, e non gli davano le stampelle - denunciava la moglie - ma soprattutto non ce la faceva più: "Vuole suicidarsi". "Ora occorre fare subito chiarezza", sottolinea Irene Testa segretaria dell'Associazione Radicale Il Detenuto Ignoto, spiegando:"Lo scorso 21 settembre ho ricevuto una telefonata e mail della moglie del detenuto Angelo Aragosa che ravvisava il rischio di suicidio di suo marito nonchè la mancanza di cure adeguate per patologie gravi di cui era affetto il congiunto". E "immediatamente avevo segnalato il caso al presidente campano dell'Associazione Antigone Mario Barone affinchè verificasse quanto segnalatomi. La risposta ricevuta da fonti interne al carcere era stata rassicurante e si diceva che il detenuto non aveva mai mostrato intenzioni suicide". 07-12-2012 10:35 USA/Cannabis legalizzata. Dopo referendum, da oggi legge in vigore in Stato Washington Da oggi la marijuana è legale nello stato del Washington. Un mese dopo il referendum sull'iniziativa 502 per la libera circolazione della sostanza per scopi ricreativi, la legge è entrata ufficialmente in vigore. Circa 150 tra sostenitori e consumatori si sono riuniti sotto lo Space Needle, la torre simbolo di Seattle, per attendere la mezzanotte (ora locale, le nove del mattino di oggi in Italia) come se fosse Capodanno. Nessun agente delle forze dell'ordine era presente, nonostante fumare erba in pubblico resti vietato, ma punibile solo come una violazione amministrativa, non penale. Come in Colorado, Stato dove la legge entrerà in vigore tra un mese, gli over-21 potranno possedere fino a 28 di grammi di sostanze derivate dalla cannabis. La vendita fuori dai circuiti con licenza statale è proibita: con una tassazione del 25% sulla marijuana, il governo dello Stato di Washington, pensa di incassare centinaia di milioni di dollari in un anno grazie ai "coffee shop". La polizia per una notte ha evitato multe e alla fine del conto alla rovescia, i partecipanti al raduno hanno brindato e offerto spinelli agli inviati e ai cameraman di Cnn, Fox, Cbs e Cbc Canada giunti sul posto. L'arrivo della mezzanotte è stata accompagnato dalle note reggae di "Smoke two joints", inno alla liberalizzazione dei Toyes, curiosamente gruppo dal vicino Stato dell'Oregon, dove a novembre il referendum sulla legalizzazione è stato bocciato. 06-12-2012 18:04 ITALIA/Monti non risponde a lettera Garanti detenuti su legge droga. Corleone: e' un cafone 'Da piu' di 40 giorni abbiamo presentato come garanti dei detenuti una lettera aperta al presidente del Consiglio Monti in cui chiediamo un intervento risolutivo contro il sovraffollamento per cambiare la legge sulle droghe in modo che non entrino in carcere i colpevoli di reati di lieve entita' e possano uscire i tossicodipendenti. Ancora non c'e' una risposta e siamo davanti a un comportamento che non e' da tecnici ma da cafoni'. Lo ha detto il garante dei detenuti del Comune di Firenze Franco Corleone a margine oggi di un convegno internazionale. Al centro dell'appuntamento la situazione carceraria di vari paesi europei e in America a confronto con quella italiana. Intanto, ha aggiunto, 'continua il digiuno a staffetta per chiedere al Governo un cambiamento su questi temi e lo porteremo avanti fino alle elezioni'. Secondo Corleone 'la situazione delle carceri e' in contraddizione con i diritti umani e con la Costituzione. Il sovraffollamento non e' un fatto naturale ma che deriva dalla persecuzione nei confronti di immigrati, tossicodipendenti, poveri o assuntori di sostanze stupefacenti. Le carceri sono un contenitore di pseudo devianza e vi sono tante persone che in realta' non dovrebbero starci. 06-12-2012 12:38 ITALIA/Trova marijuana in camera figlio minorenne e lo denuncia Un padre trova un etto di droga nella camera del figlio 16enne, in quel momento a scuola, e lo denuncia ai carabinieri. accaduto a Castelfranco Veneto (Treviso) dove i carabinieri si sono trovati dinnanzi ad un uomo con un sacchetto pieno di marijuana e nel consegnarlo ha detto: 'mi fido di voi, sicuramente farete il possibile per redimerlo, siete i soli che potete farlo e conto sul vostro aiuto'. Il genitore, sospettando qualcosa, aveva rovistato la camera del figlio, appena questo era andato a scuola in un istituto superiore, e si è' messo a rovistare, fino a trovare lo stupefacente. I carabinieri poi, in una successiva perquisizione, ha trovato un bilancino per pesare e preparare le dosi. Il giovane sarà denunciato al tribunale dei Minori. 05-12-2012 12:35 /IV Conferencia Latinoamericana sobre Políticas de Drogas. I lavori in diretta Per chi vuole seguire in diretta i lavori della IV Conferencia Latinoamericana sobre Políticas de Drogas che si tiene a Bogota' il 5 e 6 dicembre, lo puo' fare collegandosi al seguente link: www.conferenciadrogas.com 05-12-2012 11:17 BRASILE/Maxi retata a Rio: arrestati 63 poliziotti e 11 narcos Vasto blitz della polizia di Rio de Janeiro, ieri in vari punti della periferia carioca, contro supposti trafficanti e membri delle forze dell'ordine sospettati di legami con i narcos. L'operazione, battezzata 'Purificazione', ha portato all'arresto 83 persone, inclusi 65 agenti corrotti in forza in nove caserme. In base all'inchiesta, gli uomini avrebbero rapporti diretti con i boss del 'Comando Vermelho', la principale gang che comanda il traffico di droga nella metropoli e in altre citta' dello Stato di Rio. Secondo gli investigatori, le indagini sono partite un anno fa. I poliziotti accusati ricevevano mazzette dai criminali per non denunciare le loro attivita' in 13 'favelas' del municipio di Caxias, interamente nelle mani dei componenti del 'Comando Vermelho'. 04-12-2012 15:10 /Narcotraffico. Chiesa cattolica: un flagello nel continente 'Il narcotraffico e' un vero flagello oggi in America, e la creazione di una coscienza etica su questo punto dipende anche dalla Chiesa, mentre per combattere questo fenomeno serve una collaborazione fra Paesi produttori e Paesi consumatori ella droga'. E' quanto ha detto stamane il cardinale canadese Marc Ouellet, nel corso della presentazione, avvenuta nella Sala stampa della Santa Sede, del Congresso Internazionale "Ecclesia in America", sulla Chiesa nel Continente americano, (Vaticano, 9-12 dicembre), promosso dalla Pontificia Commissione per l'America Latina e dai Cavalieri di Colombo, in collaborazione con l'Istituto di Studi Guadalupani. 04-12-2012 11:20 ITALIA/14enne fuma spinello a scuola Castelfiorentino e si sente male Un ragazzino di 14 anni ha fumato uno spinello di marijuana e si e' sentito male subito dopo. E' successo ieri nel bagno di una scuola superiore di Castelfiorentino, in provincia di Firenze. Il giovane ha approfittato dei 15 minuti di intervallo e' andato nel bagno della scuola a fumare la marijuana. Quasi subito il ragazzino ha accusato un malore e alcuni suoi compagni hanno dato l'allarme. Sul posto sono intervenuti i sanitari che lo hanno portato per accertamenti all'ospedale San Giuseppe di Empoli, dimettendolo qualche ora dopo. Nell'istituto scolastico sono intervenuti anche i carabinieri, che gia' in passato nella stessa scuola avevano identificato come assuntori di droga altri due studenti. 04-12-2012 11:16 MESSICO/Narcoguerra. Dossier di Libera Più di 136.000 persone uccise in sei anni: una media di 53 morti al giorno, 1.620 al mese, 19.442 all'anno. In Messico muore chi indaga, chi combatte, chi tradisce; muore chi si ribella alle estorsioni, chi denuncia, chi non paga riscatti per gli ostaggi. Tutti vittime di guerre silenziose. Quella tra cartelli rivali, tra bande in lotta per la supremazia del territorio e degli affari, contro la polizia, i testimoni, i civili inermi, i giornalisti. Contro lo Stato e il suo potere corrotto. Cifre, storie e affari sporchi, oggetto dell'ultimo dossier di Libera, pubblicato in occasione del lancio dell'iniziativa "Pace per il Messico - Mexico por la paz". Circa l'80% dei comuni del Messico sono sotto scacco della criminalità organizzata. Sono dieci i cartelli della droga (Los Arellano Félix, Cártel del Pacifico Sur, Los Zetas, Cártel de Sinaloa, Carrillo Fuentes, Cártel del Golfo, Familia Michoacana, Caballeros Templarios, Cártel de Jalisco - Nueva Generación, Facción de "La Barbie") che operano nel paese e si spartiscono uno dei commerci più floridi del mondo: cocaina in primis, ma anche marijuana, anfetamina, ketamina e da un paio d'anni eroina. Arruolano 'ninis', ragazzini e giovani senza futuro, li comprano con mille pesos (60 euro). E' questo il compenso per chi spara. Che poi, spesso, coincide con chi rimane ucciso: dal 2006 al 2010 sono 1.685 i ragazzi da 0 a 14 anni uccisi dal crimine organizzato, di cui 354 quelli minori di un anno di età, mentre sono circa 30.000 i bambini che collaborano con i gruppi criminali in varie forme. Una guerra che non conosce sosta né pietà, solo affari. Secondo il quotidiano messicano Excelsior, che ha avuto accesso agli archivi segreti della polizia, tra gennaio 2008 e dicembre 2011 le persone scomparse senza lasciare alcuna traccia sono state 15.000. E si tratta solo delle sparizioni denunciate alle forze di sicurezza. Uomini, donne e bambini che diventano numeri, un elenco triste e senza speranza in qualche archivio impolverato della procura. Tutto in nome di un tesoro di circa 280 miliardi di dollari da produrre, gestire e trasferire dove viene richiesto e pagato. Un lavoro che i narcos conducono dalle loro basi operative, stabilite nei comuni dove meglio possono controllare e dominare il territorio. Ciudad Juárez è uno di questi, è considerata la città più pericolosa e aggressiva al mondo, con poco meno di un milione e mezzo di persone e oltre 9.000 sicari. E non c'è alcuno spazio per la denuncia, la protesta, la ribellione. Fare i giornalisti in Messico - ricorda l'associazione Libera - è un mestiere molto pericoloso. Secondo la Relazione sulla libertà di opinione e di espressione delle Nazioni Unite, il Messico è considerato il quinto paese più pericoloso per praticare il giornalismo nel mondo e il primo in tutto il continente americano. Dal 2006 sono stati uccisi 56 giornalisti (49 uomini e 7 donne) a cui si aggiungono 16 giornalisti scomparsi e un numero non quantificabile di reporter sfollati e obbligati all'esilio con la minaccia. Il 62% di questi lavorava per la carta stampata, il 17,2% in radio e il 13,7% per giornali online. Tutto ciò ha un riflesso anche per il nostro paese. Sono ormai documentati i rapporti tra i cartelli dei narcos messicani e i clan della 'ndrangheta, in particolare con Los Zetas. La 'ndrangheta è un partner perfetto: la sua rete capillare per smerciare la droga garantisce sbocchi sicuri e piazze redditizie, ricorda Libera. I legami sono stati dimostrati da due operazioni della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria: nel 2008 con l'Operazione Solare, sono state arrestate 166 persone tra Italia, Messico e Stati Uniti, è stata smantellata una rete che aveva come obiettivo di introdurre coca in Italia attraverso il porto di Gioia Tauro; tre anni dopo, l'operazione Crimine 3 ha documentato nei dettagli il patto tra 'ndrangheta e Los Zetas. "Chiediamo che le istituzioni italiane ed europee attivino tutti gli strumenti a loro disposizione nei confronti del nuovo governo messicano affinché si ponga fine alla spirale di morte e alla corruzione dilagante, tuteli i diritti umani, protegga le fasce più esposte alla violenza dei narcotrafficanti e applichi con efficacia tutte le convenzioni internazionali ratificate", è l'appello di Libera, che chiede alle "realtà associative italiane ed europee" di farsi portavoce di quanto sta accadendo in Messico". Dal 22 aprile al 1 maggio 2013, una delegazione di Libera si recherà in Messico per incontrare e intensificare il rapporto di collaborazione con realtà sociali e movimenti impegnati nella realtà messicana nella tutela dei diritti umani e della lotta al narcotraffico. Una delegazione dei familiari delle vittime delle mafie aderenti alla rete di Libera incontrerà i familiari di vittime della guerra al narcotraffico. ------------------------------------------- NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA! Senza il sostegno economico di persone come te non saremmo in grado di informarti. Se ci ritieni utili, sostienici con una donazione da 25, 50, 100, 250, o 500 euro o con un contributo a tua scelta: - con carta di credito sul nostro sito sicuro https://ssl.sitilab.it/aduc.it/ - CC/postale n. 10411502, IBAN: IT81 F 07601 02800 000010411502 - CC/bancario CRF Ag. 17 Firenze n. 7977, IBAN: IT11 O 06160 02817 000007977C00   (N.B. il carattere a sé stante è la lettera O e non la cifra zero) -------------------------------------------