====== NOTIZIARIO DROGHE ================== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito da Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze URL: http://droghe.aduc.it NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA! Senza il sostegno economico di persone come te non saremmo in grado di informarti. 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Ricerca di liceali francesi http://droghe.aduc.it/articolo/legalizzazione+cannabis+ricerca+liceali+francesi_20840.php - Yemen, un Paese e una societa' narcotizzati http://droghe.aduc.it/articolo/yemen+paese+societa+narcotizzati_20839.php - Cannabis, lettera al Governo: un cambio della normativa è urgente http://droghe.aduc.it/articolo/cannabis+lettera+al+governo+cambio+della+normativa_20838.php - Semi di cannabis, la Cassazione a Sezioni Unite: non costituisce reato di istigazione all'uso http://droghe.aduc.it/articolo/semi+cannabis+cassazione+sezioni+unite+non_20831.php - Legalizzazione cannabis. Lo sprint Usa e il vuoto italiano... cominciamo a parlarne? http://droghe.aduc.it/articolo/legalizzazione+cannabis+sprint+usa+vuoto+italiano_20830.php COMUNICATI - Cannabis. Cassazione a Sezioni Unite mette fine alla 'caccia alle streghe': vendere semi e dare indicazioni sulla coltivazione non e' reato http://droghe.aduc.it/comunicato/cannabis+cassazione+sezioni+unite+mette+fine+alla_20833.php NOTIZIE -RUSSIA/30 tonnellate di eroina arrivano ogni anno dall'Afghanistan http://droghe.aduc.it/notizia/30+tonnellate+eroina+arrivano+ogni+anno+dall_126453.php -RUSSIA/Censura. Bloccato IP di Wikipedia russo http://droghe.aduc.it/notizia/censura+bloccato+ip+wikipedia+russo_126450.php -FRANCIA/Tracce di cocaina sul 50% delle banconote sequestrate dalla polizia http://droghe.aduc.it/notizia/tracce+cocaina+sul+50+banconote+sequestrate+dalla_126445.php -MESSICO/Cannabis legalizzata in due Stati Usa. Cosa accadra' in Messico secondo il Washington Post http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+legalizzata+due+stati+usa+cosa+accadra_126442.php -ITALIA/Legalizzazione cannabis. Manifestazione dei Radicali http://droghe.aduc.it/notizia/legalizzazione+cannabis+manifestazione+dei+radicali_126441.php -USA/Cannabis liberalizzata. La situazione normativa secondo l'agenzia Ansa http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+liberalizzata+situazione+normativa+secondo_126436.php -COLOMBIA/Narcos uccidono 10 contadini http://droghe.aduc.it/notizia/narcos+uccidono+10+contadini_126435.php -USA/Cannabis legalizzata. Associazioni sportive: i divieti continueranno http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+legalizzata+associazioni+sportive+divieti_126434.php -USA/Liberalizzazione cannabis. Le reazioni del mercato messicano secondo l'agenzia Agi http://droghe.aduc.it/notizia/liberalizzazione+cannabis+reazioni+mercato_126431.php -IRAN/Impiccati dieci trafficanti di droghe http://droghe.aduc.it/notizia/impiccati+dieci+trafficanti+droghe_126430.php -/Convocata a Bogota' la IV Conferencia Latinoamericana sobre Políticas de Drogas http://droghe.aduc.it/notizia/convocata+bogota+iv+conferencia+latinoamericana_126429.php -ITALIA/Congresso internazionale sulle dipendenze e le stimolazioni http://droghe.aduc.it/notizia/congresso+internazionale+sulle+dipendenze_126426.php -ITALIA/Referendum Usa. Il plauso dei Radicali http://droghe.aduc.it/notizia/referendum+usa+plauso+dei+radicali_126424.php -USA/Referendum cannabis. Ok uso ludico in Colorado e Washington. Ok terapeutico in Massachusetts http://droghe.aduc.it/notizia/referendum+cannabis+ok+uso+ludico+colorado_126422.php -ITALIA/Bimbo 17 mesi intossicato da fumo passivo di hashish e Voltaren. Genitori denunciati http://droghe.aduc.it/notizia/bimbo+17+mesi+intossicato+fumo+passivo+hashish_126421.php -RUSSIA/Attivista opposizione condannata per spaccio droga.... http://droghe.aduc.it/notizia/attivista+opposizione+condannata+spaccio+droga_126420.php -URUGUAY/Legalizzazione cannabis. Carta di credito per l'acquisto http://droghe.aduc.it/notizia/legalizzazione+cannabis+carta+credito+acquisto_126418.php -USA/Cocaina. Droga da infarto per antonomasia. Studio http://droghe.aduc.it/notizia/cocaina+droga+infarto+antonomasia+studio_126415.php IL PREZZO DEL PROIBIZIONISMO dalle cronache locali gli effetti della legge vigente dati dal 20/12/2011 al 12/11/2012 sequestri droghe leggere (kg) 10.070 droghe pesanti (kg) 13.730 dosi droghe sintetiche 10.230.000 piante di cannabis 19.570.000 flaconi di metadone 250 vittime morti 42 arresti 7.965 giorni di reclusione 7.285 riepilogo settimanale dal 06/11//2012 al 12/11/2012 sequestri droghe leggere (kg) 180 droghe pesanti (kg) 350 dosi droghe sintetiche 105.000 piante di cannabis 300.000 vittime morti 1 arresti 150 giorni di reclusione 95 dati 2011: 28/12/10 - 02/01/12 * sequestri - droghe leggere: Kg 9.570 - pesanti: Kg 13.370 - sintetiche: dosi 2.620.900 - cannabis: piante 9.112.500 - metadone: flaconi 600 * vittime - morti: 54 - arresti: 9.298 - giorni di reclusione: 11.905 ------------------------------------------- ARTICOLI 12-11-2012 09:18 Legalizzazione cannabis. Ricerca di liceali francesi Un piccolo gruppo di liceali della prima, ha scelto la cannabis come soggetto di ricerca e di dibattito per i corsi di educazione civica, giuridica e sociale. Non consumatori (lo assicurano loro), ma ogni giorno accanto a dei giovani che usano la “beuh” (erba) e al corrente di tutti i luoghi dove e' possibile procurarsela, ci dimostrano, in quattro argomenti, che il loro ministro Vincent Peillon aveva ragione: “La cannabis e' una questione importante”. La sola soluzione, per loro, e' la legalizzazione. E la depenalizzazione? “Questa non regolamenterebbe niente in materia di traffico; al contrario, lo farebbe aumentare, perche' sarebbe tollerato il consumo di cannabis”. La legalizzazione darebbe, invece, molti vantaggi. Uno: “Lo Stato ne trarrebbe vantaggi economici (come con le sigarette); in tempo di crisi non e' una cosa negligente”. Due: “Si saprebbe chi fuma. La droga di Stato sarebbe di migliore qualita' e meno pericolosa per la salute di quelli che la consumano attualmente”. Tre: “Bloccherebbe il traffico e tutta la violenza che vi e' connessa, rendendo le periferie piu' sicure”. Quattro: “Oggi la maggior parte dei giovani fuma, per cui se si continua con la repressione il traffico continuera'”. I liceali hanno studiato bene il loro argomento, ed hanno anche stabilito alcune condizioni per questa legalizzazione: limitare il numero di grammi che si potrebbero acquistare (come si limita il numero di bottiglie di alcool); vietare il diritto alla rivendita e al consumo nelle strade pubbliche (“Si acquisterebbe la propria cannabis in negozio e si andrebbe a fumarla a casa propria”). Restano, secondo loro, due problemi da regolamentare: proibire la vendita di cannabis ai minori di 18 anni sembra loro impossibile. “Si fuma gia' al liceo, e il divieto di vendita di sigarette ai minori oggi non funziona”. E poi c'e' il problema che questa legalizzazione potrebbe favorire il passaggio al consumo di droghe piu' pesanti. “Ci sono, pero', dei bevitori ragionevoli di alcool. Occorrera' specificare che la cannabis e' da consumare con moderazione”. E che cosa dicono sugli effetti negatici sulla salute, essenzialmente sul quoziente intellettuale che, secondo alcuni studi scientifici, andrebbe in fumo una volta raggiunta la maggiore eta'? Essi sorridono e credono che il fatto che la cannabis renderebbe idioti, non e' un argomento molto serio: “Sinceramente, che cos'e' meglio: una serata passata a bighellonare da un locale ad un altro bevendo alcolici o delle canne?”. Vincent Peillon e' stato severamente ripreso per le sue affermazioni sulla cannabis. I giovani hanno, invece, trovato normale che il ministro dell'Educazione Nazionale si esprimesse in materia. Di conseguenza il dibattito appassiona gli studenti. (Articolo di Sandrine Blanchard pubblicato sul quotidiano Le Monde del 10/11/2012)     Redazione 11-11-2012 15:27 Yemen, un Paese e una societa' narcotizzati Anche quando non si vede, e' parte dello Yemen. Il rigonfiamento che si vede nella faccia di uno yemenita, e' tipico come il pugnale che pende dal suo centurione o la tunica all'americana che costituisce il proprio tratto nazionale. E' masticare qat, le cui foglie si accumulano nella bocca fino a formare una massa che puo' raggiungere la dimensione di una palla da tennis. Pero' al giorno d'oggi, coi cambiamenti in atto nel Paese, il qat diventa oggetto di dibattito. Un gruppo di giovani istruiti e liberali, ha lanciato una campagna contro il suo consumo. Al momento, gli enormi costi sociali ed economici non sembrano essere sufficienti per porre fine ad una tradizione centenaria e che costituisce l'unico passatempo per la maggior parte degli yemeniti. “E' come la vostra abitudine di bere vino o birra, una forma di socializzazione e di relazione”, spiega Jaled al Osta, uno yemenita conoscitore della Spagna. “Noi non possiamo bere, percio' ci ritroviamo a masticare qat”. Questa pianta, il cui nome scientifico e' “catha edulis”, cresce anche all'altro lato dello stretto di Bab-elMandeb, nel Corno d'Africa, ma solo in Yemen si e' trasformata in un modo di vivere. Il qat marca il ritmo quotidiano, incluso il suo traffico. A partire da mezzogiorno, gli uffici e i luoghi di lavoro si svuotano perche' i lavoratori si mettono alla ricerca della propria borsa di qat. Nelle citta' questa abitudine produce ingolfamenti giganteschi. Dopo un pranzo veloce, compagni di lavoro, amici o vicini si riuniscono per masticare le preziose foglie fino a quando non arriva la notte. Se si va in un negozio, si incontra il commerciante che mastica la palla, sempre con una bottiglia di acqua in mano. Lo stesso fa il taxista, il vigile urbano e il soldato che fa la guardia ad un palazzo ufficiale o ad una postazione strategica. “E' la porta per immergersi nello Yemen”, spiega Fernando Carvajal, un cittadino Usa che, andato in Yemen nel 2000, oggi dirige l'agenzia Felix News. “Un invito per unirsi in un incontro di qat e' una delle dimostrazioni piu' chiare di accettazione e confidenza”. Si tratta di un costume che trascende le barriere sociali, politiche e di classe. Chi sta meglio compra le foglie piu' tenere e fresche; talvolta invitano chi chiede loro di assaggiarle. Durante gli incontri di qat si contrattano matrimoni, si firmano contratti, fino a stipulare accordi di Governo. Si stima che tra l'80 e il 90% degli uomini yemeniti lo masticano con regolarita'. Fino a poco tempo fa era un'attivita' eminentemente maschile, ma negli ultimi anni si e' diffusa anche tra le donne. Una situazione che ha fatto si' che alcuni bambini comincino a masticarlo prima dei dieci anni d'eta.' “Gli uomini acquistano qat senza far tanto caso a quanto costa e fanno il possibile per ottenerlo, ma non fanno nessun sforzo per l'educazione o la salute dei propri figli”, denuncia Hind al Eryani, la “alma mater” dell'ultima campagna contro il suo consumo. Che cosa lo rende cosi' attrattivo? Il succo delle sue foglie contiene catinona, una anfetamina naturale che induce in uno stato di euforia e benessere, che porta a sentirsi piu' sveglio. Ma dal 1980 l'Organizzazione Mondiale della Sanita' ha sottolineato che e' “come un droga in grado di sviluppare una dipendenza psicologica leggera/moderata”, anche se non necessariamente una dipendenza. Ma, al di la' della teoria, l'abitudine al consumo provoca una alta tensione arteriale, carie, costipazione, emorroidi, allucinazioni e depressione. “Quando finisce l'effetto, ci sono persone che vengono colte dal malumore e che perdono la pazienza”, ammette Jaled. Talvolta calma la sensazione di fame, effetto importante in un Paese dove molte famiglie sono costrette a saltare alcuni pasti per mancanza di risorse (il 43% dei 23 milioni di yemeniti sopravvive con meno di due dollari al giorno, secondo il FMI). I piu' poveri spendono la meta' dei propri introiti per comprare il qat invece del cibo. Anche i disoccupati dedicano piu' tempo a dedicarsi alle foglie di qat che a cercare lavoro. “Per me il qat rappresenta la poverta' grazie al suo impatto negativo sull'agricoltura, l'economia, l'acqua, la produttivita', la salute e i guadagni”, dice Al Eryani in uno scambio di E-mail. Questa importante blogger e attivista politica, che riconosce di aver masticato le proprie foglie verdi e brillanti un paio di volte “per sapere di che cosa parlava”, e' convinta che lo “Yemen non sara' mai un Paese sviluppato se il qat sara' piu' importante della terra e dell'acqua, della salute e anche dei propri figli”. Nell'ambito della discussione sulla “primavera araba”, Al Eryani e' riuscita a mobilitare dei giovani attivisti, vignettisti e giornalisti per spiegare il danno che il qat ha sulla societa', ed ha promosso il “Giorno senza qat”, durante lo scorso mese di gennaio, e un'ulteriore data il 12 aprile, chiedendo che si proibisse la masticazione di qat negli uffici pubblici. Nonostante l'appoggio di un paio di ministri e di alcuni parlamentari, la sua pressione non e' stata sufficiente perche' fosse approvata una legge in merito. I settori piu' religiosi, inoltre, respingono la possibilita' di un divieto adducendo ragioni morali. Non e' stata pero' tra i primi a provarlo. Quaranta anni fa un primo ministro, Moshin el Aini, perse il proprio incarico per questo motivo. Nell'anno 2000, l'allora ex-presidente Ali Abdalá Saleh cerco' di proibirne il consumo tra i miltiari. Il suo decreto duro' una settimana. Cosi' come segnala il politologo Abdullah al Faqih, queste iniziative “vanno contro gli interessi dei politici, molti dei quali sono parte di questa industria lucrativa”. Per i produttori (leader tribali, capi militari e politici), il qat e' cinque volte piu' remunerativo del caffe' e da' introiti durante tutto l'anno. Cosi' che poco a poco ha sostituito le altre colture, senza considerare l'enorme consumo di acqua che richiede, in un Paese che sta esaurendo le proprie falde acquifere. Ad oggi, un terzo della terra coltivabile e' dedicato a questa pianta senza nessun valore nutritivo, mentre il Paese importa alimenti. Ma non e' sempre stato cosi'. Gli yemeniti masticano qat da sette secoli, ma questo era considerato un lusso occasionale. Il suo consumo si e' incrementato nelle citta' a partire dagli anni '70 del secolo passato, quando la costruzione di strade ne ha facilitato il suo trasporto. Da allora, nel sud del Paese si diffuse solo dopo l'unificazione, nel 1990, perche' il precedente Governo marxista lo consentiva solo nel fine settimana. Oggi e' difficile venir fuori da questa situazione. La coltivazione e la distribuzione del qat da' lavoro a 500.000 yemeniti, il 16% della forza lavoro, che consente a queste foglie di essere la seconda fonte di lavoro dopo l'agricoltura e l'allevamento, al di sopra anche del settore pubblico, secondo la Banca Mondiale. Comunque, il suo commercio ha portato soldi e progetti di irrigazione nei villaggi più remoti. Dopo mesi di proteste, gli yemeniti sono riusciti, all'inizio di questo anno, di rimettere al potere quello che era stato il loro presidente per tre decenni. Non sembra che liberarsi del qat sia tanto semplice. Anche gli attivisti lo ammettono. “Il mio sogno e' che almeno lo Yemen non sia associato con questa pianta, che ne limiti la sua produzione e il suo consumo nei luoghi pubblici e che non sia consentita la masticazione ai bambini”, conclude Al Eryani. (articolo di Angeles Espinosa, pubblicato sul quotidiano El Pais del 11/11/2012)     Redazione 10-11-2012 10:39 Cannabis, lettera al Governo: un cambio della normativa è urgente Alla attenzione di: Primo Ministro Mario Monti Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero Ministro della Giustizia Paola Severino Gentilissimi membri del Governo Italiano, tutti voi siete coinvolti in prima linea nella risoluzione di questa crisi economica. Invio a Voi questa lettera aperta, affinché, anche in Italia, si possa finalmente dibattere della legalizzazione della cannabis, tema di grande attualità e di vasta portata, al punto da coinvolgere tutti i vostri ambiti e oltre. Nelle recenti elezioni americane, in ben due stati si è votato per la legalizzazione della canapa, la regolamentazione della vendita per i maggiori di 21 anni, la tassazione della produzione e della vendita, nonché la regolamentazione del consumo. Questo è avvenuto negli Stati Uniti d'America, dove sono già diciassette gli stati nei quali l' uso di cannabis, per scopi terapeutici, è regolamentato. I referendum  approvati in Colorado e Washington sono espressione di una diffusa consapevolezza del fallimento della "War on Drugs", sancita dal fallimento dell'obbiettivo delle Nazioni Unite di eliminare la droga dal mondo in dieci anni con il piano approvato nel 1998; sono passati ben quattro anni dalla fine della verifica dei risultati della "guerra mondiale alla droga" e questi risultati sono stati disastrosi. Ad un aumento dell'accanimento nei confronti di narcotrafficanti e consumatori è corrisposto un aumento della violenza legata al traffico di stupefacenti illegali e un aumento dei consumi, specialmente tra le fasce più giovani, come dimostrato nell'ultimo rapporto al Parlamento Italiano sulle sostanze stupefacenti. Proprio la fascia più debole, i più giovani, quella per la quale si sarebbe dovuto avere un maggiore occhio d'attenzione, è risultata la categoria di individui che ha visto un maggiore aumento nel consumo. Quale peggior risultato di questo? In realtà i risultati negativi di questa guerra ideologica di pochi canuti ipocriti, sono altri e molti, altrettanto dannosi per la società. Sotto un punto di vista economico e di sviluppo, una riforma del testo unico sugli stupefacenti che preveda la possibilità della coltivazione di cannabis avrebbe lo stesso impatto di una importante riforma agraria. La coltivazione di cannabis potrebbe essere un volano sia per l'autoimprenditorialità, favorendo la crescita di piccoli coltivatori, che per la grande industria farmaceutica, energetica, edile, solo per citare alcuni dei settori dove la canapa potrebbe essere impiegata o dove, la ricerca su questa pianta, potrebbe offrire importanti contributi. A livello internazionale, sono molti gli Stati che hanno abbandonato da tempo, con successo, le politiche meramente repressive; in Europa gli esempi sono tanti, dal Portogallo, all'Olanda, dalla Repubblica Ceca, alla Spagna al Portogallo e in nessuno di questi casi si è visto un aumento del consumo di stupefacenti tra i più giovani. A livello mondiale, le preoccupazioni sul fallimento del proibizionismo, hanno coinvolto, ormai da anni, tutto il Sud America, al punto di coinvolgere ex presidenti di Messico, Colombia e Brasile nella "Global Commission on Drugs"; in Uruguay si sta discutendo la legalizzazione della cannabis, così come è stata già approvata in Colorado e Washington. Una legalizzazione della canapa produrrebbe nuovi posti di lavoro, genererebbe nuove entrate fiscali che potrebbero essere facilmente essere impiegate per politiche di prevenzione sull'uso di stupefacenti, migliori politiche di assistenza sociale e sanitaria. In un periodo in cui si chiedono sforzi agli Italiani, perché la politica si dovrebbe dimostrare "choosy" nei confronti di politiche che permetterebbero una maggiore efficienza fiscale e darebbero la possibilità di generare nuove entrate che potrebbero sostituire le imposte sui redditi degli Italiani? L' emergenza carceri, che vede impegnato il Ministero della Giustizia, deve finire. Si stima che siano attorno al 30% i detenuti incarcerati per la attuale normativa in tema di sostanze stupefacenti. Semplicemente legalizzando la cannabis, la sostanza illegale più diffusa e trafficata al mondo, questo numero potrebbe scomparire, rendendo le carceri posti di espiazione delle colpe, non centri di recupero forzosi. Come è possibile, in oltre, che per la coltivazione di una pianta si rischi da 6 a 20 anni (!) di carcere, quando il falso di bilancio è depenalizzato (ed è un reato che può coinvolgere investitori internazionali; che sia anche uno dei motivi della scarsa credibilità internazionale acquisita dall'Italia in questi anni), lo stupro è punito fino ad un massimo di 10 anni così come l'associazione in concorso esterno per mafia. E' giustizia questa? Il Consiglio dei Ministri ha approvato i documenti guida sulle politiche di contrasto alla diffusione di stupefacenti redatti dal DPA (dipartimento per la "propaganda" antidroga), documenti che sono esempi di falsificazione e menzogna. Come è possibile che, alla luce della crescente consapevolezza mondiale sul tema, questi documenti, possano ancora rappresentare la posizione dell'Italia a livello internazionale? Come è possibile che un Governo Tecnico non abbia ancora messo mano a correggere simili deviazioni? E' urgente che, in qualità di Governo Tecnico, gli attuali rappresenti dello Stato modifichino le attuali normative in tema di sostanze stupefacenti, in particolar modo la cannabis, che portino alla luce un dibattito che coinvolga e spieghi i motivi della necessità di cambio di rotta. Il mondo è cambiato, è più consapevole ed è più aperto al cambiamento di quanto la vecchia classe politica dirigista, ormai al tramonto, possa ancora credere. * Dr. Giorgio Gatti Consulente in sviluppo economico ed economia della sicurezza pubblica Blog: http://scrivialtuodirettore.blogspot.com/   P.S.: Invito chiunque a copia-incollare la lettera e ad inviarla agli indirizzi di posta elettronica di ministri e segreterie per fare sentire le Nostre voci. Siamo tanti, facciamoci sentire, è giusto che ci ascoltino. 08-11-2012 12:13 Semi di cannabis, la Cassazione a Sezioni Unite: non costituisce reato di istigazione all'uso L’annosa questione concernente l’applicabilità dell’art. 82 dpr 309/90 (norma che sanziona l’istigazione, l’induzione e il proselitismo all’uso di sostanze stupefacenti) rispetto alle condotte di coloro che pongano in commercio semi di cannabis, sia attraverso la consueta rete di negozi, sia via siti web, è approdata all’esame delle SS.UU. della Corte di Cassazione ed è stata decisa all’udienza del 18 ottobre u.s. . Era stata, infatti, la Terza Sezione Penale della Corte[1], con l’ordinanza n. 25355/2012, ad evidenziare la esistenza di una situazione di apparente incertezza della giurisprudenza di legittimità sullo specifico punto di diritto. La Terza Sezione aveva, inoltre, sottolineato l’equivocità di talune decisioni (rappresentando, infatti, il contrasto insorto tra alcune Sezioni), si che si sarebbero creati tre orientamenti ermeneutici (due dei quali uniformemente indirizzati a sussumere la condotta commerciale nella fattispecie di delitto descritto dalla norma e, quindi, a considerare come punibile la vendita dei semi, quale istigazione). Questi orientamenti costituivano, quindi, espressioni di conclusioni diametralmente differenti, opposte e configgenti. Sicchè, in una condizione di incertezza, costituiva atto dovuto la scelta, così operata, di delegare le Sezione Unite al compito di fornire una soluzione definitiva, che regolamentasse la controversia insorta. Affermava, tra l’altro, l’ordinanza di rimessione che: a) un primo indirizzo intendeva come sanzionabile, già di per sé, la condotta di pubblicizzazione di semi di piante idonee a produrre sostanza stupefacente. Detta considerazione si fondava sul presupposto dell’esistenza di una relazione diretta, che intercorrerebbe tra la ricordata pubblicizzazione di semi, la coltivazione della piante (destinazione d’uso del seme ritenuta naturale) e, da ultimo l’ulteriore uso del prodotto della coltivazione; b) un secondo indirizzo, a propria volta, riteneva perfezionata la fattispecie penalmente rilevante, ove il “contesto” ed il “contenuto delle espressioni usate” apparissero sufficienti ad indurre i destinatari all’uso di stupefacenti. Da siffatta premessa, deriverebbe la naturale conclusione che la vendita di semi di cannabis, qualora appaia coesistente con indicazioni relative a modalità di coltivazione, potrebbe integrare la violazione dell’art.. 82 dpr 309/90. Sarebbe, peraltro, sempre fatto salvo il libero apprezzamento del giudice, nel caso concreto; c) un terzo indirizzo, ribadendo l’esclusione in radice della illiceità della vendita di semi di cannabis, richiede – per addivenire alla configurabilità concreta dell’ipotesi prevista dall’art. 82 dpr 309/90 – un elemento ulteriore, rispetto alla mera propaganda pubblicitaria (sanzionata amministrativamente dall’art. 84 dpr 309/90). Il quid pluris consiste in una seria di attività espressamente strumentali ed inequivocamente e deliberatamente orientate a favorire la coltivazione, per poi pervenire al raggiungimento dello scopo del successivo uso del prodotto della coltivazione stessa.   ** ** **   L’attenzione delle SS.UU. si è, dunque, incentrata sul quesito di diritto che testualmente recita: Se integra il reato di istigazione all'uso di sostanze stupefacenti la pubblicizzazione e la messa in vendita di semi di piante idonee a produrre dette sostanze, con l’indicazione delle modalità di coltivazione e la resa. La questione, affrontata con la decisione il cui dispositivo si illustra, in attesa della pubblicazione delle motivazioni, è venuta ad involgere, così, gli artt. 26, 73, 82 e 84 del T.U. Stup. 309/90 e 414. e 84 c.p. . Si deve, infatti, rilevare che il ricorso per Cassazione della Procura della Repubblica di Firenze, oltre a dolersi della presunta falsa ed erronea applicazione degli artt. 82 e 84 della legge sugli stupefacenti, introduceva in via subordinata ed alternativa, alla richiesta principale, anche il tema della sussistenza della possibile configurabilità del combinato disposto dagli artt. 414 c.p. e 73 dpr 309/90, in relazione a quelle ipotesi di commercio di semi di cannabis che presentino, in modo in equivocamente deliberato anche – ad adiuvandum – attività di esplicazione delle tecniche coltivative. Questa prospettazione di evidente carattere ipotetico-alternativo era stata, peraltro, disattesa dal giudice di prime cure (il GUP di Firenze). Ad avviso del giudicante, infatti, la differente natura delle due ipotesi di reato (l’una istigazione ad una condotta non reato, l’altra istigazione ad un condotta di reato) escludeva a priori qualsiasi possibilità di commistione fra le stesse e, quindi, la configurazione di una estrometteva logicamente l’altra in relazione alla fattispecie in oggetto La soluzione adottata dalle SS.UU. pare – il condizionale è d’obbligo in attesa di leggere per esteso l’ordinanza – avere colto e valorizzato, invece, proprio quest’ultimo tema, venendo ritenuta la possibilità della formulazione di una contestazione del reato di istigazione alla coltivazione (artt. 414 cp e 73 dpr 309/90) La soluzione addotta – come si può leggere sul sito della Suprema Corte è la seguente “Negativa, salva la possibilità di sussistenza dei presupposti per la configurabilità del reato ex art. 414 cod. pen. con riferimento alla condotta di istigazione alla coltivazione di sostanze stupefacenti”. Pare, dunque, di potere affermare che l’ordinanza in commento ha tassativamente e definitivamente negato l’applicabilità dell’art. 82 dpr 309/90 al commercio di semi di cannabis. In questo modo, è stata superata anche quell’opinione giurisprudenziale, la quale, utilizzando una affermazione corretta (“la coltivazione costituisce un passaggio necessario, per pervenire all’uso di stupefacenti”), intendeva, peraltro, giustificare, in maniera assolutamente impropria ed errata, l’utilizzo della norma in questione, a carico dei commercianti di semi di cannabis. In buona sostanza, il tentativo di estendere la valenza della norma di cui all’art. 82, anche a casi del tutto ultronei all’operatività della stessa, avveniva, in sede giurisprudenziale, pur in presenza di una inequivoca e tassativa struttura espositiva del testo, il quale mirava a sanzionare esclusivamente condotte (istigatorie) collegate in modo esclusivo e diretto (non già mediato) all’uso di stupefacenti. La criticata posizione interpretativa, inoltre, manifestava la propria insufficienza, sol che si pensi agli elementi di fatto che usualmente formavano (e formano) la base e la architettura per la descrizione – in sede di formulazione dell’imputazione – delle condotte costituenti quegli addebiti penali, in base ai quali qualificare l’ipotesi di reato di cui all’art. 82 dpr 309/90. Le attività, usualmente contestate, dalla pubblica accusa, agli indagati/imputati, si incentrano sempre, specificatamente, sulla pressione o sull’agevolazione a coltivare piante da cui ricavare lo stupefacente, cioè su di una volontà di rafforzare o creare una situazione di determinazione del soggetto. Si tratta di una condotta, che, usualmente, la pubblica accusa assume come, deliberatamente e scientemente, svolta dal commerciante a corollario della vendita di semi e rivolta verso l’acquirente. E’ naturale, però, il rilievo, già anticipato, che “l’istigazione o l’induzione a coltivare” costituisce, però, comportamento completamente diverso ed affatto confondibile rispetto all’ ”istigazione all’uso di sostanze stupefacenti”. Siamo, infatti, dinanzi a due momenti ed a due comportamenti, assolutamente indipendenti e tra loro autonomi, i quali semmai, possono risultare logicamente successivi sul piano temporale. Va, inoltre, considerato che la ratio dell’art. 82 dpr 309/90 postula la punibilità di un atteggiamento (“l’istigazione”) che non è affatto finalizzato a determinare un soggetto a commettere un reato, in quanto l’uso di stupefacenti non costituisce ipotesi penalmente sanzionabile, bensì illecito puramente amministrativo. Diversamente, l’ipotizzazione – nei fatti e sulla base dei richiami usualmente usati nei capi di imputazione – dell’abbinamento, da parte del commerciante, fra la vendita di semi di cannabis (lecita) e la divulgazione di metodologie specifiche e qualificate per produrre sostanze stupefacenti (illecita), può costituire – previa valutazione del magistrato di volta in volta – una situazione di “istigazione” alla commissione di un reato (la coltivazione ex art. 73 co. 1 dpr 309/90). Da queste considerazioni discende, quindi, l’indicazione da parte delle SS.UU. di una nuova via metodologica di indagine, in relazione al fenomeno, sino ad oggi sussunto (erroneamente) nel disposto dell’art. 82 dpr 309/90. Appare, peraltro, evidente dallo stesso tenore letterale della massima (e salvo ulteriori e diverse indicazioni che derivassero da una possibile più attenta lettura dei profili motivazionali) che “….la possibilità di sussistenza dei presupposti per la configurabilità del reato ex art. 414 cod. pen. con riferimento alla condotta di istigazione alla coltivazione di sostanze stupefacenti”, costituisce un’ipotesi di reato meramente residuale. Indubbiamente, ove si ravvisasse, in casi specifici la violazione del combinato disposto dagli artt. 414 c.p. e 73 dpr 309/90, si verrebbe a verificare l’effetto per il quale l’imputato verrebbe ad incorrere in trattamenti sanzionatori di maggiore severità rispetto alle pene previste dall’art. 82. Ritengo, però, che i criteri ermeneutici da utilizzare, al fine di addivenire – di volta in volta - alla valutazione della configurabilità (o meno) del reato di istigazione alla coltivazione, non potranno discostarsi sensibilmente, da quelli adottati sino a od oggi, vigente, l’indirizzo superato. Essi dovranno – ad avviso di chi scrive – ancorarsi a quel ragionevole criterio espresso dalla giurisprudenza della Sezione Quarta, che – con la sentenza 17 gennaio 2012 – ha predicato 1)      l’esclusione in radice della illiceità della vendita di semi di cannabis, 2)      il raggiungimento della prova di una serie di attività di informazione, diffusione ed esaltazione comunicativa, che si pongano in relazione strumentale ed in equivoca, oltre che risultino deliberatamente orientate a promuovere ed a favorire la coltivazione. Si tratta di un criterio adottato per la configurabilità concreta dell’ipotesi prevista dall’art. 82 dpr 309/90, ma tale requisito appare ben applicabile anche in questo caso.   Queste sono le prime considerazioni, attendiamo le motivazioni per ulteriori valutazioni.   [1] A tale sezione della Corte di Cassazione (R.G. 43237/2011), il processo era giunto a seguito del ricorso per Cassazione proposto dal PM presso il Tribunale di Firenze, avverso la sentenza resa dal GUP di Firenze il 1° giugno 2011, che assolveva gli imputati perché il fatto non sussiste dall’accusa di violazione dell’art. 82 dpr 309/90.     Carlo Alberto Zaina 07-11-2012 13:07 Legalizzazione cannabis. Lo sprint Usa e il vuoto italiano... cominciamo a parlarne?  I risultati dei referendum Usa sulla legalizzazione della cannabis non sono un fulmine a ciel sereno, ma un evento gia' annunciato da un trend che, in questi ultimi anni, ha visto diversi Stati di quel Paese legalizzarne l'uso a fini terapeutici. Sicuramente la novita' e' rappresentata dagli Stati del Colorado e di Washington dove la legalizzazione riguarda l'uso ludico, una spallata al concetto stesso di proibizionismo e a quella “war on drugs” che 40 anni fa fu lanciata dall'allora presidente Richard Nixon; guerra i cui risultati sono nelle nefaste cronache quotidiane che registrano aumenti vertiginosi di morte, malavita, strage di giustizia, carceri che esplodono, nonche' milioni di consumatori considerati delinquenti o passibili di sanzioni amministrative. “War on drugs” che ha consegnato interi Paesi nelle mani delle delinquenze organizzate (Afghanistan, Nigeria, Messico, Colombia, Peru', etc) oltre che dare alimento alla malavita organizzata come quella, per esempio, italiana e russa. Ora il confermato presidente Obama, che piu' volte si e' dichiarato contrario alla legalizzazione pur dimostrando disponibilita' al confronto, dovra' fare i conti con tutti questi Stati della propria federazione che la pensano in modo diverso. Insomma, qualcosa e' cambiato -e non poco- proprio li' dove ha origine la politica proibizionista che vede quasi tutti gli Stati del mondo allineati e rispettosi. E non potremo far finta di nulla. Anche qui, nel Paese dove la politica governativa sulla droga e' affidata, oltre che alle forze dell'ordine che fanno il possibile per fermare il narcotraffico, al DPA, Dipartimento politiche Antidroghe, guidato da esperti consapevoli del proibizionismo prono solo ai dettami dei governi Usa e distratto rispetto alle politiche dei tanti Paesi europei il cui approccio con le sostanze oggi illegali non si limita al divieto e alla demonizzazione (Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, Svizzera, Germania, Olanda, etc). Lo specchio dell'Italia -in questi giorni- sono i programmi elettorali dei candidati alle primarie del centro-sinistra dove, a parte le timide eccezioni di Matteo Renzi e Laura Puppato, nonche' l'aggiunta di uno specifico capitolo da parte di Nichi Vendola dopo un nostro articolo in merito, gli altri due (Pierluigi Bersani e Bruno Tabacci) ignorano l'esistenza del problema. Ci sono poi alcune Regioni che hanno aperto all'uso terapeutico della cannabis, ed altre che ne stanno parlando, ma li' dove ci sono le leggi (Toscana e Veneto), per ora e' solo teoria. Come sempre -e meno male- gli input ci arrivano da oltre confine e, soprattutto dagli Usa. E forse e' la buona occasione non tanto per cominciare a cambiare le nostre leggi proibizioniste (che e' il nostro obiettivo), ma quanto meno cominciare a discutere anche nelle istituzioni dei loro disastri e della loro efficacia. Noi abbiamo anche fatto presentare dei disegni di legge in merito, ma sono incollati con l'attaccatutto nei cassetti piu' segreti del Senato. Forse e' la buona occasione per cominciarne a parlare.     Vincenzo Donvito ------------------------------------------- COMUNICATI 08-11-2012 12:54 Cannabis. Cassazione a Sezioni Unite mette fine alla 'caccia alle streghe': vendere semi e dare indicazioni sulla coltivazione non e' reato  La vendita di semi di cannabis, in negozio e online, anche se accompagnata da indicazioni su coltivazione e resa, non costituisce reato di istigazione all’uso di stupefacenti. Questa volta a dirlo una volta per tutte è la massima autorità giudiziaria, le Sezioni Unite della Corte Suprema di Cassazione, in merito al caso del negozio online semitalia.it che aveva portato anche all'ingiusto arresto dei suoi titolari. Accogliendo le argomentazioni difensive dell'avvocato Carlo Alberto Zaina, consulente legale Aduc in materia di stupefacenti, la Cassazione ha affermato -come già numerosi altri tribunali (tra cui Bolzano, Firenze, Rovereto e Cagliari)- la liceità della vendita di semi online, vendita che non costituisce reato di istigazione, induzione o proselitismo all'uso di sostanze stupefacenti anche se accompagnata da informazioni o strumenti per la coltivazione. Viene cosi' smontata una volta per tutte una politica del diritto penale sugli stupefacenti fondata sulla repressione dei reati d'opinione, cosi' come la vorrebbe la legge Fini-Giovanardi. Se la vendita di semi di cannabis è di per se' legale e riconosciuta tale dalla Convenzione di New York del 1967, diversi pubblici ministeri, su impulso del precedente Governo -di cui faceva parte lo stesso Giovanardi in qualità di sottosegretario con delega in materia di stupefacenti- hanno voluto proibirla indirettamente punendo i commercianti non tanto per l'attività di vendita, ma per il reato di istigazione o induzione al consumo di droghe che sottenderebbe l'attività commerciale. Una strada che si è oggi rivelata impercorribile perche' in contrasto con i principi fondamentali del diritto. Ma le numerose pronunce giudiziarie mettono in luce anche uno degli aspetti piu' repulsivi dell'attuale politica sulle droghe. Nell'impossibilità di ridurre la domanda e l'offerta di sostanze stupefacenti, ormai certificata da quarant'anni di fallimenti della guerra alla droga che ha dato vita a un ricco mercato nero di cui beneficiano a pieno le peggiori organizzazioni criminali, la repressione si concentra sui piccoli consumatori di cannabis, sostanza infinitamente meno pericolosa di alcool e tabacco. Dal sequestro dei registri di siti di vendita come mariuana.it e Seminali sono scaturite migliaia di perquisizioni e arresti di acquirenti di semi di cannabis. Come già aveva ribadito il Tribunale di Firenze, investito di un caso simile: "La verita' che non si vuol vedere e' che questi esercizi di rivendita legale di semi per collezione hanno plausibilmente quali unici estimatori proprio coloro che hanno esigenza di fare uso di marijuana rendendosi pero' indipendenti proprio dal mercato illegale della droga, e facendo cosi' in proprio a livello domestico". In altre parole, punendo condotte di per se' legali e alla luce del sole, il proibizionismo finisce ancora una volta per alimentare le grandi organizzazioni criminali e i loro traffici. Fino a quando dovremo subire politiche cosi' irrazionali e dannose? Qui il commento dell'avv. Zaina alla pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione. ------------------------------------------- NOTIZIE 12-11-2012 17:54 RUSSIA/30 tonnellate di eroina arrivano ogni anno dall'Afghanistan Ogni anno dall'Afghanistan arrivano circa 30 tonnellate di eroina. L'ha spiegato oggi lo zar antidroga russo Sergei Ivanov in un'intervista alla radio Ekho Moskvy ripresa dall'agenzia di stampa Interfax. Più volte Mosca ha accusato gli Stati uniti di non impegnarsi a sufficienza per schiacciare il narcotraffico. L'Afghanistan produce oltre il 90 per cento dell'eroina mondiale. Una buona parte va verso nord, arrivando in Russia che - spiega Ivanov - non è un paese di transito ma di consumo. Ivanov ha spiegato che "l'ammontare (dell'eroina) è di circa 30 tonnellate" all'anno, che vanno a sommarsi alle droghe sintetiche in arrivo dall'Europa. In precedenza, Ivanov aveva rivelato che 8,5 milioni di russi usano narcotici regolarmente o sporadicamente e 18,5 milioni hanno provato droghe almeno una volta nella loro vita. I morti per droga in Russia sono 100mila all'anno. 12-11-2012 10:29 RUSSIA/Censura. Bloccato IP di Wikipedia russo L'enciclopedia internet Lurkomore, analogo in cirillico di Wikipedia, è entrata nella lista nera dei siti con contenuti proibiti ed è stato bloccato l'indirizzo IP su cui si trova la risorsa. Lo ha annunciato la direzione di Lurkomore sulla pagina Twitter della risorsa. Lurkomore raccoglie informazioni sui fenomeni della rete, personaggi popolari, risorse online, sottoculture e così via. Il principio di scrittura degli articoli è lo stesso di Wikipedia. Secondo il registro on-line zapret-info.gov.ru, il sito web è stato incluso nella lista ieri, dopo che il Servizio federale per il controllo della droga ha sporto denuncia. Ma secondo Lurkmore non si conosce il motivo del blocco. La legge per creare un registro di siti web dai contenuti nocivi, ossia una lista nera, è stata approvata dal parlamento russo nel mese di luglio. In base a tale legge, le autorità possono bloccare l'accesso a siti contenenti pornografia infantile, materiale su droghe e dettagli su come suicidarsi. L'agenzia ha lanciato il suo registro all'indirizzo zapret-info.gov.ru il primo novembre. Nelle prime 24 ore di funzionamento, zapret-info.gov.ru ha registrato oltre 5.000 denunce per contenuti offensivi, il 96 per cento delle quali è stato respinto. Il primo sito che contiene pornografia infantile è stato mandato offline martedì scorso. Nel frattempo le società di social networking, come VKontakte (un'alternativa russa a Facebook) sono state invitate a rimuovere il materiale offensivo. Google e YouTube hanno dato l'ok per ricevere informazioni dal registro russo su siti pericolosi. 10-11-2012 09:46 FRANCIA/Tracce di cocaina sul 50% delle banconote sequestrate dalla polizia La polizia scientifica ha rivelato che «il 50% dei biglietti di banca sequestrati in Francia dalla polizia presenta tracce di cocaina». «non si tratta soltanto di banconote sequestrate in affari di droga, ma di campioni prelevati nei sequestri di euro, dollari o altre monete di tutti i casi di competenza giudiziaria di polizia e gendarmeria, dal semplice furto alla truffa più sofisticata». Quindi, molto del denaro in circolazione è passato tra le mani di tossicodipendenti o spacciatori. «Quando viene scoperta una somma di denaro importante», spiega un agente, «se l'analisi delle banconote indica un tasso particolarmente elevato di tracce di cocaina è un'indicazione preziosa, che conferma il probabile legame tra questo denaro e un traffico di droga in grande quantità». 09-11-2012 19:02 MESSICO/Cannabis legalizzata in due Stati Usa. Cosa accadra' in Messico secondo il Washington Post Il via libera al consumo di marijuana a uso ricreativo nello Stato di Washington e in Colorado, ottenuto con i referendum nel giorno delle elezioni presidenziali, cambierà le strategie anti-droga anche in Messico. Il presidente Enrique Peña Nieto sta infatti pensando alle modifiche da implementare per reagire al verdetto che, secondo un funzionario, "è destinato a cambiare le regole del gioco". E' ancora presto per stabilire quale sarà la risposta del Messico al via libera della marijuana nei due Stati americani, ma secondo le indiscrezioni raccolte dal Washington Post il presidente messicano discuterà sulla questione con il Congresso e il presidente americano Barack Obama entro fine mese. Una cosa, per ora, è certa. Lo sdoganamento della droga leggera nello Stato di Washington e in Colorado aprirà un dibattito acceso in Messico sui costi della lotta agli stupefacenti appoggiata dagli Stati Uniti nel territorio. Il Messico, come spiega il quotidiano americano, spende miliardi di dollari all'anno per contrastare le organizzazioni violente che minacciano la sicurezza locale, mentre quasi tutta la droga viene poi rivenduta in Nord America, il maggiore consumatore mondiale di stupefacenti. "I referendum ci portano a ripensare alla nostra strategia per combattere le organizzazioni criminali" - ha commentato Manlio Fabio Beltrones, leader del partito di Peña Nieto nel Congresso messicano - "dopo che loro stessi hanno legalizzato la sostanza in alcuni Stati". La dichiarazione di Beltrones è stata confermata dal suo consigliere principale, Luis Videgaray, che ha aggiunto: "La strategia messicana contro la droga deve essere rivista alla luce dei voti pro-legalizzazione negli Stati Uniti". 09-11-2012 12:05 ITALIA/Legalizzazione cannabis. Manifestazione dei Radicali 'Cannabis: Italia chiama Usa'. Questo il titolo della manifestazione antiproibizionista per l'accesso alla cannabis terapeutica e la depenalizzazione per uso personale della coltivazione della marijuana, che si e' tenuta oggi a Roma, in piazza Montecitorio, promossa dal Partito Radicale, Associazione Luca Coscioni, Radicali Italiani e associazione 'Il Detenuto Ignoto'. 'Mentre negli Stati Uniti -spiega una nota dei Radicali- il processo di legalizzazione della cannabis continua la propria marcia con i recenti referendum che hanno visto approvare la depenalizzazione anche dell'uso ricreativo in Colorado e nello Stato di Washington e proporre la legalizzazione per uso medico in altri tre Stati, il nostro Paese resta inchiodato a un proibizionismo criminogeno'. 'I cittadini italiani che coltivano anche una sola piantina in casa sono trattati al pari di autentici criminali -si legge ancora nella nota- come pure i moltissimi malati di sclerosi multipla e altre patologie, i cui effetti degenerativi potrebbero essere leniti dai derivati della cannabis, che davanti al calvario burocratico per l'accesso ai farmaci a base di cannabinoidi sono costretti a ricorrere all'autocoltivazione oppure ai pusher. Andando cosi' incontro a gravi conseguenze penali, oltre a foraggiare le narcomafie'. 'Ecco perche' a pochi mesi dalla scadenza della legislatura -prosegue la nota- e' ancora piu' urgente sollecitare l'iter parlamentare dei progetti di legge radicali per l'accesso alla cannabis terapeutica e la depenalizzazione per uso personale della coltivazione della marijuana'. Nel corso della manifestazione, la deputata radicale Rita Bernardini, che da mesi conduce pubblicamente un'azione di disobbedienza civile coltivando alcune piantine di marijuana sul proprio terrazzo, ha presentato' la sua mozione firmata da 27 deputati di diversi gruppi per impegnare il governo a semplificare le procedure di importazione, commercializzazione e accesso ai farmaci a base di cannabis e a favorirne la produzione sul territorio nazionale. Rita Bernardini ha ceduto piccole quantita' di cannabis per uso terapeutico ad alcuni malati di Sla presenti al sit in. 'Il fatto e' un reato - dice - perche' la polizia non interviene come fa tutti i giorni andando ad arrestare ragazzi, magari dopo mesi di appostamenti, spendendo i soldi dello Stato?'. In piazza erano presenti come d'abitudine gli addetti alla sicurezza di Montecitorio. 'Solo un verbale di sequestro', senza 'la contestazione di alcun reato, ne' coltivazione, ne' cessione' di sostanze stupefacenti. Si e' concluso cosi', come riferisce la stessa Rita Bernardini, il 'blitz' dei Radicali che hanno portato in piazza a Montecitorio 7 piantine di marijuana, poi consegnata nelle mani di alcuni malati di sclerosi multipla. Nel verbale, aggiunge Bernardini, si dice che sono stati sequestrati '478,03 grammi' di marijuana cui si sommano '38,2 46,81 e 29,81 grammi' ceduti ai tre malati. Trattati 'come criminali' da uno Stato che di fatto 'ci tortura'. E' la denuncia di alcuni malati di sclerosi multipla che hanno partecipato al sit in dei Radicali per l'accesso ai farmaci a base di cannabinoidi. 'Per diversi malati questi farmaci sono l'unica salvezza contro i dolori - ha spiegato Lucia Spiri, tra i destinatari della produzione di marijuana che Rita Bernardini ha 'ceduto' in piazza, e che e' stata poi tutta sequestrata dalla polizia. Tra i benefici 'oltre all'assenza di dolori, migliora il sonno, ma anche il problema dell'incontinenza. In generale migliora la qualita' della vita rispetto ai farmaci convenzionali che ad esempio io non tolleravo piu' e che mi hanno lasciato anche un tremore continuo, e permanente, come effetto collaterale. Se non saremo ascoltati dovremo rivolgerci al tribunale dei diritti dell'uomo contro questo Stato che ci tortura'. La cannabis terapeutica, ha aggiunto Mina Welby, nel caso dei malati di Sla 'aumenta la capacita' respiratoria e puo' permettere di ritardare la tracheotomia e di fatto di allungare la vita'. In assenza di accesso ai farmaci 'se uno prova a comprare i semi all'estero, cosa legale - ha detto Cristian Barbato, raccontando la sua personale esperienza - comunque non puo' piantarli perche' e' illegale coltivare la marijuana anche per uso personale. E in piu', come nel mio caso, deve subire comunque controlli, carabinieri arrivati in casa alle cinque del mattino per la perquisizione'. 'E' ora di 'piantarla' - ha concluso Andrea Trisciuoglio ripetendo uno slogan delle battaglie radicali - non si puo' aspettare che i malati muoiano tra atroci dolori prima di consentire a tutti di poter accedere a questi farmaci'. 'La manifestazione odierna dei Radicali italiani e' sconcertante'. E' il commento del Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano, Modavi. 'Con la scusa di proporre la marijuana come un farmaco cosi' innocuo da autoprodursi in casa, coltivando la canapa indiana in balcone come se fosse il basilico, i radicali stanno in realta' riproponendo il vecchio e anacronistico refrain della liberta' di drogarsi che fin troppe vittime ha gia' causato in tutto il mondo, soprattutto fra le giovani generazioni', dottolinea Irma Casula, presidente nazionale del Modavi. 'Addirittura questa volta i radicali si richiamano anche a scelte discutibili che stanno emergendo in alcuni Stati della federazione Usa - sottolinea Casula - gli consigliamo vivamente di risolvere le contraddizioni ideologiche di cui non si accorgono: favorevoli all'aborto ma contro la pena di morte e allo stesso tempo sostenitori della droga come diritto. Sarebbe meglio che proseguissero la battaglia per eliminare la pena capitale in tutto il mondo, Usa compresi - conclude - un impegno nobile su ci troveremmo d'accordo'. 09-11-2012 09:23 USA/Cannabis liberalizzata. La situazione normativa secondo l'agenzia Ansa Negli Stati Uniti, gli amanti delle 'libere canne' festeggiano, ma la loro rischia di essere una vittoria di Pirro, visto che l'amministrazione di Barack Obama continua a considerare l'erba come una droga illegale. Martedi', quando gli elettori dello stato di Washington e del Colorado hanno votato per la rielezione di Obama alla Casa Bianca, hanno infatti anche detto 'si' ' in un referendum sulla liberalizzazione della marijuana per uso ricreativo. In questo momento la palla e' nel campo dei governatori dei due Stati. John Hickenlooper, il governatore del Colorado, un democratico che era per il 'no', ha affermato che 'gli elettori si sono espressi e dobbiamo rispettare la loro volonta''. La sua collega del Washington State, Christine Gregoire, a sua volta democratica e contraria alla liberalizzazione, si prepara ad applicare la decisione degli abitanti del suo Stato, ma afferma che con il risultato del referendum ora si entra 'in terra incognita'. Il Dipartimento della giustizia ancora non si e' pronunciato ma ha ribadito che la politica per cio' che riguarda le sostanze illegali 'non e' cambiata'. E ora, si e' limitata ad affermare la portavoce Nanda Chitre, 'stiamo esaminando i risultati della consultazione. Non abbiamo ulteriori commenti'. Finora, nel caso dei dispensari di marijuana per uso medico, legali in diversi stati tra cui la California, le autorita' federali hanno creato una serie di difficolta' e hanno applicato numerosi giri di vite. La linea potrebbe essere la stessa anche per cio' che riguarda il possesso e la vendita per uso ricreativo. Tuttavia, nota Robert Mikos, esperto di droghe alla Vanderbilt Law School citato oggi dal Wall Street Journal, il governo potrebbe avere seri problemi ad ostacolare efficacemente il fenomeno. 'Sarebbe difficile avere abbastanza agenti della Dea per perseguire centinaia, se non migliaia di venditori che verranno fuori' nei due Stati. Secondo i risultati dei referendum, in Colorado coloro che hanno piu' di 21 anni potranno detenere fino ad un oncia (28 grammi) di 'erba' e entro il 2014 sara' permessa l'apertura di alcuni negozi che potranno venderla. Nello stato di Washington i legislatori locali dovranno invece definire il quadro per poterla possedere, coltivare e vendere. Le mosse del governo seguiranno poi. Certo, una influenza l'avra' anche il fatto che in tutti gli Usa, secondo un sondaggio dell'anno scorso, ormai il 50 per cento della popolazione e' a favore della legalizzazione, con un incremento costante sin dal 1970, quando i favorevoli erano solo il 12 per cento. E un aspetto da tenere in considerazione sara' anche le possibili entrate per via delle tasse: 180 milioni entro tre anni in Colorado, ben 500 milioni l'anno per il Washington State, secondo le stime dei sostenitori dei referendum. (agenzia Ansa da New York) 08-11-2012 18:25 COLOMBIA/Narcos uccidono 10 contadini Almeno 10 contadini sono stati uccisi da un gruppo di uomini armati a San Isidro, localita' rurale nello stato di Antioquia, nel nordovest della Colombia, in un attacco attribuito dalle autorita' locali a Los Rastrojos, una nota organizzazione di narcotrafficanti attivi nella regione. Francisco Palacio, il sindaco di Santa Rosa de Osos - comune dal quale dipende San Isidro - ha detto alla stampa che il massacro e' avvenuto mercoledi' scorso, quando i contadini ritornavano a casa dopo la giornata di lavoro, e sono stati attaccati con granate e armi da fuoco. 'Le prime informazioni di cui disponiamo ci indicano che i responsabili appartengono alla banda Los Rastrojos, che da tempo cerca di imporre la sua estorsione nella regione', ha detto Palacio, aggiungendo che un contadino e' sopravvissuto all' attacco, ma ha riportato gravi ferite per cui attualmente e' ricoverato in ospedale e non ha potuto contribuire con la sua testimonianza al chiarimento della vicenda. 08-11-2012 18:18 USA/Cannabis legalizzata. Associazioni sportive: i divieti continueranno Dopo l'approvazione del referendum sulla legalizzazione della marijuana per uso ricreativo in Colorado e Washington, le più importanti leghe sportive statunitensi hanno subito chiarito che gli atleti non potranno comunque farne uso, nemmeno dove è divenuto legale. Greg Aiello, portavoce della Nfl, la lega di football americano, ha comunicato che "la politica della lega verrà applicata nello stesso modo degli ultimi decenni" riporta il sito di Usa Today. "La marijuana rimane proibita dal programma di abuso di sostanze della Nfl e le leggi di Colorado e Washington non avranno nessuna influenza". Le reazioni della Nba, la lega di pallacanestro, e della Mlb, l'associazione sportiva di baseball, sono state praticamente identiche. Anche la Ncaa, l'associazione che organizza gli eventi sportivi dei college e delle università statunitensi, ha riferito che la legalizzazione non avrà nessun impatto sulla politica della federazione contro la droga. Un portavoce della Ncaa, Erik Christianson, ha riferito che la lega continuerà a proibire la sostanza perché considerata una minaccia per la salute degli atleti e per la sicurezza e l'integrità del gioco. 08-11-2012 11:48 USA/Liberalizzazione cannabis. Le reazioni del mercato messicano secondo l'agenzia Agi Canna libera, frontiera tranquilla: rischia di avere conseguenze insospettabili l'esito positivo dei due referendum, in Colorado e Stato di Washington, sulla liberalizzazione dell'uso della marijuana ad "uso ricreativo". Uno sballo che si prevede lungo e duraturo, al quale si aggiunge il piu' sobrio uso "a scopo terapeutico" permesso da oggi in Massachussetts. Diminuiscono le pene, aumenta il traffico? Oppure lo stupefacente autarchico a chilometro zero tagliera' le gambe al traffico transfrontaliero che viene da sud? Non e' un caso che le consultazioni referendarie abbinate alle elezioni presidenziali siano state seguite con grande interesse in Messico, e non solo per capire l'orientamento dell'elettorato latino nei confronti di Obama. In effetti l'impatto dei referendum puo' essere profondo. A seconda dei tempi e delle stagioni, e' tra il 40 ed il 70 percento che la "roba" consumata negli Stati Uniti proviene dalla riva meridionale del Rio Grande. Secondo le stime, si tratta di 2 miliardi di dollari che ogni anno finiscono in tasca ai trafficanti messicani. Poco meno di quanto gli stessi non guadagnino con la cocaina. Ora, in Messico il consumo di stupefacenti e' - relativamente - poco diffuso. Il fatto e' che, semmai, la guerra tra i trafficanti provoca la morte di circa 10.000 persone l'anno, senza contare i desaparecidos. Una guerra particolarmente sporca che si combatte in citta' dai nomi poco probabili come Tijuana o Ciudad Juarez, in cui le vittime sono soprattutto donne. Ragion per cui ancora di recente il presidente messicano Felipe Calderon ha detto che, se i nordamericani non sono in grado di fare la loro parte nella lotta alla droga, sarebbe opportuno che mettessero in pratica "nuovi tipi di approccio" al problema. Tradotto: quello che hanno appena fatto in Colorado e Washington. Certo, non si tratta di due stati particolarmente popolosi (se la stessa decisione fosse stata presa da California e New York, la faccenda sarebbe ben diversa). Ma intanto la strada pare essere segnata. Poi, ragionando a rigor di logica, la cannabis prodotta legalmente nei due stati non faticherebbe molto a finire, non troppo legalmente, sui marciapiedi degli stati circonvicini. Con conseguenze imprevedibili, tra aumento dell'offerta e lotta tra messicani e locali per il controllo del territorio. Queste le cifre che un produttore statunitense in erba si troverebbe ad affrontare. Il costo della coltivazione della marijuana e' pari a circa 880 dollari al chilo. Provando ad aggiungere le tasse (e' roba legale, no?) e le spese di diffusione e marketing, si arriva facilmente ai 2.000 dollari. Trasportare illegalmente la stessa materia costa invece 500 dollari al chilo per ogni mille chilometri percorsi, piu' le normali spese di produzione in Messico (inferiori a quelle su territorio americano, e senza marketing ne' tasse). Se lo stesso costo di trasporto dovesse essere applicato alla roba che parte da Seattle e arriva a New York, i prezzi della canna made in Usa non sarebbero per nulla competitivi. Gli spacciatori tradizionali possono dormire sonni tranquilli. Oppure no, perche' e' innegabile che il produttore americano immetterebbe sul mercato merce di qualita' infinitamente superiore, magari anche biologica, con un tasso di Thc (il principio che da' gli effetti desiderati) che sarebbe il triplo di quello presente nella robaccia messicana . Considerando tanta differenza qualitativa, alla fine la canna americana sbatterebbe fuori dal mercato la concorrente messicana. Se cosi', lo scenario si rovescia, con i trafficanti messicani incapaci di reggere la concorrenza, con perdite stimate dagli istituti specialistici in quasi un miliardo e messo di dollari l'anno. Senza considerare che molti dei costi fissi (come la corruzione alla frontiera) resterebbero sostanzialmente invariati, e che perderebbero molto del loro allure anche la cocaina e l'anfetamina messicana. Quando si tratta di droga, comunque, il diavolo ci mette spesso la coda e non e' detto che, cosi' facendo, gli americani non finiscano per avere meno problemi alla frontiera del Rio Grande, ma il caos al confine tra Massachussets e Vermont. Per non parlare delle conseguenze sulle strade. Intanto, pero', in Messico si guarda sorridendo al giorno in cui piu' nessuno o quasi avra' interesse a coltivare canapa indiana o altre cose del genere. (agenzia AGI, da Washington) 07-11-2012 18:28 IRAN/Impiccati dieci trafficanti di droghe L'Iran ha impiccato oggi altri dieci trafficanti di droga dopo un'esecuzione di massa di altrettanti condannati il mese scorso. Lo riferisce l'agenzia Mehr citando un comunicato della procura di Teheran. Le esecuzioni sono avvenute in un carcere della capitale iraniana stamattina presto, precisa l'agenzia ricordando che il 22 ottobre scorso altri dieci trafficanti, componenti di due bande rivali, erano stati impiccati dopo il sequestro di oltre due tonnellate di droga di vario tipo fra cui oppio. 07-11-2012 15:34 /Convocata a Bogota' la IV Conferencia Latinoamericana sobre Políticas de Drogas Rappresentanti di governo e di organismi multilaterali, esperti e organizzazioni non governative di dipesi Paesi, si riuniranno il 5 e 6 dicembre prossimi nella “IV Conferencia Latinoamericana sobre Políticas de Drogas” che si terra' a Bogota'. Si tratta dell'incontro piu' importante della regione in materia di politiche sulle droghe, incontro che quest'anno si tiene in Colombia, uno dei Paesi che storicamente e' nell'agenda delle questioni legate alle droghe. Come tutti gli anni saranno presenti specialisti di diversi ambiti che abbiano una relazione col fenomeno droga. Secondo Julián Andrés Quintero, direttore esecutivo della Corporación Acción Técnica Social (ATS), “i dibattiti e le conclusioni che saranno adottate durante la conferenza, saranno molto validi in un ambito in cui i Governi della regione hanno cominciato a valutare un'alternativa alle politiche repressive con le quali sono stati presi in considerazione tutti i problemi connessi alle droghe”. Mentre Graciela Touzé, Presidente di Intercambios Asociación Civil, ha detto: “Cosi' come le edizioni precedenti, che sono state a Buenos Aires, Rio de Janeiro e Citta' del Messico che sono servite a marcare chiare posizioni in situazioni chiave di ogni Paese, in questa occasione andiamo in Colombia in un momento in cui questo Paese, a livello regionale e globale, sta cercando di cambiare il paradigma della guerra contro le droghe con politiche rispettose dei diritti umani e basate su evidenze scientifiche”. 07-11-2012 14:13 ITALIA/Congresso internazionale sulle dipendenze e le stimolazioni Esplorare il ruolo delle neuro immagini e delle possibili tecniche di stimolazione cerebrale nell`ambito della dipendenza di sostanze, per essere di ausilio agli operatori e ai ricercatori per meglio comprendere, investigare, gestire e curare la grave malattia della dipendenza. Questi i temi intorno ai quali si svilupperanno i lavori del 3º congresso internazionale 'Addiction: news evidences from neuroimaging and Brain Stimulation', che si terrà il prossimo 13 novembre a Verona presso l`Auditorium del Palazzo della Gran Guardia. Il convegno, organizzato dal Dipartimento Politiche Antidroga, la cui delega è affidata al Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione, Andrea Riccardi, in collaborazione con il Nida (National Institute on Drug Abuse), l`UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime) ed il Dipartimento delle Dipendenze ULSS 20 di Verona, rientra nell`ambito dell`accordo internazionale di collaborazione scientifica tra il DPA e il National Institute on Drug Abuse (NIDA) degli Stati Uniti siglato a Roma nel luglio del 2011. `evento al quale parteciperanno relatori e chairmen di fama nazionale e internazionale come Nora Volkov, direttore del NIDA, ha l`obiettivo di offrire ai professionisti che operano nell`ambito delle dipendenze, sia dei servizi pubblici che del privato sociale, e ai ricercatori che lavorano nell`ambito universitario, informazioni scientifiche sul ruolo del neuroimaging delle dipendenze nella pratica diagnostica e clinica e quali possibili prospettive tali evidenze possano comportare per il trattamento delle dipendenze. I lavori della giornata saranno dedicati nella prima parte della mattinata, alla neuroimaging delle dipendenze nella pratica diagnostica e clinica, mentre la seconda parte nel pomeriggio, alla stimolazione cerebrale nella dipendenza: applicazioni tecniche e cliniche. La tavola rotonda incentrata sulle esperienze nazionali con TMS nella dipendenza da alcol e da droghe, chiuderà i lavori. Scopo dell`iniziativa è inoltre quello di fare il punto sui risultati di una serie di studi portati avanti dall`unità di Neuroscienze del Dipartimento delle Dipendenze ULSS 20 di Verona, in collaborazione con l`Unità di Neuroradiologia dell`Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Borgo Trento (Verona) e il DPA, nell`ambito delle neuroscienze delle dipendenze finalizzati a studiare gli effetti della droga sul cervello attraverso avanzate tecniche di Risonanza Magnetica ad alto campo. "E` ampiamente documentato - dice Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento politiche antidroga - che le droghe agiscono sulle strutture e i sistemi cerebrali alterando le funzioni neuropsicologiche associate. Le diverse tecniche di neuroimmagine hanno dato un grande contributo nell`identificare le basi neurobiologiche della dipendenza da sostanze e nello spiegare i deficit riscontrati nel consumatore di droghe (ad esempio, alterazione del sistema dopaminergico della gratificazione, dei processi decisionali e deficit di controllo prefrontale sui comportamenti, ecc.). Questo congresso sarà l`occasione per capire come queste tecniche , riportano evidenze che, possono condurre a nuovi modelli interpretativi e, sulla base di questi, a nuovi modelli di diagnosi, cura e riabilitazione". 07-11-2012 11:34 ITALIA/Referendum Usa. Il plauso dei Radicali A Torino il Consiglio Comunale sara' presto chiamato a pronunciarsi su sei referendum consultivi proposti dai radicali: road pricing, consumo del suolo, ruota panoramica, droghe, prostituzione ed estensione citta' metropolitana. A ricordarlo e' Silvio Viale, neo confermato presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale eletto nelle liste del PD, che, guardando agli Usa e alle elezioni americane, auspica 'come anche in Italia sia presto possibile effettuare election day referendari senza timore del pronunciamento popolare'. 'Al di la' dei risultati specifici - afferma Viale - dagli USA ci arriva la grande lezione dei referendum nel giorno delle elezioni. Un election day referendario che fa onore a quella democrazia, ma che in Italia trova grandi difficolta perche' la partitocrazia ha grande paura del pronunciamento popolare'. Viale crede 'che i tempi siano maturi perche' sulle grandi questioni etiche, come negli USA, si chieda direttamente agli italiani quali politiche attuare. Oggi in alcuni stati gli americani hanno deciso a favore dell'uso della cannabis per uso terapeutico e per legalizzare quello ricreativo. In altri per riconoscere i matrimoni gay. In Florida e' stato respinto un refrendum contro l'aborto. In Massachussets per soli 35.000 voti (51% contro 49%) e' stata respinta la proposta di legalizzare il suicidio medicalmente assistito. Mi pare di potere affermare c'e' questi risultati, anche quello sul suicidio assistito, dimostrano come sui diritti civili la direzione di marcia verso la loro estensione sia chiara e sia solo una questione di tempo. 07-11-2012 11:21 USA/Referendum cannabis. Ok uso ludico in Colorado e Washington. Ok terapeutico in Massachusetts Il Colorado e Washington sono diventati i primi due Stati americani a legalizzare completamente la marijuana mentre gli elettori dell'Oregon hanno detto no alla vendita libera della cannabis. E' il dato piu' significativo che emerge dai 127 referendum svoltisi nell'Election Day Usa e che segna un cambiamento epocale per l'America perche' sara' possibile acquistare e fumare spinelli a Denver e Seattle con la stessa tranquillita' con cui oggi lo si fa ad Amsterdam. Altri due Stati hanno votato sull'uso alla marijuana, ma solo a scopo terapeutico: il Massachusetts, dove e' stato approvato, e l'Arkansas, che ha invece respinto la proposta. Salgono cosi' a 19, incluso il District of Columbia della capitale Washington, gli Stati che ammettono l'uso terapeutico della marijuana, la cui estensione, in un quesito separato, e' stata infine bocciata dal Montana. Nello Stato nord-occidentale di Washington, secondo i risultati parziali il 55,4% degli elettori ha detto si' alla proposta di legge 502, una percentuale maggiore di quella registrata in Colorado, dove i voti favorevoli all'Emendamento 64, sempre a scrutinio incompleto, risultano pari al 53%. Nei due Stati sara' cosi' consentito a tutti i cittadini di eta' superiore ai 21 anni di acquistare fino a un'oncia (28,35 grammi) di marijuana nei punti vendita autorizzati e di far crescere fino a sei piantine di cannabis nella propria abitazione. Resta invece proibito fumare la sostanza in pubblico. Si tratta di un'aperta sfida alla legislazione federale, che considera la marijuana una droga illegale. E' ora quindi attesa la risposta del governo centrale. I vuoti normativi da riempire restano comunque notevoli, in quanto l'emendamento offre pochi dettagli su come dovrebbe essere regolata un'industria della marijuana ricreativa. E' comunque previsto che gli esercizi che la venderanno siano distinti dagli operatori che vendono marijuana a scopo medico e che la loro supervisione venga affidata al Fisco federale. 07-11-2012 11:18 ITALIA/Bimbo 17 mesi intossicato da fumo passivo di hashish e Voltaren. Genitori denunciati Ha corso un grave rischio un bambino marocchino di 17 mesi, ricoverato d'urgenza alcuni giorni fa nel reparto di rianimazione all'ospedale Civile di Brescia a causa di un'intossicazione da cannabinoidi, aggravata dalla somministrazione di una pastiglia di Voltaren. Ora le sue condizioni sono migliorate, ma per i genitori e' scattata una denuncia e il piccolo e' stato affidato ai servizi sociali. Dagli accertamenti della squadra mobile della questura di Brescia, che ne ha dato notizia oggi, e' emerso che il giorno precedente al ricovero la madre del piccolo, una marocchina di 38 anni, il compagno, un connazionale di 39, ed un 30enne brasiliano che li ospitava nel suo appartamento a Brescia, avevano consumato hashish in casa senza aprire le finestre per arieggiare le stanze. L'inalazione del fumo per gli investigatori e' la causa dell'intossicazione del bambino. Gli agenti hanno trovato nell'appartamento tracce di hashish, che i tre hanno ammesso aver consumato per l'intera giornata. La madre, il suo compagno ed il brasiliano sono stati denunciati per lesioni. Il caso e' finito sulla scrivania della Procura dei minorenni di Brescia, perche' si adottino provvedimenti per tutelare la salute del bambino. 07-11-2012 11:12 RUSSIA/Attivista opposizione condannata per spaccio droga.... I giudici del tribunale regionale di Smolensk hanno confermato in appello la condanna a otto anni di carcere per l'attivista dell'opposizione russa, Taisa Osipova, ritenuta colpevole di spaccio di droga. Lo hanno reso noto gli avvocati della donna, madre di una bambina piccola e malata di diabete. Il caso, giudicato politicamente motivato dai difensori per i diritti umani, aveva sollevato l'attenzione dell'allora presidente Dmitri Medvedev che aveva definito il verdetto "troppo duro". L'accusa aveva chiesto quattro anni, poi raddoppiati dai giudici. I legali della donna hanno gia' dichiarato di essere pronti ad arrivare fino alla Corte Suprema e al tribunale dei diritto dell'Uomo a Strasburgo. 06-11-2012 10:11 URUGUAY/Legalizzazione cannabis. Carta di credito per l'acquisto Nell'ambito del progetto di legge inviato al Parlamento per legalizzare il consumo di marijuana, il governo del presidente Jose' Mujica analizza la possibilita' di consentire ai consumatori di acquisire 40 grammi di stupefacente al mese, attraverso una carta di credito a barre. In un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano 'La Republica', lo ha reso noto il responsabile della Giunta Nazionale della Droga, Julio Calzada precisando che e' anche allo studio la creazione di 'un ente statale', che gestisca le norme previste dalla legge, che consta di un solo articolo. Calzada ha sottolineato che la carta di credito consentira' di controllare la quantita' di droga acquisita, ma non conterra' i dati del consumatore. I 40 grammi di marijuana avranno un costo di circa 28 euro, lo stesso prezzo del mercato nero, ma sara' di qualita' superiore. Secondo stime ufficiose, attualmente, sono almeno 20.000 i consumatori abituali di marijuana, in un Paese di circa 3,2 milioni di abitanti. 06-11-2012 10:09 USA/Cocaina. Droga da infarto per antonomasia. Studio La droga 'da infarto' per antonomasia? La cocaina. Che mina la salute anche dei cuori piu' giovani. La conferma arriva da uno studio presentato al convegno dell'American Heart Association 2012 in corso a Los Angeles, da ricercatori del Royal North Shore Hospital di Sidney (Australia). Gli esperti assicurano di aver rilevato, in persone che fanno uso regolare di cocaina come 'svago', arterie piu' rigide, pressione sanguigna piu' alta e parete del muscolo cardiaco piu' spessa rispetto ai non utilizzatori: tutti fattori che aumento il rischio di un attacco cardiaco. La verifica e' avvenuta attraverso risonanza magnetica, per misurare gli effetti della cocaina in 20 adulti sani, consumatori cronici della polvere bianca, di cui avevano fatto almeno una 'sniffata' al mese nell'ultimo anno. Rispetto a 20 individui sani non drogati, i consumatori di cocaina avevano dal 30% al 35% di aumento dell'irrigidimento dell'aorta; 8 mm Hg in piu' di pressione sistolica e uno spessore del 18% maggiore della parete del ventricolo sinistro del cuore. "E' cosi' triste - commenta Gemma Figtree, ricercatore principale dello studio - ma stiamo assistendo a casi di infarto fra persone giovani e in forma, tutti legati al consumo di cocaina. Pur essendo professionisti istruiti, non hanno alcuna conoscenza delle conseguenze per la salute dell'uso regolare di questa sostanza". ------------------------------------------- NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA! Senza il sostegno economico di persone come te non saremmo in grado di informarti. 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