====== NOTIZIARIO DROGHE ================== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito da Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel: 055.290606 (ore 15-18, da lun. a ven.) Fax: 055.2302452 URL: http://droghe.aduc.it ------------------------------------------- Il numero integrale è scaricabile a questi indirizzi in versione TXT o PDF: http://droghe.aduc.it/generale/files/file/newsletter/Droghe-2010-18.txt http://droghe.aduc.it/generale/files/file/newsletter/Droghe-2010-18.pdf ------------------------------------------- Archivio settimanale Dal 27-04-2010 al 03-05-2010 2010-18 (Anno X) ARTICOLI - Cannabis e lavori pericolosi. Esami delle urine non servono a niente. Studio http://droghe.aduc.it/articolo/cannabis+lavori+pericolosi+esami+urine+non+servono_17457.php COMUNICATI - Cannabis e censura. La vendita di semi è legale, ma gli imprenditori continuano a finire in galera e i siti Internet vengono chiusi http://droghe.aduc.it/comunicato/cannabis+censura+vendita+semi+legale+ma_17452.php NOTIZIE - Narcos a Ciudad Juarez. Sessanta morti nell'ultima settimana http://droghe.aduc.it/notizia/narcos+ciudad+juarez+sessanta+morti+nell+ultima_117653.php - Morte Cucchi. Ordine medici difende categoria: non sarebbe bastata acqua zuccherata http://droghe.aduc.it/notizia/morte+cucchi+ordine+medici+difende+categoria+non_117652.php - Cannabis, Tribunale federale: costretti a condannare, non dovrebbe essere proibita http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+tribunale+federale+costretti+condannare_117641.php - Cannabis Cusine. Nuovo programma tv per imparare a cucinare marijuana http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+cusine+nuovo+programma+tv+imparare_117640.php - Studio: elettroagopuntura provoca aumento endocannabinoidi http://droghe.aduc.it/notizia/studio+elettroagopuntura+provoca+aumento_117639.php - Guerra alla droga. Afghani in piazza contro esecuzione connazionali in Iran http://droghe.aduc.it/notizia/guerra+alla+droga+afghani+piazza+contro+esecuzione_117636.php - Guerra alla droga. Tre aerei militari da inviare al Paraguay http://droghe.aduc.it/notizia/guerra+alla+droga+tre+aerei+militari+inviare+al_117630.php - Guerra alla droga, impiccato spacciatore http://droghe.aduc.it/notizia/guerra+alla+droga+impiccato+spacciatore_117624.php - Alcool. Giovanardi: chi non vuole chiusura anticipata locali notturni è schiavo delle lobby http://droghe.aduc.it/notizia/alcool+giovanardi+chi+non+vuole+chiusura+anticipata_117620.php - Morte Cucchi, Procura: picchiato e non curato, ma non è omicidio. Sono 13 gli indagati http://droghe.aduc.it/notizia/morte+cucchi+procura+picchiato+non+curato+ma+non_117617.php - Cannabis. Studio: diffusa fra schizofrenici per alleviare sintomi malattia http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+studio+diffusa+schizofrenici+alleviare_117615.php - Droga. Risorge la storica associazione 'Mamme contro il proibizionismo' http://droghe.aduc.it/notizia/droga+risorge+storica+associazione+mamme+contro_117614.php - Cannabis terapeutica, incontro pubblico a Bolzano sull'esperienza sudtirolese http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+incontro+pubblico+bolzano+sull_117599.php - Iss: beve alcool il 70% degli italiani, 11% guida dopo aver bevuto http://droghe.aduc.it/notizia/iss+beve+alcool+70+italiani+11+guida+dopo+aver_117597.php - Morte Cucchi, sempre più nei guai i medici del Pertini http://droghe.aduc.it/notizia/morte+cucchi+sempre+piu+nei+guai+medici+pertini_117596.php - Cannabis potrebbe accelerare processo di alterazione della girificazione nei giovani http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+potrebbe+accelerare+processo+alterazione_117592.php - Bollettino di guerra alla droga: 16 morti a Ciudad Juarez in un giorno solo http://droghe.aduc.it/notizia/bollettino+guerra+alla+droga+16+morti+ciudad+juarez_117583.php - Oppio. Produzione e guadagni in crescita a sud http://droghe.aduc.it/notizia/oppio+produzione+guadagni+crescita+sud_117576.php - Dipendenze e cervello. Studio del Dpa http://droghe.aduc.it/notizia/dipendenze+cervello+studio+dpa_117575.php - Carceri. Bernardini (Radicali) in sciopero della fame. Garante detenuti Firenze: scarcerare tossicodipendenti http://droghe.aduc.it/notizia/carceri+bernardini+radicali+sciopero+della+fame_117572.php - Morte Cucchi, commissione parlamentare Ssn pubblica documenti indagine http://droghe.aduc.it/notizia/morte+cucchi+commissione+parlamentare+ssn+pubblica_117571.php - Polizia di Manchester: 83% degli atti violenti commessi sotto effetto di cocaina http://droghe.aduc.it/notizia/polizia+manchester+83+atti+violenti+commessi+sotto_117569.php - Cannabis, maggioranza dei canadesi vuole legalizzarla http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+maggioranza+dei+canadesi+vuole_117567.php - Tossicodipendenza, allo studio nuovo approccio di gruppo per adolescenti http://droghe.aduc.it/notizia/tossicodipendenza+allo+studio+nuovo+approccio_117566.php - Altri due carabinieri indagati per omicidio pusher http://droghe.aduc.it/notizia/altri+due+carabinieri+indagati+omicidio+pusher_117561.php - Aids e tossicodipendenza, l'Iran più efficace e 'progressista' di Paesi occidentali http://droghe.aduc.it/notizia/aids+tossicodipendenza+iran+piu+efficace_117559.php - Tossicodipendenza. Royal College of Nursing: adottare le stanze del consumo, funzionano http://droghe.aduc.it/notizia/tossicodipendenza+royal+college+of+nursing+adottare_117541.php - Cocaina, scoperto enzima per neutralizzarne la tossicità http://droghe.aduc.it/notizia/cocaina+scoperto+enzima+neutralizzarne+tossicita_117540.php - Proibizionismo. Indagine: 3,4% adolescenti ha spacciato droga http://droghe.aduc.it/notizia/proibizionismo+indagine+adolescenti+ha+spacciato_117539.php - Neo ministro Galan: l'agricoltura contro la tossicodipendenza http://droghe.aduc.it/notizia/neo+ministro+galan+agricoltura+contro_117535.php - Il corpo umano produce morfina autonomamente http://droghe.aduc.it/notizia/corpo+umano+produce+morfina+autonomamente_117526.php IL PREZZO DEL PROIBIZIONISMO dalle cronache locali gli effetti della legge vigente dati dal 05/01/2010 al 03/05/2010 sequestri droghe leggere (kg) 3.369 droghe pesanti (kg) 2.784 dosi droghe sintetiche 462.906 piante di cannabis 376.450 flaconi di metadone 11.355 vittime morti 32 arresti 3.083 giorni di reclusione 2.533 riepilogo settimanale   27/04/2010- 03/05/2010 sequestri droghe leggere (kg) 170 droghe pesanti (kg) 180 dosi droghe sintetiche 35.000 piante di cannabis 190.000 flaconi di metadone 55 vittime morti 2 arresti 220 giorni di reclusione 140 dati 2009: 01/01/09 - 04/01/10 * sequestri - droghe leggere: Kg 17.986,1 - pesanti: Kg 6.122,8 - sintetiche: dosi 304.722 - cannabis: piante 2.298.804 - semi 1.334 - metadone: flaconi 2.509 * vittime - morti: 49 - feriti: 17 - arresti: 5.155 - giorni di reclusione: 93.050 ------------------------------------------- ARTICOLI 30-04-2010 11:59 Cannabis e lavori pericolosi. Esami delle urine non servono a niente. Studio Vorresti salire su un autobus se il conducente si è appena fatto una canna o bevuto una bottiglia di vino? Sicuramente no. Per accertarsi che questo non accada, anche in Italia si stanno diffondendo i controlli antidroga e antialcool sui lavoratori 'a rischio". Dai conducenti di automobili a quelli di macchinari industriali, un crescente numero di lavoratori deve sottoporsi a esami periodici. Ma se quel conducente avesse fumato o bevuto tre giorni o tre settimane fa? Egli sarebbe perfettamente sobrio ed in grado di guidare in sicurezza al pari di chi non ha mai né fumato né bevuto. Eppure, se sottoposto ai test, questo conducente sobrio sarebbe esonerato per il consumo di alcool, anche se consumato qualche ora prima; al contrario, per il consumo di cannabis, anche se consumata qualche giorno o settimana prima, sarebbe licenziato, perseguito penalmente e messo alla gogna sui media. Questo accade per due motivi. Il primo ha a che fare con le contraddizioni del proibizionismo sulle droghe, che da una parte stigmatizza e reprime il consumo anche responsabile di cannabis, dall'altra condona e spesso promuove il consumo di alcool, una sostanza infinitamente più dannosa alla salute e alla società della marijuana. Il secondo motivo ce lo spiegano, ancora una volta, gli scienziati. Un ampio studio pubblicato sulla rivista scientifica Addiction rivela che il test delle urine non serve a migliorare la sicurezza sul lavoro. Le analisi delle urine, spiegano gli scienziati, rilevano la presenza di bioprodotti solubili e inerti della marijuana. I più comuni fra questi bioprodotti rimangono nelle urine per giorni, settimane e persino mesi dopo l'ultima assunzione. Non è quindi possibile distinguere fra chi ha in passato consumato cannabis, anche in maniera occasionale, e chi invece lavora intossicato. Al contrario, i test alcolemici sono in grado di rilevare, anche se approssimativamente, lo stato di intossicazione. I ricercatori della University of Victoria nel British Columbia hanno riesaminato la letteratura scientifica degli ultimi 20 anni sull'efficacia dei test antidroga per i lavoratori, con particolare enfasi sulla cannabis - la sostanza più sovente rilevata con i test antidroga. Gli studiosi scrivono: "Non è chiaro che il consumo anche pesante di marijuana metta a rischio la sicurezza sul lavoro, a meno che non venga consumata poco prima o durante il turno di lavoro; i test delle urine sono poco attendibili e non riescono a individuare i lavoratori che mettono a rischio la sicurezza; i test antidroga sono legati ad una riduzione dei casi in cui viene rilevato l'uso di cannabis fra i lavoratori, ma questo non significa che ci siano meno consumatori di cannabis; non è stato ancora dimostrato che l'analisi delle urine produca una diminuzione degli incidenti sul lavoro". Gli autori concludono, "E' sconsigliato utilizzare gli esami delle urine quale strumento per individuare chi mette a rischio la sicurezza sul lavoro per uso di cannabis".     Pietro Yates Moretti ------------------------------------------- COMUNICATI 29-04-2010 12:44 Cannabis e censura. La vendita di semi è legale, ma gli imprenditori continuano a finire in galera e i siti Internet vengono chiusi   Il vicepresidente del consiglio comunale di Vicchio (Firenze) è finito dietro le sbarre. L'accusa? La vendita legale di semi di canapa, una pratica riconosciuta dal diritto italiano e internazionale. Evidentemente non la pensa cosi' il Tribunale di Bolzano, che -almeno da quanto si apprende dalla stampa- ha sbattuto in galera il politico e imprenditore 32enne Marco Gasparrini insieme all'altro socio di "Semitalia" anche per istigazione; mentre il loro sito Internet (www.semitalia.it) e' stato sottoposto a sequestro preventivo. Ricordiamo che i semi di canapa non possono venir considerati come sostanze stupefacenti, vista la legge n. 412/1974, la Convenzione unica sugli stupefacenti di New York del 1961 e, da ultimo, la tabella I Decreto Ministero della Salute 11 aprile 2006. Non solo. Lo stesso Tribunale di Bolzano aveva riconosciuto la legittimità della vendita di semi in un pronunciamento di appena due mesi fa ottenuto dall'avv. Carlo Alberto Zaina, consulente legale Aduc. Purtroppo, se è pacifico che i semi di cannabis siano legali, negli ultimi anni la guerra alla droga è diventata anche guerra alla libertà di espressione. Siccome alcuni soggetti comprano semi per coltivare illegalmente canapa, ecco che il venditore viene a sua volta accusato del reato d'opinione di istigazione a delinquere. La vendita in se' è legale, ma farlo alla luce del sole -magari via Internet con una società regolarmente registrata con quell'oggetto sociale, come Semitalia- diventa un reato d'opinione. Un'assurdità sia dal punto di vista giuridico che logico. Sarebbe come accusare di istigazione a delinquere un negoziante di casalinghi perche' vende coltelli, utilizzati a volte per commettere reati. Ma a questo si è ridotta la fallimentare guerra alla droga: a far tacere, persino col carcere, chi anche indirettamente non condivide la strategia proibizionista e repressiva sulla canapa.     Pietro Yates Moretti ------------------------------------------- NOTIZIE 03-05-2010 20:11 Narcos a Ciudad Juarez. Sessanta morti nell'ultima settimana La guerra tra bande di 'narcos' nell'ultima settimana ha provocato altri 62 morti a Ciudad Juarez, citta' messicana al confine con gli Stati Unite considerata uno dei luoghi piu' pericolosi del pianeta. Le autorita' hanno reso noto che nelle sole giornate di sabato e domenica le vittime sono state 25. Sono i due i principali cartelli che si fronteggiano in una lotta senza esclusione di colpi per il controllo del lucroso traffico verso il mercato statunitense. Con i suoi 1,3 milioni di abitanti, con la texana El Paso forma in pratica un unico nucleo urbano tagliato in due dalla frontiera tra Usa e Messico, di cui ha fama di essere la citta' piu' violenta. 03-05-2010 16:33 Morte Cucchi. Ordine medici difende categoria: non sarebbe bastata acqua zuccherata "E' privo di valenza scientifica far credere all'opinione pubblica che lo sfortunato Stefano Cucchi poteva essere salvato con un semplice bicchiere di acqua e zucchero. Sostenere questa tesi significa accreditare l'idea di dirigenti ospedalieri, medici e infermieri totalmente incompetenti o peggio indifferenti, al limite del sadismo". Ad affermarlo e' il presidente dell'Ordine provinciale dei medici di Roma, Mario Falconi, che ha convocato per domani sera un Consiglio straordinario dell'Ordine. Obiettivo, esaminare gli sviluppi della vicenda che ha causato il decesso di Stefano Cucchi, il giovane morto mentre era ricoverato in regime di detenzione all'ospedale Sandro Pertini. "Per quanto riguarda la nostra categoria - sottolinea il presidente dell'Ordine dei medici di Roma - non ci stiamo a prenderci colpe e cause che ci vengono scaricate addosso, forse per alleggerire altre spalle da questo pesante carico di accuse. L'opinione pubblica e la famiglia di Stefano Cucchi - conclude Falconi - sappiano che, in ogni caso, se saranno accertate omissioni di cura o falsificazioni di certificazioni, anche se indotte o peggio imposte, prenderemo provvedimenti esemplari". 03-05-2010 13:33 Cannabis, Tribunale federale: costretti a condannare, non dovrebbe essere proibita Un giudice federale, nel condannare un venditore autorizzato di cannabis, ha suggerito alle autorità federali di rivedere il divieto di questa sostanza. La vicenda riguarda Charles Lynch, proprietario di una dei tanti distributori autorizzati dalla legge della California a coltivare e vendere marijuana per scopi terapeutici. Ma se la California ha legalizzato da tempo la sostanza, non altrettanto hanno fatto le autorità federali. I californiani si trovano così in una situazione di legalità di fronte alle autorità locali e statali, ma non quelle federali. A complicare la vicenda anche il passaggio dall'Amministrazione Bush, che aveva dato mandato alle forze dell'ordine federali di reprimere ogni violazione senza pietà, a quella Obama che invece si è impegnata a chiudere un occhio laddove vi siano leggi statali in materia. A fare le spese di questa ambiguità è l'ennesimo imprenditore che aveva fatto di tutto per rispettare alla lettera la legge statale. E il giudice, pur dovendo condannare come previsto dalle leggi federali, lo ha notato. "Individui come Lynch rimangono intrappolati in mezzo ai cambiamenti di indirizzo politico (sulla marijuana) delle autorità governative", ha scritto George H. Wu, giudice del tribunale federale di Los Angeles. "Molti dei problemi sorti in questo caso potrebbero essere risolti ... attraverso la cancellazione della marijuana dalla Tabella I", ovvero l'elenco delle sostanze illegali tra cui anche eroina e cocaina. 03-05-2010 13:18 Cannabis Cusine. Nuovo programma tv per imparare a cucinare marijuana Come cucinare pietanze con la cannabis. E' questo che intende fare un nuovo programma televisivo in Colorado, dal nome "Cannabis Cusine". Andrà in onda dalla fine di maggio ed è indirizzato ai pazienti che legalmente ricevono prescrizioni di cannabis terapeutica. Dagli antipasti ai dessert, alcuni chef metteranno a disposizione le loro abilità per il nuovo programma sponsorizzato da alcune associazioni di pazienti al fine di insegnare un metodo di assunzione più salutare della sostanza rispetto alle tradizionali canne. La star del programma culinario sarà lo chef Ian Currie, egli stesso malato e consumatore di cannabis a scopi terapeutici. Lo accompagnerà la pasticciera Grace Kruse. "Stiamo andando contro qualcosa come 70 anni di proibizionismo sulla marijuana", ha commentato Corey Chavez, dell'associazione Sensible Durango e creatore della serie tv. "E' davvero incredibile poter prendere parte alla reintroduzione di questa sostanza nella società". 03-05-2010 10:59 Studio: elettroagopuntura provoca aumento endocannabinoidi  Già nel 1989 si era notato che il tetraidrocannabinolo, cioè il componente principale della Cannabis, era in grado di aumentare l’effetto antidolorifico dell’agopuntura (Xu SF et al., 1989). Il dato non è scontato: talora gli analgesici si comportano in modo antagonista fra loro, così che la loro somministrazione simultanea invece che un potenziamento provoca una riduzione degli effetti sperati. Più di recente Autori cinesi hanno dimostrato, in un modello sperimentale e non clinico, che l’elettroagopuntura provoca un aumento dell’anadamide nei tessuti degli animali. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Pain. L’anandamide è un endocannabinoide, cioè una sostanza che il nostro organismo, e quello degli animali, produce e che ha effetti simili a quelli dei cannabinoidi, i componenti attivi della Cannabis. Un antagonista dei recettori cellulari dei cannabinoidi detti CB1 non alterava l’effetto analgesico dell’agopuntura, che invece era ridotto da un antagonista dell’altro tipo di recettore, il CB2, e ciò suggerisce che l’elettroagopuntura potenzi il rilascio dell’anandamide dai tessuti infiammati, e che l’attivazione dei recettori periferici CB2 contribuisca all’effetto analgesico della metodica. (Fonte: Francesco Crestani, medico-chirurgo, presidente Associazione Cannabis Terapeutica) 03-05-2010 10:30 Guerra alla droga. Afghani in piazza contro esecuzione connazionali in Iran Centinaia di persone sono scese in piazza ieri a Kabul per criticare il governo dell'Iran responsabile, a loro avviso, di mettere a morte in modo indiscriminato cittadini afghani immigrati. Lo riferisce l'agenzia di stampa Pajhwok. I manifestanti hanno sfilato dal quartiere di Shar-e-Now, dove si trova l'ambasciata iraniana, verso il centro della capitale, gridando slogan ostili al presidente Mahmud Ahmadinejad. Lo spunto della protesta e' stato dato da notizie recenti riguardanti sei rifugiati afghani, accusati di narcotraffico, che sono stati di recente impiccati per ordine delle autorita' iraniane. Gli animi si sono ulteriormente riscaldati quando ieri membri della Wolesi Jirga (Camera bassa) hanno reso noto che parti dei corpi delle persone messe a morte sono state portate via. Gia' un mese fa la stessa Camera aveva esaminato un rapporto proveniente dal governatore della provincia di Herat, secondo cui almeno 45 afghani che si trovavano nelle carceri iraniane erano stati impiccati senza alcuna comunicazione alle autorita' di Kabul. Le organizzazioni afghane di difesa dei diritti umani hanno ricordato che nelle prigioni di Teheran e di altre citta' iraniane sono detenuti migliaia di afghani condannati a morte ed in attesa dell'esecuzione. L'ex candidato presidenziale Ramazan Bashardost, aderendo alla protesta, ha proposto che i manifestanti circondino 'l'ambasciata iraniana a Kabul e restino la' fino a quando il governo di Teheran non porra' fine al trattamento inumano' riservato agli afghani. 01-05-2010 11:13 Guerra alla droga. Tre aerei militari da inviare al Paraguay Il Senato brasiliano ha dato il primo via libera giovedi' alla cessione di tre aerei militari al Paraguay. Per la consegna dei Tucanos T-27 della Embraer si dovra' attendere il si' dell'Aula (dopo quello della commissione) e il disco verde della Camera. La donazione, parte di un accordo di cooperazione militare tra i due paesi, si produce in un momento delicato per le attenzioni di Brasilia e Asuncion in tema di sicurezza. Il governo paraguaiano e' infatti impegnato in una imponente operazione di contrasto a organizzazioni di narcotraffico nella frontiera con il Brasile. Un'azione che prende le mosse da un episodio criminale che ha suscitato vasta eco nella regione: lunedi' il senatore paraguaiano Robert Acevedo e' rimasto ferito in un attentato che la giustizia di Montevideo - e lo stesso parlamentare - attribuisce al gruppo brasiliano Pcc (Primero comando da Capital). Il governo paraguaiano ha indetto, non senza causare polemiche, lo stato di eccezione nelle province settentrionali in cui si e' registrata la maggiore densita' di azioni criminali. L'esercito e' stato dotato per un periodo di trenta giorni di maggiori poteri di pattugliamento e intervento, oltre che della potesta' di effettuare arresti senza mandato di cattura. 01-05-2010 10:58 Guerra alla droga, impiccato spacciatore Un uomo, riconosciuto colpevole di traffico di droga, è stato impiccato nel carcere di Ardebil, nell'Iran nordoccidentale. Lo riferisce l'agenzia d'informazione 'Fars', che non rivela l'identità della vittima. L'uomo era stato arrestato alcuni mesi fa perché trovato in possesso di oltre un chilo di eroina. Omicidio, stupro, rapina a mano armata, traffico di droga e adulterio sono alcuni dei reati punibili in Iran con la pena di morte. In un rapporto sulla pena di morte pubblicato da Iran Human Rights, un'organizzazione che si batte contro la pena capitale, si stima che nel 2009 in Iran sono state eseguite 402 esecuzioni capitali, il dato più alto degli ultimi dieci anni. 30-04-2010 15:43 Alcool. Giovanardi: chi non vuole chiusura anticipata locali notturni è schiavo delle lobby Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in una nota afferma: "Nel 2009, in Italia, negli incidenti stradali sono stati registrati un milione di feriti, tra cui 150.000 invalidi permanenti gravi (oltre 9 punti percentuali), 20.000 invalidi permanenti gravissimi (paraplegici, pazienti in stati vegetativi, ecc.) e 4.731 morti. Nelle prime 16 settimane dell'anno, nelle cosiddette stragi del sabato sera, c'e' stato un aumento della mortalita' del 27%, purtroppo, in controtendenza con i dati dello scorso anno che vedevano un calo della mortalita' del 24%. Considero scandaloso che PD e IDV abbiamo chiesto al Senato l'accantonamento dell'emendamento che prevedeva finalmente un qualche limite, valido su tutto il territorio nazionale, relativo alla chiusura dei locali notturni (alle ore 4) e alla vendita e somministrazione di alcolici (stop alle 3 per tutti). E' altrettanto negativo che si aprano varchi alla giusta severita' del ritiro della patente per chi guidando dopo aver abusato dell'alcol o sotto l'effetto di stupefacenti mette a rischio la propria e l'altrui incolumita'. La prossima settimana in Aula al Senato questi nodi dovranno essere sciolti secondo la linea chiesta con forza dall'opinione pubblica, senza soggiacere alle pressioni delle solite lobbies organizzate che nei giorni scorsi (vedi caso confesercenti) si sono attivate per contrastare l'introduzione di ogni regola di buonsenso". 30-04-2010 13:16 Morte Cucchi, Procura: picchiato e non curato, ma non è omicidio. Sono 13 gli indagati E' stato lasciato morire Stefano Cucchi. Per ore i medici della struttura protetta dell'ospedale Sandro Pertini di Roma, dove il geometra romano morì il 22 ottobre scorso (una settimana dopo il suo arresto per possesso di droga),per giorni non hanno fatto nulla, non hanno messo in atto neanche le piu' elementari procedure, come somministrare un cucchiaino di zucchero, che gli avrebbero potuto salvare la vita. E' un quadro drammatico quello che emerge dal capo di imputazione firmato dai pm della Procura di Roma Vicenzo Barba e Maria Francesca Loy depositato oggi. In totale sono tredici gli indagati al termine di una inchiesta durante la quale i pm hanno acquisito oltre 80 testimonianze. Per sei medici, tre infermieri e un dirigente del provveditorato regionale dell'Amministrazione penitenziaria (Prap) le accuse sono, a vario titolo, di favoreggiamento, abbandono di incapace, abuso d'ufficio e falsità ideologica. I reati contestati, invece, ai tre agenti penitenziari sono lesioni e abuso di autorita'. Per i primi viene a cadere l'accusa di omicidio colposo ma secondo i magistrati della procura di Roma, la morte conseguente all' "aabbandono di persona incapace" profila una fattispecie piu' grave, sanzionabile fino ad 8 anni di reclusione rispetto ai 5 anni previsti dall'omicidio colposo. Nel capo di imputazione i pm scrivono che i medici e gli infermieri in servizio dal 18 ottobre al 22 ottobre dello scorso anno "abbandonavano Stefano Cucchi del quale dovevano avere cura" in quanto "incapace di provvedere a se stesso". Le condizioni del giovane geometra romano erano gravi e quindi "esigeva il pieno attivarsi dei sanitari" che invece "omettevano di adottare i piu' elementari presidi terapeutici e di assistenza". Al personale ospedaliero tra le varie omissioni contestate ce n'e' una che riguarda la mancata somministrazione di zucchero al paziente. Gli indagati non hanno mosso un dito anche se Cucchi, come rilevato da esami effettuati il 19 ottobre, aveva "valori di glicemia ematica pari a 40 mg/dl" che e' "al di sotto della soglia ritenuta dalla letteratura scientifica come pericolosa per la vita". Secondo i pm non si e' intervenuto "neppure con una semplice misura quale la somministrazione di un minimo quantitativo di zucchero sciolto in un bicchiere d'acqua che il paziente assumeva regolarmente, misura questa idonea ad evitare il decesso". Secondo quanto ricostruito dai magistrati capitolini, dopo il pestaggio (fu preso a calci e spinto) messo in atto dalle guardie carcerarie il 16 ottobre, in una delle celle di sicurezza del tribunale di Roma, dove Cucchi si trovava in attesa dell'udienza di convalida, e' scattata una vera e propria operazione di copertura per impedire che la verita' venisse fuori. In particolare il funzionario del Prap istigo' uno dei medici indagati che il 17 ottobre era in servizio presso la struttura protetta del Pertini "a indicare falsamente nell'esame obiettivo riportato nella cartella clinica redatta all'ingresso del paziente che le condizioni generali di Cucchi erano 'buone'". Il responsabile regionale dell'amministrazione penitenziaria, inoltre, "si sarebbe recato in orario extralavorativo (sabato 17 ottobre alle 18) al Pertini redigendo la richiesta di disponibilità del posto letto per il ricovero di Cucchi che si trovava presso il pronto soccorso del Fatebenefratelli". I pm nell'atto di conclusione indagini accusano il medico di turno nella struttura protetta del Pertini, Flaminia Bruno, di aver dichiarato il falso nel certificato di morte di Cucchi. La dottoressa ''avrebbe falsamente attestato che si trattava di morte naturale, pur essendo a conoscenza delle patologie di cui era affetto''. I medici dell'ospedale romano, in un primo tempo sospesi e poi reintegrati, ora continuano ad essere in servizio. Il segretario provinciale di Roma dell'Ordine dei Medici, Filippo Custureri, precisa che "l'indagine dell'Ordine subito attivata ora attende l'esito di un eventuale processo". Amaro il commento del legale della famiglia Cucchi: "Le ultime ore della vita di Stefano ricordano quelle degli internati di Auschwitz". "La mia prima valutazione, in attesa di conoscere meglio le decisioni prese dalla procura, e' decisamente negativa. Per un verso c'e' un elemento simbolico molto importante che rischia di avere pesanti ripercussioni sull'opinione pubblica. Stiamo parlando di un giovane uomo morto. Bene, la parola omicidio non compare nei capi di imputazione". Questo, ai microfoni di CNRmedia, il primo commento di Luigi Manconi, presidente dell'associazione "A Buon Diritto'". "Stefano Cucchi  viene ricoverato nel reparto detentivo del Pertini in quanto ha subito un pestaggio, perche' ha subito violenze. Violenze documentate, riconosciute, certificate, e sono queste violenze che hanno portato Stefano in quel luogo dove non e' stato curato. Questo nesso di causa ed effetto e' stato ingorato. Quelle violenze hanno inciso pesantemente sul percorso sanitario determinando la successione di fatti patologici che lo hanno portato alla morte. Le percosse hanno un ruolo decisivo, cio' viene ignorato. Questa causa precisa, puntualmente descritta dalle perizie, cioe' il pestaggio subito, diventa qualcosa di incerto e approssimativo. Viene separato dal rapporto di causa-effetto con la morte di Stefano Cucchi. Questo e' un errore estremamente grave che rischia di compromettere l'andamento del processo". 'Sono particolarmente soddisfatto delle conclusioni dell'inchiesta sulla morte del giovane Stefano Cucchi che indicano nell'abbandono da parte dei medici la causa determinante del decesso in un soggetto gia' indebolito da patologie collegate alla tossicodipendenza. E' quello che ho sostenuto sin dal primo momento tra mille polemiche': e' quanto afferma Carlo Giovanardi (Pdl). 'Rilevo anche - aggiunge - che si vanno attenuando i rilievi mossi alla polizia penitenziaria anche alla luce del fatto che i PM hanno riscontrato che il giovane Cucchi era stato ricoverato ben 17 volte in Pronto soccorso negli anni precedenti per traumi e ferite causate da cadute, incidenti o lesioni inferte da terze persone'. 'Derubricare le accuse per la morte di Stefano Cucchi dal reato di omicidio a quello di lesioni e' grave e rischia di non portare a galla la verita', cioe' chi e' il responsabile per la morte del ragazzo'. A commentare cosi' le accuse formulate dalla procura di Roma ai 13 indagati per la morte di Cucchi e' Patrizio Gonnella, presidente dell'associazione 'Antigone', che si batte per i diritti nelle carceri. I magistrati, infatti, hanno modificato le originarie ipotesi di accusa che erano di omicidio preterintenzionale per gli agenti ritenuti responsabili del presunto pestaggio avvenuto il 16 ottobre in una cella di sicurezza del Tribunale di Roma, e di omicidio colposo per i medici del reparto penitenziario del Sandro Pertini in cui fu ricoverato Stefano Cucchi. 'Il detenuto, prima di morire - aggiunge Gonnella - e' passato davanti a molti soggetti istituzionali: carabinieri, guardie carcerarie, direttore del carcere, infermieri e medici del reparto detentivo dell'ospedale Pertini. Si superi l'omerta' e si faccia definitiva chiarezza sulle ultime ore di Cucchi'. 'E mentre si attende l'avvio del processo - conclude Gonnella - e' necessario che tutte le persone coinvolte, compresi i medici, siano spostati dai loro incarichi'. "Il risultato dell'inchiesta terminata oggi, che cancella l'imputazione di omicidio per i rinviati a giudizio, porta soltanto ad una conseguenza: permette di continuare a giustificare e a creare i tanti casi Cucchi di ieri, di oggi, e del futuro". Lo afferma in una nota il senatore Stefano Pedica, segretario regionale dell'Italia dei Valori del Lazio. "Rescindere il filo rosso che lega la causa alla conseguenza nella tragedia di Cucchi - aggiunge Pedica - non aiuta certo a combattere e prevenire i casi di violenza commessi da parte di chi, all'opposto, dovrebbe tutelare dalla violenza. Esprimo vicinanza alla famiglia di Stefano in questo giorno triste". 'La tragica fine di Stefano Cucchi, e' una vergogna per Roma e per tutta l'Italia. L'oscena verita' che sta emergendo sulla morte del geometra, fermato dai carabinieri e deceduto al Sandro Pertini di Roma senza aver potuto incontrare ne' un avvocato ne' un familiare, e' che puo' accadere di essere arrestati e pestati a sangue in carcere e poi lasciati morire senza cure in ospedale'. E' il commento del segretario del Psi, Riccardo Nencini sulla conclusione delle indagini. "Quantomeno, in segno di rispetto per l'ex presidente della Repubblica, bisognerebbe cambiare nome all'ospedale romano e dargli quello di Stefano Cucchi. Forse questo potrebbe aiutarci a ricordare che siamo in Italia, in piena democrazia occidentale, - conclude Nencini - e non in uno qualunque dei tanti regimi totalitari che ancora prosperano nel mondo", conclude. "Nell'inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi stanno emergendo in queste ore gravissime omissioni e responsabilita' in ambito medico e penitenziario. E' necessario che la magistratura vada fino in fondo alla vicenda con la dovuta fermezza, perche' di fronte a episodi del genere non possono esistere scusanti e giustificazioni". E' quanto dice il deputato dell'Udc, Roberto Rao, membro della commissione Giustizia di Montecitorio. "Una persona sotto la giurisdizione delle istituzioni- aggiunge- deve sapere di poter contare su un sistema di garanzie e di tutela dei suoi diritti. Se vengono meno questi presupposti elementari per un Paese civile, mi chiedo che senso abbia sbandierare piani carceri o grandi riforme della giustizia". Il deputato Udc aggiunge: "Peraltro ho visitato tanti istituti di detenzione e ho visto con quale dedizione e sacrificio lavora la polizia penitenziaria. Non e' giusto quindi che l'eventuale responsabilita' di qualche 'mela marcia' pregiudichi l'immagine di un intero settore, ma e' altrettanto vero che il sacrificio di Cucchi non puo' essere vano: il ripetersi di un altro caso analogo- conclude Rao- decreterebbe il fallimento del nostro sistema-giustizia, oltre a disonorare la memoria di Stefano Cucchi e la straordinaria dignita' dimostrata dalla sua famiglia". 30-04-2010 12:59 Cannabis. Studio: diffusa fra schizofrenici per alleviare sintomi malattia L'uso di cannabis è diffuso fra le persone con schizofrenia, particolarmente fra gli uomini. Una realtà che ha portato molti politici a sostenere che c'e' un legame fra il consumo di cannabis e questa malattia. Ma è nato prima l'uovo o la gallina? Uno studio fenomenologico pubblicato sulla rivista scientifica Canadian Journal of Nursing Research rivela che la cannabis potrebbe essere non tanto una causa, ma una conseguenza della schizofrenia. I ricercatori hanno esaminato 8 soggetti con schizofrenia con una storia passata o presente di consumo di cannabis. I dati sono stati raccolti attraverso interviste approfondite e questionari sociodemografici, utilizzando il metodo fenomenologico Colaizzi. Per i ricercatori, i dati indicano che l'uso di cannabis è pari a quello di qualsiasi altro farmaco. I pazienti assumono la sostanza per alleviare i sintomi della malattia, come la mancanza di tranquillità mentale, del senso di autostima e di concentrazione. Gli studiosi invitano quindi gli operatori sanitari a prendere in considerazione i risultati di questa ricerca nel trattare i pazienti schizofrenici, una popolazione spesso stigmatizzata e inascoltata. 30-04-2010 12:28 Droga. Risorge la storica associazione 'Mamme contro il proibizionismo' "Per favore unitevi subito alla battaglia per porre fine al proibizionismo sulle droghe, così come fecero le mamme di generazioni passate con la proibizione sull'alcool negli anni '30. Ora è giunto il momento di pretendere la fine di questa insensata e punitiva criminalizzazione delle persone che usano droghe ... e l'inutile violenza e morte causata dal traffico illegale di stupefacenti". Comincia così un appello lanciato dall'associazione "Mamme contro il proibizionismo", nata ieri a San Diego, sulle orme della storica associazione che contribuì alla fine del divieto totale sull'alcool che contraddistinse l'America ai tempi di Al Capone. "Ci stiamo unendo perché abbiamo ora capito, dall'esperienza nelle nostre stesse famiglie, che la guerra alla droga produce più conseguenze negative che positive", si legge nel manifesto. "La prevenzione, la riduzione del danno e i programmi di recupero sono poca cosa e stentano a rimanere a galla per mancanza di fondi. Più di 26mila vite sono perse ogni anno negli Usa a causa di overdosi prevenibili... Una causa di morte che supera il numero di decessi provocati da armi da fuoco, omicidi e Hiv/Aids". "Invece di affrontare i problemi di droga dei nostri cari, il Paese spende miliardi per incarcerarli per il solo possesso di sostanze proibite. Oltre 1,8 milioni di persone sono state arrestate per droga negli Stati Uniti nel 2008, di cui 1,4% per il reato di possesso, e non per la vendita, la produzione o il traffico di stupefacenti. Circa la metà degli arresti riguarda il possesso di cannabis. Grazie in larga misura alla guerra alla droga, un americano su 32 è stato incarcerato, messo agli arresti domiciliari oppure in libertà vigilata sotto il controllo delle autorità statali o locali. La cosa peggiore è che non saranno mai perdonati. Quando escono dal carcere devono affrontare una vita intera di esclusione, tra cui la perdita permanente di opportunità educative e lavorative, come anche abitative. In alcuni Stati si perde anche il diritto a votare. ... E' più facile superare la tossicodipendenza che la fedina penale". Il manifesto invita quindi le famiglie a unirsi per porre fine alla guerra alla droga, definita "una guerra contro le nostre famiglie", e a pretendere che si investa pesantemente sulla prevenzione e cura della tossicodipendenza. 30-04-2010 09:28 Cannabis terapeutica, incontro pubblico a Bolzano sull'esperienza sudtirolese Il 26 aprile scorso si è svolto a Bolzano un incontro pubblico su “Cannabis terapeutica: quadro nazionale e esperienza sudtirolese; un appuntamento della Lista Bonino Pannella, presente alle elezioni comunali di Bolzano in collegamento con il candidato Spagnolli, che ha riunito forze politiche, associazioni di settore, malati, medici, giovani antiproibizionisti e cittadini diversamente interessati al tema della cannabis e della cannabis terapeutica. Ha condotto il dibattito Donatella Trevisan, candidata nella Lista e al nono giorno di sciopero della fame in sostegno all’ iniziativa nonviolenta, svolta dalla deputata radicale Rita Bernardini, per l’ approvazione urgente di misure di pena alternativa come argine alla disfatta del sistema carcerario, e giudiziario, italiano. Continua... 29-04-2010 16:39 Iss: beve alcool il 70% degli italiani, 11% guida dopo aver bevuto   Il 70% degli italiani consuma bevande alcoliche (circa 9 milioni di persone) e 4 milioni si ubriacano almeno una volta nel corso dell'anno. Lo rivela il rapporto dell'Osservatorio Nazionale Alcol-CNESP dell'ISS che presenta oggi i risultati nell'ambito dell'Alcohol Prevention Day. La percentuale di consumatori di alcol cambia all'aumentare dell'eta'. Sono a rischio soprattutto giovani e anziani. La quota di consumatori a rischio in Italia e' pari a circa 9 milioni di individui; al di sotto dell'eta' legale (16 anni) sono a rischio 1 ragazzo su 4 e 1 ragazza su 7. Tra gli ultra 65enni sono a rischio circa 1 uomo su 2 e una donna su 10. La prevalenza di consumatori a rischio e' piu' elevata tra gli uomini che tra le donne. In un anno e' aumentata, inoltre, la frequenta dei ricoveri per intossicazione alcolica per i ragazzi sotto i 14 anni d'eta': dal 13,8% del 2008 al 17,7% del 2009 (+ 28%). La quota di binge drinkers, infatti, aumenta e raggiunge i valori piu' elevati per entrambi i sessi tra i 18 e i 24 anni. Circa 600.000 ragazzi di questa fascia d'eta' ha praticato il binge drinking. Il fenomeno ha colpito anche i ragazzi al di sotto dei 16 anni, eta' minima legale di divieto di somministrazione di alcol: i valori piu' elevati si registrano tra le ragazzine di 16-17 anni (quasi il 4% rispetto alla media del 2,8%). 'Che ubriacarsi non sia un caso, che il bere a rischio non sia per alcuni solo una occasionale sventatezza o una bravata - dice Emanuele Scafato, Direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol-CNESP - lo dimostra l'1,3% dei nuovi alcoldipendenti in carico ai servizi che ha meno di 19 anni. Ogni generazione - prosegue Scafato - ha comunque il suo modello di eccedenza, il suo contesto e la bevanda o, come nel caso dei giovani, le bevande che condizionano il rischio; come gia' riportato nella presentazione della Relazione annuale trasmessa dal Ministro della Salute al Parlamento nei giovani prevale il policonsumo con una prevalenza di uso di birra, di superalcolici, di aperitivi mentre gli ultra65enni fanno registrare la piu' elevata frequenza di consumatori a rischio legato in maniera prevalente al vino con conseguenze alcol-correlate registrate in sia termini di carico di malattia cronica come cirrosi epatica, tumori, malattie cardiovascolari, che di eventi acuti legati all'incidentalita' stradale e domestica conseguente all'intossicazione alcolica o all'ebbrezza che rende indispensabile il ricorso ai ricoveri'. 11% SI METTE ALLA GUIDA DOPO AVER BEVUTO - Il 6% degli adulti italiani (18-69 anni) ha guidato sotto l'effetto dell'alcol, cioe' dopo avere bevuto nell'ora precedente almeno due unita' alcoliche, negli ultimi 30 giorni. Questa percentuale sale all'11% se si considerano solo le persone non astemie. Lo evidenziano i dati diffusi oggi dall'Osservatorio Nazionale Alcol-CNESP dell'ISS che presenta oggi i risultati di un'indagine condotta nell'ambito dell'Alcohol Prevention Day. Secondo i dati 2009 del sistema di sorveglianza Passi relativi alle 21 Regioni partecipanti, la guida sotto l'effetto dell'alcol e' un comportamento riferito piu' spesso dagli uomini (15%) che dalle donne (3%), senza marcate differenze per eta', livello di istruzione o reddito. Sono presenti differenze significative nel confronto interregionale (range: 5% Molise - 15% Valle d'Aosta e Calabria); rispetto al 2008 non si rilevano differenze rilevanti. Il 7% degli intervistati riferisce inoltre di aver viaggiato insieme a una persona che guidava sotto l'effetto dell'alcol negli ultimi 30 giorni. 'Sulla base dell'evidenza scientifica non avrebbe senso diminuire a zero l'alcolemia alla guida per i giovani sino ai 21 anni - spiega Emanuele Scafato, Direttore dell'Osservatorio - senza diminuire parallelamente a zero l'alcolemia per gli ultra65enni, visto che la fisiologia degli anziani, in termini di metabolismo dell'alcol e' del tutto sovrapponibile a quella degli adolescenti e ridotta ad una capacita' soggettiva di metabolizzazione di un solo bicchiere di bevanda alcolica al giorno (12 grammi circa), con picchi alcolemici post-assunzione che accomunano le capacita' di smaltimento nella giovane e nella terza eta'. Ovviamente non esistono soluzioni uniche; anche il solo incremento significativo del numero di controlli etilometrici, a parita' di alcolemia, otterrebbe l'effetto deterrente di ridurre l'impatto alcol correlato sulle strade italiane purche' accompagnato da certezza della sanzione e dell'applicazione della pena anche sotto forma di lavori socialmente utili come proposto in Senato'. Il numero dei decessi a causa di incidenti stradali, infatti, e' il medesimo al di sotto dei 24 anni e al disopra dei 65anni e c'e' un livello di disinformazione sui livelli di alcolemia consentiti alla guida che nel recente Rapporto Eurobarometer ha relegato gli italiani all'ultimo posto in Europa per conoscenza dei limiti e percezione del rischio del bere alla guida; evidenza che suggerisce, come ha spiegato Scafato, la necessita' di realizzare materiale informativo specifico per i giovani, le prime vittime dell'alcol alla guida, attraverso il nuovo depliant e la locandina 'Se guidi... non bere' che caratterizzano la campagna 2010 del Ministero della Salute . OSS. GIOVANI: NO AL PROIBIZIONISMO - "I numeri riportati dall'indagine Istat per il 2010 confermano conoscenze gia' acquisite. In tutti i Paesi europei, infatti, esistono due modelli di consumo di alcol: quello tradizionale e quello imposto dalla globalizzazione e dall'allargamento del modello di consumo proprio dei Paesi nordici. In questo ultimo contesto, l'alcol perde il suo significato di bevanda e diventa uno tra i tanti modi di inseguire lo sballo". Lo dichiara Michele Contel, vicepresidente dell'Osservatorio permanente Giovani e Alcool, struttura di ricerca che da venti anni affianca la ricerca alcologica nazionale con studi di carattere psicologico e sociale oltre che di studi sulla popolazione. "L'allarme destato dai consumi eccessivi dei giovani - avverte Contel - e' reale ed e', ancora una volta, segno che le subculture giovanili stanno assumendo un approccio all'alcol tipico dei Paesi nordici. Una situazione certamente grave, che necessita di analisi e di interventi non solo e non tanto sul piano sanitario e legale quanto su quello della famiglia, della scuola e dei comportamenti sociali. Ma accanto a un giusto allarme per la crescita di consumi finalizzati allo 'sballo', si deve registrare nel nostro Paese anche la permanenza di un atteggiamento di 'bere responsabile' abbastanza diffuso". Inoltre, secondo una ricerca di Eurobarometro diffusa pochi giorni fa, l'Italia e il Portogallo sono il fanalino di coda dei consumi di alcolici in Europa. E dagli anni '60 ad oggi i consumi di bevande alcoliche sono calati in Italia quasi del 40 per cento. "Un dato significativo - evidenzia - che dimostra come il modello tradizionale centrato sulle bevande storiche sia ancora abbastanza presente e i consumi di alcol in forte calo". "L'indagine Istat - conclude il vicepresidente dell'Osservatorio permanente Giovani e Alcool - ci parla anche della popolazione anziana e segnala un possibile abuso domestico di alcol. Ma, anche in questo caso, si deve essere prudenti: definire 'abuso' due bicchieri di vino al giorno potrebbe banalizzare e di fatto annullare la nozione stessa di rischio e di abuso. Le zone di rischio duro e vero vanno contrastate con strumenti che incidono sulle cause reali di disagio, e non con proibizionismi generici estesi a tutta la popolazione". 29-04-2010 16:36 Morte Cucchi, sempre più nei guai i medici del Pertini Un alleggerimento della posizione processuale di tre guardie carcerarie, che ebbero in consegna Stefano Cucchi dopo l'arresto, inizialmente accusate di omicidio preterintenzionale e ora probabilmente imputabili di maltrattamenti e lesioni, ed un aggravamento della posizione dei sei medici che, all'ospedale Sandro Pertini, ebbero in cura, prima della morte, Stefano Cucchi. All'imputazione di omicidio colposo contestata ai sei medici potrebbero di fatti essere aggiunti altri reati ed aggravanti. E attorno a queste ipotesi la Procura della Repubblica di Roma sta discutendo in questi giorni per dare alla vicenda, in maniera definitiva, le giuste dimensioni. Dimensioni emerse a parere dell'ufficio del pubblico ministero dall'esito degli accertamenti e dalle perizie tecniche svolte sia dal magistrato sia dalle parti. Nella vicenda ha un ruolo anche la commissione parlamentare d'inchiesta presieduta dal senatore Ignazio Marino. Secondo indiscrezioni trapelate a Palazzo di Giustizia il procuratore della Repubblica Giovanni Ferrara e il sostituto Vincenzo Barba e Francesca Loi stanno ripercorrendo tutte le tracce della vicenda per dare come si e' detto i giusti limiti ed evitare ipotesi accusatorie che potrebbero poi non reggere alle valutazioni. Il lavoro che si e' svolto in questi giorni potrebbe concludersi entro domani con il deposito degli atti, momento dal quale decorrono i 20 giorni concessi alle difese e alle parti civili per sollecitare attivita' istruttoria o chiedere l'interrogatorio delle persone indagate. Stefano Cucchi, tossicodipendente fu arrestato la sera del 15 ottobre dello scorso anno. Secondo l'accusa alle guardie carcerarie si contesta d'averlo percosso il mattino successivo mentre a Palazzo di Giustizia Cucchi era in attesa di comparire davanti al giudice che doveva processarlo per detenzione di stupefacenti. Quanto ai medici le loro presunte responsabilita' sono emerse dalle indagini disposte dal magistrato dopo che il 22 ottobre scorso Cucchi mori' nell'ospedale Sandro Pertini. SORELLA, CI SONO ANCORA PUNTI DA CHIARIRE - 'Ora che sono state depositate le perizie mediche di parte ed e' stata resa pubblica anche quella dei consulenti della commissione parlamentare, ritengo e spero che si arrivi ad avere le prime risposte sulle conclusioni delle indagini preliminari'. E' il commento della sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, a Cnrmedia, in merito agli atti della commissione d'inchiesta sul servizio sanitario, resi noti ieri: secondo il documento, il giovane fu lasciato da solo per sei ore mentre stava morendo nel reparto detentivo dell'ospedale Pertini di Roma. 'Ringrazio i pm perche' all'inizio di tutta questa vicenda - - ha aggiunto - ci siamo trovati davanti ad un muro con la sensazione di sconforto e abbandono e la paura di non avere mai dei riscontri. Invece ora mi rendo conto che probabilmente le cose sono andate avanti in maniera piu' spedita del previsto. Ci sono pero' dei vuoti che io ancora non riesco a capire: per me, come sorella e' fondamentale sapere cos'e' accaduto a mio fratello in quei 6 giorni, un tempo brevissimo, in cui ha smesso di vivere'.'La mia famiglia ed io in quel momento abbiamo avuto la forza di reagire - conclude Ilaria Cucchi - perche' non potevamo accettare che un ragazzo che stava benissimo e conduceva una vita del tutto normale, a parte i suoi problemi di tossicodipendenza, potesse cessare di vivere in soli 6 giorni. Pero' mi domando, tutte quelle famiglie che non hanno la forza, i mezzi e le possibilita' di affrontare una simile battaglia, allora non avranno giustizia?'. IL SAPPE SI SENTE OFFESO  - Il sindacato di Polizia Sappe condivide il dolore dei familiari di Maurizio Cucchi, ai quali esprime 'convinta solidarieta' per il grave lutto', ma dice a chiare lettere: 'Non possiamo in alcun modo accettare (perlomeno fino a quando non dovesse essere dimostrato in maniera inconfutabile il contrario) le continue insinuazioni che vengono riportate dalla stampa sulle responsabilità dirette dei nostri colleghi nella morte di questo giovane". Riferendosi alle dichiarazioni di oggi della sorella di Cucchi, Donato Capece, segretario del Sappe, sottolinea che 'il racconto dei fatti e degli sciagurati accadimenti che hanno riguardato Stefano Cucchi non possono prescindere di evidenziare, con la stessa rilevanza di altri aspetti, che il giovane era dedito allo spaccio di stupefacenti, vittima della droga lui stesso, soggetto a episodi di epilessia, dal carattere difficile (fino al punto di avere problemi relazionali con gli stessi familiari) e che entrava ed usciva dagli ospedali, spesso a seguito di eventi traumatici. Con grande rammarico ci siamo resi conto, invece, che dalle cronache giornalistiche è completamente sparito ogni riferimento ai problemi giudiziari e di tossicodipendenza del ragazzo che, pian piano è diventato soltanto il geometra Cucchi". Il Sappe critica anche il parlamentare del Pd Ignazio Marino, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul servizio sanitario, che 'ha omesso di informare l'opinione pubblica di elementi fondamentali in questa vicenda: Ci si riferisce, in particolare, al fatto che Stefano Cucchi, negli ultimi nove anni, recatosi al Pronto Soccorso per ben 17 (diciassette) volte gli sono stati prescritti ricoveri ospedalieri, dettagliatamente descritti da pagina 28 a pagina 37 della perizia consegnata dai consulenti del pubblico ministero quasi tutti a seguito di eventi traumatici quali cadute dalle scale, risse o aggressioni. E al fatto che appena quindici giorni prima lo stesso Cucchi era stato ricoverato al Pronto Soccorso per numerosi traumi contusivi subiti (a suo dire) a seguito di un presunto incidente stradale'. Il Sappe ribadisce, come ha fatto dall' inizio della vicenda, 'la piena fiducia nell'operato della magistratura al fine di individuare se ci sono responsabili della morte di Stefano Cucchi. Nessuno ha bisogno di un colpevole a tutti costi, questo non gioverebbe a nessuno, n‚ ai famigliari, n‚ alle istituzioni e all'opinione pubblica, n‚, tanto meno, a coloro che ingiustamente potrebbero essere ritenuti responsabili di fatti che non hanno mai commesso'. 29-04-2010 12:51 Cannabis potrebbe accelerare processo di alterazione della girificazione nei giovani Anche se la cannabis è la sostanza illecita più utilizzata al mondo, gli effetti a lungo termine sul cervello sono ancora da appurare. Ora arriva il primo studio che esamina l’influenza dell’uso della cannabis sulla “girificazione” del cervello, ossia la formazione dei giri e dei solchi cerebrali, pubblicato da un team di ricercatori spagnoli che hanno studiato la morfologia del cervello in un campione di trenta ragazzi utilizzando la Risonanza Magnetica encefalica, per determinare se gli adolescenti e i giovani che ne fanno uso abbiano anomalie cerebrali.  I ricercatori hanno confrontato la conformazione strutturale dell’encefalo di questi ragazzi con un gruppo di quarantaquattro volontari sani. I risultati ottenuti dalla ricostruzione della morfologia cerebrale, pubblicati sulla rivista scientifica Brain Research, hanno dimostrato che nei consumatori di cannabis si assiste ad una riduzione dei solchi cerebrali in entrambi gli emisferi, oltre ad uno spessore corticale più sottile nel lobo frontale destro. Fra i giovani non consumatori, l'età gioca un ruolo importante nella riduzione della girificazione e dello spessore corticale, mentre fra i consumatori non dipendeva ne' dall'età, ne' da quando si è iniziato a consumare cannabis, ne' dall'esposizione cumulativa alla sostanza. Questo studio suggerisce che la cannabis, se usata durante l'adolescenza o da giovani adulti, possa provocare una prematura alterazione della girificazione corticale simile a quella che accade in età solitamente più avanzata nei non consumatori. 29-04-2010 10:18 Bollettino di guerra alla droga: 16 morti a Ciudad Juarez in un giorno solo Giornata di sangue a Ciudad Juarez, in Messico, lungo la frontiera con El Paso, Texas, dove in diversi agguati, per il controllo del traffico della droga, sono morte 16 persone, tra cui un uomo su una sedia a rotelle. Uno degli episodi di violenza è avvenuto davanti a uno scuola elementare dove alcuni uomini hanno aperto il fuoco contro un'auto uccidendo tre persone. In un'altra zona della città, quattro giovani che viaggiavano su una vettura sono stati crivellati di colpi. Poco dopo un uomo su una sedia a rotelle è stato freddato su un marciapiede. Nella notte, secondo quanto riferito dal procuratore dello stato di Chihuahua, le violenze sono proseguite nel parcheggio di un ristorante dove sono state uccise otto persone. Almeno 800 persone sono morte nell'ultimo anno a Ciudad Juarez, città con circa 1,3 milioni di abitanti. 28-04-2010 20:13 Oppio. Produzione e guadagni in crescita a sud Tornano a crescere nella provincia di Helmand, nel sud dell'Afghanistan, la produzione di oppio e gli introiti derivanti dal narcotraffico. "Due anni fa, quattro chili di oppio venivano venduti per 200 dollari, mentre ora valgono ben mille dollari", rivela Hajj Fateh Khan, un coltivatore di Nad Ali, il distretto di Helmand dove all'inizio dell'anno si e' concentrata l'operazione anti-Talebani delle forze di sicurezza afghane e delle truppe della coalizione. Khan, si legge in un articolo dell'Institute for War and Peace Reporting (Iwpr), non coltiva l'oppio nel suo terreno di 40 ettari, ma in un campo nelle vicinanze, 12 ettari di proprieta' statale. Ora che si avvicina la stagione del raccolto, Khan e' certo che i guadagni aumenteranno rispetto allo scorso anno, anche perche' il suo prodotto e' "di buona qualita'", ed e' anche convinto "una forte presenza dei Talebani" nella zona disincentivi le autorita' dal procedere allo sradicamento delle coltivazioni illegali. Dopo un calo di un terzo della coltivazione di oppio a livello nazionale dal 2008, lo United Nations Office on Drugs and Crime (Unodc) per quest'anno prevede dati stabili nell'Helmand, dove si contano 70mila ettari di campi di papavero. Per il capo della shura (assemblea locale) di Nad Ali, Abdul Ahad Helmandwal, la situazione nella provincia sta peggiorando. "Quest'anno la produzione di oppio sta aumentando perche' il prezzo e' alto e i programmi per lo sradicamento non sono cosi' efficaci come lo scorso anno - ha detto. Molte persone stanno avviando coltivazioni nel deserto". Anche per Mohammad Hussein Andiwal, che fino a due anni fa era il capo della polizia di Helmand, le coltivazioni di oppio nella provincia quest'anno sono aumentate del 20%. "Oltre a un incremento nei prezzi dell'oppio, la coltivazione e' aumentata anche per altri fattori, come la piu' diffusa corruzione all'interno dell'amministrazione dell'Helmand, l'aumento dell'insicurezza, la poverta' e l'incremento del numero di narcotrafficanti", ha osservato. "In questo affare non siamo soli - ha spiegato Hajji Baridada, coltivatore di oppio del distretto di Gereshk -. I Talebani ci dicono di coltivarlo e ci assicurano che ci proteggeranno dal governo collocando ordigni. Poi si prendono dai 600 ai 1.200 dollari per ogni pozzo che usiamo. E poi arrivano i comandanti locali e ci dicono che proteggeranno i nostri campi di oppio, ma che dovremo dare loro un chilo di oppio per ogni 2.000 metri quadrati di coltivazione. E poi arriva la polizia e si prende la sua parte". Nell'Helmand, secondo Daud Ahmadi, portavoce del governatore di Helmand Mohammad Gulab Mangal, la battaglia contro la diffusione delle coltivazioni di oppio resta per lo piu' concentrata sul programma Food Zone gestito dai britannici. La prima fase dell'iniziativa prevede che vengano forniti ai coltivatori fertilizzanti e semi per colture alternative, la seconda consiste in una campagna di sensibilizzazione che mette in luce i danni provocati dalla coltivazione di oppio, mentre la terza si concentra sull'individuazione di coloro che continuano a dedicarsi a colture illegali. "Se i coltivatori che hanno usufruito del progetto Food Zone continuano a coltivare oppio, i loro campi vengono distrutti e vengono arrestati", ha spiegato Ahmadi, convinto che "quest'anno la coltivazione di oppio subira' un forte calo". Ma nonostante il nuovo capo della polizia di Helmand, Asadullah Sherzad, abbia promesso il pugno duro nella battaglia contro le coltivazioni di oppio, difficilmente si otterranno buoni risultati nella provincia, soprattutto nelle zone remote sotto il controllo dei Talebani. Hajji Zaqum, 're' delle coltivazioni di oppio nel distretto di Sangin, e' convinto che la battaglia del governo contro i campi di papavero contribuira' solo a rafforzare gli insorti. "Posso dire con certezza - ha sentenziato - che se i campi di oppio di Sangin verranno distrutti, la popolazione si schierera' con i Talebani e li sosterra'". 28-04-2010 20:06 Dipendenze e cervello. Studio del Dpa Uno studio per spiegare il comportamento delle persone tossicodipendenti nell'assunzione delle droghe e per osservare gli effetti delle sostanze stupefacenti sul cervello. E' 'Brainsearch', un progetto attivato dal Dipartimento Politiche Antidroga (DPA) e avviato presso comunita' terapeutiche e Ser.T., che utilizza la tecnica del neuroimaging. "Lo studio e l'approfondimento di queste tematiche da parte degli operatori dei dipartimenti delle dipendenze e delle comunita' - si legge in una nota del DPA - consentira' a questi ultimi di acquisire informazioni importantissime sui meccanismi fisiopatologici della tossicodipendenza e realizzare, quindi, percorsi diagnostici mirati e piu' efficaci". Il progetto di ricerca si articola in due fasi: la definizione e lo studio delle aree del cervello coinvolte nell'attivazione del desiderio (craving) e nel controllo volontario di quest'ultimo (resisting); l'osservazione e quantificazione dei cambiamenti morfo-strutturali, metabolici e vascolari del cervello degli assuntori di sostanze. Un approfondimento di tali aspetti, orientato alle neuroscienze, puo' essere dunque d'aiuto agli operatori sanitari nel loto quotidiano rapporto con i pazienti, osserva il DPA. "Sapere cosa succede durante lo scatenamento del carving e quali funzioni cerebrali vengano coinvolte e danneggiate - prosegue la nota - aumenta il grado di autocoscienza del paziente e del terapeuta", permettendo "una piu' corretta ed efficace gestione del problema". 28-04-2010 16:34 Carceri. Bernardini (Radicali) in sciopero della fame. Garante detenuti Firenze: scarcerare tossicodipendenti E' la seconda settimana di sciopero della fame per Rita Bernardini, deputato Radicale eletto nel Pd, membro della commissione Giustizia. Una ''protesta non violenta'' assieme ad altri compagni di partito per ''scandire i tempi dell'illegalita' che si protrae da anni nelle carceri italiane'' ha ricordato la Bernardini oggi in una conferenza stampa dei Radicali alla Camera. Una situazione esplosiva che ''viaggia ad un ritmo di 700-800 detenuti in piu' ogni mese - ha detto la Bernardini - e che per l'estate arrivera' a contare 70 mila unita' a fronte di 43 mila posti disponibili negli istituti italiani''. I Radicali esprimono comunque un giudizio positivo sul ddl Alfano che ''si sta muovendo nella direzione giusta per quanto riguarda la messa in prova e le pene alternative''. Ma la Bernardini ha sottolineato l'esigenza di inserire modifiche nel disegno di legge, per il quale sono stati presentati degli emendamenti, affinche' non vadano esclusi i condannati per i reati come terrorismo, associazione mafiosa, traffico di droga e per coloro condannati per evasione dagli arresti domiciliari. Assieme alla Bernardini oggi alla Camera anche il segretario dei Radicali italiani, Mario Staderini, Luigi Manconi, presidente di 'A buon diritto', Irene Testa dell'associazione ''Il detenuto ignoto'' (che partecipa anche allo sciopero della fame) e Giulio Petrilli responsabile Dipartimento diritti e garanzie del Pd della Provincia dell'Aquila. Ma anche la carenza di organico negli Istituti penitenziari, ha spiegato oggi Rita Bernardini produce effetti devastanti sia nella gestione delle carceri che sullo stesso personale della Polizia penitenziaria. ''Servono piu' agenti, educatori, psicologi e figure sanitarie'' hanno sottolineato i Radicali in conferenza. Per non parlare ''del fatto che i detenuti che svolgono un lavoro all'interno delle carceri sono solo il 15% mentre gli altri stanno 20-22 ore in cella senza fare nulla''. Sulla situazione della Polizia penitenziaria la Bernardini ha ribadito l'esigenza di ''richiamare a servizio negli istituti tutti quegli agenti 'imbucati' in servizio presso il Dap e al ministero della Giustizia''. Anche i sindacati ''diano una risposta perche' sono tre anni che non viene rinnovato il contratto di lavoro agli agenti, esiste una disparita' di trattamento anche nei confronti delle altre forze di polizia. Il segretario dei Radicali Staderini infine ha fatto un appello alla chiesa cattolica, ''che proprio nelle carceri ha i suoi cappellani, per alzare forte la sua voce e farsi sentire dall'opinione pubblica e dalla politica con la stessa forza con la quale parla di aborto, nei confronti della situazione di emergenza delle carceri. Non e' una provocazione - ha detto - ma un vero e proprio appello''. GARANTE DETENUTI FIRENZE: SCARCERARE I TOSSICODIPENDENTI - Tutti i garanti dei detenuti d'Italia adottino 'azioni non violente', come lo sciopero della fame, per affrontare la 'grave' situazione delle carceri italiane, in particolare il problema del sovraffollamento. E' la proposta che Franco Corleone, garante dei diritti detenuti del Comune di Firenze, avanzera' domani in occasione di un incontro a Bologna fra tutti i garanti italiani. 'Domani, tutti insieme, discuteremo della crisi del carcere in vista dell'estate che rischia di essere la stagione piu' pericolosa. Io proporro' a tutti i garanti d'Italia di iniziare un'azione non violenta, fatta anche di scioperi della fame, per sollecitare il Dap, il Governo e il Parlamento ad adottare quelle misure che consentano l'uscita dal carcere in particolare dei detenuti tossicodipendenti e l'incremento delle misure alternative dei detenuti stessi'. 28-04-2010 16:32 Morte Cucchi, commissione parlamentare Ssn pubblica documenti indagine Da oggi tutti gli atti relativi all'inchiesta della commissione sul servizio sanitario nazionale presieduta dal senatore Ignazio Marino sulla morte di Stefano Cucchi saranno resi pubblici. La decisione e' stata presa nel corso della riunione della commissione con 10 voti a favore, 6 contrari e un astenuto. Hanno votato a favore gli esponenti del Pd, dell'Idv e la senatrice Poli Bortone del Gruppo misto; contrari invece i rappresentanti del Pdl mentre si e' astenuta la Lega. Con questa decisione gli atti e i verbali delle audizioni verranno trasmessi alla Procura di Roma. SE ASCOLTATO SI SAREBBE FATTO CURARE - Se fosse stato accontentato nelle sue richieste, probabilmente Stefano Cucchi non avrebbe rifiutato le cure. E' quanto emerge dagli atti della commissione parlamentare di inchiesta sul servizio sanitario nazionale oggi desecretati, di cui l'ANSA e' in possesso. Nell'audizione del tre febbraio scorso infatti il professor Vincenzo Pascali, uno dei consulenti della commissione presieduta da Ignazio Marino, spiegava che il giovane 'non rifiutava tutte le cure ma solamente un certo tipo di cure'. In particolare, si legge in un altro punto, Stefano 'si limitava a manifestare opposizione solo nei confronti della somministrazione di terapia endovenosa, in altri termini non desiderava essere trattato con farmaci in vena'. Secondo il perito, infatti, Cucchi accetto' iniezioni intramuscolari, farmaci e sedativi ipnotici. 'Non rifiutava cibo e acqua in generale ma solamente in certi momenti. Cio' - prosegue il medico - era chiaramente strumentale e finalizzato alla soddisfazione di una richiesta precisa, parlare con il proprio avvocato'. Secondo Pascali questo e' un aspetto 'di grande importanza perche' se si considera che l'opposizione del paziente alle cure non era di principio, si puo' anche considerare che, ovviamente, questa poteva essere rimossa, per esempio dal decorrere di una certa procedura che fosse di soddisfazione per l'esigenza del paziente detenuto'. MEDICO CARCERE, FU COLLABORATIVO - Stefano Cucchi, alla visita di primo ingresso nel carcere di Regina Coeli, fu 'collaborativo', aveva fame e sete, e presentava 'ecchimosi sacrale-coccigea, tumefazione del volto bilateralmente periorbitaria', cioe' su entrambi gli occhi, e dolore nel camminare agli arti inferiori. A riferirlo e' Rolando Degli Angioli, il medico operante presso l'unita' di medicina penitenziaria di Regina Coeli, nella testimonianza resa alla Commissione d'inchiesta sul Ssn, come si legge negli atti desecretati, di cui l'ANSA e' in possesso. Al momento della visita, si legge nella testimonianza, Cucchi 'era molto magro, aveva freddo, pesava poco, era sbigottito su quanto stava succedendo, e aveva una pressione di 90/60'. E' stato collaborativo, perche' non ha fatto problemi a spogliarsi, 'era vigile e lucido, ma rallentato nel parlare perche' aveva assunto 2 mg di Rivotril', un farmaco usato come antiepilettico e ansiolitico, somministratogli a piazzale Clodio. All'inizio della visita ha riferito di essere 'caduto dalle scale' il giorno prima, spiegazione considerata non affidabile dal medico perche' i detenuti, all'ingresso in carcere, possono 'dire qualsiasi cosa sulle loro lesioni', che dunque vanno accertate. 'Aveva dolore alla schiena e nel camminare, riferiva nausea e astenia'. Elementi che hanno fatto richiedere a Degli Angioli che venisse trasportato subito, secondo la procedura d'urgenza prevista dall'ordinamento penitenziario, in ospedale al Fatebenefratelli perche' gli fosse fatta una radiografia del cranio, una della regione sacrale e una visita neurologica. Diagnosi: 'lesioni ecchimotiche di natura da determinare'. COMMENTI 'Credo che la desecretazione possa aiutare la Procura di Roma a fare chiarezza anche sui comportamenti individuali dei medici, e d'altra parte offrire agli stessi medici, attraverso gli esami testimoniali resi qui, l'opportunita' di difendersi nel caso in cui alcuni di loro siano indagati'. Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul servizio sanitario Ignazio Marino al termine della seduta. Marino ha ricordato infatti che 'si tratta di testimonianze rese nel momento in cui alcuni di loro non erano indagati. Adesso - ha aggiunto il senatore Pd - si spengano i riflettori mediatici sulla vicenda sin quando si riaccenderanno con la decisione della magistratura. Noi abbiamo indicato delle carenze e delle situazioni cliniche che secondo noi hanno determinato la morte di Cucchi, ma evidentemente l'attribuzione di responsabilita' di quanto e' avvenuto in quei pochi giorni intercorsi tra l'arresto e il decesso e' compito che spetta alla magistratura'. 'Riguardo alla desecretazione avevamo chiesto, nella volonta' di dare gli atti alla magistratura e di fare in modo che emergesse la verita', di trovare un sistema comune per garantire le persone che abbiamo convocato e alle quali avevamo assicurato che tutto era secretato'. Lo ha detto il senatore Michele Saccomanno, capogruppo del Pdl alla Commissione di inchiesta sul servizio sanitario. 'Parliamo di medici - ha aggiunto il senatore Pdl -, ma non solo. Volevamo per loro garantire un sistema grazie al quale si potesse dare tutto alla magistratura ma che fosse tutto conservato nell'ambito dell'azione dei giudici, che tuteleranno quelle procedure penali che noi non abbiamo, perche' nostro compito e' indagare sull'efficienza del servizio sanitario nazionale. Volevamo arrivare all'unanimita' con questo - ha aggiunto - d'accordo a desecretare ma proviamo a tutelare chi da questo poteva avere nocumento per essere stato leggero in una affermazione. Perche' e' diverso parlare con un parlamentare rispetto a un magistrato. Non sono soddisfatto - ha concluso Saccomanno - sul rapporto che abbiamo stabilito con i cittadini che potrebbero sentirsi non piu' garantiti in futuro quando li chiamiamo'. La decisione di desecretare gli atti relativi all'inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi da parte della Commissione di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del servizio sanitario nazionale 'e' un atto di meritoria trasparenza delle istituzioni dovuto a tutti i cittadini che presto potranno consultare gli atti stessi sul sito del Senato'. Lo afferma Anna Finocchiaro, Presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama. 'Siamo, inoltre, sicuri - continua la Finocchiaro - che la trasmissione della documentazione relativa all'inchiesta alla procura di Roma potra' contribuire a fare piena luce sull'inquietante vicenda relativa alla morte di Stefano Cucchi. Quello che non si comprende - conclude la senatrice Pd - e' l'atteggiamento di alcuni senatori della maggioranza che con la loro contrarieta' non hanno permesso alla commissione di esprimersi all'unanimita' su un atto indispensabile per giungere al piu' presto alla verita' e alla giusta conclusione dell'indagine'. "Mi dispiace moltissimo che per la prima volta il presidente Ignazio Marino ci abbia portato ad una vera spaccatura del voto in commissione e non sia riuscito a comprendere le motivazioni dei parlamentari del Pdl". Lo dichiara, in una nota, la senatrice Laura Bianconi vice capogruppo del Pdl e componente della Commissione d'inchiesta. "La mia decisione, cosi' come quella degli altri colleghi del Pdl, di non rendere noti i verbali delle audizioni in commissione in questa fase - continua Bianconi - era motivata dal fatto che, pur volendo fornire tutto il supporto possibile alla magistratura, non possiamo venir meno al diritto alla segretezza che abbiamo garantito a coloro che sono stati uditi dalla commissione stessa, soprattutto in una fase cosi' delicata quando sono ancora in corso le indagini. La trovo una vera sconfitta - conclude - che danneggia l'importante lavoro e l'immagine stessa della commissione". Intervento della sen. Donatella Poretti, Radicali/Pd. "Oggi la commissione d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale ha finalmente proceduto al voto definitivo con cui vengono desecretati tutti i documenti e le audizioni in merito al caso di Stefano Cucchi. Un meritorio atto di trasparenza che giovera' alle istituzioni, tutto il materiale sara' infatti disponibile sul sito Internet e consultabile dai cittadini che potranno leggere uno spaccato impressionante sull'assistenza sanitaria, e non solo, ad un detenuto. Unico neo della decisione che avrebbe potuto essere presa all'unanimita' e' stata la contrarieta' di alcuni deputati del Pdl guidati dalla senatrice Laura Bianconi e dal senatore Michele Saccomanno. Quest'ultimo ha cercato fino all'ultimo di evitare la decisione sulla pubblicita' degli atti paventando un possibile stallo dei lavori della commissione per il resto della legislatura. La Lega Nord si e' astenuta, solo sei senatori del Pdl hanno votato contro, gli altri non sono venuti, e dieci a favore (Pd, Idv, Io Sud)". 28-04-2010 16:17 Polizia di Manchester: 83% degli atti violenti commessi sotto effetto di cocaina C'e' un 'nesso inquietante' tra la cocaina e i crimini violenti. E' quanto sostiene un'inchiesta del mensile 'Focus',in edicola a partire da questa settimana. La cocaina appare infatti sulla scena dei piu' eclatanti casi di cronaca degli ultimi anni. Ecco solo alcuni esempi: la strage di Novi Ligure (2001), l'omicidio di Meredith Kercher a Perugia (2007), l'assassinio del piccolo Alessandro, di soli 18 mesi, a Genova, nel marzo di quest'anno. Per far luce sul nesso tra droga e violenza, il mensile riporta i dati di una ricerca inglese condotta dalla polizia di Manchester, non proprio un'autorità scientifica, che analizza i dati dei crimini violenti commessi nel 2009: nell'83% dei casi i colpevoli hanno agito sotto effetto di stupefacenti. A cio' si aggiunge un ulteriore dato: ben il 5% degli studenti italiani fra i 15 e i 16 anni e' un consumatore di cocaina. La cocaina provoca un aumento della dopamina all'interno del cervello: la dopamina e' una sostanza che agisce anche nelle aree della corteccia cerebrale che governano le reazioni aggressive (corteccia mesolimbica e mesocorticale). Un aumento della dopamina in quelle aree accrescerebbe di fatto la possibilita' di reazioni violente: questo spiega, per esempio, le crisi di paranoia di cui sono affetti i cocainomani. Secondo Fabrizio Schifano, primario di psichiatria delle dipendenze e ordinario di Farmacologia clinica e terapia alla University of Hertfordshire (Londra), 'i cocainomani si sentono perseguitati. In pratica la cocaina puo' indurre chimicamente una crisi di schizofrenia paranoide molto aggressiva e disinibita'. In altre parole, continua Schifano, 'un cocainomane potrebbe aggredire con violenza un'altra persona perche' vede in lui o in lei un persecutore. E non si pensi che l'effetto si estingua in breve tempo: in soggetti vulnerabili, le psicosi indotte da cocaina possono durare anche settimane o mesi dopo la sospensione dell'abuso'. Inoltre, da qualche tempo, i nuclei anti-droga hanno scoperto la presenza di una nuova sostanza nella cocaina: il Levamisolo. Si tratta di un farmaco antiparassitario, utilizzato negli allevamenti animali. A quanto risulta a Focus, il Levamisolo agirebbe sul cervello umano favorendo la circolazione della dopamina: in pratica, la dopamina resterebbe a disposizione dell'organismo piu' a lungo, aumentando cosi' il piacere e la durata della 'dose'. 28-04-2010 16:11 Cannabis, maggioranza dei canadesi vuole legalizzarla Un nuovo sondaggio rivela che il 53% dei canadesi è favorevole alla legalizzazione della cannabis. Un dato che conferma un simile sondaggio svolto da Angus-Reid due anni fa. Un popolo di liberali e libertari? Non proprio. Il sondaggio infatti rivela che solo tra il 4% e il 6% è favorevole alla legalizzazione delle altre sostanze illecite come l'ecstasy, la cocaina, l'eroina e le metamfetamine. Un calo di due punti percentuali rispetto a due anni fa. Inoltre, i canadesi sono favorevoli alle misure messe in atto dal Governo contro le droghe, tra cui l'obbligo di sentenze minime per chi spaccia droga. Al contempo, circa sei canadesi su dieci sono contrari a eliminare programmi di riduzione del danno come lo scambio di siringhe e le stanze del consumo dove i tossicodipendenti possono iniettarsi le sostanze sotto controllo medico. 28-04-2010 14:20 Tossicodipendenza, allo studio nuovo approccio di gruppo per adolescenti Nonostante i progressi nello sviluppo di trattamenti per adolescenti con disturbi causati dall’uso di sostanze stupefacenti, il problema della ricaduta resta comunque un rischio da considerare. Per questo il Dipartimento di Psichiatria del General Hospital del Massachusettes in collaborazione con la Scuola di medicina di Harvard ha voluto prendere in esame l’efficacia di trattamenti basati sui gruppi di auto-aiuto per gli adolescenti, poiché anche se gli Alcolisti Anonimi (AA) e i Tossicodipendenti Anonimi (NA) hanno dimostrato di essere utili ed efficaci per il recupero di pazienti adulti, poco si conosce circa l'efficacia di tali trattamenti per gli adolescenti. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Drug and Alcohol Dependence. Gli adolescenti presi in esame in questo studio (N= 127; 24% femmine, 87% bianchi, Età Media= 16,7), sono stati valutati al momento dell’accesso ai gruppi di trattamento e successivamente dopo 3 e 6 mesi , utilizzando una serie di misure standardizzate e convalidate. Poco più di un quarto dei giovani esaminati ha frequentato gli incontri degli Alcolisti e Tossicodipendenti Anonimi, per un periodo di 3 mesi durante i quali l’obiettivo era raggiungere l’astinenza e dimostrare una forte adesione al gruppo. I risultati suggeriscono che, analogamente a quanto si verifica con i pazienti ricoverati o in ambulatorio, la partecipazione alle riunioni per Alcolisti e Tossicodipendenti anonimi è ridotta tra i pazienti adolescenti considerati meno gravi. Tuttavia, la partecipazione ai gruppi sembra rafforzare ed estendere i benefici del trattamento. A seguito del drammatico aumento del tasso di consumo di sostanze stupefacenti tra gli adolescenti e la difficoltà di astenersi dall’assumere sostanze stupefacenti, è importante sapere che solo attraverso i giusti trattamenti è possibile fornire delle risorse efficaci per i giovani in balia della droga. (DrogaNews) 28-04-2010 13:44 Altri due carabinieri indagati per omicidio pusher Altri due carabinieri, oltre a Nicola Testini, sono indagati dalla procura di Roma per la morte di Gianguarino Cafasso, il pusher dei trans deceduto per una overdose di eroina mascherata da cocaina, nel settembre dello scorso anno. Si tratta di Luciano Simeone e Carlo Tagliente, i due militari dell'Arma gia' detenuti per il presunto ricatto ai danni di Piero Marrazzo. Omicidio volontario in concorso: questa l'accusa mossa ai due carabinieri. Un convincimento da parte degli inquirenti dovuto al fatto che uno stesso movente, per i tre carabinieri, sarebbe alla base del delitto del pusher Cafasso. Un movente che era stato definito nell'ordinanza di custodia cautelare che il 29 marzo scorso ha portato un carcere Testini, accusato di aver compiuto materialmente l'omicidio il 12 settembre dello scorso anno. 'Cafasso dopo l'esito negativo dell'offerta del filmato alle giornaliste del quotidiano 'Libero', era diventata una persona che 'sapeva troppo' ed inaffidabile - si legge in quel provvedimento cautelare - considerate anche le sue condizioni di abituale consumatore di droga'. Cafasso era un testimone 'scomodo' che poteva ricattarli perche' in possesso del filmato che ritraeva l'ex presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, in atteggiamenti intimi con il transessuale Natali'. 28-04-2010 13:38 Aids e tossicodipendenza, l'Iran più efficace e 'progressista' di Paesi occidentali L'Iran puó considerarsi un Paese modello per la lotta all'Aids fra una delle categorie piú a rischio, quella degli eroinomani: è quanto è emerso ad una conferenza sull'Aids della International Harm Reduction Association, in corso a Liverpool, in Inghilterra, questa settimana. Gli addetti ai lavori stanno in particolare studiando se i programmi delle cliniche per la distribuzione di metadone e la distribuzione di siringhe sterili messi a punto in Iran possano costituire un modello per altri Paesi, anche in occidente. Trovandosi vicino ai campi di oppio dell'Afghanistan, l'Iran combatte da lungo tempo con un altissimo numero di eroinomani che con l'arrivo dell'Aids, sono diventati la categoria piú colpita dal virus. Per arginare il contagio fra il resto della popolazione, Teheran ha adottato un approccio apparso sorprendentemente 'progressista' per un regime autoritario. "Puó essere considerato come liberale in termini sociali, ma dal punto di vista della sanità pubblica, è solo pragmatico", commenta Joumana Hermez, esperto di Aids dell'ufficio del Cairo dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), presente alla conferenza. Per anni, l'Iran aveva avuto un politica molto rigida nei confronti degli eroinomani che contemplava anche la pena di morte per dei reati minori di narcotraffico. L'approccio è cominciato a cambiare circa un decennio fa quando medici e accademici sono riusciti a convincere l'establishment religioso e le autorità governative della necessità di aiutare gli eroinomani a disintossicarsi, per evitare che l'Iran facesse i conti con una dilagante epidemia di Aids. "Hanno cominciato a capire che era meglio affrontare un eroinomane che un eroinomane con l'Hiv", ha spiegato il dottor Seyed Ramin Radfar, manager di una ong iraniana che gestisce dei progetti sulle cliniche al metadone e sullo scambio di siringhe. I leader religiosi hanno emesso fatwe dichiarando che i drogati non dovevano essere puniti se cercavano aiuto. Nel 2005 anche il Procuratore generale è sceso in campo stabilendo che tutte le iniziative volte a combattere la diffusione dell'Aids non dovevano essere ostacolate perchè proteggevano la popolazione. Ció ha portato ad un cambiamento nel trattamento dei tossicodipendenti. "Se accettavano di farsi curare, sarebbero stati considerati dei pazienti, e non dei criminali", ha spiegato ancora Radfar. Le cliniche per la distribuzione di metadone e di siringhe pulite sono state aperte per la prima volta nelle prigioni iraniane dove dilaga l'eroina. Le prime sono sorte solamente nelle comunità dove le autorità rilasciavano prigionieri che non sapevano dove continuare il trattamento al metadone. Il governo ha da allora aperto piú di 200 cliniche per la disintossicazione con il metadone e si contano inoltre piú di 1,000 cliniche private. Perfino in Paesi come Australia, Canada e Stati Uniti, è difficile per i carcerati avere accesso al metadone o a siringhe pulite. Fino a poco tempo fa, gli Usa si rifiutavano di finanziare programmi sullo scambio di siringhe - in cui gli eroinomani ottengono siringhe pulite in cambio di quelle usate - nell'ambito degli aiuti. "L'Iran è assolutamente un modello per il mondo per alcuni aspetti", ha dichiarato Susie McLean, consulente presso l'International AIDS Alliance. Sebbene siano ancora in corso i censimenti, nel 2008, il ministero della Sanità ha stimato fra i 70,000 e i 100,000 i casi di Hiv in Iran, in aumento. Per questo gli studiosi hanno stimato che dopo aver arginato il virus fra gli eroinomani, l'Iran deve guardare adesso e con urgenza ad altri gruppi vulnerabili fino ad oggi completamente ignorati : gay e prostitute. Una impresa non facile visto e considerato che omosessualità e prostituzione sono considerati illegali. 27-04-2010 16:02 Tossicodipendenza. Royal College of Nursing: adottare le stanze del consumo, funzionano Il Servizio Sanitario nazionale britannico dovrebbe offrire eroina ai tossicodipendenti insieme a delle "sale di consumo" sotto controllo medico in modo da diminuire il tasso di criminalità e i rischi di infezione causati dagli aghi utilizzati lasciati negli spazi pubblici: lo ha dichiarato Peter Carter, responsabile del Royal College of Nursing, principale sindacato degli infermieri del Regno Unito. Come riporta il quotidiano britannico The Guardian, non sono mancate le critiche alla proposta - parte di un protocollo di graduale disintossicazione - definita "una china pericolosa" in teoria allargabile anche ad altre droghe come la cocaina. Eppure, gli ultimi studi sembrerebbero dimostrare che la strategia funziona: alcun studi-pilota hanno dimostrato che il consumo di eroina sotto controllo medico potrebbe ridurre di due terzi il tasso di criminalità nell'arco di sei mesi. In particolare, sui 127 casi studiati dal King's College il 75% aveva "sostanzialmente ridotto" il consumo di droga acquistata per strada, riducendo el spese da 300 a 50 sterline al settimana, mentre il numero dei crimini è sceso da 1.731 a 547 nell'arco di tre mesi. I costi del protocollo ammontavano a circa 15mila sterline annue per paziente, contro le 44mila sterline di un anno di carcere. 27-04-2010 14:37 Cocaina, scoperto enzima per neutralizzarne la tossicità Ricercatori Usa hanno sviluppato un enzima modificato, il CocE, che rende meno tossica la cocaina, trasformandola in un prodotto inattivo. Il tutto 1000 volte piu' velocemente del corpo umano. Una scoperta che potrebbe avere un importante uso clinico. L'unica terapia nei pronto soccorso e' salvare la vita del paziente, senza riuscire ad eliminare i livelli tossici della cocaina e i prodotti del suo metabolismo che continuando a danneggiare sistema cardiovascolare, fegato e cervello. 27-04-2010 14:25 Proibizionismo. Indagine: 3,4% adolescenti ha spacciato droga Il proibizionismo sulle droghe ha creato non solo il mercato nero ma anche un esercito di spacciatori adolescenti. Lo si evince da una recente ricerca secondo cui il 3,4% dei giovani statunitensi ha venduto droga. Milioni di giovani che, secondo la legge Usa ma anche quella italiana, dovrebbero passare diversi anni in carcere per spaccio. Il consumo di droga da parte degli adolescenti è un fenomeno estremamente diffuso ed una delle maggiori risorse che i giovani utilizzano per procurarsi la droga è il gruppo di pari. L'obiettivo di questo studio realizzato negli Stati Uniti è quello di identificare i comportamenti legati al consumo di sostanze stupefacenti e i fattori di contesto che determinano l'ingresso degli adolescenti nel mercato della droga. Il campione utilizzato è costituito da 13706 soggetti di età compresa tra i 12 e i 17 anni che hanno partecipato nel 2006 al National Survey on Drug Use and Health (NSDUHA). I ragazzi hanno risposto ad una serie di domande relative principalmente a quattro aree di interesse: lo stato socioeconomico, il consumo di sostanze stupefacenti, la disponibilità percepita di tale sostanze e la vendita. Per poter analizzare eventuali differenze dovute alla razza e/o all'etnia, i ricercatori hanno testato due modelli separati, uno per i "bianchi" e uno per i "neri". Circa il 3,4% dei ragazzi ha dichiarato di aver venduto droga e non sono emerse differenze significative tra le due razze: tra i bianchi, la percentuale di adolescenti che spacciano droga è pari al 4,5% per i maschi e al 2% per le femmine e tra i neri, invece, rispettivamente del 6,4% e del 1,6%. I risultati hanno mostrato, inoltre, che per i ragazzi bianchi, lo spaccio di sostanze illecite è associato soprattutto con il consumo di marijuana e di allucinogeni, con l'abuso di farmaci prescritti illegalmente, con l’uso e la disponibilità percepita di cocaina e con lo stato socioeconomico; per i neri, invece, i principali fattori di rischio sono il consumo di marijuana e la disponibilità percepita di crack e marijuana. In conclusione, il consumo di sostanze sembrerebbe spingere soprattutto gli adolescenti bianchi verso il mercato della droga, per questo motivo i ricercatori sottolineano l’importanza di intensificare le campagne di prevenzione a favore dei giovani e i trattamenti per la cura della dipendenze. (Droganews) 27-04-2010 13:10 Neo ministro Galan: l'agricoltura contro la tossicodipendenza 'Con l'agricoltura si possono sviluppare capacita' di relazione e di incontro perche' l'agricoltura puo' essere anche uno strumento di riscatto dell'uomo dall'esclusione, dalla emarginazione e in questo caso dalla tossicodipendenza'. Cosi' il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan commenta la VII rassegna 'Squisito! Cuochi, prodotti, ricette, vini. Itinerario nel Buonpaese', alla quale partecipa il Mipaaf e che coinvolge i 1600 ragazzi ospiti di San Patrignano e alcuni dei migliori cuochi del panorama nazionale. 'Sin dalla sua fondazione una delle principali attivita' della comunita' e' stata quella di coltivare terreni e allevare bestiame. Penso che dobbiamo promuovere lo sviluppo costante del mondo agricolo nei luoghi di recupero perche' con l'agricoltura si puo' gettare un ponte tra noi e gli altri - commenta il Ministro - per mettere in comunicazione questi mondi apparentemente distanti'. Tema della rassegna, che si svolgera' nella comunita' di Rimini dal 30 aprile al 3 maggio, sara' 'Ritorno alla semplicita', parola chiave - spiegano gli organizzatori - assieme al gusto e alla qualita', per esaltare il valore sociale del cibo. Compito del Mipaaf sara' quello di orientare con maggiore consapevolezza ai consumi alimentari. Lo stand del Ministero sara' allestito nell'area 'Villaggio degli artigiani', il 'Farmer Market' della rassegna, dove saranno presenti 130 espositori con le loro produzioni gastronomiche, nel rispetto della stagionalita' e della genuinita'. Nel 'Villaggio' saranno presentati tutti i progetti per valorizzare i prodotti nazionali con momenti guidati di educazione al gusto ed eventi per promuover conoscenza tra offerta e domanda. Presso lo stand del Mipaaf sara' creata una postazione internet per mostrare ai visitatori l'utilizzo del portale www.smsconsumatori.it e del servizio 'SMS consumatori' che in tempo reale permette di ricevere le informazioni sui prezzi di piu' di 80 prodotti alimentari. 27-04-2010 11:22 Il corpo umano produce morfina autonomamente Anche il nostro corpo e' capace di produrrre autonomamente la morfina con un processo di biosintesi molto simile a quello delle piante. E' quanto dimostrato nei topolini da Meinhart Zenk del Donald Danforth Plant Science Center di St. Louis in una ricerca pubblicata sulla rivista dell'Accademia Americana delle Scienze 'PNAS'. La morfina, il potente farmaco anti-dolore, e' prodotta dai papaveri da oppio. Ma gia' precedenti studi avevano dimostrato che nelle urine umane e di animali sono presenti residui di morfina. La loro origine, tuttavia, rimaneva incerta: la morfina escreta potrebbe arrivare nell'organismo attraverso i cibi. Invece i ricercatori Usa hanno dimostrato che i topolini hanno una produzione propria di morfina, facendo ingerire loro precursori della morfina, come quelli usati dalle piante nella biosintesi, quali la tetraidropapaverolina (THP). I ricercatori hanno applicato una 'targhetta' fluorescente di riconoscimento al THP, cosi' da verificare se la morfina escreta con l'urina sia di origine endogena o meno. E' emerso che l'urina contiene morfina 'fluorescente', quindi prodotta dal corpo a partire dal THP ingerito. La scoperta puo' essere importante per capire come metabolizziamo questo farmaco e come si comporta nel nostro organismo. ------------------------------------------- NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA! 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