====== NOTIZIARIO DROGHE ================== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito da Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel: 055.290606 (ore 15-18, da lun. a ven.) Fax: 055.2302452 URL: http://droghe.aduc.it ------------------------------------------- Il numero integrale è scaricabile a questi indirizzi in versione TXT o PDF: http://droghe.aduc.it/generale/files/file/newsletter/Droghe-2010-12.txt http://droghe.aduc.it/generale/files/file/newsletter/Droghe-2010-12.pdf ------------------------------------------- Archivio settimanale Dal 16-03-2010 al 22-03-2010 2010-12 (Anno X) ARTICOLI - Ministro peruviano della Difesa: il Venezuela corridoio del narcotraffico http://droghe.aduc.it/articolo/ministro+peruviano+della+difesa+venezuela+corridoio_17236.php - Cannabis terapeutica. I pazienti soffrono per ignoranza di medici e Asl http://droghe.aduc.it/articolo/cannabis+terapeutica+pazienti+soffrono+ignoranza_17235.php - Parto senza dolore. Epidurale o Oppio, l'importante che la donna possa scegliere! http://droghe.aduc.it/articolo/parto+senza+dolore+epidurale+oppio+importante+che_17229.php COMUNICATI - Cannabis. Tribunale: vendere semi non costituisce istigazione al consumo http://droghe.aduc.it/comunicato/cannabis+tribunale+vendere+semi+non+costituisce_17245.php NOTIZIE - Guerra alla droga, i marines chiudono un occhio sulle coltivazioni di oppio http://droghe.aduc.it/notizia/guerra+alla+droga+marines+chiudono+occhio+sulle_116779.php - Guerra alla droga: più tossicodipendenti in carcere che in programmi di recupero http://droghe.aduc.it/notizia/guerra+alla+droga+piu+tossicodipendenti+carcere+che_116777.php - Cannabis terapeutica non incide negativamente su programmi di recupero http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+non+incide+negativamente_116776.php - I danni dell'alcolismo passivo http://droghe.aduc.it/notizia/danni+dell+alcolismo+passivo_116770.php - I cartelli del narcotraffico scendono in piazza, bloccata circolazione a Monterrey http://droghe.aduc.it/notizia/cartelli+narcotraffico+scendono+piazza+bloccata_116764.php - Caso Uva, la famiglia presenta esposto in Procura http://droghe.aduc.it/notizia/caso+uva+famiglia+presenta+esposto+procura_116762.php - Manconi denuncia un altro caso Cucchi, arrestato per ebbrezza e picchiato in caserma http://droghe.aduc.it/notizia/manconi+denuncia+altro+caso+cucchi+arrestato_116743.php - Droga. I comportamenti sbagliati sono contagiosi tra adolescenti. Studio http://droghe.aduc.it/notizia/droga+comportamenti+sbagliati+sono+contagiosi_116733.php - Droga e sicurezza. Messico ed Usa schierati in forza http://droghe.aduc.it/notizia/droga+sicurezza+messico+usa+schierati+forza_116734.php - Fermata all'aeroporto e incarcerata per possesso di ... tè http://droghe.aduc.it/notizia/fermata+all+aeroporto+incarcerata+possesso+te_116717.php - Maroni: chi consuma droghe aiuta la mafia http://droghe.aduc.it/notizia/maroni+chi+consuma+droghe+aiuta+mafia_116725.php - Papavero. La nuova operazione della Nato non scalfisce coltivazioni http://droghe.aduc.it/notizia/papavero+nuova+operazione+della+nato+non+scalfisce_116706.php - Famiglia Cucchi pensa a denuncia per omicidio http://droghe.aduc.it/notizia/famiglia+cucchi+pensa+denuncia+omicidio_116705.php - Droghe e informazione. Giovanardi lavora a censurare tv e giornalisti http://droghe.aduc.it/notizia/droghe+informazione+giovanardi+lavora+censurare+tv_116703.php - Cannabis terapeutica, referendum in South Dakota per legalizzarla http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+referendum+south+dakota_116702.php - Guerra alla droga, tensione e accuse reciproche con gli Usa http://droghe.aduc.it/notizia/guerra+alla+droga+tensione+accuse+reciproche+usa_116688.php - Tossicodipendenze Roma. Partono progetti prevenzione http://droghe.aduc.it/notizia/tossicodipendenze+roma+partono+progetti+prevenzione_116680.php - Cannabis terapeutica. Academie nationale de medecine: falso farmaco http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+academie+nationale+de+medecine_116679.php - Oppiacei per partorire senza dolore http://droghe.aduc.it/notizia/oppiacei+partorire+senza+dolore_116678.php - Mefedrone, Governo pensa a renderlo illegale http://droghe.aduc.it/notizia/mefedrone+governo+pensa+renderlo+illegale_116677.php - Morte Cucchi. Commissione parlamentare: pestato e disidratato http://droghe.aduc.it/notizia/morte+cucchi+commissione+parlamentare+pestato_116676.php - Droga, Giovanardi lavora a sistema di censura per tv e giornalisti http://droghe.aduc.it/notizia/droga+giovanardi+lavora+sistema+censura+tv_116675.php - Carcere Torino. Piu' della meta' dei detenuti e' dentro per droga. Ispezione dei Radicali http://droghe.aduc.it/notizia/carcere+torino+piu+della+meta+dei+detenuti+dentro_116669.php - Oppiacei: policonsumo pone maggiori rischi alla salute dei consumatori. Studio http://droghe.aduc.it/notizia/oppiacei+policonsumo+pone+maggiori+rischi+alla_116664.php - Narcos, Panorama sulla 'prima guerra' di Obama http://droghe.aduc.it/notizia/narcos+panorama+sulla+prima+guerra+obama_116662.php - Guerra alla droga, Calderon costretto a girare con 5mila uomini di scorta http://droghe.aduc.it/notizia/guerra+alla+droga+calderon+costretto+girare+5mila_116654.php - Giovanardi vittorioso: gli Usa mi danno ragione, no a riduzione del danno e 'liberalizzazione' http://droghe.aduc.it/notizia/giovanardi+vittorioso+usa+mi+danno+ragione+no_116645.php - Giovanardi: cannabis terapeutica? Facili entusiasmi http://droghe.aduc.it/notizia/giovanardi+cannabis+terapeutica+facili+entusiasmi_116643.php - San Patrignano sul web contro lo sballo arruola gli 'opinion leader' http://droghe.aduc.it/notizia/san+patrignano+sul+web+contro+sballo+arruola_116642.php - Dipartimento antidroga segue la pista delle energy drink http://droghe.aduc.it/notizia/dipartimento+antidroga+segue+pista+energy+drink_116638.php IL PREZZO DEL PROIBIZIONISMO dalle cronache locali gli effetti della legge vigente dati dal 05/01/2010 al 22/03/2010 sequestri droghe leggere (kg) 2.399 droghe pesanti (kg) 1.896 dosi droghe sintetiche 225.906 piante di cannabis 9.850 flaconi di metadone 10.100 vittime morti 18 arresti 2.133 giorni di reclusione 1.612 riepilogo settimanale   16/03/2010- 22/03/2010 sequestri droghe leggere (kg) 190 droghe pesanti (kg) 110 dosi droghe sintetiche 20.000 piante di cannabis 400 flaconi di metadone 500 vittime morti 3 arresti 220 giorni di reclusione 140 dati 2009: 01/01/09 - 04/01/10 * sequestri - droghe leggere: Kg 17.986,1 - pesanti: Kg 6.122,8 - sintetiche: dosi 304.722 - cannabis: piante 2.298.804 - semi 1.334 - metadone: flaconi 2.509 * vittime - morti: 49 - feriti: 17 - arresti: 5.155 - giorni di reclusione: 93.050 ------------------------------------------- ARTICOLI 19-03-2010 09:17 Ministro peruviano della Difesa: il Venezuela corridoio del narcotraffico   Il ministro della difesa del Perù Rafael Rey è venuto in Europa per difendere il buon nome del suo ministero, dopo che la Commissione della Verità e della Riconciliazione, preposta a indagare sui crimini commessi durante la lotta al gruppo armato di Sendero Luminoso, ha attribuito all'Esercito peruviano 22.000 delle circa 70.000 vittime del conflitto. "[La relazione della commissione] contiene esagerazioni”, dice il ministro. “Dovremmo essere grati per gli sforzi che hanno fatto le forze armate contro il terrorismo". In una intervista al quotidiano spagnolo El Pais, il ministro ha sottolineato come il Perù sia diventato nell'ultimo decennio uno dei “miracoli economici" dell'America Latina. Il tasso di povertà in nove anni è diminuito dal 54% al 34%, e il prodotto interno lordo è aumentato del 5% secondo le stime delle agenzie internazionali. Tuttavia, riconosce che le ferite subite dal popolo peruviano a causa del conflitto contro il narco-terrorismo non sono ancora completamente rimarginate. Insiste sul fatto che la relazione della commissione non fa distinzione tra vittime civili innocenti e coloro che sono morti perché coinvolti nel conflitto. E per questo ci sono circa 300 membri dell'esercito accusati di crimini contro l'umanità. Ma cosa ancora più importante, a suo parere, è sapere che alcune bande armate legate a Sendero ancora operanti in Perù hanno contatti con gruppi terroristici come le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC). Un'alleanza che, secondo Rey, è basata su accordi relativi al traffico di droga nella regione, accordi che producono circa 1.000 tonnellate di cocaina all'anno secondo le stime dell'Ufficio delle Nazioni Unite sulla Droga e il Crimine (UNODC). Alla domanda se Sendero Luminoso sia ancora una minaccia per il Perù, il ministro risponde: “Non per la democrazia o la legge, ma per le autorità e gli abitanti delle zone in cui operano. Anche se non attaccano i civili, ora i suoi attacchi sono limitati al personale di polizia e forze armate. In particolare, contro coloro che lottano contro il traffico di droga”. Il ministro propone anche un'analisi sul perché sempre di più il terrorismo si stia alleando con il narcotraffico. “C'è una simbiosi tra ciò che perseguono il narcotrafficante e il terrorista. Vi è un nemico comune, lo Stato, da cui ottenere i fondi. La lotta contro l'eversione è legata alla lotta contro il traffico di droga”. Rey spiega che gruppi sovversivi come le FARC offrono protezione delle coltivazioni e garantiscono il trasporto di sostanze illegali. E accusa il Venezuela: “Si sospetta che il Venezuela sia diventato un corridoio per il traffico di droga in America Centrale”. Per il ministro, gli Stati Uniti sono indispensabili nella lotta al narcotraffico, in quanto è impossibile vincere questa guerra se la domanda continua a crescere nei Paesi consumatori di sostanze illegali. Contrariamente alla Colombia e al Messico, che hanno accettato aiuti militari dagli Usa, il Perù è convinto di poter vincere la guerra con le proprie forze. “Le nostre forze sono ben addestrate e sapranno risolvere il problema. … La presenza militare [degli Usa] nel nostro territorio non è necessaria”. Ma come già i Governi colombiano e messicano, anche il Perù non disdegnerebbe aiuti economici da parte degli Stati Uniti da investire in armamenti più efficienti contro il narcotraffico. E a chi fa notare che questo sembra contraddire i proclami del presidente peruviano Alan Garcìa sulla necessità di disarmare l'America Latina, Rey risponde: “Le armi necessarie contro il narco-terrorismo non sono quelle [di cui parla Garcìa]. Sono armi di protezione, non di attacco”.     Pietro Yates Moretti 19-03-2010 08:16 Cannabis terapeutica. I pazienti soffrono per ignoranza di medici e Asl  Vorrei fare delle precisazioni riguardanti la nuova legge sul dolore, avendo letto la dichiarazione dell’On. Carlo Giovanardi a proposito dei principi cannabinoidi. Il Sottosegretario ha perfettamente ragione nell’evidenziare che la Legge in oggetto non prevede alcuna facilitazione alla prescrizione di questa classe di farmaci, in quanto la legge riguarda esclusivamente i farmaci oppioidi. In realtà, non esiste alcuna necessità di facilitare la prescrizione dei derivati della cannabis, in quanto le modalità per la loro prescrizione sono già regolate dall'art. 2 del D.M. 11-2-1997 (Importazione di specialità medicinali registrate all'estero). Quindi, a contrario dei derivati della morfina, non occorre nessun ricettario in triplice copia, ed ogni medico, sia specialista in terapia del dolore e cure palliative, sia specialista in altri settori, così come qualsiasi medico di medicina generale può richiedere l’importazione di tali farmaci (ricordiamo infatti che, attualmente, i cannabinoidi non sono presenti sul mercato italiano). L’iter di richiesta è relativamente semplice, e tutte le informazioni al riguardo, nonché il modulo previsto, sono scaricabili dal sito dell’Associazione Cannabis Terapeutica, o dal sito del Ministero della salute. Vogliamo ricordare che i farmaci cannabinoidi, data l’ubiquitarietà e l’importanza del sistema “endocannabinoide” nel nostro organismo (e cioè le sostanze che il nostro corpo produce e che hanno effetti simili a quelle contenute nella cannabis), possono avere applicazioni ben più vaste di quelle della terapia del dolore. Come riporta appunto il sito del Ministero della salute: “Per quanto riguarda i possibili usi terapeutici, dalle pubblicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) risulta che i medicinali cannabinoidi trovano indicazione nel trattamento farmacologico della nausea e del vomito in pazienti affetti da neoplasie ed AIDS sottoposti alle cure con farmaci antiblastici e antivirali. Altri usi terapeutici si stanno studiando in sperimentazioni cliniche sull’uomo e riguardano il trattamento dell’asma e del glaucoma; inoltre si sta valutando la loro attività antidepressiva, anticonvulsivante, antispasmodica e come stimolanti dell’appetito. Da alcune evidenze scientifiche risulterebbero proprietà che hanno i cannabinoidi di ridurre i dosaggi degli analgesici oppiacei, quali la morfina e i suoi analoghi, necessari a lenire il dolore nei malati oncologici sottoposti a trattamenti cronici, che, quindi, vanno incontro a fenomeni di assuefazione, caratteristici degli oppiacei. La necessità di aumentare sistematicamente i dosaggi degli analgesici oppiacei, infatti, può portare alla comparsa di effetti indesiderati, talvolta di grave entità, come il blocco intestinale. La contemporanea somministrazione degli oppiacei con i derivati della cannabis riduce la probabilità dell’instaurarsi di tali effetti indesiderati. Inoltre i cannabinodi si dimostrano efficaci nel migliorare la qualità della vita dei malati affetti da sclerosi multipla.” A fronte di queste evidenze, restano difficoltà all’utilizzo dei cannabinoidi, dovute in parte alla ancora scarsa conoscenza di questi farmaci da parte dei medici, dato che le acquisizioni scientifiche sono relativamente recenti, dall’altra all’ignoranza della legge; ma è indubbio che in certi casi si assiste da parte di alcune Aziende Sanitarie a episodi che rasentano il boicottaggio, cosicché anche di recente si è dovuta pronunciare la Magistratura affinché un paziente affetto da sclerosi multipla potesse ottenere, gratuitamente dato le sue condizioni di particolare indigenza, il farmaco necessario alla sua grave patologia. Francesco Crestani, medico chirurgo, è presidente dell'Associazione Cannabis Terapeutica     Francesco Crestani 17-03-2010 18:44 Parto senza dolore. Epidurale o Oppio, l'importante che la donna possa scegliere! Ben venga l'iniziativa del reparto di maternita' dell'ospedale Careggi di Firenze sulla possibilita' di partorire senza dolore con una iniezione di Renifentanil, un oppiaceo da somministrare per via endovenosa. Speriamo solo che dopo questa sperimentazione, a Careggi in particolare e a Firenze piu' in generale, possa essere consentito ad una donna di scegliere un parto naturale e senza dolore anche con l'anestesia epidurale. La situazione della regione Toscana, infatti, e' curiosa visto che il parto senza dolore viene richiamato nei vari piani sanitari, ma poi nella pratica e' impossibile da avere. A Firenze, infatti, solo l'Ospedale di Torregalli conduce una battaglia praticamente da don Chisciotte per cercare di garantire alle donne l'opportunita' di scegliere, ma senza la garanzia di avere i fondi per gestire un anestesista solo per la sala parto: anche in quella struttura si puo' solo sperare nella fortuna che l'anestesista di turno non sia impegnato in altro. Gli altri ospedali fiorentini non danno l'opportunita' di scegliere e l'epidurale viene praticata a pagamento oppure se il medico la predispone. Alla fine del 2008 e’ stata condotta un’indagine nelle ostetricie italiane, come rileva la rivista scientifica “Acta anaesthesiologica italica”, che conferma che solo nel 16 per cento dei punti nascita in Italia l’analgesia epidurale durante il travaglio e’ offerta 24 ore su 24 e senza costi per l’utenza. Nel 27 per cento degli ospedali l’epidurale viene applicata, ma saltuariamente e con limiti organizzativi. Se la Regione Toscana volesse davvero fornire un modello all'avanguardia per l'Italia, dovrebbe garantire il parto senza dolore in tutti punti nascita. Un modello che semplicemente ci metterebbe al passo con gli altri Paesi europei! Donatella Poretti, senatrice Radicali/Pd ------------------------------------------- COMUNICATI 21-03-2010 13:06 Cannabis. Tribunale: vendere semi non costituisce istigazione al consumo Lo scorso 16 marzo il GUP presso il Tribunale di Firenze, dott. Pietro Ferrante, ha assolto due commercianti di semi di cannabis - M.G. di Firenze e R.M. di Empoli - imputati del reato di cui all'art. 82 dpr 309/90 di istigazione all'uso di sostanze stupefacenti. Entrambi gli imputati, assistiti dall'avvocato Carlo Alberto Zaina, consulente Aduc, erano stati coinvolti nella operazione partita dalla Procura della Repubblica di Ferrara nel novembre 2008 che aveva portato a centinaia di provvedimenti cautelari. Quell'operazione, fortemente sostenuta dal sottosegretario Carlo Giovanardi, si basava sul reato d'opinione di istigazione al consumo di droghe ed aveva portato al sequestro di numerosi negozi e siti Web, e all'incriminazione di numerosi commercianti. La sentenza, le cui motivazioni verranno pubblicate entro 90 giorni, appare molto importante, perchè pare rifarsi all'unico precedente di merito esistente allo stato e che è quello della Corte di Appello di Firenze, che nel novembre 2008, accogliendo le osservazioni dell'avv. Zaina in un altro procedimento, ha assolto un suo assistito, riformando la sentenza di condanna di primo grado pronunziata da altro GUP di Firenze. In pratica, la vendita di semi, anche in presenza della commercializzazione di altri elementi o strumenti per la coltivazione in genere (e non necessariamente specificamente per la cannabis) non configura l'ipotizzato reato. Quest'ultima sentenza conferma altri pronunciamenti di assoluzione dall'accusa di istigazione, come quelle emessa dai GIP presso il Tribunale di Cagliari e quello di Milano. Carlo Alberto Zaina collabora con l'Aduc e offre consulenza legale gratuita qui.     ------------------------------------------- NOTIZIE 22-03-2010 19:17 Guerra alla droga, i marines chiudono un occhio sulle coltivazioni di oppio I marines e le truppe della Nato stanno ''chiudendo un occhio'' sui campi di papavero da oppio pronti per il raccolto attorno alla roccaforte talebana di Marjah. Lo scrive il New York Times sottolineando che quella dei militari americani e' una scelta tattica destinata a guadagnare consenso tra gli abitanti della zona, dove la coltivazione del papavero e' l'unica risorsa economica e che produce da sola oltre il 50% dell'oppio mondiale. Secondo un ufficiale della Nato citato dal New York Times, le truppe al comando del generale Stanley McChrystal hanno l'ordine di non distruggere le piantagioni. ''Marjah e' un caso speciale - ha detto al Nyt il comandante Jeffrey Eggers, membro del gruppo di consulenza strategica del generale McChrystal - Noi non calpestiamo i mezzi di sostentamento di coloro che stiamo cercando di battere''. Secondo testimonianze citate da Reuters la nuova strategia e' quella di offrire ai coltivatori il pagamento del raccolto e di distruggerlo in un secondo momento. I comandi afghani sono pero' contrari a questa impostazione, Molti esponenti del governo afghano sostengono che i campi dovrebbero essere distrutti perche' quello e' l'unico segnale per convincere i produttori a cambiare atteggiamento nei confronti dei talebani. ''Sono i talebani quelli che traggono profitto dall'oppio - ha detto al New York Times Zulmai Afzali, portavoce del Ministero Antinarcotici - In questo modo finanziamo il nostro nemico''. La posizione ufficiale del governo americano prevede lo sradicamento dei campi. L'obiettivo della nuova impostazione nella zona di Marjah e' quello di contrastare il commercio di stupefacenti, vera risorsa economica dei ribelli, conquistando nello stesso tempo il supporto dei contadini, per i quali la coltivazione dell'oppio e' l'unica fonte di vita. Secondo il racconto fatto da un coltivatore citato dalla Reuters, Mohammad Hanif, i marines si sono presentati alla sua fattoria offrendo l'acquisto del prossimo raccolto e di trasformare le coltivazioni nei suoi campi usando semenze fornite dal governo afghano. ''Sono felice per questo programma - ha detto Hanif - perche' mi rida' i soldi per i danni''. Ed un suo vicino, Mohammad Gul, ha aggiunto: ''Pensiamo che sia un buon programma, perche' non abbiamo piu' nulla e dobbiamo sfamare i nostri figli. Se il governo distrugge tutto, non resta nulla per noi. Cosi' invece e' un'altra cosa''. 22-03-2010 16:43 Guerra alla droga: più tossicodipendenti in carcere che in programmi di recupero Su circa 67.000 detenuti nelle carceri italiane, il 25% sono tossicodipendenti, eppure l'accesso alle misure alternative o sostitutive interessa solo 1 condannato su 6; 24.371 tossicodipendenti in carcere contro 16.433 tossicodipendenti in comunita' nel 2007, 24.646 tossicodipendenti in carcere contro 17.042 tossicodipendenti in comunita' nel 2006. Questi dati confermano che realta' in Italia ci sono molti piu' drogati in carcere che non nelle comunita' terapeutiche. La denuncia arriva dalle Comunita' Saman e Villa Maraini, organizzazioni che da tempo si occupano (Saman a livello nazionale, Villa Maraini a Roma) di cura dei tossicodipendenti. Saman e Villa Maraini sottolineano che alle comunità viene di fatto impedita la cura delle persone attraverso ostacoli burocratici, mesi di attesa per l'invio del detenuto presso la struttura, rette irrisorie a fronte del costo che lo Stato sostiene per ogni detenuto in carcere. Tra ritardi e lungaggini, denunciano, lo Stato non paga le rette alle comunita' terapeutiche e cio' si traduce in una negazione del diritto alla cura delle persone: gli operatori aspettano ancora oltre 100.000 euro per il periodo 2007/2008, e con il passaggio di competenze alle Asl le cose, dicono, non sono migliorate affatto. 22-03-2010 16:17 Cannabis terapeutica non incide negativamente su programmi di recupero L'uso terapeutico della cannabis non incide negativamente sui risultati dei programmi di recupero per tossicodipendenti. Questo il risultato di una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Harm Reduction Journal. Lo studio della Humboldt State University della California ha analizzato le conseguenze dell'uso medico di marijuana sugli individui in trattamento per tossicodipendenza. I risultati del trattamento per i pazienti che assumono cannabis terapeutica sono uguali o addirittura superiori ai risultati di altri soggetti in trattamento. "L'uso di cannabis non sembra compromettere il trattamento della tossicodipendenza del gruppo di pazienti che consumano cannabis terapeutica. Questo gruppo, sulla base dei dati preliminari, reagisce al trattamento della tossicodipendenza allo stesso modo o  meglio di coloro che non consumano cannabis terapeutica in diverse importanti categorie di valutazione (ad esempio, il completamento del trattamento, il coinvolgimento in procedimenti penali, questioni pertinenti alla salute)", hanno concluso gli studiosi. "Questo studio esplorativo suggerisce che la cannabis terapeutica ... non incide negativamente sui risultati dei programmi di trattamento". 22-03-2010 14:00 I danni dell'alcolismo passivo In caso d'abuso non si può parlare di alcol "buono" o "cattivo". Se si esagera, tutti i tipi di alcol, vino compreso, sono nocivi per il fegato, ma anche per il cervello e i nervi, senza escludere il maggior rischio di tumori. A ciò s'aggiunga il problema della dipendenza fisica e psichica, che può portare alla perdita del controllo con brutte conseguenze per gli altri. "Si parla di tabagismo passivo, di cui sono vittime i famigliari di un fumatore. E' la stessa cosa per l'alcolismo: la salute altrui è messa in pericolo dal consumo eccessivo. E il numero delle vittime è anche più numeroso", deplora l'esperto Kiritzé-Topor. Le prime vittime dell'alcol passivo sono i bambini nati con la sindrome d'alcolismo fetale (SAF) perché la loro mamma ha bevuto alcolici quand'era incinta. La cosa si traduce in anomalie a livello del viso e del cranio; il peso alla nascita è inferiore al normale e le malformazioni cardiache non sono una rarità; spesso si verificano difficoltà d'apprendimento, disturbi del linguaggio e del comportamento che durano anche nell'età adulta. Il fatto è che l'alcol non viene filtrato dalla placenta, per cui il feto ha lo stesso tasso d'alcolemia della madre. Sono 7.000 i bambini che ogni anno subiscono conseguenze più o meno gravi dell'alcol assunto dalla mamma. E benché l'alcol in gravidanza sia la prima causa di handicap e di ritardo mentale assolutamente evitabili nel nascituro, l'Ordine francese di ginecologi e ostetrici (CNGOF) si è dovuto battere per anni prima di avere una semplice misura di buon senso: l'etichetta sulle bottiglie di alcolici che informi le donne in età feconda che in gravidanza la regola è "zero alcol". 22-03-2010 11:04 I cartelli del narcotraffico scendono in piazza, bloccata circolazione a Monterrey Piú di una trentina di strade, svincoli e grandi arterie di comunicazione bloccate la scorsa settimana a Monterrey dai cartelli della droga messicani. E' una dimostrazione di forza quella che i narcos hanno voluto dare nei giorni scorsi in Messico: un blocco che ha paralizzato il traffico ed ha fatto infuriare i residenti locali. Un'iniziativa che i responsabili della sicurezza dello stato di Nuevo Leon hanno interpretato come una risposta dei cartelli della droga alla recente offensiva militare del governo contro i trafficanti. Per alcuni, riferisce il New York Times, si è trattato solo del "disperato" tentativo dei narcos di mostrare tutto il loro potere. Alcuni organi d'informazione locali hanno riferito di giovani dotati di sassi, bastoni e armi da fuoco che hanno fermato e assaltato gli automobilisti e danneggiato decine di vetture. Alcune macchine sono state date alle fiamme. Una sorta di guerriglia urbana che peró ha già dei precedenti. Altre volte, infatti, le gang della droga locali avevano bloccato il traffico e assalito gli automobilisti a Monterrey e sulle principali arterie di comunicazione tra il Messico e gli Stati uniti. 22-03-2010 11:00 Caso Uva, la famiglia presenta esposto in Procura L'avvocato Fabio Anselmo, legale dei familiari di Giuseppe Uva, il varesino di 43 anni morto nel 2008, poche ore dopo essere stato fermato dai carabinieri ubriaco per strada, il 14 giugno, in circostanze "da chiarire", presenterà a breve un esposto alla procura di Varese con alcuni "quesiti" sulla "tante anomalie" del caso denunciato, nei giorni scorsi, anche da Luigi Manconi, presidente dell'associazione 'A buon diritto'. Anselmi è l'avvocato della famiglia Cucchi e ad Apcom spiega: "Quello di Stefano è un caso in cui ora, finalmente, sappiamo cosa è accaduto e di chi sono le responsabilità. Per quanto riguarda invece Giuseppe Uva l'accaduto non è ancora chiaro". Sul caso sono aperti due 'tronconi d'indagine' della procura di Varese: il primo ha portato all'individuazione di due indagati con l'accusa di omicidio colposo, mai rinviati a giudizio, che sono i due medici che hanno avuto in cura Uva al momento del ricovero" all'ospedale della cittadina lombarda e che avrebbero somministrato all'uomo dei farmaci incompatibili con il suo stato di ubriachezza. Il secondo troncone ha portato all'apertura di un procedimento "contro ignoti, un modello 45 che contiene tutto e niente - spiega Anselmi - e è che una beffa per i familiari di Giuseppe Uva, un fascicolo aperto da un anno e mezzo che ha un suono beffardo e nessun senso". Per questo, aggiunge Anselmi, "noi chiediamo che o le indagini siano fatte sul serio, chiudendo quel fascicolo inutile e lavorando veramente al caso, o che si vada davanti al Gip, che assolverà i medici sostenendo che si è trattato di un caso di autolesionismo. Cosí noi potremo andare davanti alla corte di giustizia europea per chiedere di avere davvero giustizia sostenendo che a Giuseppe lo Stato italiano l'ha negata". Quanto al fatto che si sarebbe trattato di un caso di 'autolesionismo', Anselmi precisa subito: "Non si puó sempre parlare in Italia di autolesionismo ogni volta che qualcuno muore dopo avere avuto contatti con le forze dell'ordine. In questo caso sono successi atti di una gravità tale da restare allibiti e la famiglia di Giuseppe, che in 21 mesi non si è mai arresa, merita giustizia. Giuseppe non era un delinquente - aggiunge il legale - non era armato, non faceva nulla di male e ancora non si capisce perchè il carabiniere che lo conosceva bene se la sia presa con lui e non con il suo amico, che è stato anche lui fermato e che peraltro non è mai stato sentito dall'autorità giudiziaria in merito a quanto accaduto quel giorno". Secondo Anselmi bisogna partire "da quello che è successo in caserma prima del ricovero": probabilmente, come nel caso Cucchi, c'è stato "un pestaggio". Tant'è che Uva aveva fratture alla colonna vertebrale e lesioni alle parti intime. 20-03-2010 10:52 Manconi denuncia un altro caso Cucchi, arrestato per ebbrezza e picchiato in caserma Luigi Manconi presidente di A Buon Diritto ed ex sottosegretario alla Giustizia denuncia "un altro caso Cucchi, forse peggio del caso Cucchi": è la vicenda di Giuseppe Uva, 43enne fermato in stato di ubriachezza a Varese nel 2008 e morto dopo "violenze sistematiche e ininterrotte". Questa la ricostruzione-denuncia di Manconi: "Fermato in stato di ebbrezza alle 3 del mattino del 14 giugno 2008, in una strada di Varese, in balia di una decina di uomini tra carabinieri e poliziotti all`interno della caserma di via Saffi, Giuseppe Uva, 43 anni, per tre ore subisce violenze, sistematiche e ininterrotte: ecchimosi al volto e in varie parti del corpo, macchie di sangue tra il pube e la regione anale". "Un testimone - riferisce Manconi in una nota - parla di urla strazianti che si ripetono per ore. L`intervento del 118, sollecitato dal testimone in questione, viene rifiutato dal centralinista della caserma". Poi, "alle 5 del mattino, incredibilmente, dalla stessa caserma si chiede l`applicazione del trattamento sanitario obbligatorio per Uva, che verrà trasportato prima al pronto soccorso e poi al reparto psichiatrico dell`ospedale di Circolo". E "qui, secondo quanto accertato dall`indagine, gli vengono somministrati medicinali incompatibili con l`assunzione di alcol". Giuseppe Uva muore alle ore 10.30: "Nonostante le dettagliate testimonianze sulle responsabilità di carabinieri e polizia, in merito alle continue ripetute violenze subite ("un massacro"), si procede contro ignoti", sottolinea il presidente di A buon diritto commentando infine: "Un altro caso Cucchi, forse peggio dello stesso caso Cucchi." 20-03-2010 01:47 Droga. I comportamenti sbagliati sono contagiosi tra adolescenti. Studio I comportamenti sbagliati sono contagiosi tra adolescenti: dormire poco e consumare droghe, infatti, sono due comportamenti che si trasmettono tra i giovani attraverso le reti sociali e con un contagio esteso a macchia d'olio. Infatti, secondo uno studio pubblicato sulla rivista PLoS One, se un ragazzo fuma spinelli anche l'amico dell'amico di quel ragazzo probabilmente fumera' spinelli. Lo studio e' stato condotto all'Universita' di San Diego e alla Harvard University da James Fowler e Nicholas Christakis, i ricercatori che in questi ultimi anni in diversi lavori hanno dimostrato la contagiosita' lungo le reti sociali di svariati comportamenti e malattie non infettive. Come gia' visto nei loro precedenti studi e' interessante notare che se un ragazzo fuma marijuana, anche amici di suoi amici che non conoscono nemmeno alla lontana quel ragazzo fumano marijuana. Gli esperti hanno coinvolto 8.349 giovani e visto le reti sociali su cui sono piazzati. Ne hanno poi osservato i comportamenti sia in fatto di igiene del sonno sia per quel che riguarda il consumo di marijuana. E' emerso che la carenza di sonno e il consumo di droga sono fortemente interconnessi. 19-03-2010 20:54 Droga e sicurezza. Messico ed Usa schierati in forza Ci saranno la segretaria di Stato Hillary Clinton, il segretario alla Difesa Robert Gates e quello all'Interno Janet Napolitano alla seconda riunione di alto livello sulla cooperazione tra Stati Uniti e Messico che si terra' il prossimo 23 marzo nel paese latino. Una delegazione la cui composizione traduce al meglio il livello di priorita' che la Casa Bianca ha assegnato al dossier riguardante la violenza legata al narcotraffico in Messico. Un tema divenuto ancora piu' caldo dopo l'uccisione, avvenuta sabato scorso, di tre persone legate al consolato Usa a Ciudad Juarez. Proprio da questa citta' di frontiera il presidente Calderón era tornato a esortare Washington a un forte impegno bilaterale nella lotta alla criminalita' legata al narcotraffico, ricordando la dimensione "internazionale" del fenomeno. Folta anche la delegazione messicana, composta tra gli altri dai segretari di governo Fernando Gómez Mont, della Difesa Guillermo Galván, della Marina Francisco Saynez. La riunione sara' anche occasione per registrare lo stato della "iniziativa Merida", trattato internazionale siglato da Usa, Messico e i Paesi dell'America centrale per combattere narcotraffico e crimine organizzato. Il dossier Messico e' stato evocato anche nel corso della quotidiana conferenza stampa del Dipartimento di Stato Usa. Il portavoce Mark Toner ha riferito che le attivita' dell'ambasciata e di tutti i consolati nel paese cono tornati alla piena e normale attivita'. Quanto alle indagini sui fatti di Ciudad Juarez, condotte anche da esperti dell'Fbi, non hanno portato finora a stabilire un collegamento tra il movente degli omicidi e la appartenenza delle vittime al consolato. Lo spiegamento di forze della Casa Bianca risente anche del clima che l'episodio di Ciudad Juarez ha creato nell'opinione pubblica statunitense. Lo sa bene Calderón per il quale dopo i fatti di sabato "le cose si complicano ulteriormente, perche'" la cronaca acquista "una dimensione internazionale". Se ne preoccupa l'ambasciatore messicano negli Usa Arturo Sarukhan in un intervento pubblicato sull'Huffington Post con il quale cerca di contrastare la diffusa teoria "che la violenza collegata alla droga in Messico possa 'traboccare' negli Stati Uniti". Concentrati sulle dinamiche criminali di Ciudad Juarez, i media statunitensi secondo il diplomatico "raramente ricordano che El Paso, San Diego e altre citta' al confine sono tra le piu' sicure del paese". Intanto, a scanso di equivoci, Washington ha annunciato lo stanziamento di 50 milioni di dollari per aumentare il controllo alla frontiera. E le occasione per un altri confronti bilaterali non mancheranno. A meta' aprile e' attesa la visita a Citta' del Messico della first Lady, Michelle Obama. Un viaggio ufficializzato prima del week-end di sangue a Ciudad Juarez ma che il vicesegretario di Stato Usa con delega all'America Latina Arturo Valenzuela ha voluto ricordare lunedi' sulle pagine di twitter. 19-03-2010 11:16 Fermata all'aeroporto e incarcerata per possesso di ... tè Brutta avventura per una giovane turista filippina, rilasciata ieri dopo cinque giorni in detenzione perche' la dogana dell'aeroporto di Melbourne, dove era appena sbarcata, aveva scambiato dei pacchetti di te' per anfetamine. Il giudice del tribunale centrale di Melbourne ha ordinato al direttore della pubblica accusa di risarcire a Maria Cecilia Silva, di 29 anni, l'equivalente di 3.300 euro per i danni morali e materiali subiti. Quando la donna era giunta in aeroporto sabato scorso, i cani antidroga avevano reagito ai tre pacchetti di te' al limone nel bagaglio. I doganieri hanno stabilito che contenevano anfetamine e l'hanno consegnata alla polizia federale. I test successivi sono pero' risultati negativi, e l'accusa ha ritirato l'imputazione di importazione di droga. 'E' una giovane totalmente innocente che ha subito cinque giorni in una situazione orrenda, privata della liberta' e richiusa in cella con accusati di reati gravi', ha detto il suo legale, Michael Penna-Rees. 'E' traumatizzata, ha perso molto peso e avra' bisogno di cure mediche'. 18-03-2010 18:04 Maroni: chi consuma droghe aiuta la mafia Cento chili di droga sono stati, in media, sequestrati ogni giorno in Italia nel 2009: il dato e' stato commentato dal ministro Maroni. Partecipando a un'assemblea sulla legalita' con gli studenti del liceo Ferraris di Varese, Maroni ha sostenuto che la criminalita' si puo' battere partendo dalla legalita'. ''Cento chili al giorno non sono che una piccola parte della droga immessa sul mercato - ha detto il ministro - Chi consuma droga aiuta la mafia: un no alla droga e' un no alla mafia''. 18-03-2010 17:11 Papavero. La nuova operazione della Nato non scalfisce coltivazioni  E' considerata la capitale mondiale dell'eroina e continuera' ad esserlo ancora per molto tempo. Malgrado l'Operazione Mushtarak, l'offensiva sferrata contro i talebani dalle truppe della Nato, abbia riconsegnato alle autorita' afgane il controllo sulla citta' di Marjah e sull'intero distretto di Nadali, nella provincia di Helmand le coltivazioni del papavero da oppio non sembrano destinate ad essere sradicate. Ne parla un servizio di PEACEREPORTER, nel quale si sottolineano le promesse non mantenute degli emissari del governo Karzai, che dopo oltre due anni di contropotere talebano, hanno garantito la riapertura delle scuole, il rispetto delle liberta' civili della popolazione e la lotta al narcotraffico. Ma nei giorni scorsi, un esponente del governo afgano che ha chiesto di non rendere pubblico il suo nome ha dichiarato a Irin News, l'agenzia giornalistica dell'Onu, che al di la' delle dichiarazioni ufficiali, le autorita' hanno informalmente concesso ai contadini del distretto di continuare a produrre oppio, per non alienarsi il sostegno della popolazione locale. Una conferma esplicita viene dal nuovo governatore di Marjah: ''Bisogna stare attenti con la questione dell'oppio: non lotteremo contro il narcotraffico distruggendo le piantagioni'', ha dichiarato Haji Abdul Zahir all'inviato del Miami Herald, che a Marjah ha parlato anche con il maggiore dei Marines David Fennell: ''Noi non siamo venuti qui per sradicare i papaveri''. ''L'unico vero scopo dell'operazione 'Moshtarak' - spiega a Peacereporter Safatullah Zahidi, un giornalista locale - era mettere le mani sulle piantagioni di papavero da oppio. E quelle di Marjah e del suo distretto, Nadali, sono le piu' grandi e produttive di tutto l'Afghanistan. Grazie all'operazione Moshatarak sono tornate sotto controllo del governo e degli americani, giusto in tempo per il raccolto di marzo. E ora faranno lo stesso con le piantagioni della seconda principale zona di produzione di oppio, quella di Kandahar''. Secondo l'ultimo rapporto del dipartimento antidroga delle Nazioni Unite (Unodc), la provincia di Helmand produce da sola quasi il 60 per cento di tutto l'oppio afgano (4 mila delle 6.900 tonnellate totali e 70 mila ettari di piantagioni su un totale nazionale di 123 mila) e l'Afghanistan produce il 90 per cento dell'eroina circolante nel mondo. 18-03-2010 17:03 Famiglia Cucchi pensa a denuncia per omicidio La famiglia di Stefano Cucchi, il ragazzo romano arrestato per droga e morto il 22 ottobre all'ospedale Pertini di Roma dopo una settimana di agonia, sta valutando di presentare un esposto alla Procura, nei confronti di chi ha avuto in custodia Stefano al Pertini, per omicidio volontario. Lo annuncia la sorella del ragazzo, Ilaria Cucchi. ''Alla luce di quanto si evince dalla relazione della Commissione Parlamentare, dall'inchiesta condotta dal Dap e da quanto emerso nel corso delle indagini dal momento della morte ad oggi - spiega Ilaria Cucchi - i nostri legali stanno valutando l'ipotesi di presentare un esposto alla Procura nei confronti di tutti coloro che hanno avuto in custodia Stefano al Pertini e che, pur accorgendosi della gravita' delle sue condizioni, non sono intervenuti per salvargli la vita''. ''Emerge un quadro di omicidio volontario con dolo eventuale, dove la continua mancata assistenza e il contestuale isolamento hanno reso possibile, concretamente probabile e prevedibile il verificarsi della morte, di cui si e' accettato il rischio, continuando a mantenere comportamenti omissivi e illeciti, come nel caso della Tyssenkrupp. In questo quadro - conclude la sorella di Stefano Cucchi - assumerebbe rilievo la pratica pantomimica della rianimazione di Stefano gia' morto da ore''. Gli avvocati della famiglia di Stefano Cucchi, decideranno entro oggi o al massimo domani se presentare un esposto alla Procura per omicidio volontario con dolo eventuale nei confronti di chi ha avuto in custodia Stefano all'ospedale Pertini. ''Abbiamo tempi molto stretti - spiega l'avvocato Fabio Anselmo - quindi decideremo nelle prossime ore. Certo e' che cio' che ci e' stato descritto dalla commissione parlamentare descrive una situazione talmente terribile ed eclatante che e' difficile escludere che chi aveva in custodia Stefano non si fosse rappresentato il rischio che potesse morire''. C'e dunque, per i legali, ''un problema ulteriore che si aggiunge al pestaggio. Morire di fame e di sete in ospedale, in una situazione di isolamento illegittima perche' il ragazzo stava male e aveva chiesto di parlare, come prevede la legge, col suo avvocato, e' assurdo. C'e' poi una lettera scritta dalla direzione sanitaria rivolta a un giudice due giorni prima che Stefano morisse in cui si chiede il trasferimento in un'altra struttura. Una lettera - conclude Anselmo - mai pervenuta al giudice e rimasta nel cassetto''. 18-03-2010 15:26 Droghe e informazione. Giovanardi lavora a censurare tv e giornalisti 'E' inammissibile, in un Paese dove muoiono piu' di 500 persone di overdose e abbiamo decine di migliaia di giovani nelle comunita' che tentano disperatamente di recuperarsi, che vengano date a livello di media e soprattutto della tv di Stato, delle informazioni totalmente fuorvianti': cosi' il sottosegretario Carlo Giovanardi, a margine di una riunione della Consulta nazionale sulle tossicodipendenze, parla della proposta di un codice di autoregolamentazione per le trasmissioni tv all'esame oggi del 'parlamentino' di esperti. L'iniziativa del sottosegretario, titolare delle politiche antidroga del Governo, prende spunto da puntate recenti delle trasmissioni 'Annozero' e 'Chiambretti night', in cui secondo Giovanardi il tema non e' stato trattato con le dovute cautele e raccomandazioni. Con questo documento, dunque, si vuole 'far presente alle autorita' preposte che e' inammissibile che, su un tema cosi' delicato come la droga, da una parte venga data un'informazione del tutto sbagliata anche dal punto di vista scientifico, e dall'altra non ci siano in trasmissione persone esperte che invece possano chiarire, specialmente ai minori, i pericoli che derivano dalla droga'. Tra dieci giorni, un apposito documento sara' inviato a una serie di autorita' tra cui il sottosegretario con delega per l'informazione e l'editoria, i presidenti della Rai, della Commissione Parlamentare di vigilanza dei servizi radio tv e dell'Agcom, i presidenti delle principali reti tv. 'Abbiamo ritenuto necessario cominciare a tracciare un codice di autoregolamentazione per la realizzazione di programmi televisivi e spot sul problema delle tossicodipendenze, molti di questi rivolti ai giovani e ai minori - ha spiegato Giovanardi - in quanto riteniamo che troppe volte l'informazione non è esaustiva sui pericoli e sulle conseguenze derivanti dal consumo di sostanze, troppo spesso fuorviante e strutturata in modo superficiale se non addirittura incentivante l'uso di droghe'. Queste, rende noto il Dipartimento, alcune delle conclusioni della seduta della Consulta: la comunicazione televisiva deve essere sempre supportata dall'evidenza scientifica; il messaggio deve tenere in alta considerazione il ruolo educativo e di sostegno ricoperto dagli adulti, sottolineare l'estraneità della maggior parte dei nostri giovani all'uso di stupefacenti per far comprendere che la "normalità" appartiene a coloro che sono fuori dal mondo della droga e che la tossicodipendenza è una malattia ma trattabile e guaribile. Infine, bisogna evitare la commercializzazione dell'outing da parte di personaggi famosi o addirittura l'esaltazione dell'uso di droghe. 'Durante la discussione in Consulta - rende noto ancora il Dipartimento - sono stati definiti alcuni principi, ridimensionando e rivalutando anche il ruolo dei cosiddetti esperti e raccomandando invece, per il futuro, un approccio piú chiaro, pragmatico contro l'uso delle droghe e scevro da filosofie in grado di generare solo dubbi, incertezze e confusione tra i giovani'. Il documento, aggiunge il Dipartimento, sarà pronto entro la prossima settimana, 'dopo aver acquisito ulteriori pareri e indicazioni per la stesura finale, escludendo per il momento il ricorso a nuove norme, ma stimolando il senso di responsabilità delle amministrazioni pubbliche e private che gestiscono la comunicazione televisiva'. Nella nota, il Dipartimento commenta infine la posizione del Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza (Cnca), che oggi non ha partecipato alla riunione della Consulta in polemica con l'argomento all'ordine del giorno: 'Crediamo che, a volte, la ricerca di visibilità anche attraverso la premeditata assenza dalla discussione e dal confronto faccia perdere di vista le modalità corrette di confrontarsi, che sono alla base di tutti coloro che lottano per il contrasto della tossicodipendenza e che tentano di concentrare e coordinare i propri interventi anche con gli altri'.  'Non siamo contrari a priori, ma certamente gli esperti non possono essere imposti per legge': il presidente di Federserd (federazione dei servizi pubblici per le dipendenze), Alfio Lucchini, commenta cosi' la proposta, discussa oggi dalla Consulta nazionale degli esperti e degli operatori delle tossicodipendenze (di cui fanno parte molti dirigenti di Federserd), di un codice di autoregolamentazione per le trasmissioni tv che affrontano il tema della droga, che imponga la presenza in studio di un esperto. 'Non ci soddisfa certamente il livello attuale delle trasmissioni televisive che parlano di droga - precisa Lucchini - ma non e' un esperto che puo' cambiare l'approccio culturale al fenomeno, se questo approccio non e' sentito dal mondo della comunicazione'. Il problema infatti, per Federserd, e' il rapporto fra l'universo della comunicazione e quello dell'addiction. 'Noi - spiega Lucchini - abbiamo proposto in Consulta un percorso culturale: bisogna costruire insieme una diversa consapevolezza. Poi occorre superare l'ansia di dettare sempre nuove norme: e su questo punto molti componenti della Consulta si sono detti d'accordo con noi, esprimendo dubbi su un iter troppo normativo'. In conclusione, Federserd propone di organizzare occasioni di confronto e discussione tra mondo della comunicazione e mondo delle dipendenze. 'Pensiamo che questo percorso possa essere utile e debba precedere ogni eventuale azione di carattere istituzionale' conclude Lucchini. Giulio Manfredi e Nathalie Pisano (esponenti Radicali antiproibizionisti) hanno dichiarato: “Giovanardi continua il suo lavoro con coerenza e costanza: dopo aver consolidato il proibizionismo sulle droghe e quello sulle cure (è di pochi giorni fa la sua presa di posizione contro l’utilizzo di cannabinoidi nella terapia del dolore), ora cerca di imporre il proibizionismo sull’informazione. In tutte le trasmissioni televisive arriverà l’ “esperto di Giovanardi” (magari lautamente pagato con i soldi dei contribuenti) che spiegherà al pubblico cosa è bene e cosa è male. Niente di nuovo sotto il sole: il regime fascista, all’apice del consenso e della popolarità, istituì il Ministero della Cultura Popolare, che vigilava sulle pubblicazioni, censurando qualsiasi idea non conforme al regime. E’ quello il modello ispiratore di Giovanardi. Il Minculpop durò solo otto anni; speriamo che Giovanardi duri ancora meno.... ''E' estremamente importante rendere la comunicazione sulla droga chiara e senza possibilit… di dubbio sulla sua nocivita''': e' quanto afferma il Dj Aniceto, che si dice ''perfettamente in linea con il documento per l'autoregolamentazione delle trasmissioni televisive'' presentato ieri dal Dipartimento Politiche Antidroga alla Consulta degli esperti e degli operatori delle tossicodipendenze, della quale lo stesso Aniceto fa parte. ''Sono da sempre impegnato nella lotta contro la droga, come membro della Consulta e come testimonial da due stagioni della campagna informativa antidipendenze di un programma su una rete Mediaset e quotidianamente a contatto con i giovani'' aggiunge il dj, che ci tiene a sottolineare la necessita' di dire chiaramente che ''la marijuana non differisce dalle altre sostanze e fa male allo stesso modo''. Il codice di autoregolamentazione sulle trasmissioni televisive che trattano il tema dell'uso di droghe, proposto dalla Consulta per le politiche antidroga presso la Presidenza del Consiglio, ''E' un buon punto di partenza per contrastare quei cattivi maestri che troppo di frequente presentano il consumo di droga come positivo, andando a vanificare tutte quelle attività che invece cercano di far capire soprattutto ai più giovani quanto l'uso di stupefacenti sia dannoso''. Lo afferma Maria Rita Munizzi, presidente del Moige (Movimento Italiano Genitori) e membro della stessa Consulta. ''Sono cattivi modelli per i ragazzi - prosegue Munizzi - che non devono più trovare spazio in televisione, un mezzo di comunicazione che invece deve veicolare altri messaggi, promuovere la prevenzione e consentire un approfondimento e un'informazione corretti su tematiche così importanti, cosa che purtroppo al momento non sempre avviene, non solo per ciò che concerne la droga ma anche, ad esempio, per quanto riguarda l'alcol''. ''Confidiamo che il suggerimento di un codice di autoregolamentazione in materia stimoli una riflessione profonda sulla responsabilità dei media nel trasmettere modelli di salute ai nostri figli. Può essere un primo passo in attesa di integrare e meglio definire la normativa di legge attuale in materia di media e minori'' conclude. 18-03-2010 13:50 Cannabis terapeutica, referendum in South Dakota per legalizzarla Anche i cittadini dello Stato del South Dakota potranno esprimersi su un referendum per legalizzare la cannabis terapeutica. Lo ha stabilito il Segretario di Stato certificando l'iniziativa referendaria promossa dal South Dakota Coalition for Compassion, associazione di medici, pazienti e poliziotti che da tempo opera per la regolamentazione della sostanza a scopi terapeutici. Il South Dakota è l'unico Stato in cui in passato è fallita una iniziativa referendaria sulla cannabis terapeutica. Nel 2006 gli elettori ricettarono a stretta maggioranza (52% contro 48%) la legalizzazione di farmaci cannabinoidi. Lo stesso presidente George W Bush aveva partecipato alla campagna per il "no", anche attraverso l'invio di funzionari federali a condurre la campagna contro la cannabis. La legge proposta questa volta legalizza il possesso di un'oncia di cannabis e la coltivazione di sei piante per i pazienti muniti di prescrizione medica. I pazienti devono prima ottenere un'autorizzazione statale e un documento identificativo presentando la prescrizione medica per malattie come cancro, dolore cronico, nausea e epilessia. L'associazione ha raccolto ben 32mila firme, il doppio rispetto al numero necessario per indire un referendum. "Siamo felici che gli elettori del South Dakota avranno l'opportunità di rendere il consumo di cannabis terapeutica legale per i malati", ha commentato Steve Fox, direttore della Marijuana Policy Project, che ha sostenuto la campagna di raccolta firme. "Visto che l'opinione pubblica di tutto il Paese è sempre più favorevole alla cannabis terapeutica da qualche anno a questa parte, siamo convinti che la maggioranza degli elettori sosterrà i diritti dei pazienti". 18-03-2010 10:54 Guerra alla droga, tensione e accuse reciproche con gli Usa L'assassinio di una funzionaria del Consolato Usa in Messico e del marito, sabato scorso a Ciudad Juarez, ha creato forti tensioni tra il paese centro-americano e gli Stati Uniti. Il presidente messicano Felipe Calderon, per due volte, ha chiesto con fermezza alle autorità di Washington di impegnarsi in maniera decisa e definitiva nella lotta al narcotraffico. "Il crimine organizzato ha la sua origine in due fenomeni che colpiscono entrambi i paesi. Sono il consumo e il traffico di droga dentro e fuori gli Stati Uniti, e il traffico di armi provenienti dagli Stati Uniti", ha sottolineato il presidente messicano. Le frizioni tra i due paesi si sono accentuate nella giornata di lunedí, quando la portavoce del Fbi a El Paso, Andrea Simmons, ha spiegato che funzionari del Fbi e della Dea avrebbero partecipato alle indagini sull'assassinio di Lesley Enriquez e del marito. Ma senatori e deputati messicani si sono premurati di precisare subito che gli Stati Uniti non possono intervenire in questioni che riguardano il Messico e lo stesso Calderon ha precisato che la collaborazione puó e deve avvenire "ciascuno sul suo territorio". Ad acuire le tensioni ci ha pensato infine la segretaria Usa alla Sicurezza Interna, Janet Napolitano, che ha criticato la decisione del presidente Calderon di inviare militari in massa a Ciudad Juarez: decisione, ha detto, "che non ha fornito alcun aiuto". Legami con narcos, arrestati 8 poliziotti di Villaldama - I marines messicani hanno arrestato ieri otto dei 12 ufficiali di polizia in servizio a Villaldama, nel nordest del Messico, con l'accusa di un loro legame con i cartelli locali della droga. Villaldama è una piccola città di appena 4.000 abitanti, nei pressi di Monterrey, nello stato di Nuovo Leon. Il segretario generale dello Stato, Javier Trevino, ha detto che tra gli arrestati figura anche il comandante della polizia locale. OTTAWA SCONSIGLIA VIAGGI A CIUDAD JUAREZ - Il governo di Ottawa ha lanciato l'allarme ai cittadini canadesi invitandoli a non recarsi nel Messico settentrionale, dove recentemente e' stata uccisa una coppia di americani. Il sito del ministero degli Esteri canadese ha chiesto ai canadesi di evitare di raggiungere Ciudad Juarez a meno che non sia 'assolutamente necessario', tenuto conto 'dell'aumento della violenza legata al traffico di droga'. 17-03-2010 20:14 Tossicodipendenze Roma. Partono progetti prevenzione Sono in via di conclusione i lavori delle Commissioni esaminatrici dell'Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze del Comune di Roma relativamente alle attivita' progettuali presentate dalle associazioni, cooperative e fondazioni che si occupano di prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza. L'avvio dei progetti finanziati, per un importo di 3 milioni e 100mila euro, e' previsto nel mese di aprile. Tre i bandi pubblicati dall'istituzione: il primo, intitolato 'Prevenzione giovani e peer education', prevede 5 azioni da realizzarsi e attivarsi in cinque ambiti territoriali differenti, corrispondenti alle aree di afferenza alle Asl Rm A, B, C, D e E, attraverso una serie di interventi in grado di favorire il riconoscimento delle potenzialita' e dello sviluppo delle competenze personali e sociali dei ragazzi, tali da renderli capaci di riconoscere gli stimoli negativi e di contrastare l'uso di sostanze stupefacenti e di alcol. Il secondo bando, "City Care - Sportello sociale' si configura attraverso una serie di 5 interventi da realizzarsi nelle aree di afferenza alle Asl Rm A, B, C, D e E in grado di sviluppare, nelle diverse fasce d'eta', adeguate competenze psico-sociali attraverso interventi formativi nei luoghi di aggregazione giovanile, tali da rendere i giovani capaci di reagire agli stimoli negativi e di contrastare l'uso di sostanze stupefacenti e di alcool. Il bando 'Orientamento e inserimento lavorativo' prevede la realizzazione di 8 progetti sull'intero territorio cittadino metropolitano. Il progetto vuole promuovere un'azione in grado di fornire orientamento, formazione ed inserimento lavorativo a soggetti che abbiano terminato il programma di riabilitazione residenziale, semiresidenziale o ambulatoriale o, eventualmente, che siano in trattamento farmacologico e terapeutico, cosi' da favorire l'inclusione sociale e lavorativa. Al vaglio delle Commissioni sono poste, inoltre, le attivita' proposte in riferimento agli avvisi pubblici per la realizzazione di un sportello sociale e di un centro di accoglienza per minori e giovani adulti a rischi penale, nonche' per interventi straordinari a favore di minori a rischio con genitori tossicodipendenti. "Un pacchetto di attivita' - spiega il presidente dell'Agenzia, Massimo Canu - per rispondere ai bisogni e alle istanze raccolte, in una serie di importanti incontri pubblici, da quanti operano su piu' fronti nell'ambito della tossicodipendenza nel Comune di Roma. Esigenze recepite nelle linee di indirizzo dell'Agenzia e inserite, grazie alla sensibilita' dell'Assessore Marsilio, nel Piano Programma dell'Istituzione, approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 117 del 17 dicembre 2009. Un documento, questo, di straordinaria importanza, grazie al quale l'Agenzia ha ricevuto quel mandato istituzionale assente da dieci anni". Nell'ambito delle attivita' previste in materia di prevenzione, cura e reinserimento socio-lavorativo, il Consiglio d'amministrazione dell'Agenzia proporra' due giornate di incontro e studio, destinate a enti pubblici e al terzo settore, per avere una lettura quanto piu' puntuale rispetto alla diffusione delle sostanze e offrire una varieta' di servizi quanto piu' congrui alle necessita' dei cittadini romani. Tale esigenza scaturisce dalla necessita' di realizzare una molteplicita' di interventi ad hoc per ampliare, differenziare e specializzare un quadro cittadino di interventi rimasto statico nell'ultimo decennio. 17-03-2010 20:01 Cannabis terapeutica. Academie nationale de medecine: falso farmaco La cannabis? Un falso farmaco, ma una vera droga. E' senza appello la bocciatura all'uso terapeutico della sostanza da parte degli esperti francesi dell'Academie nationale de medecine. Secondo gli accademici francesi - che rinnovano il 'no' gia' espresso in passato - per ciascuna delle attivita' terapeutiche indicate per la cannabis non mancano medicinali che vantano attivita' farmacologiche superiori. Inoltre - osservano - la dose terapeutica utile e' difficile da definire con precisione, poiche' la marijuana (pianta di canapa indiana) e l'hashish (la sua resina) sono mix di numerose sostanze, le cui proporzioni possono cambiare. E soprattutto, aggiungono gli esperti, i rischi sono superiori ai benefici. L'Accademia, infine, stila una lunga lista di 'misfatti' psichici (tra cui disturbi della memoria, depressione, aggravamento della schizofrenia) e fisici (immunodepressione, tumori orali e polmonari, infarti e altro) legati alla cannabis. 17-03-2010 17:09 Oppiacei per partorire senza dolore Evitare il dolore del parto naturale, e allo stesso tempo l'iniezione spinale dell'analgesia epidurale e' possibile: lo si puo' fare attraverso un'endovenosa d' oppio. La prima ad averla sperimentata e' stata la figlia della direttrice del reparto anestesia della maternita' dell' ospedale di Careggi di Firenze dove e' in corso il progetto pilota. La sperimentazione, incentrata su un farmaco basato sui principi dell' oppio, il Renifentanil, riguarda tutte quelle donne che, spiega la direttrice del reparto di anestesia del dipartimento materno-infantile della struttura, la dottoressa Anna Maria Melani, 'a causa di patologie non possono sottoporsi all'analgesia epidurale, oppure semplicemente preferiscono un'alternativa all'iniezione nella colonna vertebrale, della quale magari hanno un po' paura'. Insomma, a Firenze c'e' la via dell' oppio al parto dolce, come alternativa all' epidurale. La paziente numero uno della sperimentazione e' stata proprio la figlia della direttrice del reparto, Eleonora Zanardelli. 'Non sono stata preoccupata neppure per un momento: del resto, ero nelle mani di mia madre. Quella di sottoporsi a questo tipo di analgesia e' stata una scelta piu' che giusta, il dolore del parto e' stato molto attutito e non ho risentito di alcun effetto collaterale in seguito. Insomma, e' andato tutto benissimo'. Il Renifentanil e' un oppioide di ultima generazione: somministrato per via endovenosa, agisce a livello cerebrale sui recettori del dolore, elevandone temporaneamente la soglia di sopportazione da parte delle partorienti: una metodologia piu' 'soft' dell'analgesia epidurale che inibisce la sofferenza intervenendo direttamente sul sistema nervoso. 'Il problema dell'utilizzo degli oppioidi, in passato, era quello degli effetti collaterali negativi sul bambino, ma con il Renifentanil, che ha un impatto lieve anche sul metabolismo della donna, questi vengono evitati' spiega Melani. La sperimentazione, condotta finora su oltre mille pazienti e pubblicata su importanti riviste del settore, ha riscosso un elevato gradimento da parte delle donne che vi si sono sottoposte. 'In base all'indagine che abbiamo effettuato - illustra la direttrice - circa l'87% delle neomamme ha giudicato molto positivo l'esito di questa esperienza. E tante di loro decidono di tornare da noi anche per i parti successivi'. Qui un articolo di commento 17-03-2010 16:36 Mefedrone, Governo pensa a renderlo illegale Le autorita' del Regno Unito sono pronte a riconsiderare la legalita' del mefedrone, una droga che lunedi' avrebbe causato la morte di due adolescenti nella citta' di Scunthorpe, nell'Inghilterra occidentale. Il ministro alle Attivita' produttive, Lord Mandelson, ha dichiarato che serve una revisione ''molto rapida e molto attenta'' della normativa, che potrebbe portare presto a un divieto della sostanza stupefacente. Louis Wainwright, 18 anni, e Nicholas Smith, 19, sono morti dopo aver assunto la droga, conosciuta fra i giovani come ''meow meow'' (miao miao) e ''m-cat'' (m-gatto), anche se si deve ancora stabilire se altre sostanze, come ad esempio l'alcol, abbiano contribuito al loro decesso. Altre sei persone che avevano preso la droga sono state sottoposte a controlli in ospedale. Intanto la National Association of Head Teachers (Naht), associazione che riunisce i presidi del Regno Unito, ha chiesto che si discuta presto di un bando della ''meow meow'', che viene usata soprattutto dagli adolescenti. Comprarla e' molto facile: basta andare su uno dei tanti siti internet che la ''spacciano'' come fertilizzante per piante, al costo di meno di dieci sterline al grammo, e aspettare che il postino la consegni all'indirizzo di casa. La notizia della morte dei due ragazzi arriva una settimana dopo quella di 180 studenti del Leicestershire che non sono andati a scuola dopo aver preso la sostanza. 17-03-2010 16:26 Morte Cucchi. Commissione parlamentare: pestato e disidratato Stefano Cucchi, il giovane romano morto il 22 ottobre all'ospedale Pertini di Roma dopo essere stato arrestato e dopo una settimana di agonia, ha subito lesioni, ma la causa diretta del decesso e' stata la disidratazione, che lo ha portato a perdere 10 chili in sei giorni. Con la relazione della commissione d'inchiesta sull'efficacia del servizio sanitario nazionale, che individua cosi' la causa della morte, arriva ad una prima conclusione la vicenda sanitaria e giudiziaria seguita alla morte di Stefano Cucchi. Secondo il parere di Ignazio Marino, presidente della commissione stessa, 'c'e' la sensazione forte che abbia prevalso la questione degli aspetti cautelativi rispetto a quelli sanitari'. 'Sulla vicenda di Cucchi ci sono state responsabilita' dei medici, nostro compito e' quello di individuarle e di invocare' spiega Marino, una piena attuazione della norma in base alla quale 'chi si trova in stato di detenzione ha gli stessi diritti alla salute di chi non si trova in quelle condizioni'. Nella relazione approvata all'unanimita' emerge che il decesso di Cucchi sarebbe avvenuto 'qualche ora prima del tentativo di rianimazione, ma non credo - spiega Marino - che l'intento dei medici sia stato quello di falsificare le cartelle'. Ma nel documento emerge anche un altro particolare importante: una volta ricoverato all'ospedale Sandro Pertini, 'inizio' per protesta a rifiutare, almeno in parte, l'assunzione di cibo e liquidi e di sottoporsi alla terapia endovenosa'. Una situazione questa, spiega la relazione, che successivamente provocherà un peggioramento del quadro clinico, una drastica perdita di peso (da 52 a 42 kg) e un blocco della funzione renale per mancanza di idratazione. Per Marino il comportamento del ragazzo era legato 'alla volontà di Cucchi di richiamare su di se' l'attenzione dei suoi legali e del mondo esterno'. Ma se la commissione attribuisce ai medici la responsabilita' finale di quanto avvenuto, il Segretario generale della Cimo Lazio Giuseppe Lavra risponde che sono forti i dubbi sull'utilita' delle commissioni per accertare la verita'. 'Non abbiamo letto le conclusioni della Commissione, ma si legge sulla stampa che il presidente Marino avrebbe confermato che ci sono 'responsabilita' dei medici, che non monitorarono con attenzione'. Giovera' ricordare all'opinione pubblica che l'indagine e' tuttora in corso. Non si pronuncino sentenze improprie'. Nella relazione finale vengono indicate 7 criticità legate alla vicenda della morte del giovane. 1) «Nell'opinione dei consulenti tecnici della commissione, le ecchimosi palpebrali sono state probabilmente prodotte da una succussione diretta delle due orbite. Analogamente, le lesioni alla colonna vertebrale sembrano potersi associare ad un trauma recente; sempre ad una lesione è collegabile la frattura al livello del sacro-coccige». 2) «Il medico del carcere invia d'urgenza il detenuto al Pronto soccorso dell'ospedale Fatebenefratellì sull'isola Tiberina. Tuttavia, l'accesso all'ospedale avviene dopo quattro ore, alle 21». 3) «L'ortopedico dell'ospedale Fatebenefratelli è consultato telefonicamente, non essendo di guardia attiva: ciò non sembra consono per un nosocomio sede di Dea di primo livello». 4) «La trasmissione della cartella clinica del detenuto appare problematica sia nel trasferimento tra le diverse strutture ospedaliere, sia nel passaggio di consegna tra un medico e l'altro nell'ospedale 'Sandro Pertini. Nel primo ricovero all'ospedale Fatebenefratelli manca la cartella clinica di accompagnamento dal carcere e mai viene successivamente citata come letta da alcun testimone. La cartella clinica non è ordinata nel diario». 5) «Alla luce dell'anomala procedura di ricovero presso la struttura protetta dell'ospedale 'Sandro Pertinì, è lecito domandarsi se tale percorso sia stato indotto da motivi sanitari o da esigenze organizzative dell'amministrazione penitenziaria. Le motivazioni di tale particolare procedura sono apparse comunque alla commissione lacunose». 6) «Il primario responsabile della struttura protetta dell'ospedale 'Sandro Pertinì non ha mai visitato il paziente. In considerazione dell'aggravarsi del quadro clinico del paziente il 21 ottobre 2009, è stato riferito alla commissione essere stata preparata da un medico una lettera di segnalazione all'autorità giudiziaria, mai inviata in realtà, a causa della morte del paziente. Ciononostante non viene predisposto un monitoraggio continuo delle condizioni del paziente». 7) «È da notare la mancanza di qualsiasi supporto in loco descritto per la rianimazione. L'equipe di rianimatori non viene chiamata. Si riferisce che sarebbe potuta giungere in 5 o 6 minuti». "Siamo molto soddisfatti" per l'esito della commissione di inchiesta parlamentare. "Siamo soddisfatti perche' la relazione afferma quanto noi abbiamo sostenuto sin dall'inizio: le fratture ci sono, sono recenti e compatibili con il pestaggio". E' il commento a caldo di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, sul voto della commissione parlamentare di inchiesta. "Ora mi auguro che la Procura tenga conto della relazione e che sia riconosciuta la preterintenzionalita' delle guardie carcerarie" nell'aver causato la morte di Cucchi, prosegue la sorella che spiega di augurarsi che "si smettano tutte le altre insinuazioni. Le fratture riportate da Stefano sono recenti e questo e' incontestabile. Spero - dice ancora non comincino a parlare d'altro, come ad esempio di una caduta accidentale. Mi auguro la smettano con l'atteggiamento difensivo nei confronti di chi ha picchiato Stefano, che e' stato vittima di un pieno pestaggio. Questo ormai e' chiaro a tutti". Dichiarazione di Donatella Poretti, senatrice Radicali-PD: Il Senato e la commissione sul Ssn ha avuto la forza di approvare una relazione finale dell’inchiesta sull’efficacia, l’efficienza e l’appropriatezza delle cure prestate al Stefano Cucchi, morto per disidratazione. Un detenuto in sciopero della fame e della sete che nella ricerca disperata di vedersi riconosciuto un diritto, quello dell’assistenza del legale di fiducia forse anche per cercare di denunciare chi gli aveva provocato le lesioni traumatiche. Nel suo percorso sanitario Cucchi purtroppo non ha avuto la corretta assistenza sanitaria, questo dovevamo registrare nella commissione. Il Senato e il Governo sara’ bene prendano in considerazione le nostre valutazioni e le problematicita’ del caso singolo e più in generale dell’assistenza sanitaria in carcere. Tutto il materiale della commissione occorre ora che vengano non solo inviati alla Procura, ma anche desecretati e resi accessibili a tutti nell’ottica della trasparenza e dell’accesso agli atti delle istituzioni. Dopo mesi dal fatto speriamo che anche la Procura riesca a concludere le sue indagini e a individuare i responsabili di una morte che poteva essere evitata. L'indagine condotta dalla commissione d'inchiesta sul servizio sanitario nazionale a proposito della vicenda di Stefano Cucchi 'ha permesso di accertare le criticità del 'sistema' di cure prestate e, in virtú di questi risultati, si sono potute individuare delle proposte concrete affinche' tali episodi non debbano piú ripetersi'. A dirlo e' uno dei due relatori della commissione, Enzo Galioto (Pdl). 'Si è portato a termine un lavoro impegnativo e qualitativamente valido che ha coinvolto per alcuni mesi la Commissione e che ha portato alla elaborazione di un documento condiviso da tutti i componenti. Nel testo abbiamo focalizzato quattro punti inerenti questa drammatica vicenda. Infatti - ha proseguito il senatore Galioto - appurate le cause della morte, si è passati ad una meticolosa ricostruzione delle cure sanitarie prestate al signor Cucchi, dal giorno 15 al 22 ottobre. Cosi' come evidenziato dai periti, e' da escludere che il decesso di Cucchi sia da attribuire alle conseguenze del trauma subito, ma questo è motivo per rivedere e migliorare i rapporti fra l'Amministrazione sanitaria e i detenuti'. 'Ci conforta che anche le conclusioni della commissione parlamentare sul Servizio sanitario nazionale, che ha approvato all'unanimita' il documento finale sull'inchiesta relativa alla morte di Stefano Cucchi, abbia escluso che la sua morte sia da attribuire alle conseguenze di traumi o lesioni ma invece la conseguenza della brusca ed eccessiva perdita di peso in pochi giorni e ad una disidratazione frutto di una volonta' di Cucchi di richiamare su di se' l'attenzione dei suoi legali e del mondo esterno'. E' il commento di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. Secondo Capece si tratta di una 'notizia importante, tenuto conto che per settimane il Corpo di Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti erano stati costantemente accusati di violenze continue e sistematiche nei confronti di detenuti, accusati di lavorare in un misto di violenza, indifferenza e cinismo che non ci appartengono affatto, erano 'il mostro' da sbattere in prima pagina'. 'Le conclusioni della commissione d'inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi sono drammatiche ed inquietanti. E' purtroppo chiaro che ci troviamo davanti ad un'altra vergogna di Stato. Accertata una parte di verita' e' doveroso ora accertare le responsabilita', individuare e punire i colpevoli. Troppe volte in Italia non c'e' stata giustizia e la memoria delle vittime ha dovuto subire anche l'offesa dell'impunita''. Lo afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. "Il quadro che emerge dalla relazione della Commissione parlamentare sul caso Cucchi e' molto preoccupante, ed e' necessario che la magistratura accerti rapidamente le responsabilita'. Su questa vicenda e' doveroso che la Regione si costituisca parte civile". Lo dichiara il consigliere regionale del Pd del Lazio Alessio D'Amato. 'Allo stato niente e' stato ancora appurato. Peraltro, del tutto inverosimili appaiono le valutazioni sulla perdita di peso che il paziente avrebbe accusato durante il periodo di ricovero'. Lo afferma l'avvocato Gaetano Scalise, difensore di Aldo Fierro, responsabile del reparto penitenziario dell'ospedale Sandro Pertini, uno dei medici indagati per il caso Cucchi. 'Appare davvero sorprendente - prosegue - che i due consulenti, Pascali e Proietti, in corso di indagini cosi' delicate e nell'attesa del deposito da parte dei consulenti tecnici del pm per la perizia medico-legale, abbiano fornito alla stampa, prima ancora di depositare la relativa relazione in Procura, degli elementi cosi' sensibili circa le cause della morte del giovane Cucchi'. 'In base alle notizie diffuse - prosegue Scalise - sono riportate una serie di valutazioni tecniche, proprie dei consulenti della Commissione parlamentare, (sia sulle lesioni riportate dal Cucchi, sia sul trattamento sanitario ricevuto durante il suo ricovero presso l'Ospedale Pertini), come se si trattasse di verita' gia' accertate. Si tratta quindi di valutazioni, che sebbene provenienti da soggetti qualificati, quali sono i periti nominati, devono pur sempre essere considerate quanto meno parziali, se non altro perche' provenienti appunto da consulenti di parte. Non compete certamente ne' alla Commissione parlamentare (che in realta' sembra agire piu' con intenti politici, che tendenti all'accertamento della verita') ne' ai suoi consulenti, accertare eventuali responsabilita' penali in merito alla morte di Cucchi, ma ai soli organi Giudiziari requirenti e giudicanti investiti dalla vicenda'. "Umanizzazione del Servizio sanitario nazionale" nelle carceri italiane. L'efficienza del Ssn "deve partire dai luoghi spesso dimenticati dalla societa'. Non vi sono condizioni che possono rendere secondaria la tutela della salute". Lo scrive in una nota il senatore Michele Saccomanno, capogruppo del Pdl in Commissione d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale. Secondo Saccomanno, "la morte di Stefano Cucchi evidenzia delle carenze nel rapporto Ssn-carcere e individua la possibilita' che nella struttura protetta del Pertini, ma non solo, l'attenzione sanitaria sia stata secondaria a quella giudiziaria. La relazione approvata evidenzia il dubbio - prosegue il senatore del Pdl - che il rifiuto dell'acqua da parte di Cucchi sia stato determinato da un possibile abbandono coperto da formalismi giuridici che hanno imbrigliato anche l'attenzione medica". Paolo Ferrero, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, ha chiesto di non minimizzare il caso. "Secondo i risultati della commissione parlamentare d'inchiesta, Stefano Cucchi, ucciso in carcere dopo una settimana di agonia, sarebbe morto per una disidratazione "non monitorata" che lo porto' alla perdita di 10 chili", ha ricordato, "secondo la commissione, dunque, la responsabilita' dei medici, ma la sorella di Stefano giustamente dice: 'Anche i risultati della commissione confermano che fu picchiato'". Di certo, ha aggiunto, "se Stefano e' morto per disidratazione non c'e' stata la dovuta attenzione da parte della polizia penitenziaria come delle strutture mediche del carcere, che non hanno fornito neanche un minimo di assistenza sanitaria, neppure quella coatta". Di certo, ha insistito, "non si puo' sminuire il caso: o per percosse o per disidratazione si tratta comunque di un atto di tortura a danno di un ragazzo inerme e dunque di un atto illegale di violazione del corpo di un ragazzo in stato di fermo. Insomma, non vorremmo che venisse sminuito quanto effettivamente avvenuto. Come se, per la morte di Gesu' Cristo, ci raccontassero che e' morto per un colpo di sole". 'A tutti i ruoli istituzionali e' dovuto rispetto e quindi anche a quello di una commissione parlamentare d'inchiesta. E' pero' lecito ricordare che esiste un giudice naturale precostituito per legge, secondo i principi costituzionali'. Lo ha affermato il Segretario generale della Cimo Lazio Giuseppe Lavra. 'Se poi i risultati cui, da notizie di stampa, sembra essere pervenuta la Commissione d'inchiesta sono guarda caso gli stessi che il suo Presidente in sede non istituzionale aveva gia' clamorosamente manifestato - prosegue la Confederazione medici ospedalieri del Lazio - i nostri dubbi sull'utilita' di questo strumento ai fini dell'accertamento della verita' non possono che crescere' prosegue Lavra. 'Non abbiamo letto le conclusioni della Commissione, ma si legge sulla stampa, che il presidente Marino avrebbe confermato che ci sono 'responsabilita' dei medici, che non monitorarono con attenzione'. Giovera' ricordare all'opinione pubblica che l'indagine e' tuttora in corso. Non si pronuncino sentenze improprie'. 'E' importante fare chiarezza sulle responsabilita' mediche in merito alla morte di Stefano Cucchi. Allo stesso modo si deve far luce sulle violenze inferte al giovane detenuto. Sarebbe inaccettabile se questo episodio, come altri in passato, restasse impunito". Lo ha dichiarato Luigi Nieri, l'Assessore al Bilancio della Regione Lazio ed esponente di Sinistra Ecologia Liberta'. "Le conclusioni della commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Cucchi confermano che, in quella vicenda, ci sono delle responsabilità che ora tocca alla magistratura penale accertare". Lo dichiara in una nota il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni. "Quello di oggi è un pronunciamento importante che non concede ulteriori ritardi all'accertamento della verità". "Occorre che si sappia al piú presto cosa è accaduto a Stefano nei giorni di ricovero al Pertini e in quelle convulse ore dell'arresto, della detenzione, del processo e delle visite negli ospedali". 17-03-2010 16:06 Droga, Giovanardi lavora a sistema di censura per tv e giornalisti La Consulta degli operatori e degli esperti delle tossicodipendenze si riunira' domani mattina, a Palazzo Chigi, per discutere della proposta di un codice di autoregolamentazione delle trasmissioni televisive in cui sono trattati i temi sociali e sanitari relativi al consumo delle sostanze stupefacenti. Lo rende noto il sottosegretario con delega alla lotta alla droga, Carlo Giovanardi, che ha convocato il ''parlamentino'' nazionale sulle droghe. L'iniziativa - si legge in una nota - fa seguito alle polemiche scaturite dalle recenti trasmissioni ''Annozero'' e ''Chiambretti Night'', in cui il problema della tossicodipendenza e dell'uso della droga ''fu trattato in maniera del tutto inidonea a fornire al pubblico informazioni corrette ed esaustive sui pericoli derivanti dal consumo delle sostanze''. Insomma, un sistema di censure per giornalisti e tv che parlano di droga e tossicodipendenza in modo "inidoneo" e "scorretto". 17-03-2010 13:08 Carcere Torino. Piu' della meta' dei detenuti e' dentro per droga. Ispezione dei Radicali Questa mattina il senatore Marco Perduca (Radicali/Pd), accompagnato da Bruno Mellano e Giulio Manfredi (rispettivamente presidente e membro del Comitato nazionale Radicali Italiani), ha visitato la casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino. All’uscita dell’istituto sono stati forniti i dati sulle presenze: oggi sono detenute ben 1.586 persone, rispetto a una capienza ottimale di 994; i cittadini italiani sono 699, i non italiani 843. 569 reclusi stanno scontando una sentenza definitiva (solo un terzo del totale); 507 sono in attesa di giudizio, 246 sono ricorrenti in Appello e 95 sono ricorrenti in Cassazione. Ben 740 soggetti sono in carcere per violazione dell’art. 73 DPR 309/90 (spaccio); 64 sono reclusi per violazione dell’art. 74 DPR 309/90 (associazione a fini di spaccio); 38 per associazione a delinquere di stampo mafioso; 234 per furto; 356 per rapina. Il personale di Polizia Penitenziaria assegnato all’istituto è pari a 990 unità; gli agenti effettivamente in servizio in istituto sono 609; altri 201 sono assegnati al Nucleo Trasferimenti. Mellano e Manfredi hanno cosi' commentato:  “Ci occupiamo di problemi del carcere da almeno un decennio; abbiamo sempre detto che le 13 carceri piemontesi non dovevano essere considerate mondi a parte, posti extraterritoriali, ma erano e sono parte integrante della città e della regione. Anche oggi ci siamo comportati di conseguenza, sincerandoci, come militanti radicali e anche come candidati alle prossime elezioni regionali, delle condizioni di vita degli abitanti di questo quartiere speciale di Torino. E abbiamo anche verificato se tali abitanti, quei  pochi perlomeno provvisti ancora dei diritti elettorali, fossero stati messi in condizione di esercitarli; abbiamo verificato che la Direzione del carcere aveva avvisato per tempo i detenuti sulla possibilità di poter votare in carcere per le prossime elezioni regionali. Rispetto alla situazione generale, è innegabile che il direttore Pietro Buffa e i suoi collaboratori, gli agenti di polizia penitenziaria, cercano ogni giorno di ridurre il danno prodotto da un’ “emergenza carceri” che ormai è considerata da chi ci governa normale e accettabile, tanto da peggiorare la situazione –determinata, ricordiamolo, in gran parte dalla legge proibizionista sulle droghe – con il reato di immigrazione clandestina. Se la Lista Bonino-Pannella riuscirà ad avere almeno un eletto in Consiglio Regionale, sarà possibile riprendere il grande lavoro svolto dai consiglieri radicali fra il 2000 e il 2005 (oltre cento visite ispettive nelle 13 carceri piemontesi, raddoppio del numero degli educatori, predisposizione della proposta di legge sul garante regionale delle carceri, diventata legge in questa legislatura, scoperta e successiva incentivazione dell’istituto della Cassa delle Ammende per il finanziamento di progetti lavorativi dentro e fuori il carcere), a partire dalla nomina del garante regionale, che la legge regionale n. 28 del 2009 prescrive di compiere entro il 5 giugno 2010”. 17-03-2010 12:25 Oppiacei: policonsumo pone maggiori rischi alla salute dei consumatori. Studio Negli ultimi dieci anni l’utilizzo di sostanze stupefacenti, tra cui marijuana e alcol, non è né aumentato né si è stabilizzato tra gli adolescenti degli Stati Uniti nelle scuole e nelle comunità. Al contrario, l’uso di sostanze oppioidi diverse dall’eroina è quasi raddoppiato durante questo periodo (5-9%). E’ stato dimostrato che l’utilizzo di oppioidi tra gli adolescenti comporta dipendenza in pochi mesi rispetto agli adulti. Il consumo problematico di oppiacei tra i giovani comporta rischi sempre più alti per la salute, quali overdose, mortalità, e infezioni causate dallo scambio di siringhe (infezione da HIV, Epatite C). Per questo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Addiction, sono stati presi ad esame 475 giovani di età compresa tra i 14 e i 21 anni con problemi connessi all’utilizzo di oppiacei (OPU) e di marijuana e alcol (MAPU), confrontati con un altro gruppo di giovani (475 soggetti) con problemi di sola dipendenza da marijuana e alcol (MAPU). Sono state raccolte informazioni di carattere socioeconomico (sesso, età, etnia) e relative alle condizioni di salute (HIV, salute mentale, consumo settimanale di marijuana e alcol). Dallo studio è emerso che il rischio aggiunto di avere problemi connessi all’uso di oppiacei tra coloro che fanno uso solo di marijuana e alcol è associato ad una maggiore comorbidità: tassi più elevati di problemi psichiatrici e traumi, comportamenti a rischio nello scambio di aghi e nelle abitudini sessuali che aumentano la possibilità di contrarre il virus dell’HIV. Il 64% dei giovani che utilizzano alcol, marijuana e oppiacei assume farmaci da prescrizione a base oppiacea, e hanno una maggiore probabilità di essere senza casa o avere una storia familiare caratterizzata da tossicodipendenza. I risultati dello studio sottolineano la necessità di pianificare trattamenti che integrino interventi differenti volti alla cura delle comorbidità associate all’uso di droghe. (Droganews) 17-03-2010 12:11 Narcos, Panorama sulla 'prima guerra' di Obama Corpi da una parte e teste dall’altra. L’ultimo ritrovamento, tra i cespugli, domenica 14 marzo nello stato di Guerrero, ad Acapulco, la città-cartolina del Messico. Ma se i cadaveri decapitati in Messico sono oramai la norma, non era mai successo che il “metodo” venisse esportato a Filadelfia, come ha denunciato lo scorso anno il congressman repubblicano Mark Kirk . Preoccupato lui ma preoccupata soprattutto l’amministrazione di Barak Obama che sempre più spesso manda in Messico il segretario di Stato Hillary Clinton, il ministro della Giustizia Eric Holder e quello della Sicurezza interna Janet Napolitano. Da quando si è insediato, Obama si è già recato due volte in visita ufficiale dal presidente Felipe Calderon per discutere la situazione “sicurezza” e ad aprile potrebbe tornarci, per accompagnare la moglie Michelle in quella che inizialmente doveva essere una visita di piacere. Continua... 17-03-2010 11:34 Guerra alla droga, Calderon costretto a girare con 5mila uomini di scorta Protetti da misure di sicurezza per le quali sono stati mobilitati 5.000 agenti di polizia, il presidente messicano Felipe Calderon e l'ambasciatore Usa in Messico, Carlos Pascal, si sono recati ieri a Ciudad Juarez per fare il punto della situazione sulla spirale di violenza innescata dai narcotrafficanti e che la settimana scorsa ha portato all'uccisione di tre americani proprio nei pressi di quella citta' a ridosso della frontiera col Texas. Calderon e' gia' alla sua terza visita in un mese a Ciudad Juarez dove i narcos, per la prima volta, hanno causato vittime Usa. Dal canto suo il Dipartimento di Stato americano ha assicurato che contribuira' alla caccia ai killer dei narcotrafficanti mobilitando ben sei agenzie, Fbi e Dea comprese. Ma l'opposizione non ci sta e accusa il capo dello Stato di aver 'fallito' la strategia contro i cartelli della droga: 'Non puo' essere che il Messico ci metta i morti e gli Usa il consumo di droga e l'export di armi. E' un'equazione da modificare', ha avvertito il senatore Gustavo Madero, esponente di uno schieramento che ha chiesto a Calderon di parlare 'con urgenza' della questione con il presidente americano Barack Obama. Peraltro la sua consorte, Michelle, secondo i gossip della settimana scorsa aveva in programma una visita 'da sola' proprio in Messico. I cartelli della droga continuano intanto la loro guerra per il controllo delle rotte della droga: oltre 56 morti nelle ultime 36 ore in tutto il Paese. E, dalla loro, hanno anche il fatto che la Segreteria della Difesa Nazionale (Sedena) ha ammesso oggi che, rispetto a quando nel 2008 ha preso il via impegnando diverse migliaia di soldati, l'anno scorso l'operazione contro i narcos denominata 'Ciudad Juarez' e' stata meno efficiente: i sequestri di droga e gli arresti sono diminuiti. Ed e' proprio per l'inarrestabile incremento della violenza ('La situazione a Ciudad Juarez e' ormai fuori controllo', ha assicurato il presidente del Senato, Carlos Navarrete) che il Dipartimento di Stato ha anche disposto che un centinaio di diplomatici ed i loro familiari lascino le sei sedi consolari a ridosso della frontiera. 16-03-2010 17:32 Giovanardi vittorioso: gli Usa mi danno ragione, no a riduzione del danno e 'liberalizzazione' "Una doccia fredda per chi in passato aveva fatto credere che le posizioni americane fossero a sostegno della liberalizzazione (sic!) della marijuana e della riduzione del danno". Cosi' il Dpa, dipartimento politiche antidroga, definisce "il no fermo e formale espresso dalla amministrazione Obama" nel corso della sessione della Commission on Narcotics Drugs, dove gli Usa hanno confermato la loro contrarieta' alla legalizzazione della marijuana e di ogni altra sostanza illecita negli Stati Uniti. Sottolinea ancora il Dpa, che sembra però non distinguere bene i concetti di 'liberalizzazione' e di 'legalizzazione': "Gli Usa, smentendo e deludendo tutti coloro che sostengono la liberalizzazione delle droghe, hanno dichiarato testualmente di aver constatato significative conseguenze derivanti dall'uso di marijuana. Per fare un esempio, l'uso di questa sostanza e' il principale motivo per cui sempre piu' individui tossicodipendenti ricorrono al trattamento, come rilevato dai centri di accoglienza. Siamo contrari alla legalizzazione della marijuana e di qualsiasi altra sostanza illecita. La ricerca e l'esperienza  hanno dimostrato che la legalizzazione delle droghe ne aumenta l'accettazione e l'uso e quindi anche tutte le pericolose conseguenze che esse comportano". Inoltre, "la medicina deve essere determinata dalla scienza e non dal voto popolare". Per il Dpa, "proprio per questo gli Usa hanno attivato numerosi progetti di ricerca in linea con i protocolli internazionali. Al riguardo della cosiddetta riduzione del danno gli Stati Uniti, nonostante supportino molti e specifici interventi riguardo al trattamento e alla prevenzione sulle persone tossicodipendenti, hanno dichiarato di non usare la frase 'riduzione del danno' per descrivere la linea politica, perche' puo' creare un'inutile confusione e troppo spesso e' usata male per portare avanti altre politiche e ideologie, che invece promuovono l'uso di droga". Un chiaro riferimento a chi si batte per la legalizzazione delle droghe o per strumenti di riduzione del danno come i programmi di scambio delle siringhe per prevenire la trasmissione dell'Hiv/Aids fra i tossicodipendenti. 16-03-2010 16:15 Giovanardi: cannabis terapeutica? Facili entusiasmi La legge che fornisce nuove disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore "e' frutto di un si' bipartisan, segno che su alcune questioni il Parlamento non e' affatto un'istituzione lontana dai problemi reali e dai bisogni delle persone". Questo il succo del messaggio scritto firmato da Carlo Giovanardi, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, diffuso oggi a Roma nella biblioteca del Senato all'incontro 'Prospettive e impatto delle nuove disposizioni'. Il sottosegretario, impossibilitato a partecipare all'incontro, ha comunque voluto sottolineare con una lettera il significato di questa legge che "ci riallinea finalmente agli altri Paesi europei in tema di disponibilita' e accesso a tali trattamenti sanitari. Le nuove disposizioni, come molti sanno, impattano notevolmente anche il Testo unico in materia di sostanze stupefacenti, coinvolgendo in tal modo competenze anche nella mia piu' diretta responsabilita'". Giovanardi spera pero' che ora "venga sgombrato il campo da facili entusiasmi mediatici che potrebbero tradursi in indebite aspettative, come nel caso dei derivati da cannabis che, all'indomani dell'approvazione della legge, taluni giornali si sono erroneamente affrettati a comprendere tra i farmaci analgesici oppioidi utilizzabili per la terapia del dolore". 16-03-2010 13:34 San Patrignano sul web contro lo sballo arruola gli 'opinion leader'   Il filosofo Umberto Galimberti, la psicanalista Vera Slepoj, il giornalista Gian Antonio Stella e lo scrittore Marcello Veneziani. Sono tra gli esperti e opinionisti che San Patrignano mette in rete contro la cultura dello sballo e della tossicodipendenza di massa. La comunita' di recupero fondata da Vincenzo Muccioli da anni se la prende con le droghe 'culturalmente sdoganate', sostanze stupefacenti ormai considerate da tanti (giovani e adulti) beni di consumo come gli altri. San Patrignano - spiega una nota della comunita' - invita alla riflessione l'opinione pubblica in seguito anche agli ultimi fatti di cronaca, seguiti all'allarme da parte del Dipartimento Nazionale Antidroga, sulla vendita nei cosiddetti 'negozi di droghe legali' di sostanze come 'Spice' ed 'n-Joy', vendute come deodoranti per l'ambiente ma usate per lo sballo, e che hanno gia' portato al pronto soccorso sei ragazzi del Nord Italia. Un fenomeno che San Patrignano contrasta e su cui chiede le opinioni di esperti e voci autorevoli. Psicanalisti, giornalisti, sociologi ma anche operatori di organizzazioni no profit e del mondo dello spettacolo, a contatto quotidiano con realta' giovanili dove la droga e' sempre piu' all'ordine del giorno. Per questo la comunita' di recupero riminese ha creato WeFree (www.wefree.it), una community virtuale dove sono gli stessi giovani protagonisti di una riflessione e di un confronto sui temi delle nuove forme di disagio, dell'esclusione sociale e della droga. L'intervista ad Umberto Galimberti e' consultabile sulla home page di San Patrignano www.sanpatrignano.org. Il video sullo smart shop di Riccione realizzato dalla televisione di San Patrignano e' all' indirizzo: http://www.sanpatrignano.org/?q=node/6576. 16-03-2010 12:48 Dipartimento antidroga segue la pista delle energy drink Il Dipartimento politiche antidroga, alla luce della decisione di Danimarca e Norvegia di proibire l'utilizzo degli energy drink, si chiede se non sia il caso di valutare anche in Italia l'attuazione di una linea piu' incisiva che miri a controllare meglio un fenomeno che sta dilagando soprattutto tra i giovani. Le bevande energetiche infatti hanno, in molti casi - spiega il Dipartimento in una nota - un contenuto di caffeina molto maggiore rispetto alle normali bevande e ingredienti con effetti potenzialmente interagenti, quali taurina e altri aminoacidi, dosi massicce di vitamine ed estratti vegetali non ben definiti. La caffeina - prosegue il Dipartimento - e' un eccitante che ad alte dosi possiede la proprieta' di interagire fortemente con i neurotrasmettitori chimici del sistema nervoso centrale, alterando in senso positivo o negativo lo stato di vigilanza'. Quello che preoccupa il Dipartimento, e' l'abuso crescente di queste bevande tra i giovani che - osserva - arrivano a ingurgitare anche tra gli 8 e 15 drink in una serata, immettendo nel fisico una quantita' di caffeina che puo' arrivare fino a 1500 mg e che se unita contemporaneamente ad alcol, anfetamina, cocaina o cannabis puo' dare luogo a un 'mix esplosivo' estremamente dannoso per la salute potendo provocare la comparsa di crisi cardiache (aritmie maligne sopraventricolari) e crisi epilettiche. E' importante - conclude il Dipartimento - che i giovani conoscano gli effetti negativi di queste bevande e per questo continueremo a sensibilizzare non solo i giovani, ma anche le famiglie nella giusta direzione contro il fenomeno dell'alcol associato a questi drink, per il quale l'attenzione del Dipartimento deve restare altissima. ------------------------------------------- NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA! 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