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Rave Party. Vietarli? Una proposta di chi non e' mai stato giovane... alimentando il consumo pericoloso di droghe
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Comunicato di Vincenzo Donvito
22 luglio 2008 0:00
 
Dopo la morte di una giovane ragazza per l'abuso di ecstasy e alcool durante un rave party a Venezia, sono diverse le voci che si sono sollevate chiedendo che questo tipo di raduni musicali siano vietati (1).
Per eccellenza, si distinguono quegli onorevoli che non sono mai stati giovani e, deputati fin dalla nascita con la casacca di chi sa il fatto proprio e quello di tutti gli altri, fanno di tutto per cercare di affermare i loro principi di morale, eticita', ubbidienza, sottomissione che –a loro avviso- forgerebbero la gioventu' in tempra, spirito, cultura e dovere. Oltre al sottosegretario Carlo Giovanardi, si distingue l'on. Luca Volonte': "Il Governo emani un decreto ...per evitare lo spaccio incontrollato di mix di droghe e la somministrazione senza ritegno di alcool durante le 'feste macabre' estive...".
Feste macabre? La liberta' di linguaggio e' fondamentale, soprattutto per coloro che non conoscono il significato delle parole: sembra quasi che il nostro onorevole non sia mai stato agli abituali riti che le diverse varianti del cattolicesimo celebrano in occasione della dipartita di un loro congiunto. Con un minimo di elasticita' cerebrale, valorizzerebbe "come da vocabolario della lingua italiana" il concetto e la pratica di macabro, scoprendo che ai rave party accade proprio il contrario... ma forse per comprenderlo bisognerebbe, per l'appunto, essere stati giovani e –magari- concepire lo sballo non necessariamente come qualcosa che ti ammazza, ma per divertirti.
Anche noi siamo preoccupati per la morte della ragazza a Venezia, cosi' siamo preoccupati per tutti coloro che muoiono durante la transumanza automobilistica estiva dalle citta' alle vacanze. Non ci viene pero' per niente l'idea di vietare quest'ultima, ma solo di cercare di regolamentarla con consigli, norme e maggiore vigilanza da parte delle autorita'. Nel caso delle droghe, invece, il consiglio, da parte delle autorita', e' sempre e solo uno: non consumatela e se lo fate, se "ti cucco" (o meglio "se voglio cuccarti") piu' o meno ti rovino la vita... dipende solo se in quel momento il Giovanardi o il Volonte' di turno ha bisogno di stimolare il consenso di pancia di chi l'ascolta distrattamente. E' evidente che se sulle droghe ci fosse quell'informazione che serenamente potrebbe essere data quando si ha a che fare con sostanze legali, il fenomeno abuso sarebbe piu' controllato e meno dannoso. Ma questa e' un'evidenza che per essere compresa abbisogna di serenita', razionalita', buon senso, cioe' tutto cio' che sembra assente in chi non e' mai stato giovane.

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