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Morto per overdose a Firenze. Oggi come quaranta anni fa si continua a morire nei cessi. Narcosale? Neanche l'ombra.... Il potere e' complice
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Comunicato di Vincenzo Donvito
8 dicembre 2011 12:55
 
 Ieri a Firenze, nei gabinetti della Facolta' di Lettere in piazza Brunelleschi, e' stato trovato cadavere un uomo di 43 anni per overdose di eroina. L'uomo non ha a che fare con l'universita', ma ha usato i bagni per lenire la propria tossicodipendenza, in un contesto -la piazza da cui si accede in facolta'- di notevole degrado urbano e umano. Degrado noto da tempo e su cui tutti i provvedimenti presi non hanno dato risultati, degrado che era al centro dell'attenzione pubblica anche quando, agli inizi degli anni '70 io ero iscritto a quella facolta' e ne frequentavo le lezioni. Sono passati quaranta anni e siamo sempre li'. I Sindaci fiorentini sollecitati nel tempo in vario modo si sono succeduti e piazza Brunelleschi continua ad essere un parcheggio “cloaca” che, in quanto tale, non puo' che raccogliere i vari disperati che comunque brancolano nel centro cittadino: storia di ordinaria cattiva amministrazione e disinteresse... anche perche' la maggior parte degli studenti che frequentano quella facolta', non votano alle elezioni comunali fiorentine; inoltre la cultura e i professori, a parte qualcuno che ha fatto carriera politica indipendentemente dal proprio ufficio culturale e universitario, al di la' delle dichiarazioni d'occasione come nel caso di oggi, non hanno poteri e/o fanno poco in merito.
C'e' un aspetto sottovalutato di quanto e' accaduto, oltre la notizia -di per se' non particolarmente eclatante- sul degrado di un angolo della citta' di Firenze: oggi come quaranta anni fa si continua a morire di overdose nei cessi. Negli anni '70 le morti tragiche per overdose erano piu' di attualita' (la droga pesante era solo ancora vagamente percepita come piaga sociale radicata, per cui ci si stupiva di piu', anche mediaticamente), ma oggi queste morti fanno meno notizia perche' sono trend quotidiano, una supina accettazione del morto dietro l'angolo, possibilmente da scansare per concentrarsi piu' che altro sul degrado.
Una domanda pero' e' d'obbligo: ci sarebbe stato un morto nel cesso della Facolta' di Lettere se a Firenze, magari nella stessa piazza, ci fosse stata una “narcosala” come quelle di Madrid, Zurigo, Amburgo, Amsterdam e Liverpool? Un luogo in cui, sotto il controllo pubblico igienico-sanitario ci si puo' iniettare la sostanza e, una volta fuori, continuare la propria vita; un luogo che, per il solo fatto di essere alternativo ad un cesso o ad un angolo sudicio di una piazza, puo' essere strumento per non rischiare la morte e ridurre il danno della propria malattia. Qualcuno sostiene che la presenza di questo luogo sarebbe un degrado per la zona urbana in cui e' ubicato, un qualcuno che ovviamente ha potere nazionale e locale vista l'assenza totale di questi luoghi, un qualcuno che perpetra la diffusa abitudine di chiudere gli occhi di fronte alla realta' e fare spallucce quando questa realta' gli si riversa drammaticamente addosso. A questo presunto degrado della presenza della narcosala e alla mancanza di determinazione civica per istituirla e salvare dei malati, non ci resta che continuare a raccogliere cadaveri nei cessi delle facolta' universitarie o di qualunque altro cantone.
Il problema va posto nella sua immediata tragicita', e non affrontarlo significa esser complici di cio' che accade.
Complicita' che vale per il degrado urbano e quello civico e sanitario.
 
 
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