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6 dicembre 2014 0:23 - SaNteilBaNDITo
"........................................................... ......Come se per evitare le tarapiatapioca di morte prematurata alla supercazzola dovuti ad antani per due, si risolvesse depene-anal-izzando antani, e nno proibendone lo scappellamento a destra dei limiti."
3 dicembre 2014 10:16 - franka91
Buondì, e se si provasse a vedere il problema tossico dipendenze come un problema sanitario e non di giustizia?? Il modello portoghese è un ottimo esempio.. Basandolo sul proibizionismo non si attua nessuna prevenzione e soprattutto nessuna risocializzazione con la situazione carceri che abbiamo, se non addirittura ci muoiono in carcere.. Il Portogallo dagli anni novanta ha avviato questo modello differente di approccio alle tossicodipendente con risultati eccellenti (soprattutto diminuzione di malattie virali come HIV).. E ovvio che sbattendolo in carcere o avendo un rapporto polizia-tossicodipendenti tale rapporto sarà sempre conflittuale e mai propositivo.. Ovviamente parlo di droghe pensati.. Per quelle leggere il problema non si pone apparte eliminare completamente il proibizionismo frutto di accordi disonorevoli.. Ah a proposito è sbagliato affermare che la volontà della maggioranza a decidere su questi temi (tecnicamente) in quanto dovrebbero essere temi di discussione di tutta la base sociale quindi il parlamento e non il governo come ha fatto con la fini-giovanardi tra l'altro inserita (da vigliacchi) in un decreto legge completamente disomogeneo come quello dello olimpiadi di Torino. Bg
1 dicembre 2014 0:20 - IVAN.
Ti è già stato risposto, Sav. Buonanotte.
30 novembre 2014 10:50 - savpg8801
Scusi Sua Maestà delle "costrizioni" a rispondere a cui l'ho indotta; se ciò avviene per "educazione" la esimo; se avviene per mia "dimostrata" ignoranza a "comprendere" la piaga sociale della TD, meglio che mi faccia qualche pera(come detto da qualcuno degli addetti) anch'io così starò più volentieri nel loro "club pubblico"; se si è così interessati a riportare solo uno dei riferimenti (specie se ricondotto a uno che sta -come sempre in queste tendenze- sul cazzo....ma guarda tu...) per non averne citati altre migliaia dello stesso e anche più mirato tenore, questo si configura in un palese interesse(a mio avviso) di difesa del proprio, cosiddetto, orticello e di invito a non calpestarlo.
Ad ogni modo, se con improbabili e stiracchiati ostentati e scostanti accademismi linguistico-propedeutici si tende a togliere di mezzo, in uno specialmente con linguaggi degni di bassa lega o altri forum di questa piega, chi tenta questo ha dimostrato chiaramente di non avere, come minimo, rispetto delle opinioni altrui; e non parlo solo per me, ma di come questa piaga sociale sia mal tollerata di norma dalla gente.
Tutti i tentativi di voler convincere che risoluzioni politiche (logiche solo per alcuni egoisti e irriducibili interessati) libertarie risolvano questo grosso problema per il cittadino e lo Stato, sono comunemente percepite negativamente. Come se per evitare le cause di morte o incidenti stradali dovuti alla velocità, si risolvesse depenalizzando o non proibendone i limiti.
28 novembre 2014 23:37 - IVAN.
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Mi costringi a replicare pari-pari il mio ultimo post, Sav. A questo punto non so che altro dovrei dirti.

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(P.S.)
Ma poi che razza di autoreti ti metti a fare, adesso? Per avvalorare le tue convinzioni ti appoggi agli “autorevoli” articoli...del DPA di Giovanni Serpelloni?! SER-PEL-LO-NI! Ma hai almeno la minima idea di CHI sia il bel figuro a cui ti sei appigliato? Mi sa proprio di NO.
(Giusto per tua norma: Citare Serpelloni per difendere il proibizionismo è come citare un discorso di Tanzi per dimostrare che le azioni Parmalat sono un affarone. Una figura da totali sprovveduti in materia. Disarmante.)

Dammi retta, Sav; o rivedi in toto il tuo approccio a questa tematica, o lasci perdere. Che procedendo a 'sta maniera ti fai solo del male. (E non puoi certo incolpare nessuno a parte TE STESSO, se dopo aver caricato a testa bassa con argomentazioni puerili ricevi in cambio rispostine leggermente seccate. Do ut des.)


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26 novembre 2014 10:35 - savpg8801
Come al solito, IVAN, ti esprimi con la ristretta tiritera sui giochi di parole che sono fonte di logomachie infinite.
Hai forse sempre ragione (ma cos'è la ragione?) tu nel farmi sembrare imbecille con le tue frasi a volte sarcastiche, a volte offensive nel senso di stabilire, a seguito di mia percezione, che io solo sono ignorante o fuori del mondo e tu hai parole di saggezza interpretativa? E giù con le frasi riassunte che: se non riesci a capire le differenze (tipo proibizionismo, legalizzazione, protezionismo,ecc.), cosa chiusa, io sono cieco e tu illuminato.
Ora che si leggono dovunque sul web o altrove le opinioni di chiunque, milioni di imbecilli che vogliono proibire, milioni di imbecilli che vogliono de-proibire (chiama come vuoi, liberalizzare, legalizzare o no, permettere il libero consumo o cosa cazzo di altro) come la mettiamo? Tu ed altri milioni sostenete una cosa, io e altri milioni un'altra.
Cosa altro vuoi farmi apparire (a parte che non me ne importa un emerito cazzo dei tuoi modi di farti grande agli occhi di altri...che se potessero mi toglierebbero di mezzo solo per il fatto di aver espresso delle opinioni per loro dannose) se non come un stronzo bacchettone incapace di comprendere certi problemi, sentenziando, fra altro, ...sofismi confusionari ecc. ?? Spiegati se ho capito male, come al solito.
Lo stato ed altre istituzioni non applicano le risoluzioni dai td invocate e da chi li sostiene, per alcuni motivi riassumibili da dichiarazioni leggibili in questo sito e in altri, perchè la piaga sociale (e individualmente deleteria) si limita meglio e sotto ogni aspetto, in questo modo (chiaramente non per gli"addetti ai lavori"): http://www.politicheantidroga.it/comunicazione/notizie/2011/ settembre/dpa-non-e-il-proibizionismo-a-dar-soldi-alla-mafia -ma-chi-compra-e-consuma-droga.aspx
Probabilmente l'imbecille ideologo non sono solo io.
Basta scorrere il web (nostro ormai idolo e vangelo).
20 novembre 2014 1:05 - IVAN.
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Sav, cerchiamo di evitare le supercazzole monicelliane, per favore. O si discute su argomenti CONCRETI, o si lascia perdere.
Questo tuo appigliarti ad un vago “relativismo analitico” qui è del tutto fuori luogo. C'è poco da girarci attorno; i termini della questione sono molto semplici e precisi:

- Il fenomeno-droga è un problema sociale.
- Lo scopo è arginarlo.
- Il proibizionismo (nella forma e nei termini in cui è attualmente applicato) NON serve ad arginarlo e NON ha nessuna utilità sociale; contribuisce solo al prosperare del fenomeno-droga favorendo gli interessi di chi specula sul problema.
- (Deduzione solare:) Chi millanta l'utilità sociale del proibizionismo, o è un INCOMPETENTE o è in MALAFEDE.

Punto. Questi sono DATI DI FATTO; tutto il resto sono sofismi confusionari.


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15 novembre 2014 21:12 - SaNteilBaNDITo
"...e attribuiamo al lemma "proibizionismo" il pieno significato, esso è chiaramente da ritenersi assoluto. Infatti il proibizionismo è figlio del protezionismo. Sta a dire che quando sia imperio dello stato e coi tempi che corrono, è negativo in linea di massima, ma non sempre. Se per proibizionismo invece intendiamo vietare atteggiamenti, consumi, facilità infrattiva, atti economici perversi, abusi a danno palese o occulto per la collettività ed altre condizioni tipo protezionismo di mercato per esempio per le merci d.o.c. (tutti quelli del settore lottano strenuamente per questo)o per sfavorire atti lesivi o autolesivi, questo, a mio parere è positivo."

ecco vedi? se ti facevi le pere non la pensavi mica così!!!!!!
15 novembre 2014 21:08 - SaNteilBaNDITo
"studi forsennati improntati alle deduzioni-per essi logiche-e all'associazione del presente"

ovvero come tu ragioni e scrivi.
15 novembre 2014 11:36 - savpg8801
Dimenticavo...scusa. L'ultima riflessione, di quelle che i politici, p.e. dicono che bisogna sempre fare e che tutti fanno fare sempre agli altri? Tutto deve far riflettere; ma che significa? Con questo, in maniera non tanto subliminale, si cerca di indurre l'altro a farlo ragionare e condurre sulle mie convinzioni o, peggio, sulle mie "sicurezze".
Se attribuiamo al lemma "proibizionismo" il pieno significato, esso è chiaramente da ritenersi assoluto. Infatti il proibizionismo è figlio del protezionismo. Sta a dire che quando sia imperio dello stato e coi tempi che corrono, è negativo in linea di massima, ma non sempre. Se per proibizionismo invece intendiamo vietare atteggiamenti, consumi, facilità infrattiva, atti economici perversi, abusi a danno palese o occulto per la collettività ed altre condizioni tipo protezionismo di mercato per esempio per le merci d.o.c. (tutti quelli del settore lottano strenuamente per questo)o per sfavorire atti lesivi o autolesivi, questo, a mio parere è positivo.
Pertanto, necessita anche "riflettere" non troppo genericamen te e tanto per dire qualcosa di trionfalistico o concludente il discorso, se il proibizionismo sia atto necessariamente difensivo o impositivo assoluto incurante di conseguenze negative.
Per quanto riguarda la credenza o la convinzione che la malavita, la criminalità , le mafie si fermino di fronte a semplici atti liberalistici da parte dell'autorità, è cosa ormai fuori del tempo. Con l'affinamento strategico dovuto anche alla immediatezza delle comunicazioni e alla maggior corruttività di cui tutto il mondo ormai è preda, si mutano tattiche operative lasciando già marcio il male già fatto e creandone di nuovo. Morto un boss, fatto uno nuovo peggiore del precedente.
15 novembre 2014 9:30 - savpg8801
Convengo, IVAN, ma rispondevo ad altri circa questa famigerata, ormai, COGNIZIONE DI CAUSA .
D'altro canto la dietrologia non ha mai pagato in nulla, salvo che l'esperienza passata (altrui, ovviamente)circa la M O R T E che si ripete identica(nel suo significato assoluto e non sui modi) e basta. Questa dietrologia, in altri campi, la conosco bene; quando i pianificatori, i programmatori, i riformatori si mettono a tavolino e, con l'ausilio di strumenti, matematica, ricordi di avvenimenti, studi forsennati improntati alle deduzioni-per essi logiche-e all'associazione del presente,( da proiettarsi poi al futuro), al passato, ecco che nascono le risoluzioni(chiamate metodiche perchè diconsi utilizzanti modelli -tipo previsioni del tempo) più orribili e spesso campate in aria.
Un paio di anni fa si evocava la "grande depressione" ma, minchia, allora perchè non evochiamo le sette piaghe d'Egitto o le grandi epidemie o lo tsunami nipponico o le rivoluzioni storiche, ecc.?
Nulla, dico nulla, si ripete, qualcosa a ben voler insistere, potrà assomigliarsi, ma la RIPETIZIONE, mai! Uno che ha ammazzato la moglie lo tengono in carcere preventivo perchè, dicono, potrebbe reiterare il reato. Cioè riammazzare la moglie!
Eppoi, il ragionamento circa il fenomeno droga (ma anche di altre patologie di identica riconduzione mentale) l'ho sempre fatto dagli inizi e della genesi che porta a tutto ciò. Invece si discute sul "dopo" quando la frittata è già caduta a terra. Allora sorgono proposte, domande, richieste, accuse, provvedimenti, spiegazioni bacate dal proprio stato comportamentale senza contare le dissertazioni odiose su ognuno che non la pensi come il portatore di queste sindromi.
Ora, come convenuto, andiamo a riflettere sperando che non mi vada a fumo quel poco cervello che mi è rimasto.
14 novembre 2014 23:22 - IVAN.
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Ma non si era concordata una “pausa riflessiva”, Sav?
Va bene, allora ti offro uno spunto su cui riflettere:

Negli anni '20, Alphonse “Al” Capone pagava fior di tangenti ai politici affinchè costoro mantenessero ILLEGALE il consumo di alcol, mascherando i VERI scopi dei proibizionismo dietro la penosa scusa che esso era “per il bene della società”.
Ma non appena la produzione e la commercializzazione di alcol furono rimesse sotto regolamentazione STATALE, tutto il business clandestino consolidato durante QUATTORDICI ANNI di proibizionismo andò in malora nel giro di UN MESE.

E questi sono FATTI INCONFUTABILI, Sav.

Orbene; devo spiegarti che nesso c'è tra quest'esempio e l'attuale regime proibizionista sulle droghe?
Non credo; secondo me a questo punto dovresti essere in grado di dedurre le ovvie conclusioni anche da solo.
Soprattutto se rifletti con obiettività sulla domanda che ti era stata sottoposta fin dall'inizio:
CHI trae beneficio dalle politiche proibizioniste? La società civile o le MAFIE?


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14 novembre 2014 22:02 - SaNteilBaNDITo
INFATTI:

"........Non è questione che possono parlare solo gli “addetti ai lavori”; può dire la propria chiunque, si tratta soltanto di parlare con un minimo di COGNIZIONE DI CAUSA. Viceversa si rischia di incappare in gaffes colossali - e quindi di esporsi alle chiarificazioni di coloro che sono più ferrati in materia. Semplice, logico e naturale......."
14 novembre 2014 9:37 - savpg8801
Da altro thread.....
Da Sgiunfia 13 e 14 nov.sul thread ""Terapia Sostitutiva all'Eroina"":
"Comunque, io rimango della mia idea, fosse per me trovereste tutte le sostanze del mondo in farmacia, anche gratis, basta soldi ai criminali che speculano sulla salute dei deboli.Tanto, si sa, si trova tutto ad ogni angolo di strada, facile come bere un bicchiere d'acqua...
Ma questo non cambierebbe di fatto la tossicodipendenza, che e' e rimane una malattia e che si puo' sconfiggere o comunque curare. "
E come non approvare quanto pubblicato dalla postante!!
Da tempo lo ripeto e in buona compagnia, non qui certamente, ma in sintesi è quello che è la realtà; non di opinioni, che si dice debbono essere supportate da un minimo di COGNIZIONE DI CAUSA credendo che con ciò "il paziente è morto, chiudiamo la cassa, era un bravo ragazzo, requiem aeternam, ma da riscontri comuni al buon senso e alla comune percezione che, poi, determinano le linee di comportamento, o dovrebbero se non ci fossero i trasgressori.
La "cognizione di causa" di tutto ciò che facciamo ce l'hanno gli altri sempre e dovunque e la nostra vita ne è condizionata e da tutto il resto, volenti o nolenti.
Non è il nostro pensiero personale o di nicchia o le enciclopediche conoscenze che ci vantiamo di possedere in materie specifiche che ci danno ragione, ma sono gli altri che ci giudicano o che ci permettono di vivere o di morire.
Le leggi, i giudici che ti condannano o ti assolvono, i medici che ti curano, le autorità che ti controllano, le scuole che bene o male ti indirizzano, le polizie che ti acchiappano, i mass-media che si esprimono, i vicini che ti conoscono, la famiglia che ti condiziona bene o male, le amicizie- magari da social-network- che ne sparacchiano di tutte magari inducendo alcuni ad atti estremi, le censure, le letture informative, le maggioranze che si dice abbiano ragione anche se non l'hanno,....ecc.ecc.
Quindi, se gli addetti ai lavori che possono fregiarsi dell'appellativo di "aver cognizione di causa", sono nelle opinioni giuste e gli altri no, si è partiti male e si conclude peggio.
14 novembre 2014 8:28 - ennio4531
Convengo ..
"... può dire la propria chiunque, si tratta soltanto di parlare con un minimo di COGNIZIONE DI CAUSA.".

CANNABIS: fumo negli occhi… e buchi nel cervello!!! -

La recente sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato per puri aspetti formali, e senza entrare nel merito dei contenuti, la legge Fini-Giovanardi, riguardante “Disposizioni per favorire il recupero di tossicodipendenti recidivi e modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti” ha dato il via ad un’inquietante campagna per la legalizzazione della Cannabis che ha visto come protagonista la FeDerSerD (Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze) che, a supporto di vecchi e superati approcci ideologici, ha provato a spacciare argomentazioni false e fuorvianti, come la presunta minore pericolosità della Cannabis rispetto ad altri tipi di droghe e attribuendo alla legge quelle misure repressive, come il carcere per chi si droga, che in realtà in essa non solo veniva escluso, ma veniva anche ampliata la possibilità per i tossicodipendenti (condannati per spaccio, rapina o altro) di usufruire di più ampie possibilità di misure alternative alla detenzione.

In realtà in questi giorni si è scatenata, con la complicità dei media e di tanti politici, una vera e propria “beatificazione della Cannabis” che ha per bersaglio i nostri figli e le nostre coscienze, e se il Dipartimento della Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri ancora continua, come noi, a denunciare che, secondo tutte le evidenze scientifiche, non esistono droghe leggere e che la Cannabis attualmente in commercio ha una percentuale di principio attivo, Thc, tale da farne emergere prepotenti gli effetti deleteri sulla salute (veri e propri “buchi nel cervello”, con conseguenti psicosi e schizofrenia), sui traguardi educativi, sulla delinquenza e sulla capacità di conformarsi al ruolo adulto, nonché l’associazione tra il suo uso e la successiva dipendenza da altre droghe.

Come mamme non possiamo accettare che lobby professionali, politiche ed economiche vogliano speculare sul futuro e sulla salute dei nostri figli! E per questo saremo presenti ed attente, non solo davanti alle scuole ma in famiglia, nelle istituzioni e nella società!

Finalmente, abbiamo visto chi è FeDerSerD, finalmente i “POLPI SONO USCITI DALLE LORO TANE”, dopo 35 anni di pubblicità e soprattuto di assurde cronicizzazioni farmacologiche oggi ci ritroviamo difronte ad una schifosa campagna che a loro non farà altro che “AUMENTARE I CLIENTI” perchè, dato reale, i molti giovani e non che cadono nella droga sono per loro un numero dedito a far aumentare il business dei trattamenti farmacologici e del traffico di stupefacenti.

LE MAMME DELLA COMUNITÀ MONDO NUOVO ONLUS
Civitavecchia - Roma .
14 novembre 2014 0:31 - SaNteilBaNDITo
INFATTI:

"........Non è questione che possono parlare solo gli “addetti ai lavori”; può dire la propria chiunque, si tratta soltanto di parlare con un minimo di COGNIZIONE DI CAUSA. Viceversa si rischia di incappare in gaffes colossali - e quindi di esporsi alle chiarificazioni di coloro che sono più ferrati in materia. Semplice, logico e naturale......."

SUPER,SUPER IVAN non potevo essere più chiaro ed esplicativo.
12 novembre 2014 23:27 - IVAN.
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• (da Savpg:) «...costoro pensano di essere nel giusto per il semplice ragionamento che sparano: se non sei drogato non capisci un cazzo e zitto; lascia pensare a noi che ce ne intendiamo.»
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Personalmente non credo di averlo mai fatto (anche perché sarei il primo a dover tacere), né approvo chi pone veti del genere. E' un concetto insensato; come dire che se non sei un calciatore non puoi parlare di calcio.
Non è questione che possono parlare solo gli “addetti ai lavori”; può dire la propria chiunque, si tratta soltanto di parlare con un minimo di COGNIZIONE DI CAUSA. Viceversa si rischia di incappare in gaffes colossali - e quindi di esporsi alle chiarificazioni di coloro che sono più ferrati in materia. Semplice, logico e naturale.
Non fai lo stesso con chi le spara grosse sulle banche o sui sistemi economici, Sav? Qui è la stessa cosa, solo in senso inverso. Accettalo senza confondere la validità delle chiarificazioni con i TONI (magari un po' sgraziati) usati da qualche utente per esprimerle.

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About “Lasciamo perdere”...as you wish. Ma piuttosto che “lasciamo perdere”, diciamo più propositivamente “Pausa riflessiva”. Et così sia.


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12 novembre 2014 9:19 - savpg8801
Attenzione a non..... Certo, ogni parola che direte potrebbe essere rivolta contro voi stessi.
Bada come parli, ecc.ecc.
Bene IVAN ti dico che NON mi riferivo con il "voi" rivolto ad un singolo, magari tu, ma al voi generico (in quanto, sbattendo le dita sul qwerty intendevo le "masse"), di sostenitori di certe affermazioni non condivisibili fatte da tutti i sostenitori di idee "riparatrici" di nicchie interessate.
Il voi, siccome in fatto di droga e mondo dedicato molti dicono le stesse cose contro istituzioni, leggi, personaggi, come se l'universo fosse tutto lì e la colpa dei mali, appunto di questo mondo, si potesse attribuire solo a ciò, ripeto...questo mio pluralismo è rivolto a TUTTI quelli che la pensano in codesto modo. E ribadisco che costoro pensano di essere nel giusto per il semplice ragionamento che sparano : se non sei drogato non capisci un cazzo e...zitto; lascia pensare a noi che ce ne intendiamo. La ministra della difesa ha mai fatto il militare o la guerra? E quello dell'agricoltura ha mai fatto il contadino?
E non vado oltre ripensando a quello che dicono e come lo dicono gli interessati nei confronti di coloro i quali non sono d'accordo!
Lasciamo, quindi e come sempre perdere, tanto chi è convinto che legalizzando e permettendo ogni cosa si risolvano i problemi mentali della gente, siamo, come al solito, cercando di far tacere i capricci dei bambini dandogli razioni degli agognati cioccolatini. Si risolvono, forse, i problemi del momento, ma non si educano di certo.
12 novembre 2014 0:15 - IVAN.
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• (da Savpg:) «Probabilmente ce l'avete con Giovanardi per motivi di sua avversione al fenomeno droga...»
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Ma “voi”...CHI? Attenzione a parlare per categorie (e categorie INDEFINITE, peraltro).

Parlando per ME, ti dico che sei del tutto fuori strada.
Per tua informazione: Giovanardi NON ha alcun potere decisionale; è solo uno dei tanti scagnozzi che si limitano ad eseguire gli ordini dall'alto. Morto lui si metterebbe subito un altro galoppino, senza che la sua dipartita cambi una virgola del sistema di cose. Quindi la questione non è affatto “lui”, ultima rotellina del meccanismo.

Lo scopo della mia domanda era di arrivare al fatto che pure chi è contrario al traffico illegale di droghe (come te e come lo sono anch'io), dovrebbe per logica conseguenza essere CONTRO il sistema proibizionista rappresentato “dai” giovanardi. Poichè è un TOTALE CONTROSENSO proclamare di voler combattere il mercato clandestino e nel contempo sostenere le politiche priobizioniste.
Infatti IL SISTEMA PROBIZIONISTA E' CONCEPITO APPOSTA PER FAVORIRE IL TRAFFICO ILLEGALE. Palese.
Di questo devi fartene una ragione; chi cerca di convincerti del contrario è un incompetente o mente in malafede. Una delle due cose; non ci si scappa.

(Comunque qui a furia di digressioni si sta perdendo di vista il tema centrale. Ho già scritto quel che ritenevo opportuno; inutile smarrirsi in dispersive varianti sul tema.)


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11 novembre 2014 12:23 - SaNteilBaNDITo
"SSSSHHHHHHH SHHHHHH STATTE ZITT STATTE ZITT SSHHHHHHH SSHHHHHH STATTE ZITT STATTE ZITT SSHHHHHHHH SSHHHHHHH STATTE ZITT E' MEJE CHE TE STI ZITT CHE NON TE POZZ SUPPURTAAAAAAAAA'" L. X
11 novembre 2014 12:00 - SaNteilBaNDITo
Infatti se uno non sa nemmeno di cosa cazzo sta parlando....o ripete a pappavall le frasi o le definizioni lette chissà dove, l'unica è il silenzio.
11 novembre 2014 10:02 - savpg8801
Infatti se uno non sa nemmeno leggere....o interpretare NON soggettivamente le frasi o le definizioni, l'unica è la compassione.
11 novembre 2014 0:20 - SaNteilBaNDITo
"Lo stupefacente è ciò che concretamente ha come effetto lo stupore"

E' la cosa più superficiale ed incompleta che uno possa dire riguardo le droghe.
10 novembre 2014 10:38 - savpg8801
Qualcuno da esecrare, in ogni cosa o situazione, ci deve essere.
Probabilmente ce l'avete con Giovanardi per motivi di sua avversione al fenomeno droga e per convinzioni proprie e dei suoi ambienti che deve sostenere; vale a dire che chi (ci sono anche quelli e tanti) il "fenomeno" del mondo droga o stupefacenti o tossicodipendenza o spaccio o implicazioni conseguenti a tutto ciò, non gli va proprio bene nè a lui nè a chi egli rappresenta.
La lingua batte dove il dente duole, chissà se "a ragione".
Il mondo cosiddetto"normale" vede la droga come un atteggiamento da evitarsi per molteplici ragioni: etiche, mediche, finanziarie, educazionali, pericolose, financo abominevoli e, nella definizione più buonistica, da perdonare e di cui avere pietà.
Se si ragiona con i soliti numeri, e con la definizione statistica di "norma", vedrai che tutto ciò che si riconduce al mondo droga è considerato come una malattia "rara" che, quindi, è contraria e nociva al comune senso della vita.
La definizione, altrettanto buonistica, che cerca di spiegare cos'è lo stupefacente,: ....Che desta stupore; droga
participio presente di stupefare, dal latino: stupefacere, compost da stupere stupire e facere fare.
Lo stupefacente è ciò che concretamente ha come effetto lo stupore; ma al di là del significato generale, è da notare lo spirito che associa lo stupore all'effetto della droga. Lo stupefacente è il termine aulico, normativo, con cui si intende la sostanza che altera lo stato di coscienza, ma ciononostante non è un termine freddo, né severo: l'effetto della droga è descritto nella sua radice più immediata, che assimila lo stupido allo stupito. All'espressione del drogato viene dato il beneficio dello stupore, ben diverso dalla mannaia di un giudizio, anzi: quasi ironico.
Un rimbambito senza ritorno...... questo trovasi sul web che è il padre, ormai, di tutte le culture e delle opinioni, volenti o nolenti.
Arriviamo al dunque. Non si può rispondere come vuoi tu alle semplici domandine, Giovanardi si o no, o prelievi i o no,o testsaliva si o no o vessazioni e leggi si o no, palloncino si o no, ecc.
Tutto questo è un "piccolo"(visto unipartisan) mondo reattivo a situazioni di interesse personale e di nicchia.. Per forza tutto l'impegno esistenziale degli implicati è limitato a reazioni di acredine verso le cosiddette ipocrite istituzioni e osteggiamento al loro Nirvana e alla difesa protratta di un mondo che, ad atteggiamenti ormai notati, dicono di voler abbandonare, ma non lo fanno; dicono di tentare, ma si beano di cercare nuove sostanze o accusare i tagli perchè devono ottimizzare le loro voglie, dicono di uscirne ma si consultano notte e giorno per avere conforto e sostegno, dicono di essere bistrattati dalle istituzioni che ce l'hanno con loro dalla parte "buona figura" ma dall'altra favoriscono, bada ben, il marcio, le mafie, gli interessi degli stessi politici e di manimpasto.
In tutto sto casino, guarda un po' gli imbecilli finisce che sono quelli che non vedono bene questo "settore" e non capiscono queste persone "normali" che si curano con certe sostanze come io mi curo lo stomaco con l'esomeprazolo o il bicarbonato.
Come pensi reagirei se mi togliessero o de-legalizzassero il bicarbonato? Mi verrebbe da ammazzare il Pinco Pallino di turno se il NaHCO3 mi avesse provocato dipendenza.
10 novembre 2014 0:54 - IVAN.
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Non è una risposta, Sav.
In nuce: Io ti parlo di un sistema di cose oppressivo giustificato attraverso palesi menzogne...e tu mi rispondi che se lo guardo dal punto di vista dell'oppressore, quel sistema di cose ha una sua logica di esistere. Jamme, su!

Ma provo a dartela per buona. Spiega, allora, perché Giovanardi mente (e SAPENDO di mentire) sulle ragioni che dovrebbero giustificare le sue politiche proibizioniste (comprovate come FALLIMENTARI E CONTROPRODUCENTI in tutte le salse possibili).


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9 novembre 2014 21:44 - savpg8801
Le cosiddette politiche proibizioniste traggono origine da politiche protezionistiche. Parliamo in generale e non solo sul fenomeno droga inteso come "sostanze stupefacenti" . Per l'appunto, visto solo con questa ottica, ogni deduzione è lecita e ovvia. If, then.
Troppo semplice. L'interessato di comparto darà origine alle proprie elucubrazioni secondo le proprie regole, convinzioni, stati d'animo, "status quo" in definitiva.
L'interessato dall'altra parte del "muro" vedrà le cose completamente diverse, se non contrarie.
Devi, IVAN, per non trovarti "di parte" assumere queste considerazioni come apertura mentale, data la tua caratteristica di pianificazioni, di logiche mai altrui, di spiegazioni ovvie ed ineluttabili.
Il ladro agirà sempre secondo le proprie regole e convinzioni e le guardie, per esso, saranno sempre nel torto quando cercano di prenderlo.
La forma mentale del ladro sta nel giusto, quella della guardia, anche; secondo il punto di vista.
Ma non bastano semplici differenziazioni di vedute, chiamiamole, personali.
Il tutto va chiarito a secondo della visione globale. La visione globale è frutto di convenzioni, di compromessi, di regole maggioritarie, di politiche dettate dalla norma, dalle mode, dai comportamenti considerati utili e non dannosi alla società. Tutto ciò viene legalizzato. Ogni legge è conformata, per lo più, come vessativa e con caratteristiche di vietare, molto meno di educare.
Veniamo al dunque di questo piccolo settore della droga. A cosa deve mirare il legislatore, o, quantomeno il rappresentante del Popolo (inteso come maggioranza che ha espresso una preferenza a qualcuno che porti avanti progetti che gli stanno a cuore) per accontentare le masse di consensi?
il legislatore, visto ciò che ha alle spalle, e che la maggioranza dice NO alla droga, la vieta, la proibisce, la esecra, la pone sul segno negativo. Semplice.
Quando le maggioranze (sempre di questi esecrabili sistemi di lotta di numeri spacciate per democrazia) vinceranno con idee opposte, la droga verrà legalizzata, liberalizzata, riclassificata, non più proibita (almeno ora per spacciatori e grandi detentori) e, magari, proposta come il Voltaren o il Daparox o l'irbesartan o l'aspirina.
Tutto ciò non si discosta da ogni altro fenomeno politico-sociale. Il lavoro, la circolazione, le banche, la sanità, la filosofia ecc. Ogni cosa avrà sempre favorevoli e contrari; ma non per questo lo stupido o l'imbecille sono solo da una parte.
La visione del drogato è partigiana e negativa rispetto alle regole sociali attuali, come, per il pedone o il ciclista, lo sono quelle degli arroganti automobilisti oppure per altri di certe forze dell'ordine che fanno " le soste"vigliaccamente o altri che manganellano "sadicamente" il povero incapucciato figlio di mamma, un pò troppo presente a raduni divertenti e inizializzanti alla stregue dei giovani aspiranti guerrieri zulu mandati a farsi le ossa, e che sputa loro addosso . La vita sociale è così....varia e spesso inconcepibile".
8 novembre 2014 0:08 - IVAN.
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• (da Savpg-31 ott 10:57) «Sostenere che prima fanno leggi contro i drogati o gli spacciatori, poi permettono o favoriscono i consumi è da dimostrare al di là di ogni cosiddetto riscontro oggettivo che potrebbe anche rispondere a una certa verità ma è frutto in toto di supposizioni, magari raccolte in ambienti interessati o addirittura da giornalismo da scoop o dal web (di tutto e di più).»
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Spiacente Sav, ma questo è proprio un “riscontro oggettivo”.
Chiunque sia addentro alla questione può confermarlo. (E parlo di analisti IMPARZIALI, non di autorevoli scagnozzi pagati per falsare i propri discorsi in pubblico.)

Basta riflettere su un semplice concetto:
CHI trae beneficio dalle politiche proibizioniste? La società civile o le MAFIE?
Risposta scontata. Come scontata è la deduzione che ne consegue.

La criminalità trae profitti ENORMI dal fatto che Produzione & Commercializzazione di droga siano ILLEGALI (cioè libere e non regolamentate, in modo da poterne decidere a piacimento i PREZZI e la QUALITA');
nulla di strano, quindi, che la malavita eserciti tutta la pressione politica che le è possibile affinché il COMPLETO monopolio delle sostanze stupefacenti rimanga nelle sue mani.

La verità è che ogni volta che si parla di “Legalizzazione” le mafie se la fanno addosso per la paura. Paura di perdere il loro albero dalle pere d'oro.
E a quel punto scatta la solita reazione dei servetti politici (Giovanardi, Serpelloni, Garattini & C.) che sciorinano tesi in difesa del proibizionismo. Tesi così fragili da poter essere smontate persino da un bimbo dell'asilo. La loro malafede appare PALESE a qualunque bipede dotato di un'oncia di intelletto.

Hai bisogno di ESEMPI, Sav? Quanti ne vuoi. Ma tutti portano inequivocabilmente ad una sola conclusione logica:
LE ISTITUZIONI SOSTENGONO IL PROIBIZIONISMO PER FAVORIRE IL TRAFFICO ILLEGALE.
Non c'è discussione su questo punto. E' un punto che va solo RICONOSCIUTO, al di là di quelle che possono essere le proprie convinzioni di partenza.

(Detto ciò, anche la tua serie di domande dovrebbe essere riformulata in base a questa nuova percezione “politica” del fenomeno-droga.)


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1 novembre 2014 13:07 - SaNteilBaNDITo
provo profonda vergogna, per essere nato in questo paese, mi vergogno di essere italiano, MI VERGOGNO DI ESSERE ITALIANO!!!!!!!!!!!!!!
1 novembre 2014 12:33 - SaNteilBaNDITo
vergogna, vergognamoci tutti.
1 novembre 2014 12:32 - SaNteilBaNDITo
L'irriverente. Sentenza appello Cucchi. E' questa la nostra polizia?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
1 novembre 2014 11:42

I sei medici, i tre infermieri e i tre agenti della penitenziaria condannati in prima istanza per la morte di Stefano Cucchi sono stati assolti in appello per insufficienza di prove. Bene, siccome -in linea di massima- l'insufficienza di prove e' un motivo di una certa consistenza, non facciamo nessuna valutazione sulla sentenza in se' e, quando ci saranno, leggeremo le motivazioni partendo dal presupposto che, nel dubbio, “meglio un criminale libero che un innocente in carcere”.
Questo pero' non ci esime dal fare una chiosa. Nelle numerose prese di posizione che sono seguite a questa sentenza di appello, ce n'e' una che spicca in modo particolare, e' quella del Sap, sindacato di polizia. Questo sindacato ha sentito la necessita' di intervenire in questo modo (agenzia stampa Adnkronos):
"Tutti assolti, come è giusto che sia. Esprimo piena soddisfazione per la sentenza. In questo paese bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità". E' quanto afferma Gianni Tonelli, segretario del Sap, sindacato di polizia, sulla sentenza di appello del processo Cucchi, che ha visto assolti tutti gli imputati. "Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, - continua Tonelli - se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici, infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non proprie". "Mi auguro - prosegue - che questa sentenza venga rispettata e che presto la Cassazione metta la parola fine a tutta la vicenda. ...".
La logica che e' alla base di questo pensiero ("Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze”), e' la stessa di chi, per esempio, di fronte ad un ferito a seguito di un incidente stradale provocato per violazione del codice da parte della stessa vittima, sostiene che e' bene quello che e' accaduto e che, se non viene curato per essere salvato, se e' morto “sono cazzi suoi”.
Ognuno puo' pensare e dire quello che vuole. Ovviamente. Ma a noi preoccupa che in questo caso sia l'esponente di un sindacato di polizia ad esprimere questo tipo di opinione. Cioe', l'appartenente ad un corpo dello Stato che, per definizione, prassi e metodologia, deve difendere e confortare tutti i cittadini, anche quelli che per loro sbagliano.

No sai com'è magari evitate di leggerlo questo articolo......... no ma giusto per farvi presente il grado di civiltà del nostro paese..............
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