Questo rappresenta perfettamente gli interessi che girano
intorno alla cosiddetta cura della tossicodipendenza,
l'interesse è avere dei malati cronici "consumatori fissi
di eroina sintetica", facilmente controllabili e ricattabili
con il carcere.
Un paese quanto-meno logico, li avrebbe abbandonati a se
stessi, direbbe "perchè dobbiamo pagare anche per questo",
sarebbe almeno meno ipocriti di adesso, quando che c'è
gente senza scrupoli, nelle stesse istituzioni, che
approfitta della malattia e della sofferenza di altre
persone, per arricchirsi e prevaricarli:
Direbbero "se un cittadino vuole è libero di
auto-distruggersi, è libero di farlo, ma non speri nella
nostra collaborazione", come fanno tutti i giorni per
l'alcol ed il fumo (ma eviterebbero di stressarci con le
loro ipocrite e assurde raccomandazioni "e quando sul
pacchetto di sigarette o sulla bottiglia c'è proprio il
timbro del monopolio di stato").
Allora legalizzerebbero l'uso degli stupefacenti "come hanno
fatto anche per alcol ed il fumo" ed userebbero i ricavi per
curare la salute degli stessi cittadini.
Per quanto riguarda l'iboga "è una pianta?" e allora per i
chimici-farmaceutici questa è una bestemmia
insopportabile:
"come può una pianta aiutare a guarire? non siamo mica
degli erboristi!"
Loro sono come i cuochi molecolari, finché "non prendono
una mela, la scompongono nelle sue molecole, la rigenerano e
la trasformano in una pillola, in una gelatina o in uno
sciroppo" non sono contenti:
alla fine, la mela, tra sviluppo e sperimentazione costa un
milione di euro, ma vuoi mettere la tecnologia fantastica
che c'è dietro e la soddisfazione ego-finanziaria dei
nostri doctors Mabuse.
12 dicembre 2012 19:07 - maurizio6989
Nessun sistema sanitario ha (al momento almeno) interesse ad
un sistema che liberi in tempi brevi dalla
tossicodipendenza.
I pazienti sono clienti, e vanno fidelizzati, il più a
lungo possibile.
E questo sistema viene applicato ad ogni malattia.
Un paziente guarito é un cliente perso!
11 dicembre 2012 20:45 - lucillafiaccola1796
visto?
ve l'avevo detto che c'erano altre piante che davano gli
stessi effetti della mary joe!!! per quanto "zia" sia
fantasiosa ed abbia migliardi d'anni d'esperienza in
"chimica", anche la fantasia ha un limite e si ricoppia ed
incolla da sé stessa...
provato con la scheffleria? si somiglia con la mary joe e
con l'iboga...
11 dicembre 2012 14:32 - festadellaluna
Sarà anche tossica, ma il metadone lo è 1000 volte di più
e viene dato come acqua fresca per anni e anni, senza
curarsi degli effetti deleteri che ha sul fisico di chi lo
assume. L'ibogaina invece ti libera dalla dipendenza
sfruttando qualcosa che hai già in te stesso, ti fa fare un
viaggio dentro di te per riscoprire qualcosa che avevi
dimenticato. Credo che valga la pena rischiare un poco per
rinascere a nuova vita, del resto chi è dipendente da
eroina o metadone non ha comunque grandi aspettative di
vita, è solo un prolungare l'agonia... da uno Stato che
distribuisce metadone e psicofarmaci a piene mani, mi sembra
alquanto ipocrita non utilizzare l'ibogaina perchè
"pericolosa"....
9 dicembre 2012 18:12 - falio
Stando al meccanismo d'azione descritto ,manca un bersaglio
sul centro della gratificazione dopaminergico anche se le
azioni sul circuito glutammaergico è interessante,ma ben
più suggestivo è quello sulla neurotropina per gli effetti
sulla plasticità neuronale . Però ogni sostanza ha i suoi
rischi e questa non è certo scevra da effetti avversi anche
gravi. Certamente non sembra una sostanza da usare negli
ambulatori ma, al limite, nelle disassuefazioni in ambito
ospedaliero seguite da un forte supporto psico-sociale.
Bisognerebbe provarla in Italia in pz ultra selezionati e
motivati,magari nei suoi derivati che stanno sviluppando i
due ricercatori stranieri del Vs articolo. Però bisogna
essere prudenti perchè ogni tanto saltano fuori ricerche
illusorie (ricordate l'acetilcisteina nella terapia della
cocainodipendenza ?) Perchè non vi fate promotori di 1
proposta a qualche ricercatore italiano ? Bye