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28 agosto 2012 22:29 - marco25g
Mi fa ridere:
«Se l'uso di cannabis fosse così alto come denuncia l'Onu, si dovrebbero vedere ovunque persone che fumano hashish. Ma questo non accade. È davvero inconcepibile pensare che un quarto della nostra popolazione usi droghe leggere»
Qui in Italia non siamo a quel livello in consumo di cannabis ma li superiamo enormemente in consumo di droghe pesanti ed alcolici.
Se ipoteticamente fossimo invasi dall'Iran, difficilmente troverebbero abbastanza corda per impiccarci tutti!
Quindi il problema è soltanto nella distinzione tra legale ed illegale, Palau, mantenendo la cannabis libera, risolve in modo astuto questo problema.
L'atteggiamento opposto sarebbe proibite tutto, anche l'alcol (visto che loro non hanno certamente una tradizione del bere), in questo caso avrebbero oltre il 25% della popolazione fuori legge e gli stessi problemi che abbiamo nell'Italia proibizionista ed insieme lo stesso moralismo che vige nell'Iran integralista.

Dovremo prenderli d'esempio!
24 agosto 2012 20:29 - stenic
Non vorrei sbagliarmi ma andrei cauto su questa notizia ,mi pare di aver letto che solo i cittadini uruguaiani potranno acquistare un solo grammo al giorno registrarsi e la cannabis la coltiva solo lo stato ,se così penso proprio che non servirà a tenere lontano il mercato nero,sarà solo un modo per sfruttare la propria immagine all'estero usando e discriminando i consumatori iscrivendoli a liste di consumatori
8 luglio 2012 5:14 - shugar
TRATTO DAL CORRIERE ONLINE DELL'8 Luglio 2012

MILANO - Un paese di santi, navigatori, mercanti e… di fumatori di cannabis. Il celebre detto che da secoli è usato per contraddistinguere il Belpaese potrebbe essere ampliato. È almeno quello che si deduce dal nuovo report sul consumo di droghe pubblicato lo scorso giugno dalleNazioni Unite che dimostra come l'Italia sia il paese occidentale dove in media si consuma più hashish e marijuana. Secondo le statistiche pubblicate dagli studiosi del Palazzo di Vetro nel nostro paese l'anno scorso circa il 14,6% dei cittadini che ha un’età compresa tra i 15 e i 65 ha fatto uso di cannabis.
IL CONSUMO DI DROGHE IN ITALIA - ll rapporto dimostra che l'Europa è il continente dove il consumo di droghe leggere è più ampio. Tra i paesi occidentali solo la Nuova Zelanda riesce a tenere il passo dell'Italia nell'uso della cannabis (ha la stessa media di 14,6% di consumatori), mentre un alto consumo di hashish e marijuana si registra anche in Nigeria (14,3%) e negli Stati Uniti d'America (14,1% della popolazione). Meno alte, ma non meno preoccupanti sono le cifre sul consumo di altre droghe. Più delll'1% della popolazione italiana fa uso di cocaina, mentre lo 0,5% dei nostri concittadini hanno acquistato nel 2011 anfetamine e oppiacei.

LA SORPRESA PALAU - Tuttavia i veri dati impressionanti del report sono quelli che riguardano Palau, piccolo isola nel Pacifico, situata a circa 500 km a est delle Filippine, dove vivono circa 20.000 abitanti. In questo territorio il consumo di cannabis e di birra è altissimo tanto che alcuni analisti studiando le cifre l'hanno già ribattezzata «il paradiso dello sballo». Circa il 25% dei cittadini di Palau che ha un’età compresa tra i 15 e i 65 anni ha fatto uso nel 2011 di cannabis, mentre l'8,8% ha dichiarato di essere un abituale consumatore di birra. Nell'unico liceo dell'isola - racconta la Bbc - che conta 742 alunni un sondaggio ha dimostrato che circa il 60% dei 565 studenti interpellati dichiara di aver fatto uso di cannabis l’anno scorso. Un sondaggio simile, eseguito in alcuni licei americani, dimostra che "solo" il 23% degli iscritti dichiarare di fumare erba o hashish. I governanti dell'isola non ci stanno e contestano le cifre pubblicate dal Palazzo di Vetro: «Palau è un'isola molto piccola - taglia corto Emery Wenty, direttore del Ministero dell'Educazione - Se l'uso di cannabis fosse così alto come denuncia l'Onu, si dovrebbero vedere ovunque persone che fumano hashish. Ma questo non accade. È davvero inconcepibile pensare che un quarto della nostra popolazione usi droghe leggere».
27 giugno 2012 12:04 - BUONLEO
Premetto che non faccio uso di droghe, nè alcolici, nè tabacco, ma ritengo che ognuno debba essere libero di avere le abitudini che crede giuste (fino a che queste non creino grave "disturbo" agli altri...), e scusatemi la semplcità.
Quindi penso che ognuno possa fare ciò che crede opportuno per sè stesso e il fatto di vietare il consumo di qualsiasi cosa, per alcune persone, sia spesso un ottimo "incentivo" al consumo. Ci anche sono persone che annusano benzina, vernici, i materiali più strani senza che questo sia vietato in alcun modo o che consumano bibite o alimenti nocivi alla salute, ma non per questo vietati e, quindi, mi chiedo perchè si debba vietare l'uso di alcune sostanze nascondendosi dietro una (falsa) morale. Sono droghe... E gli alcolici? E il tabacco? E la benzina?
Mi parrebbe piuttosto che sia corretto che uno Stato formuli leggi che siano in grado di controllare produzione e commercio di tali sostanze in modo che queste, liberamente producibili e acquistabili, non lascino spazio ad attività di produzione e commercio che alimentino canali illeciti, spesso legati alla criminalità. Come fosse il pane o il tabacco...
In tale modo, oltre ad avere un flusso regolare di vendita i cui risultati creano reddito e tassazione, si eviterebbe il problema della criminalità e il risultato erariale potrebbe essere utilizzato a scopo preventivo/informativo per limitarne l'uso o per curare le persone (che oggi sono abbandonate a sè stesse e tartassata come criminali.
Continuando sulla strada del "proibizionismo" non si fa altro che alimentare la criminalità, con maggiori ricavi (molto maggiori) e in esenzione di tasse, sempre più forte e spavalda, e dall'altra parte caricare la collettività di oneri, monetari e non solo (pensiamo alle vite umane e al tempo persi nella lotta ai trafficanti), senza invece intervenire su chi in realtà alla fine ne è vittima, resta solo, isolato, e con i problemi conseguenti dell'emarginazione ecc.. E ancora, soprattutto, la criminalità verrebbe privata di una importante fonte di guadagno...
In fin dei conti con una prevenzione efficace e un'assistenza effettiva (usando le tasse derivanti da tali "attività" oggi illegali) non penso che sarebbero molte le persone coinvolte nell'uso quotidiano, certamente non più di quante ce ne siano già oggi...
I divieti non raggiungono i loro obbiettivi...
Meglio regole chiare, consumo alla luce del sole e lotta alla criminalità su altri fronti.
In conclusione, penso che facciano bene ad affrontare il tema della liberalizzazione in Sud America, visto che con le norme attuali non mi pare che si ottengano risultati nè sul versante produttivo, nè sul commercio di sostanze stupefacenti, nè sul consumo da parte delle persone. Quindi...? Cambiare strategia...
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