COMMENTI
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22 ottobre 2012 18:20 - IVAN.
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SERPELLONI E IL NASTRO DI MÖBIUS
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(dall'ineffabile capo del DPA:) «L'articolo 187 del Codice della Strada, sulla guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti, va rivisto, perché l'effetto neurotossico delle droghe non si esaurisce con la scomparsa delle tracce di droga nel sangue. Le evidenze scientifiche dimostrano che spesso ci sono alterazioni permanenti del cervello anche in assenza di sostanze stupefacenti nel sangue. Per questo occorre utilizzare altre matrici biologiche oltre al sangue e alla saliva, come le urine, dove le tracce di droghe rimangono per un periodo di tempo più ampio, fino a a 20-40 giorni nel caso della cannabis.»
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Bisogna ammetterlo: il torto di Serpelloni è di avere assolutamente ragione.

Dico sul serio. Infatti, riflettiamo su un paradosso:
Chi può essere così squinternato da credere alle inaudite scemenze di Serpelloni? Solo uno completamente strafatto di cannabis, è chiaro.
Quindi, secondo il principio del Nastro di Möbius, più il Serpe spara cazzate e più si confermano veritiere le sue assurde teorie sulla dannosità della cannabis.

(P.S: Per chi si chiedesse «Ma che minchia è il Nastro di Möbius?», posate un attimo la canna e informatevi sulle cose serie. Ignorantoni.)



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17 ottobre 2012 17:10 - IVAN.
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“MI DIA UN AIUTINO, SIGNOR MIKE...”
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• (da Chinaski l'enigmista:) «Se negli USA i potentati economici trovassero improvvisamente per loro conveniente la legalizzazione della cannabis, quanto ci metterebbe questa per divenire legale?
Risposte:
1) Non lo diverrebbe comunque.
2) Ci vorrebbe un dibattito pubblico di decenni.
3) Partirebbe l'ordine alla classe politica e nei tempi legislativi diverrebbe legale.»
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Accidenti, questa domanda è proprio tosta, roba da tirare a indovinare...

E' come all'esame di guida, quando ti chiedono cosa devi fare di fronte ad un semaforo rosso:

1) Fermarti.
2) Chiudere gli occhi e pigiare sull'accelleratore.
3) Fumarti una canna e chiedere a Garattini se il semaforo è davvero rosso.


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17 ottobre 2012 15:11 - chinaski
@Ivan

Mi chiedevo, se negli USA i potentati economici, la grande finanza, le multinazionali, trovassero improvvisamente per loro conveniente la legalizzazione della cannabis, quanto ci metterebbe questa per divenire legale?

Risposte:

1) Non lo diverrebbe comunque.

2) Ci vorrebbe un dibattito pubblico di decenni.

3) Partirebbe l'ordine alla classe politica e nei tempi legislativi diverrebbe legale.
17 ottobre 2012 11:15 - ennio4531
Dal leguleio scr-Ivan-o.

'Notare la contorta astuzia legislativa: fare apologia degli stupefacenti è un reato...quindi, essendo che la cannabis è considerata uno stupefacente, uno non può nemmeno presentare una relazione per dire «La cannabis NON deve essere considerata uno stupefacente». '

E' una delle tante stupidaggini che la COMARE racconta ... smentita da una sentenza della Corte di Cassazione del 2009:

"l'elemento oggettivo dell'apologia di uno o più reati punibile ai sensi dell'art. 414, comma terzo c.p., non si identifica nella mera manifestazione del pensiero, diretta a criticare la legislazione o la giurisprudenza o a promuovere l'abolizione della norma incriminatrice o a dare un giudizio favorevole sul movente dell'autore della condotta illecita, ma consiste nella rievocazione pubblica di un episodio criminoso diretta e idonea a provocare la violazione delle norme penali, nel senso che l'azione deve avere la concreta capacità di provocare l'immediata esecuzione di delitti o, quanto meno, la probabilità che essi vengano commessi in un futuro più o meno prossimo.'.
17 ottobre 2012 0:58 - IVAN.
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• (da Chinaski:) «...ci vorrebbe un' evoluzione della spiritualità umana. Una cosina facile facile, no?»


Secondo me, invece, la spiritualità umana delle persone evolve costantemente (anche a loro insaputa, talvolta).
Purtroppo i soprusi vengono sempre commessi sul piano MATERIALE, e questo non aiuta le persone a prendere consapevolezza della possibilità di introdurre una maggiore componente spirituale nella propria quotidianità.

Un esempio pratico: l'arbitrario bando della cannabis ha motivazioni di puro interesse speculativo, e ciò obbliga i contestatori di questo assurdo provvedimento a protestare sullo stesso terreno del “nemico” (ovvero, contrapponendo la Logica all'Illogica, o la Verità alla Menzogna, o la Equità al Lucro...Tutte cose molto “materialistiche”).
In un contesto del genere, qualunque appelllo alla “spiritualità” risulta fuor di contesto.

Notare la contorta astuzia legislativa: fare apologia degli stupefacenti è un reato...quindi, essendo che la cannabis è considerata uno stupefacente, uno non può nemmeno presentare una relazione per dire «La cannabis NON deve essere considerata uno stupefacente». Un perverso circolo vizioso. (Un po' come dire: «Ti accuso di essere un bugiardo; se apri bocca per smentirmi, è la prova che ho ragione!»)

Morale: una persona può essere “spiritualmente evoluta” finché vuoi...ma se ignora come convetire questa spiritualità in forma PRATICA, le sue lamentele per ciò che di iniquo accade nel mondo materiale risulteranno solo una voce nel vento.


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• (sull'articolo di Lester Grinspoon:)


Probabilmente quelle del dr.Grinspoon sono considerazioni a cui giunge qualunque ricercatore IN BUONAFEDE che svolge ricerche indipendenti sulla cannabis.

Ci si potrebbe quindi chiedere: Facendo finta che Serpelloni sia “in buonafede”, è possibile credere che sia L'UNICO esperto del settore a non essersi MAI imbattuto in tali fonti durante le sue “approfondite ricerche” sulla canapa?

Come ipotesi è abbastanza inverosimile, direi. Il che dice tutto sulla onestà intellettuale dei suoi proclami sulla “nocività” della cannabis (di lui e di tutti gli altri servetti della propaganda, obv.)
Sarebbe interessante sentire il suo parere in proposito a quanto riportato sulla origine del bando della canapa...ammesso che abbia il fegato di fare l'ennesima figuraccia da arrampicatore di specchi.



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16 ottobre 2012 19:05 - ennio4531
Attribuire il declino della coltivazione della canapa ai tentacoli delle multinazionali fa parte di quella letteratura alla Ken Follet che porta le menti dal pensiero … debole a vedere organizzazioni tipo Spectre dietro ogni evento.

Per cui: scorgiamo delle scie degli aerei ad alta quota ?

... ecco bello e confezionato il complotto delle ' scie chimiche' !

Se dovessimo usare la canapa per i consumi attuali di carta, di fibra tessile, e di combustibile, dovremmo occupare almeno mezzo pianeta.

La riduzione delle coltivazioni della canapa è dovuto a fattori concorrenziali da parte non solo delle fibre artificiali ma anche della iuta e del cotone tenendo presente comunque che anche la canapa sativa gode da almeno un decennio dei contributi comunitari per la sua coltivazione.

Certo è che, anche in presenza di una riduzione della produzione della canapa , una buona fetta dell’umanità in quest’ultimo secolo gode complessivamente di migliori condizioni .

Riportare , come fa lo scr-Ivan-o , che negli anni ’30… ..

‘ - Hearst iniziava la devastazione sistematica delle foreste del Sudamerica, dal cui legno trasse in poco tempo la carta sufficiente per mettere in ginocchio quel poco che era rimasto della concorrenza;’

è una stupidaggine alla luce di quanto attestato da Greenpace :

‘…Fino ai primi anni '70, il 99 % della foresta amazzonica era ancora intatto…’

Le innovazioni della industrializzazione, come qualsiasi altro evento, comportano degli inconvenienti come quello di consentire agli … scr-ivan-i di fornire strumenti per propagandare ...luoghi comuni ….
16 ottobre 2012 15:22 - chinaski
@Ivan

"Intendiamoci; è un dato reale...ma immaginati un dibattito parlamentare in cui gli antiproibizionisti fondano le proprie ragioni su tesi come “maggior apertura mentale” o “ampliamento delle porte della percezione”: dal mero punto di vista LEGISLATIVO sarebbe un discorso improponibile per ovvie ragioni, e i proibizionisti ci andrebbero a nozze."


Ovvio, difatti la mia voleva essere una mera provocazione. Più che Huxley e Leary alla Camera, ci vorrebbe un' evoluzione della spiritualità umana. Una cosina facile facile no? :-)
16 ottobre 2012 2:29 - IVAN.
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Aggiungo un articolo per completare la panoramica sull'origine del bando ufficiale della cannabis:

(Estratto da:)
http://www.luogocomune.net/site/modules/sections/index.php?o p=viewarticle&artid=14

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LA VERA STORIA: PERCHÈ LA MARIJUANA FU PROIBITA
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La marijuana (spagnolo), o cannabis (latino) è una pianta che si può coltivare a qualunque latitudine, non necessita di pesticidi per la coltivazione, ha molteplici proprietà curative, cresce veloce, costa pochissimo da mantenere, offre un olio di ottima qualità, ed ha fornito (dalle più antiche civiltà fino agli inizi del secolo scorso) circa l'80% di ogni tipo di carta, di fibra tessile, e di combustibile di cui l'umanità abbia mai fatto uso.
Come prodotto tessile, la cannabis è circa quattro volte più morbida e più calda del cotone, ne ha tre volte la resistenza allo strappo, ha proprietà ignifughe.
Come carburante, a parità di rendimento, costa circa un quinto, e come supporto per la stampa circa un decimo.
Insomma, è una pianta che si potrebbe definire miracolosa.

Questo fino agli inizi del XX° secolo. E poi, cosa è successo?

Nel periodo in cui è avvenuto il clamoroso sorpasso dell’industria ai danni dell'agricultura, la cannabis è stata chiaramente la vittima numero uno.
I nascenti gruppi industriali americani puntavano soprattutto allo sfruttamento del petrolio per l’energia (Standard Oil - Rockefeller), delle risorse boschive per la carta (editore Hearst), e delle fibre artificiali per l’abbigliamento (Dupont). Tutti settori nei quali avevano investito grandi quantità di denaro. Ma avevano di fronte, ciascuno sul proprio terreno, questo avversario potentissimo, e si unirono così per formare un'alleanza sufficientemente forte per batterlo.

L'unica soluzione per poter tagliare di netto le gambe al colosso-canapa, risultò la messa al bando totale: l’illegalità.
Partì quindi un'operazione mediatica di demonizzazione, rapida, estesa ed efficace ("droga del diavolo", "erba maledetta", ecc), grazie agli stessi giornali di Hearst.

[Dichiarazioni di HARRY ANSLINGER, ispettore del Bureau of Narcotics dal 1930 al 1962: «Quanti omicidi, suicidi, furti, aggressioni criminali, rapine, scassi e gesti di follia maniacale provochi ogni anno, lo si può solo indovinare.»]

Anche il cinema USA si prestò alla manovra, contribuendo in maniera determinante a diffamare la cannabis (con film di manifesta propaganda come "Reefer madness" o "Marijuana: the devil's weed").
La condanna morale viaggiava rapida e incontrastata (non c’era la controinformazione), e di lì a far varare una legge che mettesse la cannabis fuori legge fu un gioco da ragazzi...anche perchè pare che i tre quarti dei senatori che approvarono il famoso "Marijuana Tax Act" del 1937 (tutt'ora in vigore) non sapevano che marijuana e cannabis fossero la stessa cosa (fu Hearst ad introdurre il nomignolo, mescolando le carte per l'occasione).

A partire da quel momento si ebbe che:
- Dupont inondava il mercato con le sue fibre sintetiche (nylon, teflon, lycra, kevlar);
- Il mercato dell'automobile si indirizzava definitivamente all'uso del motore a benzina (nonostante che il primo motore costruito da Diesel funzionava con carburante vegetale);
- Hearst iniziava la devastazione sistematica delle foreste del Sudamerica, dal cui legno trasse in poco tempo la carta sufficiente per mettere in ginocchio quel poco che era rimasto della concorrenza;
- Al coro di benefattori si univa il consorzio tabaccai, che generosamente si offriva di porre rimedio all'improvviso “vuoto di mercato” con un prodotto molto più dannoso della cannabis stessa.

Le multinazionali di oggi, che influenzano fortemente tutti i maggiori governi occidentali, sono le discendenti dirette di quella storica alleanza nata negli anni '30, fra le grandi famiglie industriali (...nel caso qualcuno si domandasse perchè la cannabis non viene legalizzata nemmeno per uso medico, nonostante gli innegabili riscontri positivi in tal senso).


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16 ottobre 2012 2:26 - IVAN.
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Thanks Chinaski.
In breve, se ho capito giusto: più che all'aspetto “spirituale”, alludevi all'aspetto “simbolico”, cioè la cannabis vista come “bandiera” di un certo modo di pensare non omologato al Pensiero-di-massa (e colpendo la “bandiera” si vuole colpire, in un certo senso, il Movimento stesso).
E' certamente una delle tante ragioni del Proibizionismo, anche se personalmente non lo ritengo uno dei motivi primari della persecuzione per legge della cannabis.

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Quanto a:
• «...poi c'è l'effetto stesso che ha la sostanza provoca su una mente già di suo brillante ed allenata.»
Questo lo ritengo un tema “debole” dal punto di vista argomentativo.
Intendiamoci; è un dato reale...ma immaginati un dibattito parlamentare in cui gli antiproibizionisti fondano le proprie ragioni su tesi come “maggior apertura mentale” o “ampliamento delle porte della percezione”: dal mero punto di vista LEGISLATIVO sarebbe un discorso improponibile per ovvie ragioni, e i proibizionisti ci andrebbero a nozze.
Quindi direi di riservare questo tipo di considerazioni solo per i discorsi “ufficiosi” (almeno finché Aldous Huxley o Timothy Leary non verranno eletti alla Camera...)

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(P.S:)
• «Tra poco arrivano 14 persone a cena qui a casa...»
Mi ricorda un déjà vu... (Occhio: “uno di loro ti tradirà”...)


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14 ottobre 2012 22:36 - chinaski
@Ivan

Quando mi riferisco alla "dimensione spirituale della faccenda", intendo dire che la sostanza cannabis, nella storia recente, diciamo dagli USA degli anni '10 del secolo scorso, ha sempre avuto un rapporto conflittuale con il potere costituito. In maniera del tutto peculiare rispetto ai narcotici o alla cocaina.

La cannabis era la droga dei negri, dei messicani, dei musicisti jazz e blues. Il blues ha le sue origini nella piantagioni di cotone, quando gli schiavi avevano bisogno di un linguaggio "altro" che non fosse comprensibile alle orecchie dei padroni. Gurda caso, proprio come ricordavi tu, è in proprio negli anni'20 che la canapa (diffusa in tutte le farmacie USA) comincia a trasformarsi sulla stampa del potere in "marijuana", parola sconosciuta al tempo al 98% degli americani, quindi ottima per rappresentare agli occhi del popolino qualcosa di nuovo temibile e misterioso. Già al tempo la cannabis, nel suo uso ludico, è la sostanza dei reietti, delle minoranze, di gente che deve stare al suo posto e non deve alzare la testa: socialisti (parolaccia negli USA di allora), sindacalisti dei nascenti movimenti operai, folksinger spiantati, negri bastardi, bluesman errabondi, tutte categorie non molto ben viste dal cittadino americano medio del tempo. La droga di queste persone è la cannabis/marijuana.

Il fine dei vari Du Pont e company era far fuori la fibra tessile, ma cavalcano bene questi argomenti sulla stampa di Hearst: la nostra gioventù può essre corrotta da questa gente e la loro arma letale è la terribile marijuana.

Facciamo un salto di vent'anni: anni '50. La cananbis è la droga della beat generation, Kerouac, Ginsberg, Ferlinghetti, Corso e company e di tutto un nuovo mondo giovanile che non si riconosce nella cupa America del maccartismo. Il movimneto antinuclere.

Si avvicinano gli anni '60 e di lì a poco tutto il mondo occidentale e non solo sarà investito da un nuovo modo di vedere che la vita nelle nuove generazioni che, nel bene e nel male, cambierà molti pilastri della "vecchia società" in molti settori della vita.

Quale è stata la sostanza bandiera di quegli anni?

Sempre la cara vecchia cannabis, che viene ormai allegramente fumata da milioni di persone in tutto il mondo. E anche allora, per attaccare il movimento, il potere costituito attacca la sua sostanza di riferimento, basta ricordare che la "lotta alla droga" a livello globale fu lanciata da Nixon, nemico giurato dei movimenti dell'epoca e restauratore.

E poi....poi c'è l'effetto stesso che ha la sostanza provoca su una mente già di suo brillante ed allenata. E' un effetto che molti sottovalutano ma molto, moplto importante (per il mantenimento della proibizone). Fumare cannabis ha un effetto un pò particolare, fà...come dire...vedere, mette a nudo in pratica la stupidità e la ridicolaggine che sono insite nel potere steso. Un reato imperdonabile, peggio di qualsiasi altra cosa: ridere del potere. Ascoltare le sue menzogne, guardare con occhi divesri, senza veli, la sua miseria materiale e morale, la sua viscida ipocrisia e ridere, ridere.

Pensaci.
13 ottobre 2012 19:35 - chinaski
@Ivan

E' una cosa un pò lunghetta amico Ivan e tra poco arrivano 14 persone a cena qui a casa :-)

Diciamo che domani o al massimo lunedì esplicherò. Buon fine settimana :-)
13 ottobre 2012 17:19 - IVAN.
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STORIA NOTA POCO “NOTA”
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• (da Chinaski:) «Storia nota...»


Non direi così “nota”, dato che se lo fosse, la propaganda non tenterebbe di indottrinare l'opinione pubblica spacciando resoconti così farlocchi sulla "dannosità" della cannabis, tipo che “fa vedere il semaforo di un altro colore” o “induce tendenze suicide” (ci manca solo “La cannabis ha sparato a Kennedy” e poi le abbiamo sentite tutte).
Quindi è poco utile che questa storia rimanga “nota” solo fra i (pochi) informati sulla questione; le menzogne della propaganda devono essere smascherate agli occhi del grande pubblico, o tutto rimarrà sempre fermo al palo di partenza.


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• (da Chinaski:) «Il servetto dei vari Hearst, Du Pont e Mellon si chiamava Harry Jacob Anslinger...»


Esatto; dicendo «...la cosa fu ammessa - a posteriori - persino dagli stessi promotori del bando», mi riferivo proprio alle dichiarazioni di Anslinger.
Va tuttavia precisato che Anslinger fu solo un fantoccio, l'esecutore materiale di direttive dettate da personaggi molto più in alto di lui (potremmo considerarlo il “Giovanardi” dell'epoca); non va quindi attribuita a questo squallido figuro la responsabilità della decisione arbitraria di mettere fuorilegge la canapa.


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• (da Chinaski:) «Anslinger costruì la sua carriera proprio fornendo assurdi pretesti per la proibizione della cananbis, grazie ad una formidabile campagna mediatica.»


Qui è interesante ricordare il famoso “RAPPORTO LA GUARDIA”: l'allora sindaco di New York (Fiorello La Guardia, appunto) fece svolgere ricerche INDIPENDENTI sulle “strane” affermazioni di Anslinger riguardo la dannosità della cannabis, ed i risultati non confermavano assolutamente le posizioni governative; anzi, le rivelavano come un'accozzaglia di proclami del tutto arbitrari ed infondati.
Per tutta risposta, Anslinger fece interrompere ogni ricerca in corso sui derivati della cannabis, e incaricò personalmente l'American Medical Association di preparare un nuovo rapporto che rispecchiasse le posizioni governative.
(Sempre in tema di “ammissioni-a-posteriori”:) Soltanto nel 1972 la stessa fonte istituzionale che aveva diffuso il rapporto scientificamente infondato dell'A.M.A. riguardo la pericolosità della cannabis, ammise che “quei rapporti erano ampiamente falsi”. (Chissà se il Serpe è a conoscenza di queste ammissioni, quando bofonchia di “riscontri scientificamente accertati” su cui si basa il DPA...)


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• (da Chinaski:) «...si tende a tralasciare quello che per me è sempre stato un aspetto fondamentale della proibizione della cannabis da parte del potere: la dimensione spirituale. Mi fermo qua, vediamo se hai colto quello che intendo dire.»


Sinceramente no...O meglio, non credo che l'aspetto “spirituale” possa riguardare l'ambito legislativo, che si basa su parametri ben più “materiali”...
...Anche se dobbiamo ricordare che molte delle leggi del nostro ordinamento sono condizionate dall'ingerenza di un Ente (la Chiesa) che si basa sulla credenza di un tizio nato da una donna vergine, che camminava sull'acqua, placava le tempeste a comando, e risorgeva dalla morte (se non è roba da allucinati questa...)
Per cui, ci può anche benissimo stare che la cannabis sia vietata “perchè lo dice la Bibbia da qualche parte” (una scusa vale l'altra, quando il Potere decide arbitrariamente di imporre un veto su qualcosa).
Comunque, divagazioni ecclesiastiche a parte; puoi provare a spiegare cosa intendi di preciso per “proibizione dovuta anche per aspetti legati alla dimensione spirituale”?



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12 ottobre 2012 23:31 - chinaski
@Ivan

Storia nota. Ho letto nel corso degli anni molta documentazione in materia, anche spulciando letteratura originale in molte biblioteche, quando mi trovavo negli Stati Uniti.

Il servetto dei vari Hearst, Du Pont e Mellon si chiamava Harry Jacob Anslinger, un miserabile ometto già ispettore del Bureau of Prohibition durante il proibizionismo degli alcolici, che costruì la sua squallida carriera di burocrate servo del potere, proprio fornendo assurdi pretesti per la proibzione della cananbis, grazie ad una formidabile campagna mediatica.

La storia, come dicevo, è stranota a chiunque si interessi dell'argomento canapa e tu ne hai riassunto i passaggi salienti.

Ti lancio però uno spunto ed al tempo stesso una provocazione. Nel ricordare questa storia (verissima) di enormi interessi economici e falsa propaganda che portò alla proibizone del 1937 ed infine alla folle convenzione ONU del 1961, si tende a tralasciare quello che per me è sempre stato una aspetto fondamentale della proibizione della cannabis da parte del potere: la dimensione spirituale.

Mi fermo qua, vediamo se hai colto quello che intendo dire :-)
12 ottobre 2012 21:50 - IVAN.
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CANNABIS: L'ORIGINE DELLA “ERBA DEL DIAVOLO”
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• (da Chinaski:) «Ivan, dove vuoi che si vada a parare? Lo sai benissimo: verso il fatto che la cannabis debba rimanere illegale e perseguita dalla legge, a differenza di sostanze ben più nocive.»
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Well, era sottinteso. (Ed in ogni caso, ribadisco che la regolamentazione statale debba riguardare TUTTE le sostanze che attualmente prosperano in regime di illegalità, non solo la cannabis. Ma restiamo pure solo sull'argomento-canapa:)

Abbiamo già evidenziato alcuni dei motivi per cui vari governi preferiscono mantenere illegale una sostanza la cui dannosità intrinseca può, oggettivamente, essere paragonata a quella del comunissimo tabacco:
- Possibilità per i trafficanti di stabilirne liberamente i prezzi;
- Enormi introiti totalmente esentasse nelle tasche della malavita;
- Possibilità per lo Stato di fare cassa facile alle spalle dei propri cittadini tramite pretesti sanzionatori del tutto GRATUITI.

Tuttavia, ciò non giustifica l'accanimento con cui i guappi della disinformazione si ostinano a demonizzare la cannabis (facendo peraltro regolarmente la figura degli incompetenti o dei ciarlatani in malafede).

Per scoprire le reali motivazioni dell'avversione alla cannabis, occorre risalire alle ORIGINI del suo bando ufficiale (le campagne successive, incluse quelle attuali, sono solo un RETAGGIO ad onda lunga di queste motivazioni iniziali).

Esistono varie documentazioni in proposito; partiamo con quella che fornisce Wiki:



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“Negli anni trenta ci fu un rinnovato interesse per gli usi industriali della canapa: vennero studiati nuovi materiali ad alto contenuto di fibra, materie plastiche, cellulosa e carta di canapa. Con l'olio si producevano già in grande quantità vernici e carburante per auto.
In quegli anni il magnate dell'automobile Henry Ford costruì un prototipo di automobile in cui parte della carrozzeria era realizzata in fibra di canapa rendendo l'auto molto più leggera della media delle auto allora diffuse. Inoltre il motore funzionava a etanolo di canapa.
Negli anni trenta la tecnologia eco-sostenibile della canapa appariva quindi in grado di fornire materie prime a numerosi settori dell'industria.
Tali presupposti non furono però confermati; si costituirono invece interessi che si contrapponevano all'uso industriale della canapa.
In particolare, la carta di giornale della catena Hearst era fabbricata a partire dal legno degli alberi con processi che richiedevano grandi quantità di solventi chimici a base di petrolio, forniti dalla industria chimica Du Pont. La Du Pont e la catena di giornali Hearst si sarebbero quindi coalizzate, e con una campagna di stampa durata anni la cannabis (da allora chiamata con il nome di "marijuana") venne additata come causa di delitti efferati riportati dalla cronaca del tempo.
(Nota: Il nome messicano "marijuana" era stato probabilmente scelto al fine di mettere la canapa in cattiva luce, dato che il Messico era allora un paese "nemico" contro il quale gli Stati Uniti avevano appena combattuto una guerra di confine. "Marijuana" era un termine sconosciuto negli USA, l'opinione pubblica non sarebbe stata adeguatamente informata del fatto che il farmaco dalle proprietà rilassanti chiamato "cannabis" corrispondesse alla "marijuana".)
Nel 1937 venne quindi approvata una legge che proibiva la coltivazione di qualsiasi tipo di canapa, incluso a scopo industriale o medicamentale.
Da allora negli USA e nel resto del mondo sono state arrestate centinaia di migliaia di persone per reati connessi al consumo, alla coltivazione o alla cessione di canapa.
Molti ritengono che la proclamazione di leggi proibizionistiche nei confronti della cannabis negli Stati Uniti prima della seconda guerra mondiale sia stata anche legata alla concorrenza tra la nascente industria chimico-petrolifera e la possibilità di usare l'olio di questa pianta come combustibile. Questo è dimostrato anche dalla riduzione dei prezzi del petrolio al 50% operata proprio per fare concorrenza all'olio combustibile naturale, prezzo su cui si sono innestati i vari rialzi che hanno portato all'odierna offerta.”
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Come si può notare, la cannabis fu messa fuorilegge in modo del tutto ARBITRARIO, per mere questioni di interessi commerciali.

E la cosa fu ammessa - a posteriori - persino dagli stessi promotori del bando; il che rende ancora più grotteschi gli ATTUALI tentativi di inventarsi nuovi motivi per continuare a giustificarne l'illegalità.
Una indegna pagliacciata di cui a farne le spese sono - guarda caso - sempre le fasce più deboli dei cittadini.


(P.S:)
Ritengo che il capitolo riguardante le motivazioni che stanno alla base del bando della canapa negli anni '30 sia una questione fondamentale, meritevole di approfondimento. Sono benvenute altre documentazioni in proposito.


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12 ottobre 2012 19:45 - chinaski
Quando cominciai a occuparmi della marijuana nel 1967, non dubitavo che si trattasse di una droga molto nociva che, sfortunatamente, veniva usata da un numero sempre maggiore di giovani incoscienti che non ascoltavano o non potevano capire i moniti sulla sua pericolosità. La mia intenzione era di descrivere scientificamente la natura e il grado di questa pericolosità. Nei tre anni successivi, mentre passavo in rassegna la letteratura scientifica, medica e profana, il mio giudizio cominciò a cambiare. Arrivai a capire che anch'io, come molte altre persone in questo paese, ero stato sottoposto a un lavaggio del cervello. Le mie credenze circa la pericolosità della marijuana avevano scarso fondamento empirico. Quando completai quella ricerca, che ha rappresentato la base per un libro, mi ero ormai convinto che la cannabis fosse considerevolmente meno nociva del tabacco e dell'alcol, le droghe legali di uso più comune. Il libro fu pubblicato nel 1971; il suo titolo, Marihuana Reconsidered, rifletteva il mio cambiamento di vedute.

Allora io credevo ingenuamente che, una volta che la gente avesse capito che la marijuana era molto meno pericolosa di altre droghe già legalizzate, avrebbe favorito la sua legalizzazione. Nel 1971 io prevedevo fiduciosamente che la cannabis sarebbe stata legalizzata per gli adulti entro il decennio. Non avevo ancora imparato che le droghe illecite hanno una proprietà molto strana: non sempre chi ne fa uso si comporta irrazionalmente, mentre ciò accade sicuramente a molti non-consumatori. Invece di rendere la marijuana legalmente disponibile agli adulti, abbiamo continuato a criminalizzare molti milioni di americani. Circa 300.000 persone, per lo più giovani, vengono arrestate a causa della marijuana ogni anno, e il clima politico si è ormai deteriorato così gravemente che è diventato difficile discutere sulla marijuana in modo aperto e libero.

[...]

Nonostante l'illegalità della marijuana e i pregiudizi contro di essa, un gran numero di americani continua a fare uso regolare di Cannabis. Se una volta era considerato un divertimento dei giovani o l'espressione di una ribellione giovanile, il consumo d marijuana è ormai una pratica comune fra gli adulti. Milioni di persone hanno fumato marijuana per anni e molti di loro continueranno a fumarne per il resto della loro vita. Queste persone sono convinte di non fare del male né a se stessi né a nessun altro, esattamente come ne sono convinti i fumatori e i bevitori.

Tra coloro che ne fanno uso, anzi, sono in molti a credere che la marijuana migliori la loro vita -un argomento di cui si sente parlare raramente su carta stampata. In più di vent'anni di ricerche ho letto una grande quantità di materiale sui potenziali effetti nocivi della cannabis (in gran parte assurdità) e molto poco sulle sue proprietà benefiche. Sebbene queste proprietà presentino diversi aspetti, l'impiego medico è uno dei più importanti ed è stato gravemente ignorato. Sono giunto alla conclusione che se qualunque altra droga avesse rivelato simili potenzialità terapeutiche abbinate a un simile primato di innocuità, gli specialisti e l'opinione pubblica avrebbero dimostrato per essa un interesse molto maggiore. La reputazione largamente immeritata della cannabis come droga nociva nell'uso ricreativo e le conseguenti restrizioni legali hanno ostacolato il suo impiego medico e la ricerca scientifica. Come risultato, la comunità medica è diventata ignorante in fatto di cannabis ed è stata sia un agente, sia una vittima, nella diffusione di informazioni sbagliate e di miti terrificanti.

Quello che segue è per lo più un libro di storie: questo perché la maggior parte delle testimonianze sulle proprietà mediche della marijuana è di natura aneddotica. Un giorno si porrà rimedio alla sistematica negligenza della comunità scientifica e gli autori di un libro sugli impieghi medici della marijuana avranno la possibilità di esaminare una vasta letteratura clinica. James Bakalar e io speriamo di abbattere pregiudizi, porre rimedio all'ignoranza e contribuire a spianare la strada per la ricerca futura esplorando gli usi terapeutici noti e potenziali di questa notevole sostanza.


Lester Grinspoon, Psichiatra, Professore Emerito all’Università di Harvard
12 ottobre 2012 19:27 - ennio4531
Spiace constatare che alla COMARE scr-Ivan-o quelli che vorrebbe suoi adepti disobbediscano alle sue direttive inducendolo ad espressioni invocanti il ... fecale e a scommettere con il suo cane sulla sprovvedutezza di costoro.

Di fronte a tanta ingratitudine e sordità mostrata dai suoi sodali, non rimane al leguleio scr-Ivan-o solo che il proprio cane a cui rivolgersi per esternargli le contrarietà patite.

Dalla qualcosa sorge spontaneo l'interrogativo sul detto:

dio li fa poi li accompagna,

.... che abbia un fondamento per l'accoppiata cane/scr-Ivan-o ?
12 ottobre 2012 19:25 - chinaski
@Ivan

"QUALUNQUE prodotto che venga assunto in dosi esagerate; dove si vorrebbe andare a parare con un'affermazione del genere riferita SPECIFICATAMENTE (n.b.) alla cannabis? Boh..."

Ivan, dove vuoi che si vada a parare? Lo sai benissimo. Verso il fatto che la cannabis debba rimanere illegale e perseguita dalla legge, a differenza di sostanze ben più nocive ed additive. Insomma, il solito.
12 ottobre 2012 15:38 - IVAN.
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USO & ABUSO: LA QUESTIONE CENTRALE
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(Notizia:) Nuovo studio made-in-USA: “Smettere di fumare marijuana dà crisi di astinenza che interferiscono con la funzionalità quotidiana” (ecc ecc)
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E alè. Prossima rivelazione: l'acqua posta sul fuoco diventa calda. Ma pensa un po', eh?

Qualcuno dovrebbe spiegare a questi eminenti “scienziati” che tutta la questione ruota attorno alla differenza tra “USO” ed “ABUSO”.

E' LAPALISSIANO che qualunque sostanza di cui si fa “ABUSO”, a lungo andare provochi una certa forma di assuefazione, dipendenza e danni collaterali;
questo vale per QUALSIASI prodotto, anche il più “domestico”: sale, zucchero, caffé, vino, tabacco, pasta...(Persino il pane e l'acqua, dopo un consumo massiccio e incontrollato, provocano effetti di Tolleranza).

Allo stesso modo, non c'è bisogno di scomodare “autorevoli commissioni di studio” per determinare che se uno svitato si fuma 5 etti di cannabis al giorno, in lui si creano fenomeni di “dipendenza”. E' un dato di fatto, un'ovvietà elementare che riguarda QUALUNQUE prodotto che venga assunto in dosi esagerate; dove si vorrebbe andare a parare con un'affermazione del genere riferita SPECIFICATAMENTE (n.b.) alla cannabis? Boh...


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12 ottobre 2012 15:37 - IVAN.
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Mi raccomando, Nick, rispondigli: ho scommesso 10 euro col mio cane che avresti abboccato ad un'esca così penosa (alla voce “Avere la faccia come il culo”, il dizionario riporta: “Vedi ennio4531”.)

E poi, con tutto il tempo che il poveretto dedica a inventare finte obiezioni, è da ingrati non ricompensarlo gettandogli una piccola elemosina, no?...
(Io, purtroppo, non ho tempo da perdere con gli atti di carità verso la merda e vado avanti.)


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11 ottobre 2012 22:01 - ennio4531
Nick.... lo ripeto....

hai usato la sofferenza umana per legittimare i tuoi comodi.

La perversione del proprio animo appartiene agli ...sciacalli !
11 ottobre 2012 19:54 - Nick
"I dati forniti da chinaski si prestano a una doppia lettura.

A) i morti per overdose riguardano tutte le droghe e quindi ogni confronto riguardo la ... mortalitá per cannabis è impossibile.

B) se i morti per overdose si dovesse riferire solo alla cannabis , sarebbe la dimostrazione che la cannabis fa molto .... male !"

Gorgia ad ennio gli fa una pippa...

...elucubrazioni patologiche tipico di chi non ha un c***o da fare tutto il giorno, si diletta a sfidare la logica per dar compiacimento alla perversione del proprio animo.
Cerca di far impazzire gli altri facendoli smarrire dialetticamente nei budelli dei suoi perversi sillogismi, ma ultimamente la cosa gli riesce pure male.

Roba da TSO.
11 ottobre 2012 18:05 - ennio4531
... chiuso per niente ...

I dati forniti da chinaski si prestano a una doppia lettura.

A) i morti per overdose riguardano tutte le droghe e quindi ogni confronto riguardo la ... mortalitá per cannabis è impossibile.

B) se i morti per overdose si dovesse riferire solo alla cannabis , sarebbe la dimostrazione che la cannabis fa molto .... male !

Comunque dobbiamo nuovamente ricordare che in Olanda ..

' "Nonostante la cosiddetta "Politica della tolleranza" (Gedoogbeleid), nei Paesi Bassi, al contrario di quanto spesso si creda all'estero.....
è vietata la produzione(tolleranza fino a 5 piante per uso medico DenHaag 2008), detenzione(max 5 Gr uso personale e chiuso nella confezione), vendita e acquisto(tollerata all'interno dei coffeshop per il THC) di qualsiasi droga (inclusi i derivati della canapa....

Il possesso di droghe pesanti è un reato;..

Contrariamente a quanto comunemente si crede, le droghe trovate dalla polizia devono essere confiscate per legge, sia che si tratti di droghe pesanti sia che si tratti di droghe leggere, anche se sono piccole quantità destinate all’uso personale.

In base alla "legge sull'oppio", infatti, le droghe leggere rimangono illegali, e ne sono ufficialmente proibite la coltivazione e la produzione, vendita o compera, importazione o esportazione, e il possesso." ( da wikipedia ) .
11 ottobre 2012 14:13 - chinaski
"Una ricerca della European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction mostra, ad esempio, che dal 2000 al 2008 nel nostro Paese ci sono stati 5.791 morti per overdose (643,44 all’anno), contro i 1.071 dell’Olanda (119 all’anno). Un dato che va ovviamente rapportato agli indici di mortalità e al numero di abitanti di ciascuna nazione (circa 60 milioni di Italiani con 16 milioni 500 mila Olandesi) ma che comunque attesta all’Italia un 60% in più di decessi rispetto all’Olanda."

Chiuso il discorso.
10 ottobre 2012 16:25 - ennio4531
Chinaski , dopo aver copia/incollato da wikipedia ciò che riteneva utile alla sua causa e aver omesso ciò che gli faceva ombra, come fanciulla della quale si mette in dubbio la Virtù ( … onestà intellettuale ) non trova di meglio che ricorrere alle cure amorevoli della Comare scr-Ivan-o per ottenere assistenza e comprensione …

Sembra di essere .. all’asilo quando l’infante reclama la presenza consolatoria della maestra per presunti torti fattigli … ringraziandola per il servizio di tutela reso con totalitarie adesioni come:

‘@Ivan

Concordo al 100% con quanto da te scritto. Non era possibile analisi dei fatti migliore.’

Richiamiamo il quadro della legislazione olandese ( .. secondo wikipedia da cui chinasky ha copiato ), che per lo stesso chinaski :

‘è praticamente legalizzata dal 1976 ‘

quando dalla stessa fonte leggiamo:

"Nonostante la cosiddetta "Politica della tolleranza" (Gedoogbeleid), nei Paesi Bassi, al contrario di quanto spesso si creda all'estero,…‘ .. per cui riassumendo:

- i prodotti della cannabis sono stupefacenti nocivi ;
- la detenzione per uso personale è punibile con multa;
- se trovati dalla polizia, vanno confiscati.

Invece di scusarsi o spiegare l’…infortunio, come risponde il chinasky ?

Ritirandosi offeso nella propria torre eburnea fatta di permalosità e saccenza per dire:

‘ Replicare è un esercizio letteralmnete inutile. E' chiaro che, non trattandosi (penso) di persona affetta da oligofrenia conclamata, deve per forza di cose trattarsi di un volgare disonesto, che non deve essere degnato del dialogo.’.

P.s.: sul numero dei morti in rapporto alla popolazione, la fonte citata da chinasky non ne fa cenno e il richiamarsi in modo generico ai ‘documenti ufficiali dell'U.E’ è la solita scappatoia.

Ma ammesso che questi documenti esistano, essi non sono credibili . Perché ?

Mi avvalgo della stessa tecnica degli antiproibizionisti quando una ricerca, uno studio ecc. ecc. mettono in mostra aspetti deleteri dell’uso di …erbe.: non sono validi ! Perché ?

… perché, rispondono, noi la sappiamo più lunga dei …fatti !!!
5 ottobre 2012 14:24 - chinaski
@Ivan

Concordo al 100% con quanto da te scritto. Non era possibile analisi dei fatti migliore.
5 ottobre 2012 11:28 - IVAN.
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L'ARMA PIÙ POTENTE
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• (da Chinaski:) «Semplicemente chiedo: è possibile che L'Italia, pur mantenendo come gli altri Paesi europei un regime proibizionista, diventi un posto dove ad un ragazzino non venga letteralmente ROVINATA LA VITA per la sola colpa di aver fumato uno canna?»
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Conosci già la risposta, Chinaski.
Uno dei motivi del mantenimento forzato del Proibizionismo, è che esso offre allo Stato la possibilità di fare CASSA FACILE alle spalle dei propri cittadini tramite pretesti sanzionatori del tutto GRATUITI.


Dobbiamo tener presente che il benessere del Potere (che non è necessariamente “lo Stato”) è direttamente proporzionale al disagio che arreca alla popolazione sotto il suo controllo.
Quindi per i cittadini è inutile protestare adducendo motivazioni “etiche”; il Potere/Stato sa BENISSIMO di commettere soprusi in tal senso, ma lo ritiene un indispensabile cappio per mantenere il proprio “bestiame” in condizioni di costante sudditanza.

Il Potere politico funziona così fin dalla nascita delle prime società collettive, e il Proibizionismo non è altro che uno dei tanti MEZZI per consolidare la differenza di status tra Dominatori e Dominati.
Ti aspetti quindi che i Dominatori rinuncino ad un'arma tanto potente solo in nome di “giustizia” ed “equità”?
Ovviamente non lo faranno mai (non di LORO INIZIATIVA, almeno).
Allora in che modo i Dominati possono rivendicare un trattamento più parietario? (Senza dover ricorrere a violente rivoluzioni, intendo.)


Il famoso attivista per i diritti umani Stephen Biko disse:
«L'arma più potente nelle mani dell'Oppressore, è la mente dell'Oppresso».
Personalmente è un concetto che condivido. Proviamo ad adattarlo al tema specifico:

Qual'è il metodo migliore per imporre il Proibizionismo come forma di controllo ed oppressione del popolo?
Ovviamente convincere il popolo stesso che il Proibizionismo è adottato “per il suo bene”.
E così, avanti con la propaganda: ricerche scientifiche farlocche, demonizzazione di sostanze fondamentalmente innocue, e boicottaggio mediatico delle voci contrarie alle grancasse di regime.

Ecco dov'è l'importanza del diffondere Informazione corretta: essa non servirà a modificare il sistema vigente (poiché, come ho già detto, la semplice Logica non può fare nulla contro gli interessi di lucro), però servirà a far capire a sempre più persone di non avallare inconsapevolmente il meccanismo che le opprime. E' già un risultato non da poco.



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4 ottobre 2012 14:59 - chinaski
@Ivan

"Nessun dubbio. Data l'insussistenza (scientifica e sociale) delle ragioni del Proibizionismo, in teoria la questione sarebbe già dovuta essere chiusa da almeno 60 anni...e invece ci troviamo ancora in alto mare, e con figuri come Giovanardi e Serpelloni nei posti che contano."

Appunto. Parliamoci chiaro, la legalizzazione al moneto attuale è mèra utopia; non sono riusciti a legalizzare Paesi ben più avanzati in materia a livello legislativo, figuriamo il Paese a oggi più proibizionista d'europa e cioè l'Italia. Questo perchè i trattati transanazionali in vigore a tutt'oggi rendono di fatto impossibile le scelte autonome di una singola nazione in tali materie. Per questo reputo le vbarie associazioni legalizziamo qua...legalizziamo là, uno specchetto per le allodole, sia chiaro, gente in buona fede e rispettabilissima, che conduce una battaglia sacrosanta, tuttavia perduta in partenza.

Quello che semplicemente chiedo (ricolleggandomi al discorso della tolleranza): è possibile che L'Italia, pur mantenendo come gli altri Paesi europei un regime proibizionista, diventi un posto dove ad un ragazzino, ad un uomo, non venga letteralmente ROVINATA LA VITA, per la sola colpa di aver fumato uno canna? Rovinata la vita si, perchè cosa è ritirare la patente, il passaporto, costringere ad esami delle urine umilianti ed a seduite dallo psicologo inutili, se non rovinare la vita ad un individuo altrimenti persona integrata e normalissima, con lavoro, famiglia e responsabilità?

E' chiedere troppo?

Evidentemente in un paese economicamente ricco, ma medievale per quanto riguarda la consapevolezza media dei singoli ed dove ancora vigono regnanti a cui tutto è concesso e sudditi "usi a obbedir tacendo", evidentemente si...
3 ottobre 2012 22:13 - IVAN.
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• (da Chinaski:) «Ovunque via sia un approccio più morbido verso il consumo, si sia resgistra sempre un vistoso calo nell'uso delle sostanze.»


Concesso...Tuttavia confermo che non sono interessato alla mera questione dei “Consumi-più-o-meno”, dato che essi sono un semplice RIFLESSO di scelte prese più a monte.
I consumi possono aumentare o diminuire, ma a fare testo deve sempre essere il REGIME entro cui questi aumenti o diminuizioni sono inseriti. (Per i motivi che ho già spiegato, paradossalmente sarebbe preferibile un AUMENTO dei consumi in un regime di Legalizzazione, che una DIMINUIZIONE dei consumi in un regime di Proibizionismo).


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• (da Chinaski:) «Basta guardare al proibizionismo dell'alcool in USA: mai la gente è morta per avere bevuto alcolici industriali velenosi ed adulterati come in quei 14 anni dal 1919 al 1933. Sono dati di fatto.»


Il paragone calza a pennello: quelle che un tempo erano le distillerie “casalinghe” di liquore scadente, oggi sono le raffinerie clandestine di intrugli chimici.
Il punto è proprio che la tanto millantata “dannosità” di alcune sostanze è dovuta al fatto che esse sono prodotte in regime di TOTALE assenza di controlli e regolamentazioni.
Allora i ciarlatani hanno un bel parlare di tumori, collassi o decessi per overdose...ma si “dimenticano” di precisare che la maggior parte di essi sono causati dalle sostanze di taglio o da una mancata comunicazione della quantità di principio attivo contenuto.
La soluzione più logica? Si sa, ma è inutile ribadirla. La Logica non attecchisce, contro gli interessi di lucro.


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• (da Chinaski:) «Il tuo obiettivo è quello della legalizzazione che è ben diverso dalla tolleranza, lo so.»


Nient'affatto, Chinaski.
Quella che tu chiami “Tolleranza” sarebbe semplicemente un effetto laterale della Legalizzazione.
Nessuna diversità di princìpi, quindi; è solo che quando si parla in generale di “Legalizzazione”, il fattore “Tolleranza” è già incluso all'interno di un quadro più ampio.


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• (da Chinaski:) «Temo che passeranno ancora diversi decenni per vedere a livello globale cambiamenti di tal natura.»


Nessun dubbio. Data l'insussistenza (scientifica e sociale) delle ragioni del Proibizionismo, in teoria la questione sarebbe già dovuta essere chiusa da almeno 60 anni...e invece ci troviamo ancora in alto mare, e con figuri come Giovanardi e Serpelloni nei posti che contano.
Insomma, il Proibizionismo è un giocattolo conservato per mera SCELTA ARBITRARIA dagli apparati di Potere. Le motivazioni “sociali” addotte sono tutta fuffa, delle maldestre scuse per mascherare gli EMORMI interessi economici e politici che stanno dietro al regime proibizionista.
E il fatto che questi sciacalli non si preoccupino nemmeno di accampare scuse un minimo CREDIBILI, la dice lunga su quanto gliene freghi dei moti di opposizione ai loro diktat arbitrari.
Allora PERCHÈ le persone di buona volontà dovrebbero affannarsi a combattere una battaglia già persa in partenza? (Già risposto nei post addietro.)


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3 ottobre 2012 22:11 - IVAN.
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Sugar, se ancora non ti è noto, il cialtrone che si nicka "ennio4531" (che non c'entra nulla con Svik) è solo un sabotatore in malafede. Non crede a una parola di ciò che scrive; il suo scopo è solo di interrompere il filo dei discorsi seri con sciocche obiezioni palesemente FINTE. Scopo che riesce ogni volta che qualche ingenuotto abbocca e gli risponde, contribuendo così a sua volta ad infarcire la discussione di deviazioni inutili che la rendono illeggibile.

Un utente con un po' di esperienza sa che trollonzi del genere non vanno filati neanche di striscio.
(Infatti fine parentesi e andiamo avanti.)

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3 ottobre 2012 16:39 - sugar magnolia
Ennio mi ricorda Supervik....niente niente che siano la stessa persona ???
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