La cosa e' chiara, loro vanno a puttane minorenni o
perlomeno sopra i 16 - 17 - 18 anni, consenzienti, che
spesso per il mestiere che fanno girano in ambienti
inquinati dalla droga pesante, cocaina soprattutto, poi
sintetiche e cioe' droghe come ecstasi, mdma, fatte per
azzerare i freni inibitori e facilitare il loro lavoro, dal
controcanto i vecchietti cavalieri usano viagra o chissa'
che metodi medici, ausili meccanici per stare un po'
all'altezza delle giovincelle promettenti ed al povero
cristo che e' ammalato e potrebbe giovare da un'uso medico
del tetraidocannabinolo, una sostanza che non crea neanche
dipendenza fisica, gli si scaglia contro la solita
burocrazia e le solite Leggi per fare ammazzare la gente,
per dissuaderla in pratica dall'uso di questa medicina
costringendola a celarsi nell'illegalita'. Ergo per cui i
professori e cavalieri possono continuare a predicare la
vita, l'etica, il rigore, le strutture di recupero
(giustamente) ed i test a go go rimbecillendo il cittadino
medio il quale abituato de decenni marihuana = morte non si
rende conto che la morte e sofferenza gliela procurano loro
nel momento in cui dovesse ammalarsi, avere un incidente di
percorso grave. Eppoi badate, loro le loro Leggi le aggirano
sempre in quanto stipendiati d'oro potendosi permettere
medici privati che certo non si fanno scrupoli d'etica nel
prescrivere certe ricette ed altrimenti si recano
all'estero, nel paese giusto per ogni necessita'. Insomma
beati e fessi o cornuti e mazziati...
27 febbraio 2011 4:51 - fabrizio7338
Non ho parole ma solo parolacce....questa e'
perseguitazione...ma in abbruzzo non ce' criminalita' ?
Eroina , cocaina , Mdma , crack , ecc. non girano ? non ce'
spaccio di droghe pesanti ? o siccome Giovanardi ha detto
che non esistono droghe leggere o pesanti ma sono tutte
droghe e tutte nocive , quindi si puo' arrestare i poveri
cristi , gia' arrestati per coltivazione o detenzione di
infiorescenze di canapa ?
Le forze dell'ordine non hanno un gran da fare , per perdere
tempo ad arrestare pazienti che si autocurano con la canapa
, pare che dopo un arresto del genere facciano salire di
grado l'autore dell'arresto o addirittura ci sia un aumento
sullo stipendio , rendiamoci conto di quale sistema
diabolico si e' venuto a creare negli anni , 40 per
l'esatezza , siamo al 40° anniversario da quando Nixon
dichiaro' Guerra alla droga , sono stati spesi piu' di 1000
miliardi di dollari e oggi la droga e' piu' disponibile e
costa di meno di allora , sono state incarcerate milioni di
persone e centinaia di migliaia sono morte a causa della war
on drugs ! E' sempre piu' evidente che il fine della war on
drugs e' tenere sotto scacco il mondo intero , e' il seguito
della guerra dell'oppio dell'800 quando gli inglesi
vendevano l'oppio ai cinesi tramite la compagnia delle indie
, ora gli inglesi(massoni) fanno la stessa cosa con Eroina e
Cocaina , la vendono al mondo intero , Nixon e Regan sono
stati messi alla casa bianca dalla massoneria e hanno messo
su' tutto il teatrino che conosciamo bene , ricordate JUST
SAY NO , lo slogan contro la droga...di fatto come nell'800
avevano la compagnia delle indie che si occupava della
produzione e del traffico d'oppio , ora hanno vari eserciti
e controllano produzione e traffico di
Eroina(Afghanistaan,Turchia,Siria) e
cocaina(columbia,Peru,bolivia) !
La canapa non possono controllarla in quanto chiunque se la
puo' fare da solo , in piu' puo' sostituire l'intera catena
petrolchimica , e' una concorrente della fibbra
sintetica(nylon) , e' un ottimo farmaco che farebbe crollare
le vendite di centinaia di farmaci scadenti , anche nel
campo alimentare e' importantissima , una pianta ricca ,
quindi va' proibita per interesse di pochi massoni assetati
di soldi e che stanno letteralmente DISTRUGGENDO IL PIANETA
PER INTERESSE SATANICO DI POTERE , DI AVIDITA' ASSOLUTA , DI
MALATTIA MENTALE INCONCEPIBILE !
Il bello e' che l'hanno fatta franca fino ad ora sti'
massoni e mettono sotto tutti , da Bush a Berlusconi ,
pilotano anche le rivolte in Africa e fanno crollare le
borse , insomma hanno il mondo in mano e noi l'unica cosa
che possiamo fare e' riprenderci almeno la Canapa che e'
patrimonio del pianeta terra e dell'umanita' , ma sti'
massoni sono DISUMANI !!!
26 febbraio 2011 0:50 - pic3568
ciao cannabina, crepi il lupo per il 3 maggio. che tipo di
aiuto e consigli ti servono? E se il medico vuole
prescriverti le infiorescenze standardizzate olandesi,
perchè devi "affrontare il ministero"? Ma forse ti riferivi
a quello della Giustizia... Il medico è la chiave della
difesa. Ma leggi come sta procedendo per Fabrizio, oggi in
Italia non basta neanche il medico:
Caso Pellegrini:
Nuova condanna per coltivazione di Cannabis, nonostante lo
stato di necessità ed il fine terapeutico.
Giovedì scorso 24/2/11 mattina, a Chieti c'è stata una
puntata doppia della infinita ed incredibile saga
giudiziaria del pianista-pittore teatino Fabrizio
Pellegrini, affetto da fibromialgia ma anche da altri
disturbi muscolo-scheletrici e su base ansiosa, con a carico
molti procedimenti e condanne (finora tutte in primo grado)
per autocoltivazione casalinga di cannabis.
Due separati procedimenti, le cui udienze erano previste
entrambe per la stessa mattina di giovedì, sono stati
considerati 'continuazione di reato' ed unificati in un
unico processo, che dopo le arringhe di accusa e difesa si
sono conclusi con la abituale sentenza: condanna. Due anni
di reclusione, 5.000 euro di multa (non male come trovata,
anche se il Pm ne aveva chiesti 6.000, verso un paziente che
si trova sotto processo a causa della sua impossibilità di
pagare i 300 euro mensili per il farmaco legale); pagamento
delle spese processuali; sospensione della patente di guida
per un anno. Entro 2 mesi le motivazioni.
Il giudice Geremia Spiniello ha preliminarmente ricordato
che Fabrizio è tuttora incensurato, mentre il Pm ha subito
ammesso e dato per scontato che, come già dimostrato dai
molti referti medici agli atti e dalle relazioni dei periti
della difesa, Fabrizio possa fare della cannabis un uso
terapeutico, e che questa possa effettivamente risultare
efficace per contenere i dolori e le contratture connessi
alle sue patologie. Le premesse sembravano insomma delle
migliori, in stridente contrasto con tutte le udienze e le
accuse nei processi precedenti. Subito dopo però, il Pm
Marika Ponziani ha ricordato che l'unica possibilità
ammessa per approvvigionarsi di stupefacenti a fini di cura
è il canale d'accesso "istituzionale" su prescrizione
medica (come se Fabrizio non lo avesse già utilizzato, fin
quando ha potuto pagare per le infiorescenze standardizzate
contenenti 19% di THC prodotte dal Ministero Olandese ed
importate tramite la sua Asl). La Ponziani stessa aveva
difeso, in altri procedimenti peraltro di "minore gravità",
l'assimilabilità della coltivazione personale alla
detenzione personale, sempre puntualmente smentita in fase
di giudizio, "ma il caso Pellegrini è di tutt'altra
specie". Perchè il contenuto di principio attivo nelle
piante sequestrate sul balcone certamente supera le sue
necessità mediche (è vero il contrario, equivaleva solo ad
una piccola frazione di quanto prescrittogli, come
scientificamente calcolato nelle relazioni) ed il limite
previsto dalle tabelle, e perchè sia la prescrizione per
cannabis che la sua patologia non lo autorizzavano comunque
a violare la legge. Il reato di coltivazione, confermato di
rilevanza penale anche nel caso di una singola pianta dalle
sezioni unite della Cassazione (che comunque non è mai
stata chiamata sinora a pronunciarsi su di un caso di
coltivazione per uso terapeutico personale), era pacifico ed
ammesso dall'imputato, e la condanna quindi ineludibile.
'Solo' due anni la pena richiesta, considerate le attenuanti
del caso.
L'avvocato Marco Di Paolo ha ben argomentato la sua
richiesta di assoluzione, accennando la personalità ed i
motivi morali per cui Fabrizio, artista senza reddito,
rifiutava di delinquere per pagarsi il Bedrocan o rifornirsi
al mercato nero, come confermato dalle testimonianze dei
rappresentanti delle varie Forze dell'Ordine, che nei vari
procedimenti hanno tutte indagato su di lui accertando che
non è dedito ad attività illecite di alcun tipo. Riguardo
la coltivazione casalinga, caratterizzata da necessità
oltre che dalla totale assenza di offensività verso terzi,
Di Paolo si è appellato tra l'altro all'art.32 della
Costituzione, all'art.51 (la fruizione di un diritto, come
è quello alla salute, rende non punibile il reato commesso
per esercitarlo). ed all'art.54 (stato di necessità) del
codice penale. Non essendo gratuito il Bedrocan, e non
volendo delinquere, che cos'altro poteva fare il Pellegrini
per potersi curare, se non arrangiarsi da solo?
Inoltre, le piante sequestrate erano troppo giovani anche
per poterne determinare il sesso, potevano teoricamente
essere anche tutte di sesso maschile e quindi non contenere
il principio attivo stupefacente.
Il Gip ed il giudice Spiniello, che a sua volta ha accolto
le richieste dell'accusa condannando Fabrizio, si sono
voluti mostrare a loro modo 'benevoli' nei confronti del
Pellegrini, forse perchè impressionati dalla mole di
referti medici e dalle articolate relazioni tecnica e medica
illustrate personalmente, nel corso della precedente
udienza, da Giampaolo Grassi, primo ricercatore dell'unico
ente in Italia autorizzato alla ricerca in agricoltura sulle
diverse varietà di cannabis, e dal dott. Nunzio Santalucia,
uno dei maggiori studiosi nazionali sull'utilizzo della
cannabis nelle varie patologie.
Infatti, a loro modo di vedere, 2 anni sono una pena minima
ed accettabile, per reati che avrebbero consentito al
giudice di comminare in una sola mattina a Fabrizio dai 12
anni (6+6) ai 40 anni (20+20) di carcere. Non è una
barzelletta, sono le pene minima e massima attualmente
previste dal nostro ordinamento per la coltivazione e/o
detenzione di cannabis in quantità superiore a qualche
grammo, con il ruolo della difesa ridotto in sostanza ad
appellarsi alla clemenza della Corte.
Non è stato così nel caso di Fabrizio, e ci auguriamo
sarà lo stesso anche per i prossimi procedimenti penali
contro tutti i malati ingiustamente incriminati, solo per
essere stati costretti a scegliere tra la tutela della
propria salute ed il rispetto di una legge ingiusta ed
ipocrita, senza far danno ad alcuno. L'opzione cumulo dei
processi e delle pene (che prevede una pena totale pari a
quella massima, aumentata di un terzo) a Fabrizio sarebbe in
ogni caso improponibile, ammontando ad almeno 20 anni di
carcere, magari da scontare senza nemmeno i benefici di
legge in quanto plurirecidivo e quindi "delinquente
abituale". Dopo un periodo di notte della ragione così
lungo e marcato, prima o poi dovrà pur spuntare l'alba, o
no?
Invece il prossimo capitolo della storia infinita sarà
purtroppo un anomalo e rischioso processo in secondo grado
di giudizio, sempre per autocoltivazione, presso la Corte
d'appello de L'Aquila. In primo grado Fabrizio fu condannato
nella sua Chieti alla pena minima prevista, 6 anni, mentre
lui era detenuto in carcere, e per un disguido interno non
era stato neppure tradotto in tribunale ad assistere
all'udienza. L'avvocato d'ufficio presente quella mattina in
aula, che tuttora non conosce Fabrizio, mai lo ha incontrato
o ci ha parlato nè prima nè dopo l'udienza, non ha
presentato alcuna documentazione medica o di altro tipo, nè
ha riferito l'uso terapeutico personale cui le piantine
sequestrate erano destinate, presumibilmente perchè lo
ignorava. In appello ci si potrà basare solo su quanto
emerso in primo grado e non si potranno più produrre nuove
testimonianze, referti e perizie, la difesa sarà quindi
oggettivamente più difficile. Fabrizio dovrà battersi con
le mani legate dietro la schiena, ma ci auguriamo tutti che
non sarà solo. Con la sua fragilità e pur sentendosi a
volte sfiduciato ed inadeguato, la battaglia che è
nuovamente costretto a combattere riguarda tutti noi, e la
sopravvivenza di un barlume di civiltà del nostro Paese.
La registrazione audio dell'intera udienza è ascoltabile,
grazie ad un operatore di radioradicale preventivamente
autorizzato dal giudice e presente in aula, a questo link.
http://www.radioradicale.it/scheda/321704/processo-a-carico-
di-fabrizio-pellegrini-accusato-di-aver-coltivato-piante-di-
cannabis-sul-suo-balcone-a-f
23 gennaio 2011 9:12 - cannabina1
Vivo più o meno la stessa situazione di Fabrizio. Uso la
canapa indiana come unica medicina delle mie
patologie:epatite c, depressione, angoscia, lesione
operatoria del costato,infiammazioni varie e altre.Dal 1976
l'assumo sempre trovando i benefici ricercati. Esistono tre
sentenze dei tribunali di Reggio Calabria e palmi
rispettivamente per il possesso di grammi 600, 200, 780.
Sono di assoluzione. Il 3 maggio 2011 affronterò i giudici
per la quarta volta per il possesso di grammi 200 di canapa
indiana. Serviva ad affrontare la terapia di interferoni e
ribavirina. Non ho avuto difficoltà col mio medico curante,
si accorge della differenza terapeutica e accorda sui
benefici. Affronterò il ministero cerco aiuto e consigli
grazie.
27 maggio 2010 16:54 - pic3568
Ad Avezzano, un giudice ha imposto alla Asl di pagare per la
fornitura di tre grammi al giorno di Cannabis ad un malato
di sclerosi multipla, pur se non ordinati da un Ospedale.
E’ un bel segnale a livello culturale, tuttavia i diritti
dei malati a curarsi coi cannabinoidi ed anche solo a
conoscere le procedure per ottenerli sono ancora ampiamente
disattesi, talvolta con nefaste conseguenze penali. Vale
perciò la pena di ricostruire lo stato dell’arte, e
fornire ai malati ed ai loro medici le informazioni
necessarie a potersi curare legalmente.
In Italia, la reperibilità di TUTTI i farmaci derivanti
dalla Cannabis prodotti sul pianeta non è affatto
difficile, anzi è potenzialmente la migliore possibile.
Sono infatti disponibili: Marinol (dronabinol), Cesamet
(nabilone), Sativex (a due componenti naturali), Bediol,
Bedrobinol e Bedrocan, fitocomplesso intero composto da
infiorescenze femminili essiccate (anche grezzo per
preparazioni galeniche, sterilizzato, standardizzato e con
una concentrazione di THC, CBD e CBN esattamente definita).
Secondo la normativa nazionale, questi farmaci sono
importati a carico del Servizio Sanitario Nazionale qualora
un medico ospedaliero ne richieda l' utilizzo, se il
bilancio della sua struttura lo consente, e purchè
impiegati in ambito ospedaliero (cioè anche forniti in
regime di day-hospital o di percorso ambulatoriale).
Altrimenti, i farmaci richiesti vanno pagati. Qualunque
medico, purchè richieda la quantità necessaria ogni tre
mesi ed il suo paziente firmi il consenso informato, può
prescriverli molto più agevolmente rispetto agli
stupefacenti di tabella superiore II A (quali morfina,
fentanyl, metadone), senza ricettari speciali nè
limitazioni possibili alla sua libertà di cura,
assumendosene la responsabilità in totale accordo con il
suo paziente. E’ a completa discrezione del medico
decidere in scienza e coscienza per quali patologie e
sintomi utilizzare il farmaco, senza interferenze da parte
di chicchessia.
Si inizia la cura entro 2-3 mesi dalla prima richiesta. Il
farmacista consegna i farmaci direttamente al medico o anche
al paziente, dietro pagamento del solo prezzo di costo
richiesto dal produttore estero (7 €/grammo), di molto
inferiore a quello pagato in farmacia dai malati del Paese
in cui è prodotto (ed a quello che i malati pagheranno
nelle farmacie italiane quando questi farmaci saranno
disponibili): le Asl non applicano alcun tipo di ricarico.
Anche per l' importazione, da parte italiana non si richiede
di sostenere alcun costo: i 120 €uro fissi per ogni
ordine, da dividere tra i pazienti che ricevono il farmaco
dalla stessa Asl, sono richiesti dal produttore per la
spedizione.
Preparazioni galeniche possono essere rapidamente allestite
nelle farmacie dotate di laboratorio, con materiale reperito
a Milano dal grossista (Solmag/Artha Galenici), su semplice
prescrizione medica da rinnovarsi volta per volta, per
necessità episodiche o in casi di urgenza. Il farmacista
preparatore suddivide la sostanza nelle esatte dosi
terapeutiche prescritte per la vaporizzazione o l'
infusione, anche se ad un costo di 4-5 volte superiore
rispetto a quello della Asl.
Non c'è alcun ostacolo normativo reale, anzi l' accesso
alla terapia è praticamente senza limiti, sebbene non
sempre gratuito.
Siamo un Paese all' avanguardia e non lo sapevamo...
Eppure sono in molti, medici e pazienti, a lamentarsi per la
difficoltà di accesso alla cura: in realtà l' unico
ostacolo è la volontà dei vertici sanitari regionali di
negare di fatto un diritto che è già acquisito,
privilegiando le ragioni ideologiche o di "carriera
politica" rispetto al beneficio del malato.
I problemi di bilancio di quasi tutte le Asl potrebbero
anche teoricamente giustificare il diniego (ma solo al
pagamento...) dei farmaci richiesti tramite i propri
ospedali; malauguratamente però anche le Farmacie
territoriali delle Asl fanno quanto possono per negare
tout-court l' accesso alla cura con Cannabis Flos, pur
essendo il pagamento a totale carico del malato.
Secondo il Decreto del Ministro della Sanità del 11
febbraio ‘97, alle Farmacie Asl compete solo fungere, per
conto dei medici, da intermediarie con il Ministero e con il
produttore estero, e ricevere il pagamento per l' ordinativo
inoltrato, senza alcuna richiesta di ulteriore
documentazione. Nessuna di quelle Farmacie può infatti
interferire con le scelte terapeutiche del medico, tanto è
vero che sul modello di richiesta di importazione non serve
specificare né il nome del paziente, né la patologia o i
sintomi da cui è affetto, dolorosi o meno. Purtroppo accade
invece l' esatto contrario: la cura è negata di fatto con
pretesti inverosimili, sempre diversi da Asl ad Asl. Abbiamo
chiesto alla Regione Puglia di emanare disposizioni per
ovviare a queste illegittime resistenze, tuttavia questo
problema esiste ovunque, dove più dove meno.
Il diritto alla salute è riconosciuto dall' art.32 della
Costituzione come inviolabile. Ma perché sia davvero
tutelato, è assolutamente necessaria una corretta
informazione.
P.I.C.
(Pazienti Impazienti Cannabis)
20 maggio 2010 14:11 - gino1142
ma e pazzesco come la si condanni una semplice piantina solo
per estirpare VOTI ad ignari e non volutamente ignoranti
cittadini!
insomma per un po' di tetroidrocannabinolo che altro no fa
che alleviare i dolori si finisce in galera?
questo e' un paese evoluto, un paese occidentale?
si rovina la vita di una persona per cosi' poco nel 2010?
PAZZESCO!!
18 maggio 2010 22:07 - pic3568
Oggi 18 maggio si sono tenute nella stessa mattina a Chieti
le udienze per due dei molti procedimenti penali a carico di
Fabrizio Pellegrini, accusato di autocoltivazione sul
balcone di casa della sua medicina, a fine di spaccio
presunto(dalla quantità detenuta, superiore ai 500 mg di
THC tollerati dalle tabelle previste dalle ultime modifiche
della L. 309/90). Con la prescrizione del suo medico, aveva
ottenuto la fornitura dalla Asl della Cannabis medicinale
standardizzata importata dall'Olanda solo una volta, ma non
aveva potuto pagare la successiva, dato che anche a Chieti
un “pregiudicato recidivo, delinquente abituale”, come
Fabrizio è stato dipinto ogni anno tranne forse l'ultimo
dai media locali, non trova da lavorare facilmente.
Per la difesa hanno presentato una relazione ciascuno il dr.
Nunzio Santalucia, medico tossicologo ed esperto in terapie
con cannabinoidi per varie patologie e sintomi, ed il dr.
Giampaolo Grassi, primo ricercatore di un' importante ente
che da anni effettua ricerche scientifiche sulle
probabilmente molte varietà di Cannabis sativa con usi
terapeutici e alimentari, unico in Italia autorizzato dal
Ministero dell'Agricoltura e Foreste.
Per entrambi i processi, il giudice, dopo aver ascoltato i
testi, ha rinviato al 24 febbraio 2011 le arringhe finali e
l'emissione della sentenza. In alcune altre occasioni, la
sentenza (di condanna) era stata emessa contestualmente alla
fine dell'udienza, per cui questa novità potrebbe forse
essere considerata un segnale di una rivalutazione della
questione da parte del giudice, a voler essere ottimisti per
forza.
Più insidiosa, secondo l'avvocato Di Paolo, sarà l'udienza
in Corte d'Appello, la cui data è di prossima fissazione,
relativa ad un terzo procedimento per lo stesso crimine
senza vittime, dopo che in primo grado è stato condannato
alla pena “minima” prevista dalla legge 309, cioè 6
anni di carcere. Per quel procedimento la difesa non aveva
presentato alcuna perizia o consulenza, e forse sarebbe
difficile per un giudice, in appello, accettarne di nuove,
perché la sua valutazione deve basarsi solo sui dati emersi
durante il 1° grado, che in quell'occasione era stato
gestito (evidentemente con scarsa efficacia) da un avvocato
d' ufficio. Quindi anche l'udienza d'appello si presenterà
molto in salita.
Fabrizio ringrazia per le molte manifestazioni di
solidarietà ricevute. Saremo ancora al suo fianco fin dalla
prossima puntata della sua incredibile vicenda per evitare
che sul suo caso cali il silenzio.
Volevo dire avesse avuto accesso alle informazioni relative
a queste possibilità.
16 maggio 2010 18:24 - pic3568
Brevemente. "manca la fonte di produzione".
La fonte di produzione c'è, anche se, per ora, è solo
estera. Si importano tramite la presrizione del medico e la
Farmacia della Asl, mediante la compilazione di un apposito
Modello predisposto dal Ministero.
"E se la "medicina" si facesse "realizzare" dal medico
curante o dal farmacista??"
Dal medico, in Italia sarà difficile. Dal farmacista, lo si
fa già, in Italia. Le farmacie dotate di laboratorio
galenico preparano le singole dosi terapeutiche prescritte
dal medico, utilizzando il flos di Cannabis standardizzata
prodotto in Olanda ma disponibile "grezzo" già dal
distributore italiano per le preparazioni galeniche, senza
doverlo importare.
A pari quantità, il costo è però circa 5 volte maggiore
di quello sostenuto tramite la Asl per una confezione
sigillata sterile da 5 grammi di farmaco pronto.
Molti malati avrebbero evitato problemi penali, se il loro
medico avesse avuto accesso a queste possibilità.
15 maggio 2010 16:57 - lucillafiaccola1796
"""Nel nostro paese il THC, unico principio attivo
psicotropo della cannabis è inserito nella tabella 2b dei
farmaci stupefacenti e quindi legalmente prescrivibile"""
Quindi è prescrivibile... manca la fonte di produzione E se
la "medicina" si facesse "realizzare" dal medico curante o
dal farmacista??
15 maggio 2010 9:58 - fabrizio7338
Questa e' perseguitazione , si arresta un paziente che si
auto-produce la medicina(Canapa) quindi fa' risparmiare alla
asl e non arricchisce le mafie , quando siamo invasi di
Cocaina ed Eroina , si fa' perdere tempo ai giudici
intasando i tribunali , le galere sono piene di
tossicodipendenti 17.000 + altrettanti per reati connessi
alla droga....
Quando avra' fine questa ingiustizia ?