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5 gennaio 2019 0:47 - Cristina Ciccarelli
Gli stupefacenti circolano ovunque e lo sanno tutti, mi sorge spontanea una domanda, chi come me vive fuori dal carcere e non ha interesse ne a spacciare stupefacenti ne ad assumerli che dovrebbe fare ogni volta che si incrocia con chi tenta di farteli assumere o di farteli spacciare consegnando sacchetti di cocaina che nessuno ha ordinato?
È risaputo che in italia ogni ambiente ( professionale ed extraprofessionale) è cd tossico e non solo per gli stupefacenti e qui mi sorge spontanea un altra domanda, cosa si dovrebbe fare, oltre al rifiuto per l'evidente inutilità, per ogni molestia subita anche con la fissazione degli sguardi, chiamiamo sempre i carabinieri o questura? Chiamiamo la asur?
Se troviamo lassismo chi possiamo chiamare oltre ai 3 citati sopra?
Verso la soffocante fissazione degli sguardi c'è un uso massiccio direi quasi industriale di allucinogeni e simili e gli scenari sociali sono oggettivamente vomitevoli, è impensabile e improponibile camminare a testa bassa quindi la soluzione quale potrebbe essere? Nei periodi estivi ed in quelli invernali queste molestie sociali si acuiscono a causa dello shock atmosferico, ce ne sono molte di persone cosi quindi la sanità dovrebbe intervenire perché sono contesti socialmente insostenibili indipendentemente dalle opinioni pro o contro uso di stupefacenti, la morale non c'entra niente perché è un problema di rispetto sociale e di salute mentale ovvero un problemma collettivo.

Nel momento in cui una scelta personale diventa un problema per terze persone è d'obbligo l'intervento delle istituzioni.
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