I genitori “dovrebbero” fumare Cannabis davanti ai loro
figli? La risposta di un Professore di Psicologia
Mitch Earleywine, Ph.D., è professore di Psicologia presso
l’Università dello Stato di New York nella città di
Albany, la capitale.
Ha conseguito la Laurea alla Columbia University e il
dottorato presso l’Indiana University; il dottore
Earleywine ha effettuato oltre 100 pubblicazioni su riviste
scientifiche sulle dipendenze ed ha ricevuto borse di
ricerca presso l’Istituto nazionale per un’analisi
sull’abuso di alcool e l’alcolismo.
Dopo anni passati come ricercatore sull’alcol, il dottore
cominciò a insegnare ad un corso di laurea sulle droghe ed
il comportamento umano. Era entusiasta di condividere tutti
i pericoli dell’alcol con un folto gruppo di studenti
universitari.
Gli studenti, tuttavia, erano molto più interessati alla
Cannabis.
Desideroso di evitare di diffondere qualsiasi informazione
sbagliata, il dottore ha esaminato la ricerca nel settore, e
ciò ha portato a dare vita al suo libro “Understanding
Marijuana”.
Dopo aver esaminato tutta la scienza della cannabis, il
dottore sentiva che non poteva più stare a guardare mentre
la gente veniva spedita in galera per il possesso e l’uso
di cannabis.
La ricerca ha mostrato a milioni di persone che si può
usare cannabis in modo responsabile.
Le forze dell’ordine potrebbero usare il loro tempo in
modo più saggio per combattere il crimine violento reale; I
nostri sistemi giudiziari affollati potrebbero prendersi una
pausa.
Ma più importante di qualsiasi stima dei costi e dei
benefici, il dottore ritiene l’idea di punire le persone
per il possesso e l’uso moralmente sbagliata.
Un’intervista esclusiva di BILLBOARD ha intervistato il
dottore psicologo ponendogli domande che, nei nostri giorni,
affrontano tematiche fondamentali per quanto riguarda
l’educazione all’uso della Cannabis.
Contrariamente a quanto viene esposto da “esperti” e
“ricercatori” italiani, tra cui il primo ricercatore
sulla Cannabis del CRACIN di Rovigo, sulla cannabis – che
nelle loro dichiarazioni demonizzano l’uso personale,
paventando una coltivazione monopolistica per evitare
problematiche probabilmente infondate e ne scoraggiano
l’educazione all’uso corretto, cosciente ed indipendente
del cittadino – il Dottore Psicologo Earleywine ha
rilasciato una testimonianza molto forte ed improntata verso
il coinvolgimento sociale e l’interazione tra persone.
Leggiamo le sue parole:
Intervistatore Billboard: Se un genitore scopre suo figlio
che usa cannabis, quale sarebbe secondo lei il miglior modo
di agire?
Dr. Earleywine: I genitori hanno bisogno di parlare della
cannabis come parte di un dialogo più ampio che hanno con
loro figli adolescenti. I dati di Harvard rivelano che
fumare erba nei primi anni di vita può interferire nel
carattere rispetto all’effetto che ha sugli adulti, con un
cervello già formato. E’ necessario che vi sia un dialogo
con i figli per educare ad un uso responsabile,
preferibilmente da rinviare ad età adulta.
SAGER: La legge dice che i ragazzi possono fumare a 18 anni
negli Stati Uniti. Si tratta di una età adeguata?
Dr. Earleywine: No, a mio parere si dovrebbe autorizzare dai
24 anni. Detto questo, abbiamo troppa tradizione con alcuni
passaggi di età per invertire efficacemente il sistema. Se
a 18 anni di età si vuole usare la cannabis, io incoraggio
a farlo due volte al mese o anche meno e solo se si è di
buon umore o in compagnia. L’utilizzo di cannabis per
placare eventuali malumori in età precoce può portare ad
una difficoltà di contrasto personale in alcuni soggetti
più deboli. Gli unici adolescenti minorenni che dovrebbero
usare regolarmente cannabis sono quelli che hanno una
condizione medica in cui la cannabis sia un trattamento
efficace ed anche allora consiglio la vaporizzazione come
approccio migliore.
SAGER: Secondo lei va bene per i bambini e adolescenti
minorenni vedere i loro genitori fumare erba?
Dr. Earleywine: I bambini vedono i loro genitori usare
tranquillamente alcol e non per questo ne consegue una
problematica. Nascondere a loro il consumo di cannabis
sembra una situazione davvero strana a mio parere.
Suggerirei che una modellazione ed educazione su un uso
appropriato, anche che parta dalla famiglia, abbia il
potenziale per insegnare ai bambini ed agli adolescenti
minorenni buone capacità molto utili per più tardi nella
loro vita.
Questo articolo è originariamente apparso nel numero 28
gennaio di Billboard.
31 gennaio 2017 0:38 - anandamide1972
Questa è una cosa che, purtroppo, nell'ottica di chi
ritiene Israele il Male e gli ebrei una razza inferiore...o
superiore e per questo inferiore...insomma...CHIUNQUE,
dovrebbe prendere atto di ciò che perfino i palestinesi,
quando hanno modo e testa per viaggiare, " almeno" per
l'Europa riconoscono: Israele è da quelle parti l'UNICO
Stato in cui viga qualcosa di più simile di qualsiasi altro
da quelle parti alla DEMOCRAZIA. Sarà perchè l'approccio
occidentale la rende per loro un valore mentre per altre
culture, si è visto, conta meno la libertà democratica di
altre cose come il lavoro o la religione ( per carità, Dio
ce ne scampi e liberi...non dalla religione, ma da chi vuole
che si governi in base alla religione...anche se lo volesse
il popolo...sarebbe sbagliato), i perchè sono molti.
DI FATTO IN ISRAELE; CON DUE ANNI DI MILITARE X DAVVERO; CON
AUTOBUS CHE ESPLODONO MENTRE SI VA A SCUOLE O I
MERCATI...qui hanno sempre detto, fin dal 1990, quando si
parlava di legalizzazione, che c'era sempre qualcosa di più
importante o urgente da discutere...e il povero Pannella che
si sgolava a dire che una cosa non escludeva l'altra,
INFATTI.
ISRAELE LO DIMOSTRA, rincoglioniti di politici e SOPRATTUTTO
ELETTORI italiani!!!