Non so se qualcuno lo fa ( di pensare che vox populi sia vox
dei). Se lo fa sbaglia. Però terrei distinto il discorso
tra usi terapeutici, tossicodipendenze e usi ludici.
Per quanto riguarda l'emergere di nuove pratiche
terapeutiche a base di cannabinoidi, beh, questa è una
realtà mondiale anche se in italia la si vuole cercare a
volte di negarla.
Per farsi un'idea del fatto che tali pratiche saranno in
espansione basta cercare "cannabinoidis" o
"endocannabinoids" con google scholar e avere una minima
dimestichezza con l'inglese e con la lettura di articoli
scientifici.
Faccio un esempio esplicito e Cito: Pacher, 2012, British
Journal of pharmacology: "The results described in this
paper also supplement previous evidence that THC can
counteract prostate carcinoma in vitro and in vivo via
activation of cannabinoid CB1 and CB2 receptors (Sarafaz et
al., 2005; 2008) and are therefore important in view of the
recent use and marketing of Sativex [...] provide a strong
rationale for clinical testing of cannabidiol and Sativex
[...] against prostate carcinoma".
I malati aspettano e chi vede sollievo o soluzione da mali
incurabili attraverso vie traverse, giustamente non ci sta
ad aspettare 4 o 5 anni e inizia il labirinto in attesa di
leggi migliori e medici aggiornati.
2 ottobre 2014 1:06 - ennio4531
Pare che ci sia qualcuno che sostenga che anche la
farmacologia e quindi la medicina debbano attenersi alla
locuzione latina ' Vox populi, vox Dei' per prescrivere
sostanze ritenute medicamentose e non alla ricerca e ai test
clinici .
Per fortuna questo Ordine Medici Toscana, dopo un
atteggiamento possibilista di estenderlo ad altri casi (
evidentemente si deve pur dare uno zuccherino al
politicamente corretto ) ha ribadito in conclusione le
regole a cui deve attenersi un medico che abbia rispetto di
se stesso e degli altri ...
"Se nel frattempo e' uscito qualcosa di nuovo che ci e'
sfuggito lo prenderemo senz'altro in considerazione. Pero'
ad allora, al di la' di queste considerazioni, di
scientificamente accertato non c'e' altro".
30 settembre 2014 21:42 - Cebete
Purtroppo per avere i risultati degli studi clinici
bisognerà aspettare ancora un bel po'.
Detto questo bisogna informare in primis i medici di cosa
sia e come funzioni il sistema endocannabinoide. Nessuno dei
medici laureati da almeno 15 anni ne ha studiato qualcosa e
pochissimi di quelli che si son laureati dopo ne han sentito
parlare.
Le aspettative degli studi sono molto alte dato che sono
eclatanti i risultati degli studi in vitro e in vivo (dai
tumori, all'epilessia, all'alzheimer...al diabete). Bisogna
inoltre che i medici si rendano conto che a dispetto di
grandi potenziali terapeutici (anche in mancanza di studi
clinici estesi) gli effetti collaterali per persone adulte e
anziane sono pochi e facilmente gestibili. Mi dico, in
mancanza di terapie adeguate per certe patologie cosa costa
tentare strategie che hanno effetti collaterali quasi nulli
e studi in vitro e aneddottica terapeutica che li presentano
come possibili soluzioni?