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2 ottobre 2014 12:58 - Cebete
Non so se qualcuno lo fa ( di pensare che vox populi sia vox dei). Se lo fa sbaglia. Però terrei distinto il discorso tra usi terapeutici, tossicodipendenze e usi ludici.

Per quanto riguarda l'emergere di nuove pratiche terapeutiche a base di cannabinoidi, beh, questa è una realtà mondiale anche se in italia la si vuole cercare a volte di negarla.

Per farsi un'idea del fatto che tali pratiche saranno in espansione basta cercare "cannabinoidis" o "endocannabinoids" con google scholar e avere una minima dimestichezza con l'inglese e con la lettura di articoli scientifici.

Faccio un esempio esplicito e Cito: Pacher, 2012, British Journal of pharmacology: "The results described in this paper also supplement previous evidence that THC can counteract prostate carcinoma in vitro and in vivo via activation of cannabinoid CB1 and CB2 receptors (Sarafaz et al., 2005; 2008) and are therefore important in view of the recent use and marketing of Sativex [...] provide a strong rationale for clinical testing of cannabidiol and Sativex [...] against prostate carcinoma".

I malati aspettano e chi vede sollievo o soluzione da mali incurabili attraverso vie traverse, giustamente non ci sta ad aspettare 4 o 5 anni e inizia il labirinto in attesa di leggi migliori e medici aggiornati.
2 ottobre 2014 1:06 - ennio4531
Pare che ci sia qualcuno che sostenga che anche la farmacologia e quindi la medicina debbano attenersi alla locuzione latina ' Vox populi, vox Dei' per prescrivere sostanze ritenute medicamentose e non alla ricerca e ai test clinici .

Per fortuna questo Ordine Medici Toscana, dopo un atteggiamento possibilista di estenderlo ad altri casi ( evidentemente si deve pur dare uno zuccherino al politicamente corretto ) ha ribadito in conclusione le regole a cui deve attenersi un medico che abbia rispetto di se stesso e degli altri ...
"Se nel frattempo e' uscito qualcosa di nuovo che ci e' sfuggito lo prenderemo senz'altro in considerazione. Pero' ad allora, al di la' di queste considerazioni, di scientificamente accertato non c'e' altro".
30 settembre 2014 21:42 - Cebete
Purtroppo per avere i risultati degli studi clinici bisognerà aspettare ancora un bel po'.
Detto questo bisogna informare in primis i medici di cosa sia e come funzioni il sistema endocannabinoide. Nessuno dei medici laureati da almeno 15 anni ne ha studiato qualcosa e pochissimi di quelli che si son laureati dopo ne han sentito parlare.
Le aspettative degli studi sono molto alte dato che sono eclatanti i risultati degli studi in vitro e in vivo (dai tumori, all'epilessia, all'alzheimer...al diabete). Bisogna inoltre che i medici si rendano conto che a dispetto di grandi potenziali terapeutici (anche in mancanza di studi clinici estesi) gli effetti collaterali per persone adulte e anziane sono pochi e facilmente gestibili. Mi dico, in mancanza di terapie adeguate per certe patologie cosa costa tentare strategie che hanno effetti collaterali quasi nulli e studi in vitro e aneddottica terapeutica che li presentano come possibili soluzioni?
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