Il Dalai Lama sa benissimo che nella scuola buddhista
tibetana Dzogchen-Nigmapa (di cui c'è una comunità anche
ad Arcidosso), c'è l'abitudine rituale allo stordimento con
gli intossicanti e quindi per motivi rituali sono
permessi:
Anzi, più il Lama viene considerato potente e realizzato,
più si stordisce ed i discepoli gli servono alcolici,
generalmente della birra molto forte "ma il maestro di
Arcidosso non disdegnava neppure il buon vino", lo scopo è
stordirsi fino a crollare completamente e sono famose le
sbronze di Marpa "il maestro di Milarepa"..
Magari, i motivi + futili per lo stordimento di un
adolescente, rispetto ad un adulto "che lo fa per scopi
messianici" sono ben differenti e meno virtuosi:
Ma riguardano comunque la libertà personale degli individui
e la loro libertà autodeterminarsi, anche il Dalai Lama,
nonostante la sua autorità in Tibet, si troverebbe ad avere
a che fare con molti tibetani totalmente atei, che che
vivono nel modo che più gli piace e che più
preferiscono.
Anche tra i montanari del Tibet, o tra i rifugiati in India
e Nepal, l'uso degli intossicanti "per motivi + o - futili"
è molto diffuso e tra tutti quelli che ho conosciuto in
Italia "chiaramente parlo di laici" è apprezzato o
rispettato anche l'uso della cannabis, non si scandalizzano
affatto "o almeno non si scandalizzano quanto gli ipocriti
del cattolicesimo" e giudicano le persone per il loro valore
"non per il loro modo di vivere o di apparire"..
Ora è chiaro che S.S. parli in questo modo, ma sa che si
rivolge a persone che gli chiedono un giudizio morale da
monaco buddhista "qual'è", eppure anche il Tibet è pieno
di intossicati, cacciatori, banditi, prostitute, ladri e
totalmente atei..
Potevano chiedergli che cosa ne pensa dell'aborto, o
dell'eutanasia, o dell'uccisione di animali:
Tutte queste cose sono proibite nel Buddhismo "e non vanno
bene", ma nessuno viene più punito per questo in Tibet
(almeno dall'ultimo medioevo teocratico),
Anche l'opinione di Tenzin Gyatso, per quanto saggia e
rispettabile, non è oro colato, o legge universale, o
tantomeno un obbligo...
16 ottobre 2013 14:11 - marco25g
Non vedo perchè dovrebbe essere contrario..?
Il Buddhismo, al contrario del Cattolicesimo, non vive
certamente nell'ipocrisia ed anche riguardo gli usi
terapeutici, io so che nello joga-tantra di Mahakala è
contemplato l'uso "medicinale" della cannabis (per curare
corpo e mente).
Il problema magari riguarda il fumo "compreso quello delle
sigarette" e che è considerato molto dannoso per la pratica
dello joga (danneggiando i nadhi ed i chakra), ma se si
parlasse di uso alimentare o vaporizzazione, allora
decaderebbero anche simili preoccupazioni:
Certamente per i monaci ed i laici che hanno preso il
precetto buddhista di non usare gli intossicanti di nessun
genere "compreso alcol, farmaci e sigarette" dovrebbero
assolutamente evitarla, ma chiunque altro, non appartenesse
a questa categoria molto limitata, potrebbe usarla
liberamente e secondo la propria libera coscienza..
Comunque, in uno Stato governato con delle basi morali
buddhiste (come la Cambogia o lo Sri Lanka) non troverebbero
nessuna ragione per vietare questa sostanza (se non quella
puramente politica, o legata agli obblighi
internazionali):
E non più di quanto verrebbe sconsigliata più di quanto
viene sconsigliato l'uso dell'alcol "e che crea problemi di
ordine pubblico infinitamente più gravi".
Un caso molto eclatante è quello dell'India, dove la
politica nazionale va stupidamente dietro al proibizionismo
insensato del Commonwealth, ed ora "il Paese dove è nato
l'uso mistico-religioso della ganja" soffre di gravi
problemi di alcolismo "anche tra i religiosi", di violenza
"anche sessuale", di vendita di alcolici illegali
"estremamente nocivi e pericolosi" e di un gran numero di
suicidi a causa del dissipamento "nei bar" dei beni
familiari...
(in India, un oncia di ganja illegale "33 grammi" costa 500
rupie "ma crescerebbe gratuitamente e dappertutto":
Costa quanto tre bottiglie di birraccia indiana, una
brodaglia superalcolica, pesante e tossica "e che è pari al
farsi una pera d'eroina.".).