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17 maggio 2012 0:49 - pic3568
Non c’è motivo per dubitare della buona fede dell’on. Realacci, ma la sua interrogazione potrebbe purtroppo dar luogo ad equivoci, mentre di questi tempi è necessaria la massima chiarezza. ” Ho presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute Renato Balduzzi, perché VERIFICHI la POSSIBILITA’ di CONSENTIRE in tutto il territorio nazionale l’acquisto e la somministrazione di farmaci a base di cannabinoidi secondo l’iter previsto dalla nuova norma approvata della Regione Toscana,…”
In realtà, non c’è nessuna necessità di “verificare la possibilità…”, in quanto “l’acquisto e la somministrazione di farmaci a base di cannabinoidi” è già pienamente fattibile sin dal Decreto Ministeriale del 2007 (anzi, sin dal D.M. del 1997 sui farmaci esteri). Come correttamente specificato da Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento nazionale politiche antidroga: «l’utilizzo dei farmaci a base di Thc (il principio attivo della cannabis) è già autorizzato in Italia anche se i medicinali sono costosi, la Regione Toscana è libera di erogarli tramite il Servizio sanitario nazionale». http://www.unita.it/sociale/toscana-si-alla-cannabis-br-per- curarsi-gasparri-sdegnato-1.407193
Questa interrogazione al ministro della Salute rischia quindi di diffondere l’errata interpretazione che sia necessario un’ulteriore passo del ministero, perchè la cura sia effettivamente autorizzata in tutto il territorio nazionale. Malinterpretazione che ci ha gia’ creato non pochi problemi in Toscana, dove ci sono volute settimane per chiarire il punto, dopo le minacce dei consiglieri PDL di denunciare “l’incostituzionalità” della nuova legge regionale. Ed altrettanti ostacoli, con potenziali enormi danni ai malati, potrebbero derivarne nelle prossime regioni (Puglia e Liguria sono già in dirittura d’arrivo), se passasse la convinzione che c’è ancora da aspettare che il ministero decida. Per questo è necessario essere molto precisi al riguardo, altrimenti l’effetto potrebbe essere un freno alle legittime iniziative delle Regioni. Il ministero della Salute si è già espresso, con l’inserimento del THC nella tabella II sez.B delle sostanze stupefacenti dotate di efficacia terapeutica, prescrivibili dai medici (su ricetta semplice, nel caso delle sostanze in tabella II B) ed erogabili tramite il servizio pubblico, più di questo non si vede cosa altro potrebbe fare, oggi. Spetta ora solo alle singole Regioni di garantire l’accesso alla cura con cannabis, con l’emissione di delibere e l’approvazione di leggi che rendano questa possibilità, una realtà concreta nel quotidiano dei malati e medici del loro territorio.
13 maggio 2012 15:27 - greenprotector
Con una legge appropriata,che rendesse possibile l'autoproduzione in Italia,si eliminerebbero praticamente molti problemi tra i quali quelli dell'esportazione che ha costi troppo elevati per usi terapeutici prolungati.L'autoproduzione sul suolo Italiano darebbe la possibilità di passare il prodotto direttamente alle case farmaceutiche per la realizzazione dei farmaci abbattendo definitivamente gli ostacoli.Ma forse è solo un sogno pensarla in tal modo.
5 maggio 2012 13:41 - fabrizio7338
si ma manca la produzione italiana dei farmaci cannabinoidi che fino ad oggi sono imporati dall'Olanda , la produce il ministero della salute olandese , deve essere regolamentata...
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