COMMENTI
  (Da 1 a 7 di 7)  
22 novembre 2011 12:39 - chinaski
@ Ivan

Letto, approvato e sottoscritto.
22 novembre 2011 11:26 - IVAN.
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I FRANGIFLUTTI DELLA CASTA

(Il tassello DPA e il quadro generale)
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(da Chinaski:) «[...]La politica di persecuzione dei consumatori di droghe che loro applicano rientra in un progetto molto più vasto e più grande di loro, un Pogrom volto alla distruzione delle conquiste sociali avvenute in Italia negli anni sessanta e settanta.[...]»
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Molto appropriata questa considerazione di Chinaski, che ci invita a valutare il piccolo tassello chiamato “DPA” nell'ottica di un mosaico più grande.

Nell'occuparci di un singolo probelma, non dobbiamo mai perdere di vista il CONTESTO GENERALE in cui esso è inserito.

Il Proibizionismo o la Legalizzazione sono dettagli insignificanti; a monte, rappresentano solo una delle tante prove di forza dei cosiddetti “Poteri Forti” contro le nicchie degli ultimi Resistenti all'imposizione di un regime occulto (“occulto” mica tanto, dato che ormai è sotto gli occhi di tutti).

Infatti il famoso “Piano di Rinascita Democratica” della P2 di Gelli si è ormai concretizzato a tutti gli effetti; chiunque conosca i 16 punti fondamentali di questo programma sovversivo, può benissimo rendersene conto.



Ma come ha fatto la Casta a realizzare un tale sfacelo delle conquiste sociali democratiche senza incontrare resistenze?
Risposta: tramite la costante creazione di appositi FRANGIFLUTTI.

Sappiamo già cos'è un FRANGIFLUTTI, vero? È una barriera creata artificialmente per spezzare la forza di una corrente contraria.
Nella fattispecie, i Frangiflutti sono entità sociali create dalla Casta per smorzare l'ondata di contestazione popolare contro i loro provvedimenti dittatoriali.

(Per intenderci; il DPA funge da Frangiflutti all'azione dei benintenzionati che vedono nella Legalizzazione la sola risposta sensata per arginare il fenomeno-droga.)

La Casta può creare un Frangiflutti in 5 GIORNI E SENZA ALCUNO SFORZO, ma ai benintenzionati ci vogliono 5 ANNI DI SFORZI IMMANI per rimuoverlo. Ecco la disparità di forze in campo tra “noi” e “loro”, ed ecco perché temo che la battaglia per conservare le ultime oasi di VERA democrazia sia già persa in partenza.



Pure il tanto demonizzato Silvio è stato solo un Frangiflutti, uno STRUMENTO per portare avanti (o meglio, per IMPORRE) un certo tipo di riforme-capestro, facendo poi scaricare su di lui - semplice capro espiatorio - tutta la reazione dei malcontenti.
A quelli che hanno fatto salti di gioia per le sue dimissioni, vorrei ricordare che TUTTI i provvedimenti legislativi decretati sotto il suo mandato sono rimasti INTATTI, e così pure i tirapiedi che aveva arbitrariamente piazzato nelle poltrone che contano (DPA compreso).
In breve, è cambiato solo un SUONATORE, ma la MUSICA continuerà ad essere la stessa.

E vorrei ricordare pure che Berlusconi NON è stato scalzato dal “popolo”; se il famoso “popolo” avesse mai avuto una qualche voce in capitolo in questi giochi di poltrone, uno come il Silvio non sarebbe mai arrivato neanche a rivestire la carica di consigliere comunale a Carate Brianza.
Allora cosa c'è da festeggiare, allegroni? La conferma di non contare un cazzo di niente?



Date queste premesse, credo di essere facile profeta se dico che le cose peggioreranno prima di migliorare.

E mentre le ultime oasi di democrazia vengono smantellate coi caterpillar, le persone di buona volontà sono ancora impaludate ad occuparsi di una piantina. Il Venerabile starà schiattando dal ridere.



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21 novembre 2011 19:44 - chinaski
Aggiungerei un'altra cosa: il DPA non è altro che una delle tante manifestazioni del berlusconismo. Le loro tecniche comunicative, ben riassunte da Ivan nel precedente commento, non sono altro delle vecchie regole che negli anni ottanta venivano impartite e ben impresse nelle menti, alle conferenze dei manager di Pubblitalia.

Comunque, parlando sempre del DPA, non dobbiamo biasimarli troppo, loro restano solo dei meri esecutori di ordini superiori, in una parola più semplice, dei servi. La politica di persecuzione dei consumatori di droghe che loro apllicano, o meglio, per essere più chiari dei consumatori di cannabis, rientra in un progetto molto più vasto. E molto più grande di loro. Questo progetto nasce verso la metà degli anni 90, dopo la caduta della Prima Repubblica, e si concretizza parzialmente con la prima vittoria del "polo delle libertà" nel 1994, poi definitivamente con la vittoria delle elezioni del 2001 da parte dell'allora "Casa delle libertà", e la seguenti brutali repressioni poliziesche al g8 di Genova del luglio 2001.

Quale progetto, direte voi? Un vero e proprio Pogrom. Un Pogrom volto alla distruzione delle conquiste sociali avvenute in Italia negli anni sessanta e settanta. Questo pogrom è tutt'ora in corso e per adesso stanno vincendo ancora loro, ci sono si dei sottili segnali di cambiamento ma per la verità ancora molto timidi.

I maggiori artefici e promotori di questo Pogrom sono stati gli ex rancorosi topi di fogna fascisti, per tutti gli anni sessanta e settanta relegati, giustamente, ai margini della società italiana. Mascheratisi da democratici nel 1995 a Fiuggi e vestiti delle loro pelli d'agnello con sotto ben celata la loro vera identità di lupi, sono assurti al potere grazie a Silvio Berlusconi che li sdoganò nel 1994 e li inserì nella sua coalizione. Dal 2001 è partita la vera battaglia per la distruzione di quella che era stata l'italia dei loro "nemici" storici, e la cannabis non è altro che una scusa, tra le tante, per colpire le persone che non gli piacciono, gli stili di vita che loro non possono accettare o che semplicemente non gli vanno a genio.

Quali sono i loro più acerrimi nemici? Gli "spiriti liberi". Essendo dei volgari servi , nei secoli dei secoli, quello che non possono tollerare sono le persone che hanno uno spirito liberale e libertario, le persone che hanno una mentalità aperta, una curiosità viva, in una parola una VITALITA' che questi miserabili, non possono arrivare a concepire e quindi non possono tollerare. Questo è quanto.
21 novembre 2011 18:46 - IVAN.
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DPA: LA TECNICA DEL MILLANTATORE
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(da Pettine:) «Il DPA non ha mai accettato un confronto pubblico...Servono forse altre parole?»
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Un paio di parole forse sì.

Il fatto che un Ente non accetti un confronto pubblico non è, in sé, un elemento di CONDANNA delle idee che propone.
Molti altri Enti negano il confronto pubblico con i propri detrattori; spesso questo è un modo obbligato per mantenersi CONCRETI, senza perdere tempo per ogni minima obiezione mossa da cani & porci.
(Lo stesso ASCIA, immagino, non si mette a intrattenere dibattiti pubblici con ogni cane che abbaia.)

Se proprio vogliamo muovere una critica al DPA, questa può riguardare il fatto che le sue strampalate versioni del mondo della droga vengono sempre propagandate in un contesto PRIVO DI CONTRADDITTORIO:
nessun giornalista che fa domande scomode, nessun rappresentante della Controparte presente in sala, nessun esperto che presenta dati a confutazione.

Il tutto si riduce ad un MONOLOGO autoreferenziale, durante il quale uno potrebbe dire tranquillamente che la luna è una grossa arancia, e l'assenza di obiezioni dirette ne avallerebbe la veridicità.
In breve, il DPA si fa le domande e si dà le risposte tutto da solo. La tecnica del millantatore.

Questa disonesta tecnica di comunicazione è l'UNICA piattaforma su cui si fonda la propaganda del DPA; logico quindi che non la sacrificherebbero MAI in nome di una più leale “etica del confronto”.
Ecco perché Serpelloni & C. (le cui frottole sulla droga potrebbero essere smontate persino da un bimbo dell'asilo) evitano come la peste il confronto-alla-pari.

E poco importa che il sedicente “GiovanniSerpelloni” che per un certo periodo ha scorrazzato su questo sito fosse o non fosse proprio lui; le sue “argomentazioni” erano le STESSE, ovvero un'accozzaglia di proclami arbitrari completamente avulsi dal mondo reale, alle cui obiezioni il malcapitato non ha saputo opporre uno straccio di argomentazione logica.
Proprio come accadrebbe al VERO Serpelloni in un qualsiasi confronto pubblico che non sia inscenato a tavolino.



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21 novembre 2011 15:46 - pettine
il dpa non ha mai accettato un confronto pubblico... servono forse altre parole?
21 novembre 2011 12:46 - roberto7266
Cippeami
Commento stringato e lucido: BELLA CIPPEA'
20 novembre 2011 11:50 - cippieami
L'insistenza con la quale il direttivo del DPA frequenta i luoghi virtuali ( e non, speriamo) di controinformazione, in particolare QUESTO sito come deve essere interpretata? a mio avviso è un chiaro segno di timore e di fragilità che manifesta una concezione totalizzante della realtà; quanto sarebbe complesso mantenere una struttura di potere in funzione se si dovesse rendere conto di tutte le differenze che, nella realtà, si determinano? E'molto meno dispendioso dipingere una realtà buona e una cattiva e concentrarsi sulla demolizione di qust'ultima. Le cose si configurano in maniera enormemente più intricata e gli Illuminati del DPA lo sanno bene: è per questo che negli ultimi anni hanno contratto le loro energie soprattutto sull'operazione di mistificazione della questione cannabis. Questa rimane, però, al netto di ogni sovrainterpretazione faziosa e totalizzante una QUESTIONE, e come tale viene continuamente differita, cioé rimandata, non afffrontata nella sua pregnanza ma rimossa, espunta dal mondo. Ci vuole coraggio e, come d'abitudine, l'Italia non lo possiede; La STORIA però è altra questione, e a lei interessa poco dei cervelloni del DPA.
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