COMMENTI
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23 maggio 2011 18:16 - chinaski
@pic3568

Te lo chiedo in tutta tranquillità e senza nessuna vena polemica: veramente voi, come associazione, credete di ottenere qualcosa cercando il dialogo con persone palesemente in malafede? E' inutile spiegare quale è la situazione de facto, la conoscono benissimo, come sanno che la cannabis è una sostanza meno pericolosa di molte sostanza perfettamente legali. Loro sono lì e sono pagati profumatamente, proprio per mantenere lo status quo, quando non per per peggiorare la situazione, come abbiamo visto in questi anni. E voi pensate che serva a qualcosa cercare un dialogo con queste persone? Buona fortuna.....
21 maggio 2011 19:21 - lucillafiaccola1796
12 e 13 giugno 2011
4 SI PER DIRE NOOOOO!
ALMENO CREPANO UN PO'!
21 maggio 2011 4:49 - pic3568
@ chinaski: non chiudere la tua partecipazione a queste discussioni, sarebbe un peccato, "sfoghi emotivi" non era riferito a te, come avevi intuito (non che non sia legittimo anche sfogarsi verbalmente, ce lo insegnano tutti i giorni i nostri politici alla tv).
Sulla "ferocia nazista", che non è peraltro un insulto, abbiamo specificato che era riferito alla legge, si capiva anche prima di aver letto la tua spiegazione. Ma la lettera, pur senza sfoghi o insulti, è comunque tuttora senza risposta dal Dpa, nonostante le nostre osservazioni e domande su punti specifici...
17 maggio 2011 10:58 - pettine
il dpa non può fare alcuna scortesia ai suoi soci più importanti:

camorra, 'ndrangheta, cosa nostra..
16 maggio 2011 0:13 - shugar
Ma quello c'e' l'ha con tutti, i transessuali, gli ehermafroditti, i gay e le lesbiche, li farebbe bruciare semplicemente al rogo o forse li internerebbe per farli rieducare, con tanto di sevizie medievali comprese, figurarci la cannabis, prodotto pure non facente parte del bagaglio del cattolicesimo
15 maggio 2011 19:57 - chinaski
Noto che la mia definizione "esprime una ferocia naziasta", riguardo l'attuale Legge "Fini Giovanardi" che perseguita gli utenti di cannabis italiani, sia che facciano uso terapeutico, sia che facciano uso ludico della sostanza, non ha mancato di destare dibattiti e polemiche su questo e addirittura, di rimando, su altri siti.

Chiunque abbia avuto modo di seguire i miei interventi su questo sito, non potrà certo definirli "sfoghi emotivi", a meno che non abbia confuso i miei interventi con quelli di qualche altro utente. Ho sempre scitto cose precise e circostanziate. Se, nella fattispecie in qul post ho usato le parole "feocia nazista" è perchè ho pensatoal fatto che a causa di questa repressione assurda, priva di qualsiasi giustificazione giursprudenziale, morale o medica che sia, molti uomini, giovani ragazzi sono morti. O perchè si sono suicidati vedendosi con i nomi sbattuti sui giornali e trattati come boss pe run paio di innocue piantine, o perchè "suicidati" in carcere, massacrati entrati sani e usciti su un lettino da camera mortuaria, con il cranio fracassato. Questo è successo non una volta, ma troppe volte. E allora mi chiedo, tutto questo, per che cosa? Per che cosa? Per caso Riina, Brusca o Provenzano, sono stati uccisi in galera? No, loro sono "forti". E allora perchè Bianzino, Cucchi, Uva, si? Che cosa avevano fatto?

Lo dico io se permettete. Avevano commesso un reato gravissimo, quello che in uno Stato di "finto" diritto quale è l'Italia, non puoi permetterti mai: si erano trovati ad essere l'anello debole. E hanno pagato come si paga ove vige la legge della Savana. Questo è quanto.

Per questo ho parlato di "ferocia nazista", perchè dei cittadini che non erano crimnali, ma persone inoffensive, che no sarebbero MAI dovute andare in carcere, ci sono invece andate, per colpa di una legge assurda, e come se questo non bastasse sono uscite morte, mentre erano sotto la "TUTELA" dello Stato.

Con questo commento chiudo la mia partecipazione alle discussioni su questo argomento.
12 maggio 2011 21:46 - pic3568
In relazione al comunicato del 5 maggio del DPA, ci sentiamo obbligati a fare chiarezza sia sulle vicende personali di Fabrizio Pellegrini sia sulla situazione in generale dell'accesso alla cannabis terapeutica per i pazienti in Italia.
Vogliamo precisare che siamo perfettamente a conoscenza della legislazione e dei suoi percorsi temporali, compreso che l'art.73 era già così prima delle modifiche apportate dalla L.49, per questo nel comunicato ci siamo riferiti solamente al suo effetto sull'importazione dei farmaci. Anzi abbiamo evidenziato che già allora nel 2005, la scelta di Fabrizio lo avrebbe esposto al rischio di conseguenze penali.
Inoltre vogliamo ricordare che anche successivamente all'aprile 2008, la Corte di Cassazione ed altre Corti hanno emesso diverse sentenze di proscioglimento dall'accusa di detenzione e coltivazione in singoli casi, per motivi religiosi o antropologici.
Sull'uso terapeutico invece né la Corte di Cassazione (perché le accuse contro i malati vengono di norma archiviate prima ancora del processo di primo grado) né quella Costituzionale si sono mai espresse, finora.

Nel 2005, anche se teoricamente il canale medico di accesso istituzionale era già fruibile, e in Olanda il Bedrocan sia stato messo in commercio dal 2004, la prima episodica importazione è avvenuta in Calabria nell'agosto 2005 a beneficio di un paziente epilettico, che comunque successivamente ha avuto e continua ad avere ostacoli per l'accesso alla sua medicina. Il Ministero della Salute infatti non inviava le autorizzazioni né rispondeva alle richieste pervenute, solo in seguito ad una diffida ufficiale da parte di un paziente romano, l'UCS dell'allora Ministro Storace rispose che la cannabis non aveva possibili usi terapeutici, che avrebbero chiesto lumi all'UNODC, e solo poi avrebbero fatto sapere qualcosa. All'epoca, sia al Ministero della Salute sia le singole Asl non conoscevano il farmaco richiesto né le procedure per la sua importazione. Pellegrini ottenne il farmaco solo a fine 2006, nel 2002 i farmaci non erano ancora disponibili ma anche nel periodo del processo più recente il suo medico, pur avendolo richiesto, non era riuscito ad avere accesso alla procedura garantita dal D.M.11-2-97. Solo nel 2007 con l'introduzione del thc nella tabella II sez. b, le importazioni sono cominciate con una certa regolarità e qualche ostacolo in meno. Se il Pellegrini in seguito tornò al "fai da te", fu solo perché, dopo le prime assicurazioni da parte della sua ASL, gli venne chiesto di pagare tutte le spese per la terapia. L'avrebbe fatto, se avesse potuto continuare a lavorare, invece era stato sbattuto in prima pagina più volte come mostro dai media locali. La sua precaria situazione perdura, ed è ben lungi dall'essere risolta.

Vogliamo anche far notare che le accuse del P.M. nel processo di primo grado citate nel comunicato del DPA risultano invece molto poco condivisibili come si evince anche dalla perizia, firmata da uno dei più autorevoli esperti in materia: "Dai documenti agli atti emerge che il Sig. Pellegrini Fabrizio, per ragioni di salute ha ed avrebbe bisogno di una cura a base di Bedrocan (farmaco distribuito dal Ministero della Salute Olandese a base di Cannabis) per un quantitativo mensile (massimo ammesso per una singola prescrizione medica) pari a 30 gr di farmaco il cui contenuto di principio attivo è del 18% di THC. Ciò comporta che per una cura del paziente sufficiente a garantire il farmaco per un mese, gli è stato prescritto un quantitativo totale di principio attivo (THC) pari a 5,4 gr.
Risulta evidente che da tutto il materiale sequestrato non poteva essere derivato neppure la dose necessaria per una cura di circa 20 gg."

Come associazione ribadiamo con forza che fino a che ad un solo malato di epilessia, glaucoma, Tourette, sindrome bipolare, asma ecc., ed al suo medico, verrà precluso l'accesso alla terapia (nonostante la legge lo preveda, ad esclusiva discrezione del medico curante), il problema resterà intatto e noi non resteremo silenti, né lasceremo soli i malati che dovessero incappare nelle maglie di questa illogica repressione. Vorremmo anche far notare che non esiste in Italia alcuna lista di indicazioni approvate per questi farmaci esteri, e che comunque queste, anche quando tale lista venisse predisposta dall'AIFA, non sarebbero limitative in senso assoluto. Non è compito della politica o dell'ideologia o della religione, invadere un terreno che compete solo ai medici ed ai loro pazienti, gli unici in grado di valutare caso per caso le esigenze terapeutiche. Inoltre, nel caso di preparazioni galeniche magistrali, allestite da un farmacista utilizzando materia grezza reperibile in Italia tramite grossista-distributore (ovviamente sempre dietro prescrizione medica, stiamo parlando di medicinali), non è richiesto il preventivo tentativo di cura con altri farmaci o terapie disponibili, né l'autorizzazione dell'UCS all'importazione, né ricettari speciali o i moduli ministeriali per i farmaci esteri, trattandosi di principi attivi inseriti nella tabella II sezione B delle sostanze stupefacenti dotate di attività terapeutica, e prescrivibili su ricetta semplice da rinnovarsi di volta in volta, da parte di qualunque medico.

Le procedure sono già sufficientemente snelle, a livello normativo. L'ostacolo è rappresentato dalle direzioni ASL ed ospedaliere, contrarie a priori, e dalla scarsa informazione dei medici, che nel 99% dei casi non prescrivono i farmaci cannabinoidi, per poca informazione ma soprattutto per timore di rappresaglie professionali. Le Regioni, invece, non hanno alcuna necessità di essere "autorizzate" dal Ministero a fornire tali farmaci gratuitamente, se prescritti ed erogati in ambito ospedaliero. Siamo sempre alquanto sorpresi di dover essere noi pazienti, a fornire queste informazioni a politici e medici. Evidentemente, quando c'è di mezzo la parola cannabis, la comunicazione si inceppa. Riconosciamo peraltro al Dott. Serpelloni, dopo il nostro incontro diretto a Gennaio 2009, di essersi personalmente attivato per l'organizzazione di un tavolo tecnico di confronto tra le associazioni ed il Ministero relativamente all'accesso ai farmaci cannabinoidi, anche se nonostante la sua disponibilità, e le nostre richieste ufficiali al Ministero, tale tavolo non è stato poi mai avviato.

Se l'obiettivo è davvero quello dichiarato di assicurare cure e sicurezza, non avrà difficoltà a convenire con noi che la nostra richiesta di non punibilità per un malato in stato di necessità che si arrangi in proprio, in assenza di alternative praticabili, sia un obiettivo assolutamente minimo e di buon senso. A meno che non si voglia sostenere che un processo penale, e la minaccia del carcere, siano per un malato un danno minore della cura consapevolmente scelta, spesso con l'accordo del medico.
Non ci risulta che Canada, Portogallo, Repubblica Ceca, California ed altri 16 Stati Usa, ecc. siano Paesi medievali, tutt'altro. In quei Paesi i farmaci industriali restano comunque disponibili in farmacia, ma viene semplicemente garantita ai malati la libertà di scelta, e nessuno si sognerebbe mai di condividere ambigue e vaghe accuse contro un paziente, tanto meno di sostenere la necessità della sua punibilità, accampando a pretesto la difesa della sua salute o quella degli altri malati. Da tale livello di civiltà avremmo solo da imparare, siamo molto più vicini al medioevo ed agli Stati fondamentalisti qui in Italia. Da noi, i malati perseguiti penalmente sono solo effetti collaterali (previsti ed accettati, al di là della propaganda) del sacro terrore che qualche cittadino sano possa fare della cannabis un uso voluttuario, socializzante, creativo, rilassante o di altro tipo.

Non intendiamo accusare il DPA di accanimento volontario contro i pazienti, la situazione è la stessa da ben prima della sua nascita, non ci interessano forzature interpretative o logiche di schieramento politico ma solo i dati reali. Abbiamo semplicemente scritto che Chiederemo conto direttamente a Giovanardi ed al Dpa, per questo assurdo accanimento contro i pazienti, perché riteniamo che sia giunta l'ora di porre fine a questa guerra insensata contro chi ha solo a cuore il proprio stato di salute, e facendo del bene a se stesso non coinvolge né danneggia altri, se non le organizzazioni criminali ed oscuri interessi.
http://www.aduc.it/notizia/soldi+della+droga+hanno+salvato+b anche_114607.php Anche se non è stato il DPA a dichiarare la guerra, ha comunque l'autorità per firmare la pace.
Per quanto riguarda gli epiteti di "assassino" e "nazista", innanzitutto vogliamo ricordare che una cosa sono i comunicati dell'associazione Pazienti Impazienti Cannabis, a cui il comunicato del DPA fa riferimento, altro sono i commenti che ne possono seguire. Sebbene il commento estrapolato si riferisse in realtà alla "ferocia nazista della legge" e non fosse un insulto a persone o dipartimenti, come specificato dall'anonimo autore dello stesso, tali termini non rispecchiano né i contenuti né le modalità di espressione dei nostri comunicati, dove non compaiono mai insulti né sfoghi emotivi. Non ne abbiamo affatto bisogno, ci bastano le nostre concrete argomentazioni, per le quali ci attendiamo risposte precise e puntuali. I malati che si curano con la cannabis, non sono né tossicodipendenti né scudi umani a protezione di chissà quali oscure trame, nonostante le insinuazioni e la propaganda. Sono semplicemente cittadini che, pur pazienti, non vogliono più rinunciare ai loro diritti costituzionali, o essere ostaggio di interessi, poteri ed agende occulte. Fabrizio Pellegrini è solo un caso emblematico, non liquidabile con frasi di circostanza o un'alzata di spalle.

Pazienti Impazienti Cannabis (P.I.C.)
8 maggio 2011 10:50 - fabrizio7338
In quasi tutta Europa ormai e' tollerata se non legalizzata , la piccola coltivazione domestica per uso personale di canapa !
Solo in Italia si continua a regalare alla mafia il monopolio degli stupefacenti e di conseguenza si spinge i consumatori verso droghe pesanti come eroina e cocaina !
Scoraggiando di fatto i consumatori di cannabis , equiparando la cannabis all'eroina e cocaina , proibendo la coltivazione per uso personale si spenge automaticamente la gente ad andare dagli spacciatori , i quali tendono a vendere le droghe piu' potenti e meno ingombranti , in quanto la cannabis e' ingombrante , voluminosa e costa un decimo delle polveri , ma la pena e' la stessa !
Quindi e' una legge criminogena che spinge gli spacciatori a vendere le droghe piu' pesanti(eroina,cocaina,ecc.) e scoraggia i consumatori nel coltivarsi la loro piantina per non dover andare dagli spacciatori e quando vanno dagli spacciatori troveranno eroina e cocaina !
7 maggio 2011 17:00 - pettine
"...mettere a disposizione dei malati i farmaci a base di THC solo pero' per le indicazioni mediche previste ed approvate e come farmaci di seconda scelta rispetto ad altri presidi farmacologici che si sono dimostrati piu' attivi..."

signori, questa è una CAZZATA CLAMOROSA.. solo nel paese delle favole questi personaggi possono permettersi simili sparate ben sapendo che resteranno impuniti.
7 maggio 2011 6:32 - shugar
Metta a disposizione farmaci pagati da SSL come il Bedrocan in primis, poi Sativex ed altri a malati, malati non terminali ma per cui scientificamente la cannabis procura sollievo al posto di farmaci molto piu' controindicati e basta. Finche' non si fara cio' ci sara' sempre lo scemo o furbo ad autocoltivarsela e come dargli torto!? Dovrebbe essere un diritto di ogni cittadino di curarsi alla meglio con il marmaco a cui risponde meglio con meno effetti collatterali, amen
6 maggio 2011 18:27 - Nick
Le due pronunce della Suprema Corte di Cassazione non ci azzeccano nulla col caso Pellegrini, in quanto erano in riferimento alla legislazione sucessiva (cioè la "Fini-Giovanardi), la quale, diversamente dalla precedente, vieta "con carattere perentorio" la coltivazione.
La giurisprudenza antecedente era indirizzata alla non punibilità della coltivazione di marijuana "se la grandezza della piantagione denota la volontà di un uso personale": tale comportamento rientrava, secondo i giudici, nelle condotte depenalizzate previste dall'art.75 del D.P.R. 309/90, per effetto del referendum del 1993; effetto del quale il legislatore negli ultimi anni se ne è altamente sbattuto le palle, vietando tale condotta anche se indirizzata all'uso personale; anzi ci tocca sentire dai governati e dal dpa che "l'uso diverso da quello terapeutico non è ammissibile"; fatto sta, che il sig. Pellegrini è stato condannato comunque anche se le coltivava per uno scopo terapeutico.
Al di là che la quantità sia stata ritenuta non per uso personale, il DPA cerca allora di salvarsi in corner puntando sulla illeicità della medicina non prescritta: mi chiedo allora, se, venendo io trovato con 2 confezioni di Aulin senza ricetta, rischio da 1 a 6 anni di reclusione. Non mi soffermo sulle baggianate riguardo sicurezza e qualità della cannabis autoprodotta rispetto a quella fornita dal servizio sanitario, per le quali rimando a quest'ottimo articolo: http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=1873 . Faccio solo notare anche qui, che la pena è da 1 a 6 anni... però tutto nell'interesse del malato, eh!
Va anche sottolineata la totale eterogeneità delle sentenze sulla stessa fattispecie, cioèl'autocoltivazione: come detto prima, la tendenza giurisprudenziale con la vecchia legislazione (quella sotto la quale rientra il caso Pellegrini) era verso l'assoluzione, e comunque, sotto quella nuova, si sta procedendo nella medesima direzione almeno per quanto riguarda l'uso terapeutico, come nel caso della signora veneziana malata di sclerosi multipla trovata con 42 piante, poi assolta. Ma in Italia, paese di preti, maghi, lotterie e superstizioni la giustizia è lasciata in mano al caso: c'est la vie, ti va come la prende il giudice, ogni tribunale fa la sua legge. Provare per credere. C'è da rimpiangere molto qui i paesi a common law...
Da antiproibizionista poi, mi sento abbastanza insultato da costoro che ci accusano di strumentalizzazione dei malati per secondi chissà poi quali torbidi fini. La realtà è che i malati difficilmente possono accedere a queste cure in maniera immediata e continuativa, ed il proibizionismo di certo non li aiuta a nella ricerca di una seconda via di accesso che non passi per scartoffie e burocrazia. Quindi ci sta tutto lo sposare la causa dei malati. Rimando alle parole di Andrea Trisciuoglio, malato di sclerosi multipla: "STRUMENTALIZZATECI TUTTI!!!".
Nel finale sfioriamo i toni della barzelletta: che i proibizionisti abbiano a cuore i diritti dei tossicodipendenti (che già di per se è un epiteto che sfiora il razzismo) è assodato; il diritto di avere i carabinieri che ti frugano in casa se ti beccano con una canna; il diritto di veder ritirati patente, passaporto, porto d'armi; il diritto a farsi una bella vacanza, perdendo il lavoro; se poi la quantità è superiore a + di 0,5 ricchi gr. di thc hai un altro sacrosanto diritto, cioè di difenderti davanti al giudice dall'accusa di spaccio; e poi, ci vogliamo rovinare, da 1 a 6 anni di soggiorno coatto nelle patrie galere italiane in caso di autocoltivazione. Bontà loro! Anche se a dirla tutta, non so se gli ebrei italiani nel '39 se la passasero peggio... ma percarità, non apostrofiamo questi benefattori con certi titoli, sennò fanno pure le vittime...
6 maggio 2011 11:25 - Davide Calabria
Non mi risulta che in Nazioni dove l'autocoltivazione è tollerata, meno incriminata, (California e altri Stati degli Usa piuttosto che Francia, Spagna, Repeubblica Ceca, Austria, Olanda, Danimarca, Svizzera, Russia) per scopi medici o ludici che siano, la popolazione, la sua cultura e le leggi siano regretite al tempo del Medioevo. Anzi, in alcuni casi si tratta di Nazioni ben evolute rispetto alla nostra italianetta proibizionista.
Ok, siamo un molo in mezzo al mare, distanti da altre culture, ma sono sicuramente più medioevali e stupide le leggi proibizioniste italiane e loro caste (avvocati, medici, commercialisti, notai).
Il proibizionismo distorce la realtà e in Italia è talmente forte da copovolgerla. Da qui le dichiarazioni del Dipartimento. Perchè non bisogna essere dei matematici per fare 2 più 2. Se permetti l'autocoltivazione togli soldi alla criminalità e eviti che la gente fumi lucido da scarpe.
Se legalizzano, qualcuno sostiene potrebbero aumentare i consumi. Comunque non ci sarebbe niente di male se qualcuno passasse dai molto più pericolosi alcool e tabacco alla cannabis. D'altro canto, qualcuno invece crede che, togliendo il gusto de proibito, i consumi, sul lungo periodo, tenderebbero a diminuire.
Il Dipartimento non deve scherzare sulla pelle delle persone, la marijuna è una medicina: nell'800 c'erano pacchetti di sigarette di canapa indiana al carissimo prezzo di 2-3 lire e quelli di canapa italiana a molto meno. Erano tutti stupidi a questo mondo fino all'avvento del proibizionismo? Non credo proprio.
Focalizziamo invece su alcune proposte tipo quella dell'attivista olandese Wernard Bruin: 10 piante legali. Perchè le buste di semi in commercio sono da 10 semi, perchè se fai meno piante parte del commercio resterà in mano alla criminalità organizzata, mentre se legalizzi più piante il prezzo risulterebbe troppo basso e usufruibile per un periodo post-proibizionista.
La canapa è sempre stata a fianco dell'uomo e lo sarà sempre, è inutile sprecare energie e soldi degli italiani in questa inutile farsa.
6 maggio 2011 10:42 - chinaski
Vorrei precisare: Se la frase contenuta nel comunicato del DPA "...arriva ad apostrofare come nazista chi...", è riferita al mio commento nel post precedente, invito chi lo ha scritto a rileggere bene il mio commento. Non ho assolutamente definito il DPA e chi vi lavora "nazista", ho scritto e lo ribadisco, che la legge vigente in Italia in materia di autocoltivazione di cannabis esprime una "ferocia nazista". E' concetto ben diverso. Cerco di spiegarmi meglio. In Italia chi coltiva una o due piantine di canapa in casa, non certo per organizzare quindi un traffico in stile banda della Magliana, è assimilato ad un narcos messicano e rischia potenzialmente da sei a venti anni di carcere. Io penso, venti anni... ripenso ancora, venti anni....cosa sono venti anni di carcere? Vediamo cosa sono.

Giovanni Brusca, spietato boss della mafia è stato condannato a venti anni di carcere per le stragi del '93, le autobombe di Roma, Firenze e Milano che produssero devastazione e morte. Provate a scrive su google "condannato a 20 anni", uscirà una sfilza di "condannato a vent'anni per aver: ucciso, strangolato, sparato, accoltellato a morte, violentato e ucciso.

Ecco cosa sono venti anni di reclusione. Ed ecco che, una persona malata o meno, che coltiva una piantina in casa rischia da sei a vent'anni, come sta chiaramente scritto nella legge. Per me questo esprime una ferocia nazista. Lo ribadisco senza alcun problema. In nessun paese civile vige una simile normativa. E' inutile continuare a negare questa realtà ogettiva sotto gli occhi di tutti. Spagna, Paesei bassi, Belgio, Germania, e altri paesi europei ed extareuropei, oltre ad avere leggi avanzate in materia di cannabis terapeutica, sanzionano solo lievemente la piccola autocoltivazione casalinga. Persino nell'integralista Iran in cui vige la pena di morte per i trafficanti di eroina, vi sono leggi molto più tolleranti sulla cannabis.

Per farla breve, qui non è questione di essere contro o favore della droga. Tutte le persone di buon senso sono contro l'uso delle droghe, come dell'alcool o del tabacco, soprattutto da parte degli adolescenti e dei ragazzi giovani. Far passare chi contesta queste leggi assurde come "favorevole alla droga" è davvero un atto vile. Ci sono fior di persone, di uomini con la U maiuscola, che sono da sempre contro questa legge e hanno speso una vita a lottare contro le tossicodipendenze, penso non serva fare i nomi, li conosciamo tutti, visto che non esiste solo Andrea Muccioli.

E' triste davvero disinformare, mettere sullo stesso piano droghe devastanti come l'eroina e la cocaina con la canapa. E' un'offesa al buon senso, all'intelligenza, alla dignità, alla verità. Lo dico da persona adulta, da non fumatore (di nulla) tra l'altro, in maniera del tutto disinteressata. Lo dico pensando ai giovani e agli individui deboli e fragili.

P.S. Avete citato il medioevo per indicare un periodo in cui vigeva, secondo voi, una sorta di "autocura" anarchica, in contrasto con le cure allopatiche della medicina moderna. Sbagliatissimo. Teofrasto Paracelso, padre della medicina, riteneva che molto di quello che aveva appreso riguardo le malattie e le relative cure lo aveva appreso dalle streghe. Esatto, dalle streghe, proprio quelle signore che bruciavano sui roghi negli autodafè della santa inquisizione. Costoro erano le conoscitrici della erbe, e con queste "diaboliche" erbe, erano capaci di creare intrugli che curavano, eccome, quello che i "dottoroni" delle università dell'epoca, con le loro formule magiche, preghiere e i loro strani riti propiziatori, non riuscivano ovviamente a curare. Da quelle erbe che usavano le streghe derivano ancora oggi molti importanti farmaci moderni.

Loro però le bruciavano sul rogo. Vedete, la storia si ripete.
6 maggio 2011 10:22 - anandamide1972
si, perchè inaccettabile ? non ci sono ragioni univoche nè scientifiche nè etiche, politiche o economiche per pagare il prezzo del proibizionismo
6 maggio 2011 10:16 - nieri1146
"...inaccettabile liberalizzazione della cannabis per usi voluttuari'".

PERCHE' inaccettabile ?
6 maggio 2011 8:27 - shugar
Dimenticavo: difensori delle teorie bigotte e razziste di Aslinger e non ultimo affaristi del cavolo insieme alla lobby farma e delle comunita' di recupero(quest'ultime comunque utili per dipendenze gravi a droghe pesanti)

Vedi anche:

http://cannabis.wikia.com/wiki/Main_Page
5 maggio 2011 22:59 - shugar
Il fatto e' che oramai la coltiva la mafia in Sicilia ed e' conoscitua essere di alta qualita' come anche la ndrangheta nell'aspromonte, se ne possono anche andare a fanc...a parte il doppio zero che viene dal Rif nel Marocco, conclusione, hanno concluso niente, saluti al Dpa
5 maggio 2011 21:35 - chinaski
Traduzione: ammesso e non concesso che la cannabis possa agire come farmaco per alcune patologie, se non è proprio possibile usare i farmaci che già vi vende l'industria farmaceutica, la cannabs la potreste anche usare, ma non vi venga in mente neppure per sogno che l'industria farmaceutica possa smettere di guadagnare, quindi comunque deve prima passare per il brevetto e il nome commerciale.

Se vi venisse in mente di coltivarla da soli, sappiate che le pene arrivano financo a vent'anni di carcere. Un pò meno di quelli che ha scontato Pietro Maso. Ma lui aveva commesso un reato un pò meno grave...pazienza.
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