Regione Puglia: positivo l'incontro tra l'assessore alla
salute e le associazioni.
---------------------------------------------------
Dopo molti mesi, ha finalmente avuto luogo lunedì 10
mattina l'atteso incontro, più volte rimandato, tra
l'assessore alle Politiche per la Salute della Regione
Puglia Tommaso Fiore e rappresentanti delle associazioni
Luca Coscioni, Cannabis Terapeutica e Pazienti Impazienti
Cannabis, finalizzato alla modifica radicale della Delibera
308 approvata lo scorso marzo. L'incontro si è concluso con
una sostanziale sintonia di vedute tra le parti, l'assessore
Fiore ha confermato l'apertura e la disponibilità a più
riprese anticipate, ed ha garantito che gli unici limiti al
suo operato saranno quelli tecnici, perchè la volontà
della Regione di intervenire non è in discussione e perchè
il suo assessorato è libero da condizionamenti di qualunque
tipo.
Preso atto che le proposte ricevute dalle 3 associazioni nei
mesi scorsi sono rivolte alla mera applicazione della
normativa nazionale, e non pongono quindi alcun problema di
compatibilità con la stessa, nè pretendono di modificarla,
si è passati all'analisi dei vari strumenti utilizzabili
per raggiungere l'obiettivo. Alla fine l'assessore ha
proposto un percorso, condiviso dalla delegazione, che
impegna la Regione a due azioni concrete:
1-L'annullamento e la riscrittura della Delibera 308 ("da
smontare e rimontare"), con un passaggio rafforzativo in
Commissione, come accaduto anche per la vecchia 308 (però
stavolta anche le associazioni presumibilmente otterranno
audizioni). Le "indicazioni approvate" dalla 308, che tanto
scompiglio hanno gettato nella maggioranza dei malati, dei
medici e delle farmacie Asl, diventeranno più correttamente
e semplicemente "indicazioni per le quali la Regione Puglia
garantisce a priori la copertura totale delle spese",
indipendentemente dai budget. Al di fuori di quelle limitate
e specifiche indicazioni, le singole Asl e strutture
ospedaliere decideranno se accollarsi la spesa oppure no in
relazione ai fondi disponibili nel periodo, come stabilito
dalla legge (DM 11-2-97).
2-Nel frattempo, la rapida emissione di una circolare
regionale rivolta alle direzioni delle Asl, mediante la
quale le stesse verranno invitate a dare immediatamente
seguito a tutte le richieste di importazione ricevute dai
loro medici, senza ritardi ed omissioni, e dove si ribadirà
esplicitamente che, anche se si tratta di cannabinoidi,
nessuna patologia o sintomo è suscettibile di alcuna
discriminazione da parte loro. Tali dati personali sensibili
del paziente neanche compaiono infatti tra quelli richiesti
sulla pratica di importazione, per legge possono anche
essere a conoscenza del solo medico richiedente e non
comunicati alla Asl. Sulla circolare si leggerà chiaramente
che tale cura è già prevista dalle leggi come usufruibile
ad esclusiva discrezione dei medici curanti o ospedalieri,
che il costo sia o meno a carico del SSR, e che la
competenza nell'autorizzazione all'importazione dei farmaci
richiesti è prerogativa spettante unicamente all'UCS del
Ministero della Salute. Nè dovrà più essere richiesto il
ricovero ospedaliero per potersi curare, dato che l'utilizzo
"in ambito ospedaliero"(day-hospitals, ambulatori, ricovero
ordinario ecc., come correttamente è specificato già nella
308 ma tuttora non è recepito dai medici nè dalle Asl
pugliesi) per tutte le altre indicazioni è rilevante solo
per la possibilità per la struttura pubblica di farsi
carico della spesa per questi farmaci, ma non è un
discrimine per poter usufruire o meno della terapia.
Molti dirigenti di Asl, il cui parere sappiamo essere
particolarmente rilevante dato che la Regione Puglia tiene
molto a seguire percorsi condivisi da tutti gli operatori,
erano comunque ostili già alla vecchia 308, considerata
"troppo permissiva" (presumibilmente a causa della spesa per
il trattamento delle "indicazioni approvate", previsto dalla
308 a carico delle Asl), per cui forse le associazioni
decideranno di incontrarli direttamente. Non va scordato,
infatti, che non solo in Puglia ma in tutta Italia, sono
proprio le direzioni Asl ed ospedaliere a creare dal nulla
gli ostacoli più impervi ed arbitrari, contribuendo ad
intimorire i medici e spazientendo i malati. Quando le spese
non sono a loro carico, le Asl e gli ospedali non avrebbero
neanche motivo di ostacolare la libertà di cura del medico,
sono piuttosto sempre e comunque tenuti ad assisterlo nel
reperimento dei farmaci esteri derivati dalla cannabis,
qualora li richiedesse sotto la propria responsabilità e
secondo legge, con il consenso informato del proprio
paziente.
Del resto sarebbe ben strano e difficilmente comprensibile o
spiegabile se SEL, il partito del governatore Nichi Vendola,
contemporaneamente proponesse a livello regionale un accesso
più corretto alla cura chiedendo l'applicazione concreta
delle norme vigenti, come ha già fatto in Lombardia, Lazio
e Veneto (e si propone di fare in breve tempo anche in
Liguria) tramite la presentazione di apposite proposte di
legge regionali elaborate in cooperazione con le
associazioni di medici e pazienti, e magari mettesse il
rispetto del diritto dei malati all'accesso legale alla
terapia con i cannabinoidi tra i punti del proprio programma
nazionale, ma difendesse invece, nell'unica Regione
governata direttamente, uno status quo per loro molto più
iniquo, arbitrario e penalizzante.
Il prossimo passo prevede, su indicazione dell'assessore
Fiore, l'invio alle associazioni in tempi rapidissimi di una
prima bozza di circolare da parte del dirigente il
Dipartimento Farmaceutico e delle Politiche del Farmaco
della Regione Puglia, dr. Leoci, così da garantire che le
indicazioni per le Asl possano risolvere i nodi incontrati
dai malati nel corso della procedura, e tengano nella dovuta
considerazione le loro necessità e le richieste dei medici
interessati.
Se son rose, fioriranno.
BYE BYE 2010… Cari malati pugliesi, siate pazienti: SI
RIMANDA AL 2011
Lunedì 20 dicembre, una delegazione di pazienti delle
associazioni Cannabis Terapeutica, Luca Coscioni e Pazienti
Impazienti Cannabis, avrebbe dovuto incontrare l’Assessore
Regionale alla Sanità, dr. Tommaso Fiore. Parliamo al
condizionale perché l’appuntamento con l’Assessore, per
urgenti motivi comunicatici nella giornata di venerdì, è
stato rimandato a lunedì 12 gennaio. Va detto che riunioni
di Giunta, del Consiglio, di maggioranza, la comunicazione
ai direttori sanitari Asl delle modalità di applicazione
del piano di rientro dal debito sanitario pugliese
recentemente accolto dal governo, ed altre scadenze da
definire improrogabilmente entro l' anno solare, hanno
obbligato la segreteria dell' assessore a cancellare tutti
gli appuntamenti in agenda da qui a Natale ed oltre, non
solo il nostro, ma la delusione resta. Abbiamo nuovamente
spiegato circa 8 mesi fa come la delibera 308 pugliese sull'
erogazione dei farmaci cannabinoidi, al pari della identica
delibera 470 in vigore dal 2008 nelle Marche, generasse
confusione nei medici e causasse un danno ai malati. Nel
corso di queste ultime settimane abbiamo ottenuto che
Proposte di Legge Regionale molto più vicine alle
necessità dei malati fossero presentate da Consiglieri di
SEL e Radicali in Lombardia e Lazio, e di Federazione della
Sinistra in Veneto. E' prevista la prossima presentazione
della stessa PdLR, sull' accesso ai farmaci cannabinoidi
secondo le modalità già previste dalla legge ma da anni
ostacolate dai funzionari delle Sanità regionali e
sconosciute ai medici, anche in Toscana e Liguria.
Si rende sempre più indispensabile una presa di posizione
chiara del livello politico della Sanità pugliese, ovvero
dell' assessore Tommaso Fiore. La Regione Puglia intende
mettere al centro della propria iniziativa politica le
necessità dei malati e dei loro medici, come più volte
promesso, o quelle della solita lobby
economico-politico-farmaceutica, specializzata nella
chiusura a riccio e nella vecchia "difesa a catenaccio"
della torbida situazione attuale? Essendo oramai i vertici
del governo regionale della Puglia consapevoli da mesi che
la seconda opzione implica la produzione in serie di
un'insostenibile mole di ostacoli non previsti dalla legge,
che i malati sono lasciati soli ad affrontare?
E’ la risposta che l’Italia chiede.