A Milano, dopo la conferenza stampa, ci sono state delle
interviste. Questo è il link:
http://www.radioradicale.it/scheda/315865?format=32
20 novembre 2010 11:03 - gino1142
speriamo bene!
18 novembre 2010 23:30 - pic3568
Milano, 18 novembre 2010
Comunicato stampa
CANNABIS TERAPEUTICA:
REGIONE CONSENTA ACCESSO AI FARMACI
Lo chiede un progetto di legge applicativo delle norme
esistenti, presentato questa mattina in Lombardia e nel
Lazio. Al via una campagna nazionale sul tema
Numerosi derivati naturali o di sintesi della cannabis hanno
proprietà terapeutiche riconosciute per diverse patologie
tanto da risultare inseriti, fin dal 2007, nella tabella
ministeriale che ne consente la prescrizione con ricetta
medica.
Tuttavia, nella pratica quotidiana, l’assenza di
protocolli attuativi regionali rende di fatto quasi
impossibile, e in ogni caso molto costoso (dai 200 ai 500
euro al mese) per i pazienti, accedere a tali farmaci.
E’ proprio a questo vuoto normativo che vuole rispondere
il progetto di legge scritto in collaborazione con le
associazioni Pic, Luca Coscioni e Cannabis terapeutica,
depositato in Regione Lombardia dal Gruppo di Sinistra
Ecologia Libertà e in Regione Lazio da quelli dei Radicali
e di Sel e presentato oggi con due iniziative contemporanee
che hanno voluto segnare l’avvio di una campagna nazionale
sul tema.
A Milano, a illustrare i contenuti del pdl c’erano la
capogruppo di Sel in Consiglio Chiara Cremonesi, Marco
Cappato dei Radicali e segretario della Luca Coscioni,
Alessandra Viazzi dell’associazione Pic, Pazienti
Impazienti Cannabis con una delegazione di malati, Giampaolo
Grassi dell’associazione Cannabis Terapeutica e Mauro
Castiglioni della Società italiana farmacisti
preparatori.
“Qui - ha spiegato la consigliera di Sel Chiara Cremonesi
- siamo nel campo della libertà di cura. Se questi farmaci
sono utili per tutta una serie di malattie e non solo
oncologiche o neurologiche, ma per esempio anche in caso di
glaucoma o artrite, impedire ai malati di utilizzarli
significa ledere il loro diritto alla salute. Tanto più che
le leggi nazionali ne consentono la prescrizione e che già
nel 2002 il Consiglio regionale aveva approvato
trasversalmente una mozione per chiedere la regolamentazione
dell’uso medico della canapa indiana. Con questo progetto
di legge vogliamo fare in modo che in Lombardia il percorso
terapeutico con i derivati naturali o di sintesi della
cannabis sia garantito a tutti i pazienti che ne hanno
bisogno, anche attraverso una necessaria campagna di
informazione rivolta ai medici. Siamo all’inizio del
percorso, vogliamo ora coinvolgere anche gli altri gruppi
consiliari e portare in discussione il provvedimento in
tempi ragionevoli”.
“E’ solo l’ottusità ideologica - ha aggiunto il
radicale Marco Cappato - che unisce e confonde due questioni
distinte: comunque la si pensi in tema di politica sulle
droghe, è allucinante impedire a malati di cancro, di
sclerosi o di glaucoma l’accesso a farmaci di provata
efficacia. Esistono, i medici potrebbero prescriverli, ma
costi elevati, tempi lunghissimi e molta confusione ne
rendono impraticabile l’utilizzo generalizzato, riducendo
i derivati della cannabis a una sorta di medicina di classe,
a disposizione solo di chi può permettersela. Questo pdl ha
il merito di fare finalmente chiarezza e di facilitare un
percorso già previsto per legge”.
“Chiediamo di poterci curare – ha detto Alessandra
Viazzi di Pazienti Impazienti Cannabis – e di vedere
finalmente riconosciuto un diritto costituzionalmente
sancito. Dopo l’inserimento di questi farmaci nella
tabella ministeriale ottenuto nel 2007 grazie alle nostre
pressioni, questo progetto di legge, che ha un grande valore
proprio perché scritto in collaborazione con i pazienti,
rappresenta un ulteriore passo in avanti. E da qui partiamo
per sollecitare anche le altre Regioni nella stessa
direzione”.
“Il paradosso – ha spiegato Giampaolo Grassi dell’Act
– è che bisogna sottostare a impedimenti che la legge non
prevede. Occorre allora innanzitutto definire un percorso e
attivare la rete dei medici. Ed è quello che il progetto di
legge si propone di fare. Non guardiamo alla luna, né siamo
fuori dalla realtà: chiediamo ciò che in molti paesi sia
europei, a partire dalla Germania, che nel resto del mondo
è già un dato di fatto”.
“Per quanto ci riguarda – ha dichiarato infine Mauro
Castiglioni a nome dei farmacisti preparatori del Sifap –
diamo tutta la più ampia disponibilità nei confronti dei
medici, che spesso non sono sufficientemente informati per
tali prescrizioni. Questi preparati hanno proprietà
terapeutiche dimostrate. Il problema è che si parla di
cannabis. Parlassimo di arnica montana non ci sarebbero
ostacoli”.
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Due precisazioni sono necessarie: 1- non è necessaria
alcuna approvazione da parte delle Regioni, riguardo l' uso
di questi farmaci, è già ampiamente consentito oggi. Le
Regioni possono però mettere fine all' ostruzionismo dei
propri vertici sanitari e dei dirigenti Asl, unico ostacolo
reale all' applicazione di quanto la legge prevede,
attraverso una legge come quella proposta.
2- La Toscana non ha mai approvato leggi regionali, nè
adottato alcuna misura riguardo cannabis terapeutica,
farmaci e dintorni.
La Puglia invece non ha assolutamente adottato una misura
"simile" al pdl presentato, anzi la Delibera 308 pugliese va
esattamente nella direzione opposta, limitando pesantemente
l' accesso alla cura a solo un paio di sintomi e patologie:
vomito da chemio e radioterapia in pazienti oncologici,
terapia del dolore in pazienti neurologici. Speriamo che
anche in Puglia si decidano ad ascoltare i pazienti e le
loro associazioni sul tema "accesso alla terapia", sono
oltre 6 mesi che le tre associazioni, firmatarie della
proposta di legge presentata oggi, attendono un incontro
promesso ma sempre rimandato...