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8 novembre 2010 15:39 - gino1142
per fortuna che non lo dice un ragazzino o uno di sinstra,ma un 'autorevole e professionale studio medico fatto da chi non attua politiche mafiose per privilegiare e qui,si denota chiaramente la correttezza deontologica...
e l'imparzialita',si dovrebbe prendere da esempio invece di parlare per assuefazione non dichiarata....
5 novembre 2010 18:29 - lucillafiaccola1796
aho allora lassù al pirlamento so' tutti "S.B.ronzi".... ed anche S.ronzi !
4 novembre 2010 22:28 - aproposito
Vorrei sapere se è mai stata fatta una ricerca su quanti decessi per overdose,colassi o infarti siano stati provocati in conseguenza allo stato d'ebrezza alcoolica.
Questo perchè l'alcool aumenta a dismisura l'ego (sai tutto tu il resto non capisce un acca) toglie le inibizioni e sopisce il senso del pericolo facendo lievitare il metro di giudizio sulla capacità di tenuta fisica (a me non mi butta giù niente)ed inoltre stimola la voglia di nuove esperienze e sfide.Penso che una ricerca di questo tipo ofrirebbe uno spunto per un'aproccio diverso al "problema" droga legato più ad un discorso di abuso più che di uso visto che un bicchiere al giorno toglie il medico di torno e chi beve birra campa cent'anni non vedo perchè per le altre droghe non si possa usare lo stesso liet-motif?
3 novembre 2010 20:38 - anarkeo
Non c'è dubbio che la repressione è peggio delle drghe,serve informazione vera, e una gestione delle sostanze da medici, ricetta e in farmacia,non per le strade cone è ora, un minorenne si può procurare droga ovunque, ma di bassa qualità, se non velenosa per tagli incoscenti, quindi che guerra è, se chi paga sono i giovani con la galera. non possono gestire questo problema le forze dell'ordine, devono fare un altro lavoro come reprimere la violenza, ma spesso sono proprio loro i violenti!
Quindi si sà quello che serve, evidentemente ci sono troppi ignoranti, ma anche tanti che fanno il doppio gioco! I politici sono eletti da organizzazioni mafiose, in cambio chiedono che il proibizionismo non si arresti mai, e anche tanti appalti! Queto lo si sa da tempo, ma per quale motivo la gente normale di tutti i giorni non si ribella,io non lo capiscono!
3 novembre 2010 10:14 - pettine
GANCIA... ti strizza il culo eh...
2 novembre 2010 22:49 - fabrizio7338
L'alcol è più dannoso per la salute di cocaina, cannabis o ecstasy ed è lo "stupefacente" più nocivo in relazione al suo impatto sulla società. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista inglese Lancet, che riporta i risultati di una ricerca condotta da David Nutt, l'ex consigliere del governo laburista per la lotta alla droga, suggerisce che il danno complessivo prodotto dagli alcolici batte quello di crack e eroina e richiede dunque strategie coraggiose sul fronte della sanità pubblica.

Comitato Indipendente - Lo studio riapre il dibattito sulla classificazione degli stupefacenti in Gran Bretagna e sulla necessità di una campagna contro l'alcolismo. Se le droghe fossero classificate per il danno che producono, sostengono Nutt e i suoi colleghi dell'Independent Scientific Committee on Drugs, gli alcolici dovrebbero rientrare nella categoria "A", con l'eroina e il crack. Nella classificazione su una scala di pericolosità da 1 a 100 l'alcol è a quota 72, l'eroina a 55 e il crack a 54. Gli alcolici sono tre volte più dannosi della cocaina (27) e del tabacco (26), si legge sulla rivista scientifica, mentre i danni dell'ecstasy (9) sono appena un ottavo al pari degli steroidi e prima dell'Lsd (7) e dei funghi allucinogeni (5). Nutt è stato licenziato lo scorso anno dall'allora ministro dell'Interno Alan Johnson per aver contestato la posizione del governo contraria a una revisione della classificazione degli stupefacenti. Il Comitato indipendente continua a chiedere che la marijuana resti droga di categoria "C" e che l'ecstasy sia spostata dalla classe "A" sulla base di un giudizio di minor pericolosità rispetto ad altre droghe. «È interessante notare che le due droghe legali in classifica sono in testa alla nostra scala di valutazione: un fatto che indica che le droghe legali provocano almeno altrettanti danni di quelle illegali» ha detto Nutt. Secondo stime dell'Oms i rischi legati all'alcol causano 2,5 milioni di morti all'anno per malattie cardiache o epatiche, incidenti stradali, suicidio e cancro, pari al 3,8 per cento di tutte le morti.

Situazione in Italia - Nel nostro Paese le morti attribuibili all'alcol sono fra le 21 e le 25mila all'anno, contro alcune centinaia di morti per droga. Lo spiega Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto Superiore di Sanità e presidente della SIA, la Società italiana alcologia. L'analisi di Nutt è condivisa dallo studioso che definisce l'alcol una «droga ponte» verso altre sostanze. I nuovi bevitori a rischio in Italia si differenziano dal resto della popolazione italiana che consuma alcol (56,7% del totale) perché sono giovani, uno su tre ha meno di 24 anni, sono soprattutto maschi e vivono nelle regioni del Nord. A disegnare questo identikit è il rapporto 2009 Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) dell'Istituto Superiore di Sanità. Da 10 anni, spiega Scafato, si è cominciato a parlare di "binge drinking": si assumono sei o più unità alcoliche in un'unica occasione (un'unità è pari a una lattina di birra o a un bicchiere di vino), ma, a suo parere, non si è colto il reale pericolo dell'impatto culturale di un modello del bere che ha portato alla diffusione di questa pratica tra i giovani. Secondo i dati, il 36% dei giovani tra i 18 e i 24 anni è considerato bevitore a rischio, mentre questa percentuale scende al 25% tra i 25 e i 34 anni. L'alcol, secondo l'esperto, «è una "gateway drug"», una droga ponte che traghetta attraverso i suoi effetti psicotropi i giovani, prima verso la commistione di superalcolici con energy drink, per risollevarsi nel tono quando cala la prima euforia, e poi alle droghe sintetiche e alla cocaina, per superare la fase di "down" che causano queste sostanze. Pesantissimo anche il bilancio economico: le malattie legate all'alcol (cirrosi del fegato, diabete mellito, malattie neuropsichiatriche, problemi di salute materno-infantile) costano l'1% del Prodotto interno lordo di un Paese a medio e alto reddito. Ansa
2 novembre 2010 20:35 - maestrino
A 21 anni l'unica cosa che ho imparato è che l'alcool uccide. Gancia dovrebbe riconoscere la verità, l'alcool è molto più pericoloso di molte droghe. come tutte le cose ha un lato positivo ed uno negativo bisogna solo saperlo "gestire".

'Peraltro - afferma Gancia - il Professor Nutt non sembra nuovo a tali operazioni. Lo scorso anno infatti fu costretto a lasciare il suo ruolo di capo dei consiglieri governativi britannici per affermazioni dello stesso tipo sulla marijuana, e dopo avere criticato il governo per non aver seguito le sue indicazioni'.

con ciò che ha affermato, gli ha praticamente dato dell' Uomo libero e che non pensa ai suoi interessi ma a quelli di tutti, credendo invece di denigrarlo
2 novembre 2010 19:25 - Taly
Gancia non considera la tradizione millenaria rappresentata da coloro che fumano moderatamente marijuana; una cultura salutare i cui effetti positivi sono stati piú volte confermati da innumerevoli studi scientifici'.
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