ridicoli.. con le narcomafie sempre più ingrassate dal
proibizionismo corrono dietro a inutili consumatori...fifa
eee a beccare i potenti
19 febbraio 2010 15:53 - hunter_
purtroppo siamo un paese di "vecchi"....
poi commenti del tipo 2hanno fatto bene dovrebbeno farne di
più"...fanno accapponare la pelle.
la verità è che bisogna SCAPPARE via dall'itaglia
19 febbraio 2010 14:18 - ignorante
i carabinieri per insegnare ai ragazzi lo "stile di vita
sano"??!!.....che stro..ata pazzesca!!!!!! ...Italia, il
paese all'incontrario!!!! sono sempre più felice di
risiedere all'estero!!!! cacciateli tutti, cosa aspettate?!
18 febbraio 2010 10:57 - hunter_
a paolo:
80 militari per;
"14 semi di marijuana, quattro spinelli di hashish, due
piante di marijuana, due bilancini di precisione, 16 semi di
canapa indiana, 142 grammi di piante di marijuana essiccate,
diversi grammi di marijuana, due pasticche di ecstasy"
oltre ad avere incursioni in casa all'alba o di notte per
far analizzare dei ragazzini??
altro che medioevo....
17 febbraio 2010 22:52 - paolo6794
I controlli del genere vogliono fatti più spesso e in
particolare in tutti i comuni e sulle strade.
17 febbraio 2010 19:41 - hunter_
Blitz notturno dei carabinieri in decine di abitazioni
Presi in casa e portati ai test anti-droga. Minorenni
accompagnati dai genitori. Sei denunciati per cessione, 21
segnalati per consumo.
Utente: luciano
8 / 2 / 2010
Maxi-operazione antidroga sull’asse Grado-Monfalcone.
Ventisette giovani dai 17 ai 23 anni sottoposti a controlli:
sei sono stati denunciati in stato di libertà per cessione
di stupefacenti, mentre tutti sono stati segnalati alla
Prefettura di Gorizia quali assuntori.
Una mobilitazione finalizzata a contrastare il fenomeno del
consumo di droga tra i giovani e i giovanissimi. Di fatto la
prima di vasta portata, caratterizzata soprattutto da
finalità educative, con l’obiettivo di disincentivare i
ragazzi all’uso delle sostanze illecite e a mettere sul
”chi va là” le famiglie. Decine di ragazzi sono stati
sottoposti al test delle urine. I minorenni accompagnati al
Pronto soccorso di San Polo dai genitori. È stata
un’operazione su larga scala. Prima dell’alba sono state
perquisite, su ordine di esecuzione emesso dal Tribunale dei
minori di Trieste e dal Tribunale di Gorizia, almeno trenta
abitazioni, tra l’Isola, la città dei cantieri, toccando
anche i comuni limitrofi come Ronchi dei Legionari, San
Canzian d’Isonzo, Doberdò del Lago e Udine. Sono stati
quindi controllati ventisette giovani e giovanissimi, tra
cui otto minorenni. L’intervento ha anche portato al
sequestro di numerosi quantitativi di stupefacente, piccoli
contingenti. Droghe leggere, hashish e marijuana.
Complessivamente, sono stati rinvenuti 4 spinelli, 5,5
grammi di hashish, 14 semi e quattro piante di marijuana,
3,46 grammi di marijuana e altri 142 grammi di piante di
marijuana essiccate, 16 semi di canapa indiana, 2 pasticche
di ecstasy. Rinvenuto e sequestrato anche materiale legato
al consumo della droga, in particolare 3 bilancini di
precisione.
L’operazione è scattata alle 3 e si è conclusa attorno
alle 16. Un monitoraggio che, partito da Grado, da dove già
alcuni mesi fa avevano preso il via le indagini, si è poi
allargato al Monfalconese. Uno schieramento di uomini e
mezzi imponente, che ha coinvolto un’ottantina di militari
di diverse stazioni dei carabinieri e una trentina di
automezzi, con unità cinofile, un cane anti-droga in
dotazione alla Guardia di finanza di Gorizia. Mobilitato
anche il personale femminile della Polizia municipale di
Grado. Una geografia investigativa piuttosto ampia, per la
quale è pertanto intervenuto il coordinamento logistico
della Compagnia dei carabinieri di Monfalcone, assieme al
reparto operativo del Comando provinciale di Gorzia, alle
Compagnie del capoluogo isontino e di Gradisca d’Isonzo.
Il tutto rientra nell’ambito di un’indagine svolta tra
l’ottobre scorso e gennaio 2010. Per la prima volta le
verifiche su larga scala hanno compreso anche gli
accertamenti sanitari: ieri mattina, a partire dalle 8,
all’ospedale di San Polo sono affluiti numerosi giovani,
sottoposti all’esame delle urine. I maggiorenni hanno
firmato l’apposito modulo ai fini del consenso nel
sottoporsi al test sanitario, mentre i minorenni sono stati
accompagnati dai genitori. L’attività investigativa è in
corso valutando le posizioni degli interessati.
L’indagine ha preso il via dalla stazione dei carabinieri
di Grado, dove è nata l’attività informativa. È stata
prima interessata, questa estate, la zona costiera, tra
Grado e la frazione agricola di Fossalon. L’attività di
contrasto alla droga si è espansa subito coinvolgendo le
altre stazioni dei territori limitrofi, approdando a
Monfalcone e nel mandamento.
Un controllo definito a carattere ”preventivo”.
L’operazione, infatti, non si connota tanto dai
quantitativi di stupefacente rinvenuti durante le
perquisizioni nelle abitazioni, numerosi ma comunque di
limitate proporzioni, quanto piuttosto dal valore
dell’intervento esteso ad ampio raggio nel territorio.
L’azione anti-droga è stata definita un segnale volendo
incidere nella consapevolezza dei giovani, ai fini del
recupero di un sano stile di vita. Una sorta anche di
raccomandazione alle famiglie, sollecitate a mantenere
l’attenzione verso i propri figli. È stato infatti
rilevato lo spessore sociale dell’operazione, nel
contrastare il fenomeno del consumo di stupefacenti tra i
ragazzi nel mandamento.
di Laura Borsani
L’attesa tra lacrime e sguardi bassi
Il Pronto soccorso blindato dalle ”gazzelle” per tutta
la mattina
Un via vai di ”gazzelle” continuo. A ondate,
all’ospedale di San Polo. Quasi blindato per tutta la
mattinata di ieri dalle pattuglie concentratesi al Pronto
soccorso. Tra i pazienti in sala d’attesa, passavano
giovani e ragazzini. Appena maggiorenni accompagnati anche
dalla fidanzatina. E i minorenni seguiti dai genitori.
C’è chi, tra gli utenti in attesa, li ha visti
piangere.La mobilitazione ha avuto inizio qualche ora dopo
l’alba. Verso le 8 sono arrivate le prime pattuglie dei
carabinieri. I ragazzi hanno così infilato l’ingresso del
Pronto soccorso, dove sono stati sottoposti all’esame
delle urine. Verso le 10.30 erano stati sottoposti al test
sanitario una decina di giovani. Ma non era finita. Era solo
un primo round. Gli operatori sanitari infatti erano stati
preavvertiti: in arrivo c’erano altri giovani, alcune
decine, da esaminare. Un afflusso, dunque, a scaglioni.
«Sono arrivati a casa e ora siamo venuti in ospedale - ha
detto una ragazzina che attendeva il suo fidanzato mentre
stava eseguendo l’esame -. Non credo che tutti abbiano
fatto consumo di droga. Magari sono stati coinvolti
semplicemente attraverso i colloqui intercorsi con i
cellulari».I risultati degli esami non sono immediati,
bisognerà attendere per avere riscontri precisi. Il test
delle urine permette di verificare la presenza di tracce di
stupefacente che, per gli oppiacei, permane nel soggetto
consumatore anche per alcuni mesi.Mattinata insolita,
dunque, al Pronto soccorso, tra gli sguardi quantomeno
incuriositi degli utenti, richiamati dal via vai delle forze
dell’ordine. Tutto comunque si è svolto con estrema
tranquillità. Sguardi preoccupati, ma anche i volti sereni
di chi si sentiva ”a posto”. Uno scenario che, comunque,
non fosse altro che per l’evidente presenza delle
”gazzelle” e dei militari, non è passato inosservato.
All’ospedale, tra gli operatori sanitari, c’era chi
osservava la particolare portata di questo ”monitoraggio
sanitario”.L’indagine anti-droga ha tratteggiato i
comportamenti dei giovani, compagnie distinte ma che si
intersecano, anche attraverso amici comuni. L’obiettivo,
comunque, è chiaro: l’operazione messa in campo dai
carabinieri intende lanciare uno specifico messaggio ai
giovani e ai loro genitori. La priorità è dunque quella di
arginare il fenomeno del consumo tra i giovani e i
giovanissimi, ponendo l’accento proprio sulla
responsabilizzazione sociale. Diventa importante, pertanto,
la presa di coscienza da parte dei ragazzi, abituati oggi a
gestire un’autonomia decisamente più ampia rispetto al
passato. (l.bo.)
Accertamenti possibili solo se c’è il consenso
Parla il legale - Quanto avvenuto ieri mattina
all’ospedale di San Polo pone una domanda: è lecito
sottoporre chiunque, e soprattutto dei giovanissimi, a
controlli sanitari per verificare se abbiano consumato
sostanze stupefacenti? Lo è qualora ci sia il consenso da
parte dell’interessato o, nel caso di un minorenne, quello
dei genitori. A spiegarlo è l’avvocato monfalconese
Riccardo Cattarini il quale chiarisce che l’esecuzione
dell’esame sanitario è un atto, in linea di principio,
”non dovuto”. E che quindi il soggetto in questione,
soprattutto se si tratta di un controllo legato
all’eventuale consumo di sostanze stupefacenti, è libero
di rifiutare il test sanitario.«Per accertamenti di questo
tipo - osserva il legale - è necessario il consenso che,
quando si tratta di ragazzi minorenni, chiama in causa
l’autorizzazione da parte dei genitori». E queste regole,
secondo quanto affermato dal responsabile del Pronto
soccorso, Claudio Simeoni, sono state rispettate con
scrupolo sia dai carabinieri che dal personale
sanitario.«Va precisato comunque - precisa ancora il legale
monfalconese - che il consumo di stupefacenti, qualora
accertato anche attraverso un test sanitario, non
costituisce di per sè un reato, presupponendo solo una
semplice segnalazione a carico dell’assuntore».
17 febbraio 2010 19:40 - hunter_
e non è tutto!!!!
GORIZIA (6 febbraio) - I carabinieri di Monfalcone (Gorizia)
hanno eseguito, tra ieri sera e questa mattina, 26
perquisizioni domiciliari nella zona compresa tra la città
dei cantieri e Grado (Gorizia) nell'ambito di una operazione
tesa alla disarticolazione di un giro di stupefacenti tra
minorenni e giovanissimi.
L'operazione ha impegnato oltre 80 militari dell'Arma di
Monfalcone e di altre compagnie del comando provinciale di
Gorizia. Alcuni minorenni e diversi ragazzi e ragazze appena
maggiorenni sono stati segnalati alla Prefettura di Gorizia
quali assuntori di stupefacente. I carabinieri di Monfalcone
sono convinti di aver assestato un duro colpo al giro di
droga tra giovani studenti ed operai di una dozzina di
comuni del Goriziano.