I fatti, supportati da ricerche specialistiche, ci dicono
che ...
AUSTRALIA - Uso cannabis regolare sotto 17 anni. Studio:
maggiore rischio suicidio e abbandono studio
Notizia 10 settembre 2014
Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una
probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli
studi secondari ed è a rischio significativamente più alto
di non completare quelli universitari, di usare altre droghe
e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai
fumata.
Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su
Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud
conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da
parte di adolescenti, e che i risultati educativi più
scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi
usa la droga meno di una volta al mese. Gli studiosi hanno
elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato
cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza
e sugli effetti del suo uso.
Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet
Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei
danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. I
ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello
sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi
secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla
cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di
suicidio, e depressione.
Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano cannabis
quotidianamente avevano una probabilità di oltre il 60%
minore di completare la scuola superiore o l'università,
sette volte più alta di tentare il suicidio, 18 volte
maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e otto
volte maggiore di usare altre droghe illegali più tardi
nella vita. "I risultati sono particolarmente tempestivi,
dato che diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si
muovono verso la depenalizzazione o legalizzazione della
cannabis, che la renderebbero più accessibile ai più
giovani", scrive il principale autore dello studio, Edmund
Silins. "Le autorità devono essere consapevoli che un suo
uso in adolescenza è associato a una serie di esiti
negativi sulla salute, sul benessere e sull'affermazione
personale", aggiunge.
______________________________________________
The Lancet Psychiatry
Young adult sequelae of adolescent cannabis use: an
integrative analysis
Volume 1, No. 4, p286–293, September 2014
Dr Edmund Silins, PhD!L John Horwood, MSc, Prof George C
Patton, MD, Prof David M Fergusson, PhD, Craig A Olsson,
PhD, Delyse M Hutchinson, PhD, Elizabeth Spry, BA, Prof John
W Toumbourou, PhD, Prof Louisa Degenhardt, PhD, Wendy Swift,
PhD, Carolyn Coffey, PhD, Robert J Tait, PhD, Primrose
Letcher, PhD, Prof Jan Copeland, PhD, Richard P Mattick,
PhD, ....
27 ottobre 2018 7:57 - enius4531
Finalmente mi rendo conto che grazie ad idioti
proibizionisti quale io sono, in italia succedono tragedie
come quella di Desiree.
Per questo andrò a mettere la testa nel cesso di un bagno
pubblico della metro, quello che trovo piu' sporco di
merda.
E tirerò l'acqua.
Purtroppo cari amici, devo con un po di rammarico, ammettere
di non avere mai capito un cazzo, mi rimangio le tonnellate
di cazzate che ho scritto fin'ora e la ganja sarà il mio
verbo, la mia lotta il mio credo. la mia vita sarà
unicamente votata alla lotta per la legalizzazione della
marijuana a scopo ricreativo.
Chi vuole vedere unicamente un tipo di cosa fa di tutto per
vedere solo quella. Io porto dati che dimostrano
l'insensatezza della proibizione della cannabis, in quanto
sostanza non completamente innocua (pare sia meglio non
utilizzarla prima dei 17 anni:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/29682999/) ma comunque
meno pericolosa di buona parte delle sostanze illegali e
legali e per tutta risposta mi viene ricitato uno studio (di
tutto rispetto, pure negli studi linkati da me c'era un
riferimento a Hall) che, come esplicitamente espresso, 'si
concentra solo sugli effetti negativi'. Mi chiedo se chi
cita di continuo questi studi abbia mai letto anche le
statistiche dopo la legalizzazione in vari stati, gli studi
che dimostrano invece gli effetti positivi o, perlomeno, gli
effetti che altre sostanze, legali e non, provocano al
cervello (tanto per citarne uno sul tabacco:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/29682999/, N.B. questo
non significa che l'utente MarioRossiDiTurno sia contro il
tabacco, essendo un usufruitore occasionale di tale sostanza
ed antiproibizionista convinto). Lo studio citato nel
terzultimo post inoltre usa il condizionale: 'può causare
dipendenza'. Per fare un confronto fra la dipendenza da
cannabis e quella da altre sostanze andare
qui:https://www.drugscience.org/dl/dl_comparison.html.
Secondo la logica dell'avere a cuore la salute dei cittadini
se una cosa è psicoattiva o può causare dipendenza
bisognerebbe vietarla. Questo significa che bisognerebbe
vietare buona parte della tecnologia di uso comune
(videogiochi ed internet solo per fare un esempio) oltre che
a bevande che fanno parte della nostra cultura e sono parte
integrante anche della nostra economia (vino soprattutto ma
anche birra,grappa ed il nostro amatissimo caffè, come
faremmo al lavoro senza il nostro espresso? Con cosa faremmo
il brindisi di capodanno senza spumante? ) oltre che a
piante coltivate nella nostra nazione e in buona parte del
mondo (il nostro amato pomodoro, così come tutto il resto
delle Solanacee, che contengono nicotina, sostanza che causa
elevata dipendenza e che pare possa uccidere se assunta
oltre i 1000mg, contro i 21kg di cannabis all'1% di THC, che
andrebbero consumati nel giro di pochi minuti per uccidere,
ed è una stima non empirica ma teorica, in quanto nessuna
quantità arbitraria assunta da un umano ha mai ucciso
finora). Inoltre viene scritto che citare altri stati che
hanno legalizzato è ridicolo. Ok, la California ha la pena
di morte ancora in vigore, così come il Colorado, l'Oregon,
Washington ed il Nevada. Errore mio, cito ora tutti gli
altri stati nel mondo ad aver legalizzato, chi più e chi
meno, la cannabis per uso ricreativo che non hanno la pena
di morte: Vermont, Alaska, Distretto di Columbia,
Massachussets, Maine, Uruguay, Canada, Georgia (ex URSS),
Sud Africa, Spagna, Olanda ed anche nei cantoni di Zurigo e
Lucerna. Può darsi che questi posti siano composti
maggiormente da persone sprovvedute, stupide e senza
saggezza. Infatti è da saggi e lungimiranti continuare a
spendere una modesta quantità di denaro pubblico e non (2,5
miliardi di euro all'anno solo in italia, contro i 20
miliardi guadagnati da chi la commercia in larga scala) per
la repressione di una pianta, in maniera totalmente
infruttuosa, dato che i consumatori e la produzione sono in
aumento in tutto il mondo, dove più e dove meno.
26 ottobre 2018 12:33 - ennius1
Marijuana, l'unica scelta saggia è la proibizione
Agire diversamente non è un modo per contrastare il mercato
criminale, ma per favorirlo
Se fumare gli spinelli fosse un diritto civile e
un'espressione di libertà, occorrerebbe liberalizzarli. Non
legalizzarli, che serve a nulla ed è un'ingannevole
ipocrisia.
Resto alla lezione appresa in anni di amicizia e
collaborazione con Vincenzo Muccioli: proibire è un atto di
responsabilità. Agire diversamente non è un modo per
contrastare il mercato criminale, ma per favorirlo. Andiamo
con ordine.
1. L'uso terapeutico, ove riconosciuto tale, è cosa diversa
e non c'entra nulla. Le farmacie sono piene di roba nociva,
che può creare dipendenza e assuefazione, compromettendo la
lucidità. La si usa, se serve, sotto controllo medico e per
un beneficio. Non è di questo che stiamo parlando.
2. Se lo scopo del libero spinello consiste nel debellare il
mercato illegale, allora si deve cancellare la proibizione e
rendere libera la produzione e il commercio. Se si vuole
tenersi a metà, se si mantengono proibizioni relative
all'età e alle quantità, si otterranno solo due risultati:
aumenterà il consumo consentito e resterà il mercato
illegale per ciò che resta proibito.
3. Supporre che il consumo esiste proprio perché proibito,
quindi profittevole per i criminali, non è solo illogico,
ma ignorante della storia: quando si cancellò il
proibizionismo dell'alcol, negli Usa, gli alcolizzati
aumentarono. Per quale mai motivo ciò che è difficile e
illecito dovrebbe essere più diffuso di quel che è facile
e lecito? In Italia, poi, il consumo personale è già più
che tollerato. Il concetto di «dose personale» ha, di
fatto, depenalizzato lo spaccio, tanto che ogni giorno se ne
arrestano a manate e ogni giorno li si libera.
La lotta alla droga fallisce perché non la si combatte. Con
la riforma all'attenzione del Parlamento ciascuno potrebbe
coltivare 5 piante, ben di più se in associazione con
altri, detenere 15 grammi e portarne in giro 5. Risultato:
gli spacciatori non avranno con sé più di 5 grammi e
sosterranno di averli coltivati in cooperativa. Facendo
marameo alle forze dell'ordine.
4. È originale assai l'idea che per combattere le mafie del
commercio e dello spaccio si debba arrendersi e fare il loro
mestiere. Senza contare che si parla di spinello come fosse
un oggetto di sicura identità: una cosa è l'erba, altra la
resina, altra ancora l'olio. La concentrazione del principio
attivo (Thc) varia a seconda del prodotto ed è oggi assai
più alta di un tempo. Curioso che nel mondo che ha voluto
proibire le sigarette più pesanti, di tabacco, imponendone
il ritiro dal commercio o la trasformazione, si pensi sia
saggio immettervi roba più dura. La sorte dei consumatori
vale il presunto contrasto alle mafie?
5. Di che stiamo parlando? Nelle comunità, arrivano
ragazzini pieni di pasticche da discoteca, che magari non
hanno mai neanche fumato. A quelle droghe si riaccompagna
l'eroina, quale sedativo delle angosce. Non è mai
tramontata la cocaina. Occorre essere vecchi assai, d'età,
di luogocomunismo e di conoscenze, per supporre che lo
spinello legalizzato nuoccia di un friccico al mercato
illegale.
6. Si dice: sono legali tabacco e alcol, perché mai non gli
spinelli? Argomento illogico: avere dei mali non giustifica
il cercarsene altri. E non fondato, perché il tema non è
solo la nocività (altrimenti poi arriviamo alle bibite
dolci e gasate), ma la capacità di sviluppare dipendenza e
assuefazione: tabacco e alcol (nocivi e talora micidiali)
richiedono dosi e tempi assai più alti.
7. Riconosco ai miei anziani (coetanei) contraddittori la
validità di un argomento: non si proibisce quel che ha a
che vedere con le libertà individuali. Complesso, ma tosto.
Il punto è che non esiste la libertà di rinunciare alla
libertà. Le droghe non sono libertà, ma la sua fine.
8. Che stiamo facendo? Si sono garantiti i vecchi e lasciati
al loro destino i giovani. Avrebbero bisogno di scuole e
università meritocratiche, con cui scalzare i vecchi,
invece si usa la scuola per assumere quelli che c'erano
già, senza migliorarla di un piffero, e l'università per
coltivare parentele e camarille. Invece di far vedere che
chi si impegna va avanti si varano bonus da consegnare a
quelli che hanno il grande merito di non essere crepati
prima della maggiore età. Ma sì, anche qualche spinello ci
sta bene. Le ragioni del declino non le si cerchi sempre
altrove: sono queste.
Davide Giacalone
26 ottobre 2018 8:18 - enius4531
Finalmente mi rendo conto che grazie ad idioti
proibizionisti quale io sono, in italia succedono tragedie
come quella di Desiree.
Per questo andrò a mettere la testa nel cesso di un bagno
pubblico della metro, quello che trovo piu' sporco di
merda.
E tirerò l'acqua.
Purtroppo cari amici, devo con un po di rammarico, ammettere
di non avere mai capito un cazzo, mi rimangio le tonnellate
di cazzate che ho scritto fin'ora e la ganja sarà il mio
verbo, la mia lotta il mio credo. la mia vita sarà
unicamente votata alla lotta per la legalizzazione della
marijuana a scopo ricreativo.
Chi vuole vedere unicamente un tipo di cosa fa di tutto per
vedere solo quella. Io porto dati che dimostrano
l'insensatezza della proibizione della cannabis, in quanto
sostanza non completamente innocua (pare sia meglio non
utilizzarla prima dei 17 anni:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/29682999/) ma comunque
meno pericolosa di buona parte delle sostanze illegali e
legali e per tutta risposta mi viene ricitato uno studio (di
tutto rispetto, pure negli studi linkati da me c'era un
riferimento a Hall) che, come esplicitamente espresso, 'si
concentra solo sugli effetti negativi'. Mi chiedo se chi
cita di continuo questi studi abbia mai letto anche le
statistiche dopo la legalizzazione in vari stati, gli studi
che dimostrano invece gli effetti positivi o, perlomeno, gli
effetti che altre sostanze, legali e non, provocano al
cervello (tanto per citarne uno sul tabacco:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/29682999/, N.B. questo
non significa che l'utente MarioRossiDiTurno sia contro il
tabacco, essendo un usufruitore occasionale di tale sostanza
ed antiproibizionista convinto). Lo studio citato nel
terzultimo post inoltre usa il condizionale: 'può causare
dipendenza'. Per fare un confronto fra la dipendenza da
cannabis e quella da altre sostanze andare
qui:https://www.drugscience.org/dl/dl_comparison.html.
Secondo la logica dell'avere a cuore la salute dei cittadini
se una cosa è psicoattiva o può causare dipendenza
bisognerebbe vietarla. Questo significa che bisognerebbe
vietare buona parte della tecnologia di uso comune
(videogiochi ed internet solo per fare un esempio) oltre che
a bevande che fanno parte della nostra cultura e sono parte
integrante anche della nostra economia (vino soprattutto ma
anche birra,grappa ed il nostro amatissimo caffè, come
faremmo al lavoro senza il nostro espresso? Con cosa faremmo
il brindisi di capodanno senza spumante? ) oltre che a
piante coltivate nella nostra nazione e in buona parte del
mondo (il nostro amato pomodoro, così come tutto il resto
delle Solanacee, che contengono nicotina, sostanza che causa
elevata dipendenza e che pare possa uccidere se assunta
oltre i 1000mg, contro i 21kg di cannabis all'1% di THC, che
andrebbero consumati nel giro di pochi minuti per uccidere,
ed è una stima non empirica ma teorica, in quanto nessuna
quantità arbitraria assunta da un umano ha mai ucciso
finora). Inoltre viene scritto che citare altri stati che
hanno legalizzato è ridicolo. Ok, la California ha la pena
di morte ancora in vigore, così come il Colorado, l'Oregon,
Washington ed il Nevada. Errore mio, cito ora tutti gli
altri stati nel mondo ad aver legalizzato, chi più e chi
meno, la cannabis per uso ricreativo che non hanno la pena
di morte: Vermont, Alaska, Distretto di Columbia,
Massachussets, Maine, Uruguay, Canada, Georgia (ex URSS),
Sud Africa, Spagna, Olanda ed anche nei cantoni di Zurigo e
Lucerna. Può darsi che questi posti siano composti
maggiormente da persone sprovvedute, stupide e senza
saggezza. Infatti è da saggi e lungimiranti continuare a
spendere una modesta quantità di denaro pubblico e non (2,5
miliardi di euro all'anno solo in italia, contro i 20
miliardi guadagnati da chi la commercia in larga scala) per
la repressione di una pianta, in maniera totalmente
infruttuosa, dato che i consumatori e la produzione sono in
aumento in tutto il mondo, dove più e dove meno.
23 ottobre 2018 23:45 - Cristina Ciccarelli
Chi parla di mafia difende il paese, chi non parla di mafia
copre mafia, le persone normali parlano anche di mafia
(massomafia) senza TABU' perché conosce e riconosce mafia.