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14 gennaio 2011 7:07 - shalom
se assicura una italia senza droghe evidentemente conosce come bloccare l'immissione di stupefacenti in italia... si sapeva benissimo che la mafia aspetta le sue direttive. nano pagliaccio.
11 gennaio 2011 22:05 - aandromedaa
La comunita’ di recupero dei tossicodipendenti "silvio" in Thainlandia.....la prostituzione thailandese.......l'eroina thailandese..........
6 aprile 2010 14:22 - Annapaola Laldi
E LUI come farà?
5 aprile 2010 17:57 - lucillafiaccola1796
Piu' che dalla "droga" dobbiamo liberarci da certi Fatti, Rifatti, Strafatti che imperversano DAPPERTUTTO, specialmente ora che ha vinto 6 su 7 ..... Mandategli una e-mail chiedendo di lasciarvene almeno qualche dose, magari dal "padre" di Maria Stalla....!!! ah ah ah ah
4 aprile 2010 11:09 - fabrizio7338
Per Gastone forte tua nonna , come si chiamava il film sui reduci del Vietnam ?
2 aprile 2010 2:44 - Sgroggo
Ricordo un discorso con un fervente proibizionista, quando mi ha detto "ho smesso di fumare sigarette", io gli ho risposto "bravo, ti sei liberato da quella ignobile droga!"..
oh, si è arrabbiato una cifra, "come ti permetti di darmi del drogato, adesso facciamo di tutta l'erba un fascio" ecc. ecc.
Poretto!
p.s. è di Comunione&Liberazione
13 marzo 2010 18:13 - lucillafiaccola1796
Ne volese fare incetta per spararsela tutta fra super inter pares...?
12 marzo 2010 20:40 - graneraz
in sala operatoria...i malati di dolore cronico.....basta farmaci.....quante balle dice...e qualcuno ci crede pure (non mi dite che i farmaci non sono droghe)
12 marzo 2010 20:00 - gastone5187
Sulla cannabis e la sua storia e i motivi della sua criminalizzazione il 99% della gente è completamente IGNORANTE.
La criminalizzazione della C. risale alle rivolte studentesche a Berckley contro la guerra del Vietnam assieme alla criminalizzazione dei tossicomani da eroina la cui maggioranza erano reduci che si erano intossicati in Vietnam, vuoi perchè feriti, vuoi x darsi coraggio (in questo caso spesso incoraggiati all'uso dagli ufficiali della media gerarchia militare).
Ciò è tanto vero quanto è vero che il primo grande businness di eroina verso gli USA fu organizzato proprio da un gruppo di militari del genio logistico e andò avanti x parecchi ANNI e su questa vicenda , credo l'anno scorso, è uscito un film che racconta molto bene questa vicenda.
Prima dei miei 20anni mia nonna mi chiese cosa era questa "mariana" che sentiva nominare da giornali e TV ed io che allora (1974-5) avevo letto "Droga: chi,come,perchè e soprattutto che fare" di Cancrini ed altri psichiatri e sociologi di cui non ricordo il nome, le risposi che si trattava della canapa e ricordo che sorridendo mi dise in dialetto "..ehhh, ma cusa 'a sarà mai!! A'm ricord che quand i mesadar (mezzadri) ad mé papà in'gh'eva minga i bessi(soldi)par al vin e li sigareti,parchè alora 'a gh'era tanta miseria, 'i fumava la canva, che alora la's'cultivava dapartut chi da nuantar(dappertutto qua da noi),...ma 'a'nné(non é)mai mort ninsun e ninsun 'a stava mal o 'a dava ad mat(dava di matto).
'Am arcord(mi ricordo) ch'i ridiva(che ridevano) e schersavan, ma sempar(sempre)cun garb(con garbo)e i'n dgiva(non dicevano) robi da matt.
25 febbraio 2010 21:25 - fabrizio7338
Perche' vuole far sparire il peperoncino , il caffe' , la cioccolata , un mondo senza droghe e' pura fantascienza.....
22 febbraio 2010 12:44 - carmelo1025
liberalizza tutte le droghe, deficentszzzz e rendi obbligatorio il test del capello ogni 6 mesi o la polizia stessa al posto di blocco è autorizzata non solo all'alcol test... per la conferma della patente di guida. Ognuno deve essere libero di fare quel che c... vuole senza danneggiare gli altri. RISULTATO nuovi posti di lavoro per effettuare i test, libertà di scelta, crollo dell'utilizzo di droghe e quindi lotta seria alla criminalità, riduzione delle auto in circolazione e meno smog...
Ma con chi parlo? Con il primo amico mafioso d'Italia? Non lo so, ma da alcune leggi recenti fatte!!!!!
4 febbraio 2010 19:13 - Salatino Vito Enzo
Lucilla,

sei fortissima. Quel cekato che non vede nemmeno il muro del pianto, anziche piangere ha fatto ridere tutti, come al solito, in Israele e dintorni, tante ca...te ha detto, ad ognuno la sua, che ci sarebbe da scrivere un articolo.
Ma non ne ho voglia, cekato com'è contro il muro del pianto, tutti a ridere !
4 febbraio 2010 18:50 - lucillafiaccola1796
Serve tutta al nostro esimio cavcaliere!
E si vede... anzi si sente... che ne fa un uso "scomodato"
Vuole CONTEMPORANEAMENTE essere il giorno e la notte, il polo positivo ed il polo negativo... Ha fatto incazzare sia i poveri biancofosforati Palestinesi che i "sempiterni in pianto" teocratici israeliani! Ed è pure cekato! Non ha visto il muro... a Betlemme... pare sia alto 8 metri...e lungo chilometri....
Si fa forse troppe "Filippe"?
4 febbraio 2010 18:46 - Salatino Vito Enzo
Il "legittimo impedimento" del premier è incostituzionale.

Vittorio Grevi in Idee & Opinioni del Corriere del 4.02.2009 puntualizza, in evidente contrasto con la linea dello stesso giornale, l'incostituzionalità del "legittimo impedimento" a favore del premier, secondo il disegno di legge testè approvato insipientemente dalla Camera.
Le "prerogative" del premier e dei ministri a comparire o a non comparire in processi giudiziari a loro carico, disciplinate in tal disegno di legge, risultano anomale, inusitate, inaudite, e dichiarate valide temporaneamente per 18 mesi sino ad una eventuale nuova legge costituzionale, come scudo definitivo del premier contro i processi a suo carico.
La logica attuale del "legittimo impedimento" a comparire del premier imputato nei processi a suo carico, è del tutto marginale e legata ad ipotesi pratiche e tipiche di impedimento fisico (per es. malattie, forza maggiore, inderogabili e indifferibili impegni istituzionali, etc., cioè a situazioni momentanee e temporaneamente non differibili).
Invece questo disegno di legge trasforma l'impedimento marginale in una "presunzione legale assoluta di legittimo impedimento" a comparire, come se si trattasse di una situazione intrinseca alla carica di premier.
Non c'è invece "alcun meccanismo automatico e generale di impedimento intrinseco al premier", solo per il fatto di essere tale, quando chiamato a rispondere ad un Tribunale.
"L'impedimento vale solo per lo stretto necessario" e non come prerogativa assoluta, dove appare anche ridicola la presunzione di poter o dover rispondere a richieste della società civile, con l'esclusione però di rispondere ad un tribunale !
Il disegno di legge approvato dalla Camera parla insipientemente di "ogni attività essenziale alle funzioni di governo" per definire situazioni di legittimo impedimento del premier imputato, non solo, ma gli Uffici Ministeriali e Governativi "attestano l'impedimento continuativo in relazione alle funzioni svolte" insindacabilmente. Quindi addirittura una specie di autocertificazione governativa e ministeriale di un impedimento continuativo (sic !, come la giustificazione scolastica a bigiare la scuola tutto l'anno per cause di forza maggiore immaginarie !, nda).

Dice Vittorio grevi che questa nuova "vera e propria prerogativa" del premier e dei ministri non può essere assolutamente introdotta con una semplice legge ordinaria , perchè in netto contrasto con i principi della Costituzione.

Salatino
3 febbraio 2010 20:36 - Salatino Vito Enzo
Guerra di Mafia (seguito della info precedente).

Dell'Utri contro Massimo Ciancimino.

Dalle cronache giornalistiche del 3.02.2010.

Massimo Ciancimino, nella sua deposizione presso il Tribunale di Palermo, sostiene ripetutamente che il padre Vito, dopo l'arresto, fu sostituito da Dell'Utri (fondatore con Berlusconi di Forza Italia) come responsabile e referente nei rapporti con Provenzano, capo-mafia che godeva della protezione dello stato italiano e che fece arrestare Totò Riina al posto suo.

Dice Dell'Utri: "Il Ciancimino vero è quello morto (sic !, nda), che è sempre stato zitto !" ; frase lapidaria, molto significativa che indica quanto sia importante e fondamentale il silenzio e che potrebbe essere inscritta a monito dei viventi appunto su una lapide cimiteriale.
" Questo figlio che, a babbo morto, dice cose che non ha mai detto " (prima, quando il padre era vivo, nda).
" Cose che non ha mai detto suo padre ".
" Io non conoscevo neanche Vito Ciancimino. Mai incontrato. Anzi, l'ho sempre criticato perchè lo ritenevo una delle cause del sacco della mia città "(Palermo; ma forse un pò lo conosceva, almeno come saccheggiatore di città ?, nda).
" Io ero a Milano mentre lui edificava (saccheggiava, nda) Palermo. "
" Massimo Ciancimino inquina. Sono tutte cose false ".
" Ma non è lui che mi inquieta. Sono le persone che ci sono dietro. Qualcuno della Procura (di Palermo, nda) che ha interesse a tener vivo questo teorema inesistente ".
" Le sue sono calunnie. Dovrà risponderne ! ". (come, dove, quando, perchè e in che modo ? Boh ?, che si riferisca alla frase lapidaria di cui sopra ? nda).
" Per la storia dei capitali di Vito Ciancimino investiti in Milano 2, hanno già indagato per anni e non ne è mai uscito nulla. E' tutto certificato. Sono fondi concessi dalle banche ( ?, nda) e mutui. "

Salatino
3 febbraio 2010 18:24 - lucillafiaccola1796
Tema centrato.....
1. Esagerata domanda di interventi giurisdiziona-li (rispetto ad altri paesi evoluti);
2. Abusi nelle procedure processuali;
3. Scarsità di risorse, personale e mezzi tecni-ci;
4. Difetti di cultura e conoscenza (ignoranza ed errori) della organizzazione della Giustizia;
5. Formalismi cavillosi e capziosi indicibili che appesantiscono il processo.
Dobbiamo investire il nostro patrimonio di speranza sul punto 3! Aspettiamo l'esaurimento fisico del "Nostro" [nostro con la emme]
2 febbraio 2010 18:29 - Salatino Vito Enzo
Il capo-comico e la Mafia a Milano-2

Dalle cronache giornalistiche del 2.02.2010.

Continuano le dichiarazioni di Massimo Ciancimino nell'aula dell'Ucciardone di Palermo durante il processo al Generale dei Carabinieri Mario Mori, ex-capo del Servizio Segreto civile, imputato di favoreggiamento aggravato al capo-mafia Bernardo Provenzano.
Sinteticamente:

1. Massimo Ciancimino racconta che il padre Vito, capo-mafia ed ex-sindaco di Palermo, ora defunto, era in ottimi rapporti con i costruttori romani Caltagirone e Ciarrapico (e coi politici che facevano e fanno capo ai due), al punto che su consulenza di questi ultimi investì importanti capitali in Canadà.
2. Il padre Vito, tramite gli imprenditori mafiosi Nino Buscemi e Franco Bonura (condannati poi per mafia), investì capitali nell'iniziativa immobiliare di Milano-2, realizzata da Silvio Berlusconi. La partecipazione in Milano-2 avvenne tramite varie società, come Massimo potè constatare dalla documentazione di archivio del padre Vito, in cui erano ripetutamente citati Buscemi, Bonura, Milano-2 e Marcello Dell'Utri.
3. Massimo racconta che per molti anni fece da segretario di fiducia al padre, il quale disponeva di un appartamento-salotto a Roma. In questo "salotto" si incontravano il padre Vito, il boss di mafia latitante Provenzano e gli ufficiali dei carabinieri Mori e De Donno.
Vide Provenzano in detto appartamento ripetutamente tra il 1999 e il 2002, anche quando il padre Vito era agli arresti domiciliari. "Provenzano godeva di un accordo (con i politici italiani) che gli garantiva l'immunità sul territorio italiano".
4. Anche dopo le stragi di Capaci e di Via D'Amelio ed il processo Andreotti, Provenzano continuava a tenere rapporti e gestire affari a Roma del tutto indisturbato. Aveva accesso ad un appartamento dove potevano recarsi, ognuno con la sua chiave, Provenzano, Vito Ciancimino ed un certo "Signor Franco" (dei servizi segreti ?, nda).
5. Il Capitano dei Carabibieri Giuseppe De Donno ed il suo Comandante Mario Mori si incontrarono con Vito Ciancimino almeno tre o quattro volte per vedere come fermare la strategia stragista della Mafia, e questo anche prima della strage di Via D'Amelio avvenuta nel 1992.
6. Massimo racconta che il padre Vito gli diceva che Provenzano aveva pretese assurde verso i politici italiani e, mentre lui consigliava di concludere una trattativa con i rappresentanti dello stato, Provenzano continuava a prendere tempo e a tirare la corda in favore della Mafia.
Gli ex-ministri Rognoni e Mancino erano la controparte politica.
7. Massimo Ciancimino conferma che il padre Vito mise le sue risorse finanziarie anche nella Edilnord di Silvio Berlusconi e che era in strettissimi rapporti con la società INIM di Francesco Paolo Alamia, ex-assessore mafioso ai lavori pubblici di Palermo, e di Filippo Alberto Rapisarda. In questa società lavorò anche per alcuni anni Marcello Dell'Utri.

L'avvocato Ghedini-Frankenstein smentisce ogni collegamento di Burlesconi e di capitali mafiosi in Milano-2 ed Edilnord, che fecero la fortuna economica di Burlesconi. L'avvocato si riserva di adire le appropriate sedi giudiziarie contro Massimo Ciancimino.
Rognoni e Mancino dichiarano di non sapere nulla di trattative tra Mafia e loro stessi come rappresentanti dello stato italiano.
Ciarrapico e Caltagirone non risultano raggiungibili.

Salatino
31 gennaio 2010 16:40 - Salatino Vito Enzo
La Giustizia in Italia: il "processo breve" del capo-comico.

Dedicato a Lucilla.

Vittorio Grevi, in Idee & Opinioni del Corriere del 30.01.2010, spiega con la consueta chiarezza e semplicità, inusitate per lo stesso Corriere, il nocciolo del problema in oggetto e delle polemiche politiche connesse al "processo breve" proposto da Angelino Alfano per liberare il capo-comico dai numerosi processi che lo assillano per reati penali gravissimi.
Le considerazioni di Grevi consentono di definire la posizione di Alfano come quella di un ministro della Giustizia inconsapevole, privo di competenza e sapienza tecnico-giuridica, incapace di concepire procedure, programmi e prassi giuridiche adeguate a riformare struttura e funzionamento della Giustizia per realizzare un processo rapido, rispettoso di leggi e regolamenti giudiziari.
Ci indicano inoltre l'attitudine di Alfano ad operare secondo pratiche politiche che prescindono da leggi e prescrizioni del diritto, di parte, ed esclusivamente di supporto alla posizione antidemocratica del capo-comico nei suoi processi, basicamente contro la Costituzione, come dimostrato in maniera chiara e lampante dalla Corte Costituzionale con la bocciatura del Lodo Alfano, introdotto e spinto sino alla Corte dallo stesso Alfano contro i dettami costituzionali, che evidentemente ignora per non averli mai studiati sin dall'Università.
Si riconferma ora con il processo breve l'attitudina di Alfano ad operare contro sapienza e saggezza.
Riferisce infatti Vittorio Grevi che Vincenzo Carbone, Presidente della Corte di Cassazione, insiste energicamente sul fatto che devono essere privilegiati gli "aspetti organizzativi e ordinamentali del Servizio Giustizia", rispetto alle ombre e ottusità di funzionamento attuali, in particolare relativamente all'annoso nodo irrisolto della revisione delle circoscrizioni giudiziarie ed al problema della intollerabile durata delle procedure, sia civile che penale.
Queste due insufficienze della macchina della Giustizia sono accompagnate da:
1. Esagerata domanda di interventi giurisdizionali (rispetto ad altri paesi evoluti);
2. Abusi nelle procedure processuali;
3. Scarsità di risorse, personale e mezzi tecnici;
4. Difetti di cultura e conoscenza (ignoranza ed errori) della organizzazione della Giustizia;
5. Formalismi cavillosi e capziosi indicibili che appesantiscono il processo.
Queste difficoltà, basicamente, impediscono un buon funzionamento degli apparati giudiziari.

Vitaliano Esposito, Procuratore Generale della Corte Suprema, dichiara anche esplicitamente che qualunque iniziativa di legge sul contenimento della durata dei processi che prescinda dalla soluzione dei problemi suindicati non serve a nulla e crea ulteriore caos nella confusione procedurale esistente, in cui la Giustizia è costretta a destreggiarsi a causa di legislazioni inadeguate precedenti.
Critica duramente l'attuale disegno di legge sul "processo breve", insipientemente sponsorizzato da Alfano, perchè "solo dopo aver garantito le condizioni per una effettiva riduzione dei tempi del processo è possibile introdurre una eventuale, ma comunque sempre deprecabile perchè imprudente, rigida temporizzazione delle fasi processuali".
Ridurre astrattamente a capocchia, con una legge,
i tempi per lo svolgimento del processo, senza nient'altro fare relativamente alla organizzazione, non basta, non serve a nulla, non ridurrà nella realtà pratica i tempi se non ci sono le condizioni a contorno, ma creerà il caos.

Quindi sono necessarie una adeguata preparazione normativa e strutturale, bisogna rifuggire da tentazioni di riforme dei tempi con misure legate a singoli imputati e processi, lavorare ed ottenere un risultato con un confronto costruttivo e di scelta condivisa tra uomini politici e operatori di Giustizia.
E' fondamentale la collaborazipone di tutti, anche dei magistrati, la cui capacità e operatività non vanno conculcate con disposizioni e decreti imposti non condivisi, con intimidazioni e violenza morale antidemocratici che compromettono l'esercizio equilibrato della funzione giuridica.

Salatino
30 gennaio 2010 19:11 - lucillafiaccola1796
Clodcuba... ancora pensiamo che gli uomini di chiesa dovrebbero agire come il loro sempreincroce d'io?
Allora non crediamo solo nella tele-visione, crediamo anche alle cazzabufole!!!
Salatino... ben detto in La banca Centrale Europea ed i soldi della "SBafia"
E' tutta na' crikka.... na' "pira.mi.dona" dai
grATini: mafFia, camIrra, ndraghIta, goverME, opposUzione, magi-EstraTtura....
Le altre u-mane bestie hanno tutti le stesse caratteristiche... l'italiano, in particolare, preferisce essere FURBO che DIGNITOSO.
L'unico primato dell'italico stivale: la Mirda Made In Italy è la più Puzz'Olente di tutto il globo terracqueo!!!!
30 gennaio 2010 13:44 - clodcuba
E' da quando ho cominciato a capire, circa 40 anni fa, che l'ipocrisia dei politici e talvolta della chiesa, inventa crociate per distogliere l'attenzione su quello che veramente ci sta distruggendo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, ma non si vuol vedere con i propri occhi; ormai si osserva la vita solo con gli occhi delle "telecamere" e si fa quello "che dice la televisione"!!!
Chi ha la televisioni ha il potere non ha caso!
Comunque, gli interessi economici; la comodità di prendersela con i più deboli, vigliaccata che produce anche un ritorno di immagine (Esempio: articolo sui media con risalto: preso pericoloso trafficante e magari si stava solo fumando uno spinello e deteneva un pò di sostanza), favorire traffici illeciti di ben altro tipo, questi sono i motivi (e non la pericolosità della sostanza) che mantengono da ormai quasi un secolo la marijuana fuori legge.
Ma questo "la televisione" non lo dice e allora avanti a colpire chi usa una sostanza innocua e darlo in pasto alle televisioni almeno fa notizia e sembra che il governo fa qualcosa!! E occupa le galere stracolme di povera gente che ha rubato una "mela" mentre chi delinque davvero manco i processi gli si fanno, oppure escono dopo poco.
MA CHE IGNORANZA DILAGANTE MA CHE SCHIFO MA DOVE SIAMO ARRIVATI? UN PAESE DEVASTATO DA 40 ANNI DI TELEVISIONE FATTA MALE E DI PARTE, CON L'INTERESSE A MANTENERE LE PERSONE IGNORANTI PER MANIPOLARLE BENE. COMPLIMENTI!!!!
Non faccio nomi tanto non c'è bisogno è tutto il sistema che non funziona, si diceva tanti anni fà, si è fatto poco a caro prezzo, adesso si torna indietro.
Caro Don Gelmini marijuana è innocente e se non lo vuol capire nemmeno un uomo di chiesa, allora.......siamo messsi veramente male!!!!
25 gennaio 2010 12:56 - Salatino Vito Enzo
La Banca Centrale Europea e i soldi della Mafia.

Dedicato a Lucilla.

Il fondo odierno (24.01.2010), a firma del Direttore del Corriere, propone il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi (non il Tarlongo Bernardo di Mastrantoni !, nda) a sostituire J.C. Trichet come Presidente della Banca Centrale Europea.
Il Direttore, sinora silente, ha deciso di scendere un pò nelle mischia giornalistica, immergendo però prudentemente solo la punta dell'alluce nel pantano, per non sbilanciarsi troppo.
E propone la candidatura di Mario Draghi a Presidente della Banca Centrale Europea.
Non è chiaro dall'articolo con quali titoli e per quali meriti dovrebbe potersi candidare al posto di Trichet.
E' pur vero che nessuno è più convinto che Trichet sia stato un grande Governatore, travolto anch'egli come tutti, senza essersi reso conto bene di nulla, dalla micidiale crisi economico-finaziaria degli ultimi due anni, tutt'ora in corso, sempre preso a meditare profondamente se, come, di quanto e perchè ritoccare il tasso ufficiale di sconto tra lo zero assoluto (cifra altamente significativa, e normalmente preferita) ed il + o - 0,25%.
E quindi è presumibile che anche il nuovo governatore non sia costretto a spremersi le meningi più di quanto abbia fatto Trichet, e perciò ogni valido candidato alla successione, incluso Mario Draghi, non dovrebbe sfigurare eccessivamente al confronto.

Valutiamo però quali sono le difficoltà ed i meriti relativamente a Mario Draghi indicati dal Direttore:
1. la prima difficoltà è che il candidato più probabile per la Vice-Presidenza pare sia il portoghese Costancio. E quindi, essendo quet'ultimo di lingua neolatina (notare che il Direttore dice di lingua latina !, nda), è improbabile che il governatore possa essere Draghi, essendo anche quest'ultimo di lingua neolatina (sempre si insiste invece sulla lingua e origine latina !, nda).
L'acutezza stà nell'ipotizzare che due "latini" (par quasi si intenda mezzo-bastardi !, nda) insieme nella Banca Europea non ci possono stare.
E si meraviglia l'autore come mai i francesi ( apparentemente mezzo-bastardi latini pure loro) non soffrano invece in Europa di questo pregiudizio !

2. la seconda difficoltà per Draghi è che Angela Merkel ha un suo candidato preferito Axel Weber, a giudicare dal nome certamente non bastardo, Governatore della Bundesbank, e quindi, si presume, non essendosi quet'ultimo molto miscelato con gli antichi latini, è meglio visto da tutti gli altri europei.
Però, dice il Direttore, questo tedesco e la Cancelliera non si sono poi dimostrati così virtuosi in economia e finanza nemmeno loro negli ultimi anni, perchè il debito pubblico della Germania ha quasi raggiunto quello dell'Italia (sic ?) e quindi non ci sono più scuse contro Draghi ed il titolo di merito del nostro è che si sono imbastarditi pure loro !

3. la terza difficoltà per Draghi è che il suo certificato di garanzia (metaforico) è un pò offuscato dal fatto che egli ha lavorato per Goldmann Sachs e, insomma, tutti ci stanno attenti a questa faccenda !

Purtroppo non riusciamo a trovare nelle parole del Direttore chiaramente alcun titolo di merito a favore di Mario Draghi, non riusciamo a spiegarci perchè.
Ci dice solo che, come italiani. non dobbiamo fare i soliti bastardi (di cui sopra !), ma dobbiamo sostenere con il massimo impegno il ns. governatore e dimostrare agli europei che l'Italia non è distante nè assente (sic !, bastasse !, nda). Dobbiamo smetterla, a destra e a sinistra, di continuare a godere (sic !) del fatto che il candidato dell'una o dell'altra parte politica venga trombato in Europa !
Il riferimento tra le righe pare sia subito a Giulio Tremonti, il quale viene citato non perchè non sopporti Draghi, ma perchè lo stesso Tremonti "come Presidente dell'Aspen Institute promosse una riflessione sulla (assoluta) mancanza di spirito e di interesse nazionale (degli italiani)".
Insiste dicendo che dobbiamo trovare l'orgoglio per sostenere Draghi ! "E' molto probabile che lui perda in Europa", dice, ma è meglio perdere uniti che divisi (sic ! memore della II guerra mondiale ?, nda).

Personalmente, prima di sostenere il ns. candidato, comincerei a chiedere sia all'uno che all'altro, per chiarire, che fine ha fatto il mare di Euro della Mafia rientrato in Italia con lo scudo fiscale, e nel contempo di fare anche un rapportino sintetico in merito alla Unione Europea.

Salatino
24 gennaio 2010 22:55 - Salatino Vito Enzo
Cara Lucilla,

Piersilvio.

Ora che anche lui è stato demandato al giudice istruttore per frode fiscale, deve essere ribattezzato, ritengo da te che hai la fantasia più fervida tra tutti noi, con un nuovo nome adeguato.
Senza però essere troppo cattiva, perchè non è tutta colpa sua ciò di cui è accusato.
E' il solito capo-comico Burlescone che si è cuccato tutto l'ennesimo bottino (34 milioni), senza lasciare manco un euro di mancia al povero (ram)-pollo !
Il capo-comico è accusato di appropriazione indebita dei 34 milioni, più frode fiscale, al ram-pollo comico del capo è rimasta solo la frode fiscale, senza malloppo.
Tieni quindi conto di questa acutezza di ingegno del padre e del figlio (lasciando perdere lo spirito di Cofalonieri, pure lui senza grisbì !), nel ribattezzare secondo giustizia il nostro ram-pollo che, poverino, sembra impegnarsi come si deve a seguire con onore le orme del padre.

Saluti
22 gennaio 2010 19:01 - lucillafiaccola1796
Lisistrata non l'ho ancora trovata... ho trovato invece questo gioiello...
"16 gennaio 2010 18:46:06 - Salatino Vito Enzo"
che mi era sfuggito!
Complimenti.... la risposta al fatto che il Kapò-Komico sia ancora qui e non sia scappato... oops andato alle 6[S]celle è che qui ha potere, là no... oppure che i soldi che ha inguattato in quei luoghi... non glieli vogliono restituire... Boh!!!
22 gennaio 2010 18:43 - Salatino Vito Enzo
Mafia: anche i cardinali piangono !

Sempre il Corriere del 22.01.2010 riporta le dichiarazioni del Card. Bagnasco sull'episodio successo a Napolitano a Reggio Calabria sulla via dell'aeroporto.
Nell'Ambasciata Italiana in Vaticano, il Card. Bagnasco dice ad alcuni rappresentanti del nostro governo (Gianni Letta, dire a nuora affinchè suocera intenda, nda): " quì ci sono dei cannoni nascosti, che operano (sic !, i cannoni operano ?, nda) non nel segno della legalità ".
Evidentemente per dire al governo, con la consueta chiarezza ecclesiale, che anche in Vaticano (ruzzolone del Papa) e alla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) si sente odore e rumore di obici in allestimento di tiro.
Interpellato su Rosarno il cardinale dice: ma che problema di razzismo e di violenza razziale tra abitanti e migranti !(tant'è vero che molti migranti stanno tornando a Rosarno, non sapendo dove andare a sbattere, accolti dalla popolazione festante che dice: noi non siamo razzisti ! sono loro che sono o mafiosi o comunisti ! nda).
Prosegue il cardinale: lì è la mafia che comanda e che fa quello che vuole !
Noi, dice il cardinale, la nostra opera la facciamo ovunque con continuità nelle diocesi e con il volontariato per controllare migranti e popolazione e favorire la convivenza pacifica !
Pare che intenda tra le parole dette: siete voi (governo, nda) che non fate un cavolo. La malavita non riusciamo a controllarla e quella interferisce.
Monsignor Crociata della CEI aggiunge: "Non c'è bisogno di scomuniche per quelli. Chi fa parte delle organizzazioni mafiose è già fuori dalla Chiesa, anche se viene tutti i giorni a praticare i sacramenti !" (sic !). "Quelli non hanno interesse all'integrazione e convivenza delle diverse popolazioni (sic !).
Sembrano barzellette o no ? (nda).
E sembra concludere silenziosamente: mica possiamo esagerare con scomuniche e discorsi bellicosi, non si sa mai dove si va a finire.

Pace e Amen.

Salatino
22 gennaio 2010 18:11 - Salatino Vito Enzo
Segnali di Mafia, ora a Napolitano.

Si desume dall'articolo di Giovanni Bianconi sul Corriere del 22.01.2010 come la mafia si avvicini e mandi segnali a Napolitano , finora soporifero dormiente sulla scena politica italiana.
Mentre il Presidente della Repubblica è in visita ufficiale a Reggio Calabria ed esorta le autorità locali a "sviluppare un impegno sistematico contro la mafia per affermare la legalità", e mentre il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso deplora davanti a Napolitano l'esplosione della bomba al Palazzo di giustizia di Reggio, arriva una misteriosa telefonata anonima ai carabinieri, che avverte che sulla via dell'aeroporto dove di lì a poco passerà Napolitano è parcheggiata una Fiat Marea carica di esplosivo (sic !).
Mobilitazione generale di carabinieri e della scorta del presidente, che effettivamente trovano sulla via in prossimità dell'aeroporto una Fiat Marea abbandonata.
Ispezionata con accortezza, risulta zeppa, sopra e sotto i sedili e il bagagliaio, di fucili mitragliatori, pistole di vario calibro, due potenti bombe ad innesco rapido con micce pronte, etc.
I dirigenti antimafia escludono che la macchina sia stata abbandonata, zeppa di armi e munizioni, da un qualche balordo che, alla vista di uno o più carabinieri in motocicletta (o bicicletta ?, nda) si sia dato alla fuga a rotta di collo in mezzo ai campi, come raccontavano all'inizio alcune persone al seguito del presidente, per tranquillizzarlo.
Tutti sono ora d'accordo che questo è un avvertimento preciso, al presidente, di quanto potrebbe succedergli se non si dovesse ravvedere.
Di cosa dovrebbe ravvedersi, dal momento che sinora, a detta di tutti, ha sempre tranquillamente dormito nei confronti del premier Burlesconi e di tutte le sue varie burlesconerie e vertenze giudiziarie, non è del tutto chiaro, anche se è intuibile.
E' però chiarissimo a tutti gli inquirenti che, insomma, si tratta di emergenza mafiosa.
Partiva anche l'ordine destinato agli organi di informazione, subito dopo il ritrovamento, di minimizzare l'importanza dell'episodio e di chetare l'opinione pubblica.
Raccontano però che qualcuno al seguito, non il presidente, abbia passato la notte susseguente in bagno. Ci andrà ancora costui a Reggio Calabria ?

Salatino
16 gennaio 2010 18:49 - lucillafiaccola1796
parlamentare del PdS Luciano Violante =... =...participio presente del verbo "violare"
che con il "colore" non c'entra... o c'entra?
16 gennaio 2010 18:46 - Salatino Vito Enzo
Guerra di Mafia (cioè tra mafiosi per il grano e la droga) in Italia.

A mio parere è in corso una furibonda guerra tra capimafia in Italia, con due moventi fondamentali.
Uno è la droga, il traffico di droga, il controllo del mercato della droga ed i capitali finanziari che ne derivano. Mercato un pò in crisi anche quello, come tutto.
L'altro è il controllo e l'esito della montagna di € che sono rientrati in Italia con lo scudo fiscale e che sono tutti della Mafia (95.000 miliardi di €). E' vero che la Mafia ha salvato l'economia e le banche italiane dal fallimento in questo modo, come invece è successo in tutti i paesi evoluti e civilizzati al mondo, compresi gli USA, la Gran Bretagna e il Giappone, che non sono gli ultimi arrivati in fatto di finanza e che hanno dovuto fare i salti mortali per uscire dalla m....
Da noi invece niente, nessun fallimento e nessun problema finanziario. Come mai ? Perchè siamo più bravi degli altri, dice il capo-comico !
I soldi della Mafia dove stanno andando a finire ?
Secondo quali canali ? Si stanno comprando tutte le aziende buone ? Tutte le banche buone ? Tutte le aziende di Berlusconi o le possiedono già ? Perchè questi soldi evidentemente non stanno liquidi in banca, giacchè non renderebbero nulla.
Chi comanda in Italia ? Perchè nessuno parla e fanno i soliti mafiosi, che fanno finta di non sapere, vedere e parlare come le tre fammose scimmiette ? Che dice la Banca d'Italia, la quale dovrebbe controllare i flussi finanziari ? Silenzio, idem Tremonti !
Il capo-comico lo sa perchè gli hanno spaccato la faccia e chi è stato. Ma non lo dice ! Continua a farci ridere con le sue ca...te per evitare i processi ed essere candannato dai magistrati. Ma, secondo me, è già stato condannato anche da un "castigamatti", per cui ne vedremo delle belle.
Penso che per noi ci sarà solo da piangere, per colpa di un capo-comico del genere che sta solo tentando di salvare la pellaccia e il suo grano.
Se non fosse così, non starebbe quì a rompersi e romperci la palle, perchè, fosse una persona normale come noi tutti, starebbe alle isole Mauritius o simili a godersi il sole e la vita, per quel poco tempo che ancora gli rimane.
Ma chi glielo fa fare di stare quì in mezzo alla merda, anche lui come noi. Voi, con tutti i suoi soldi e villazze sparsi in tutto il mondo, stareste quì a farvi spaccare la faccia ? Ma perché ? Per amore dell'Italia, della patria, degli italiani, di Dipietro, di Napolitano,della moglie, dei figli che fanno i ca..i loro con i suoi soldi, delle sue escort di cui non può fare a meno perchè solo quelle di Bari e Napoli sanno trastullarlo ?
Non ci credo !

Salatino
16 gennaio 2010 11:25 - daschier
si autoelimina?
13 gennaio 2010 19:40 - Salatino Vito Enzo
Mafia, politica e droga.

I verbali degli interrogatori di Massimo Ciancimino (jr.) rivelati nel processo Dell'Utri.

Il Corriere del 13.01.2010 in un articolo di Giovanni Bianconi rivela, seppure un pò confusamente, il contenuto di alcuni verbali di interrogatori di Massimo Ciancimino resi pubblici, solo in parte, nel processo d'appello di Dell'Utri in corso a Palermo.
Massimo Ciancimino rivela alcune cose interessanti sul padre Vito, ora defunto, ex-boss di mafia, che fu anche sindaco di Palermo, e sinteticamente:

1. Dell'Utri, sotto processo d'Appello, ha gestito soldi che appartenevano a Stefano Bontade (boss di mafia).
2. Dell'Utri manteneva rapporti strettissimi anche con un altro capo-mafia, Bernardo Provenzano. Dice Massimo Ciancimino che anche suo padre Vito era in rapporti strettissimi con Bernardo Provenzano. Sicchè, quando il padre Vito aveva bisogno di favori da Forza Italia, anche per la formulazione di bozze di legge del Parlamento, si rivolgeva a Bernardo Provenzano (e questi a Dell'Utri di Forza Italia).
Ad esempio, il testo di un disegno di legge presentato da alcuni deputati del centro-destra a favore di mafiosi dissidenti fu fatto avere da Dell'Utri all'amico Provenzano e da questi a Vito Ciancimino.
3. Massimo Ciancimino dice che suo padre Vito fu "l'Agnello sacrificale" nella stagione in cui i maggiori partiti politici (DC e PSI) furono spazzati via dall'inchiesta Mani Pulite ed al posto di detti partiti nacque Forza Italia fondata da Dell'Utri e Berlusconi.
4. Dice Massimo Ciancimino che suo padre Vito vendette la cattura di Totò Riina allo Stato Italiano e, come compenso, fu condannato per mafia. Mentre Dell'Utri continuò a mantenere i rapporti con il capo Provenzano, in luogo di Vito Ciancimino, e d'accordo fece nascere Forza Italia con l'uomo di paglia Berlusconi.
Il padre Vito ripeteva al figlio Massimo che Provenzano e Dell'Utri erano grandi amici e parlavano continuamente tra di loro.
5. Nel 2000 Vito Ciancimino si aspettava una amnistia e Dell'Utri gli mandò a dire che loro (Forza Italia) avevano fatto una riunione in proposito e che tutti erano d'accordo per votare l'amnistia.
6. La procura di Palermo porterà Massimo Ciancimino a testimoniare anche nel processo contro gli Ufficiali dei Carabinieri Mori e Obinu, accusati di aver lasciato libero Provenzano nel 1995, in cambio della cattura di Totò Riina. Massimo Ciancimino spiega che quando Mori e il capitano Ultimo non perquisirono il rifugio di Provenzano e lo lasciarono andare, suo padre Vito commentò che così doveva essere e che ciò faceva parte del patto con i Carabinieri (cioè lo scambio con la cattura di Totò Riina).
7. Gli stessi ufficiali dei Carabinieri Mori e De Donno confermarono a suo padre Vito che erano in coordinazione con gli ex-ministri Mancino e Rognoni. Inoltre il padre Vito si incontrò per la stessa trattativa anche con il parlamentare del PdS Luciano Violante.
8. Nei contatti tra Provenzano e suo padre Vito è indicato anche il futuro governatore della Sicilia, poi condannato per concorso esterno mafioso, Totò Cuffaro.
9. Massimo rivela infine che , quando da giovane faceva l'autista a suo padre Vito per gli incontri con l'onorevole Lima, ad aspettare fuori del locale c'erano spesso tre autisti e cioè: lui Massimo, Renato Schifani ora presidente del Senato che guidava la macchina di La Loggia, e Totò Cuffaro che guidava la macchina di calogero Mannino. Agginuge che gli altri due accompagnatori fecero carriera, lui invece no !

Salatino
12 gennaio 2010 20:35 - Salatino Vito Enzo
Mafia e droga a Rosarno.

Chi comanda a Rosarno ? Il rampollo della mafia mena tutti !

Interessante riassumere per Lucilla un articolo apparso sul Corriere del 12.01.2010, che ci racconta chi comanda e dispone tutto a Rosarno, e come però, per puro caso, la sorte ci metta lo zampino e le cose deraglino e vadano fuori controllo anche per la mafia.
Il fatto eclatante e ridicolo è che è stata arrestata, in tutto quel casino, una sola persona e cioè un certo Antonio Bellocco, trent'anni, rampollo della casata mafiosa che comanda e governa tutto a Rosarno (non c'è manco il sindaco, c'è solo lo "sceriffo" mandato dal ministero, ma di quelli stile Far West che non mettono mai i piedi fuori dall'ufficio e spiano dalla finestra spostando la tendina per vedere che succede, nda).
Lì a Rosarno la casata (la banda ?) Bellocco e la mafia sono sinonimi e Antonio ( non Banderas, nda) già pregiudicato, e arrestato ora per associazione mafiosa (con traffici di droga) è il nuovo capo emergente (mentre Zorro non si fa mai vedere, perchè lì probabilmente son tutte racchie !, nda).

E cosa è successo e come mai in tutto quel casino è stato arrestato proprio e solo Antonio Bellocco ? (appena nominato capo-mafia, che disculo !).
E' successo che, mentre Antonio dirigeva e coordinava dalla sua macchina lo scontro in atto tra gli abitanti e i clandestini, nel trambusto generale, inavvertitamente urtava un nero atletico e gigantesco, che, con una clava in mano, correva come un pazzo e inciampava nella macchina di Antonio.
Il nero si incazzava come una bestia e, senza sapere e riconoscere che nella macchina c'era il capo che dirigeva la partita, ha incominciato a randellare la macchina di Antonio e con quattro colpi gliel'ha demolita tutta ! Ca..o !
L'Antonio non ci ha visto più. E' saltato giù dalla macchina incazzatissimo e, poichè nel frattempo due o tre carbinieri, sentendo il rumore delle randellate proprio sulla macchina dell'Antonio erano corsi lì ad immobilizzare il nero, l'Antonio ha cominciato a menare a pugni e calci il nero, approfittando anche del fatto che un altro mucchio di carabinieri era arrivato nel frattempo.
Il nero è finito all'ospedale e non ha ancora capito bene che bisogno c'era che tutta quella squadra di 10 o 20 persone lo menasse in quel modo !
Antonio andava a casa incazzatissimo perchè gli avevano scassato la macchina, ma soddisfatto grazie al pronto intervento dei carabinieri, veramente bravi, professionali e organizzati.
Il giorno dopo Antonio è stato arrestato su ordine della Procura di Reggio Calabria, ma non per lesioni o simili, bensì per associazione mafiosa.

Ed ecco la storia precedente di Antonio.
Il padre Giuseppe Bellocco, 61 anni, è stato arrestato nel 2007 e sconta l'ergastolo per una valanga di reati mafiosi, tra cui il traffico di droga.
Lo zio Domenico Bellocco è latitante, perchè, benchè l'estate scorsa fosse stato arrestato, poco dopo il tribunale della libertà lo rimise fuori e non è chiaro il motivo. Poi maturò un'altra condanna e quando andarono a cercarlo Domenico era sparito.
Nel breve periodo in cui Domenico era in carcere, il nostro Antonio lo andava a trovare e, da alcune "cimici" venne fuori che Antonio aveva ricevuto l'investitura a capo-clan dallo zio: "Solo tu sei libero adesso, e io ha bisogno di te" diceva.
E ora Antonio è il capo e, insieme al fratello più giovane, decidono il da farsi a Rosarno.
Domenico, ora latitante, ha ancora uno zio, zio Carmelo, inquisito per associazione mafiosa e inviato ai servizi sociali in Emilia. E di là zio Carmelo informava Domenico sui traffici di droga e questi il nostro Antonio.
L'ultima storia recente, interessante come una barzelletta, è questa:
un tale "Ciccio", di non si sa quale clan, era andato in Emilia dalla zio Carmelo e lo aveva maltrattato perchè la famiglia Bellocco si era permessa di accoppare un tizio e adesso Ciccio richiedeva un risarcimento danni per questo omicidio (sempre droga), che non era competenza del clan Bellocco.
Zio Carmelo si era inacazzato a morte e, avvertiti di questo fatto Domenico e Antonio, gli faceva sapere: "Noi dobbiamo INTAPPARNE (cioè, penso, mettergli un tappo o qualcos'altro nel cu.., nda) cento al giorno di quelli là !". "Intanto prendiamo il Ciccio e carichiamolo in macchina " (penso per fagli qualche servizietto, nda).
Poi decidevano anche di prendere accordi con l'altra cosca di Rosarno loro alleata, quella dei Pesce.
Nel frattempo un figlio di Zio Carmelo, Umberto Bellocco di 18 anni e già indagato per associazione mafiosa, veniva coinvolto anche lui nella gestione di Rosarno e, intercettato, diceva: "Rosarno è nostro e sarà sempre nostro, sennò non sarà di nessuno !", cioè a dire: quì comandiamo noi e basta.

Ecco come è andata per la mafia a Rosarno. Altro che razzismo spontaneo della popolazione e intolleranza razziale scoppiata in un attimo. Poi il resoconto dettagliato degli scontri è un fatto analogo agli scontri tra due squadre di calcio dentro e fuori lo stadio. Anche quello è razzismo ? Qualcuno dice di sì, colpa di Balotelli. Strano che nessuno abbia ancora dato al colpa alla Rete !

Salatino
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