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Usa: Guerra alla guerra
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1 giugno 2001 0:00
 
Tre multimiliardari americani, George Soros, Peter Lewis e John Sperling, hanno deciso di fare un altro passo nella loro guerra alla guerra alla droga, finanziando un referendum in Ohio, Florida e Michigan per il 2002, sulla base di quello gia' vinto con il 61% dei consensi in California (proposition 36) lo scorso Novembre, e che mira ad evitare il carcere -la prima e la seconda volta che vengono fermati- a chi e' accusato di crimini "non-violenti" connessi alle droghe. In cambio i tossicodipendenti saranno diretti verso i programmi di recupero. Dal 1996, i tre promuovono iniziative simili, e fino ad adesso hanno speso piu' di 20 milioni di dollari in una campagna, Stato per Stato, per proporre approcci al problema tossicodipendenze diversi da quelli usati negli ultimi due decenni intensificando progressivamente le pene detentive, e non dando alternativa alla galera. In questo lasso di tempo i tre hanno vinto diversi referendum in Stati quali la California, il Nevada e l'Oregon, per la legalizzazione dell'uso terapeutico della marijuana (al quale recentemente la Corte Suprema USA ha detto "no") e per frenare, prima di una  condanna definitiva, i sequestri da parte delle forze dell'ordine di denaro e proprieta' dei presunti colpevoli di reati connessi agli stupefacenti. Il referendum dello scorso novembre in California ha portato notevoli cambiamenti per quanto riguarda il sistema legale: negli ultimi venti anni era lo Stato con la piu' alta media di incarcerazione per reati connessi alle droghe, con un tasso di 134 "criminali" ogni 100.000 abitanti nel 1999: un dato doppio rispetto a quello del Texas e del 60% piu' alto rispetto a quello di New York. La Proposition 36, i cui effetti dovrebbero entrare in vigore in California dal prossimo primo luglio, dovrebbe tener fuori dalle galere  36.000 persone ogni anno. Inoltre la California ha decriminalizzato il semplice possesso di piccole quantita' di marijuana, sostituendo l'arresto con una multa. I sondaggi in possesso dei nostri tre darebbero una probabile vittoria nei referendum dell'anno prossimo. Alcuni, nello staff, propongono di fare una campagna in tutti gli USa, dato che, come dichiara un collaboratore di Soros, Ethan Nadelmann a capo del Lindesmith Center, "la gente e' piu' avanti dei politici". Neanche Nadelmann sa quanto avanti, ma sicuramente le proposte di punizioni sempre piu' severe, incontrano ogni giorno meno consensi nei cittadini americani, che sono divisi tra coloro che considerano il tossicodipendente un criminale, e quelli che lo considerano come una persona da curare. I giudizi sono anche divisi sul da farsi nel caso di consumatori abituali di stupefacenti, consumatori occasionali, o verso gli spacciatori. Molti elettori, infatti, vedono i membri della propria famiglia come "potenziali criminali". Molte posizioni che fino a poco tempo fa venivano considerate "indiscutibili", adesso fanno parte del dibattito politico, basti pensare alla dichiarazione di Bush, che, appena ha nominato il superfalco Walters al posto di "drug czar", ha dichiarato che "dobbiamo essere sicuri che coloro che vengono pescati a fare uso di droga siano anche avviati al trattamento", pur confermando le sue idee sulla giustezza del carcere senza alternativa per i tossicodipendenti. Il Governatore dello Stato di New York, il repubblicano George Pataki, lo scorso gennaio ha proposto di moderare le durissime leggi statali, con i deputati locali democratici che spingono per una drastica revisione delle leggi sulla droga. Per non parlare del Governatore del New Mexico, Gary Johnson, che e' apertamente antiproibizionista e non lo nasconde in nessuna occasione, mentre le Hawaii sono state il primo Stato dove l'approvazione della marijuana terapeutica e' passata non attraverso gli elettori, ma l'assemblea dello Stato. Lo stesso stop posto dalla Corte Suprema ai referendum del 1996, non ha valore molto vincolante, in quanto la maggior parte delle leggi sulle droghe sono affidate ai singoli Stati e alle comunita' locali piuttosto che al Governo federale.
 
 
 
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