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Usa. La guerra alla droga e gli abusi della polizia
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Articolo di Colleen Long
14 ottobre 2009 12:07
 
Un adolescente che tenta di entrare nel suo appartamento, dopo essere uscito da scuola, si trova di fronte la polizia. Un uomo che esce da lavoro e sceglie una strada diversa per tornare a casa al fine di evitare di incontrare la polizia. Questi e centinaia di migliaia di altri cittadini americani che popolano le grandi città sono stati fermati e perquisiti in strada dalla polizia. Una pratica chiamata "stop-and-frisk" che sta allarmando le associazioni per le libertà civili, ma che è difesa dalle autorità in quanto ridurrebbe la criminalità. 
La polizia nelle principali città degli Stati Uniti ferma più di un milione di persone ogni anno, un numero nettamente superiore a pochi anni fa. La maggior parte è costituita da uomini neri e ispanici. Molti sono perquisiti, e quasi tutti sono immediatamente rilasciati perché innocenti. Queste le cifre raccolte dalla Associated Press. 
E i controlli aumentano nonostante il tasso di criminalità si stia riducendo. 
La vicenda di Ronnie Carr è tipica: stava armeggiando con la porta di casa sua dopo essere tornato da scuola, a Brooklyn, quando dei poliziotti in borghese hanno tirato fuori il distintivo.  "Che ci fai qui?" ha chiesto un poliziotto, che poi ha proceduto a frugare nello zaino e nelle tasche del ragazzo. L'adolescente, nero, è rimasto lì, nervoso e umiliato.  Carr ha riferito che la polizia si sarebbe fermata perché lo riteneva un soggetto sospetto. Ha spiegato loro di aver perso le chiavi di casa. Venti minuti dopo la polizia lo ha lasciato in pace. Carr non è stato arrestato o denunciato per alcunché.  "Mi sono sentito male, avevo paura di aver fatto qualcosa di sbagliato", ha detto. 
Le associazioni per le libertà civili sostengono che la pratica è razzista, in quanto colpisce in modo sproporzionato le minoranze, e non riduce la criminalità. I dipartimenti di polizia invece dicono che è uno strumento necessario per intercettare armi non registrate e droga prima che sia commesso un reato più grave. 
I verbali della polizia indicano che gli ufficiali sono attratti da comportamenti sospetti: movimenti furtivi, coloro che sembrano fare da palo ad uno spacciatore, o persone che trasportano attrezzi da scasso o che appaiono troppo curiose. 
Il New York Police Department è tra i maggiori sostenitori della pratica. Il commissario Raymond Kelly ha recentemente dichiarato che in questo modo sono state fermare 600.000 persone solo nel 2009. Circa il 10 per cento di queste sono state arrestate. "E' una pratica di polizia collaudata per combattere e scoraggiare la criminalità, autorizzata dalla legge", ha detto. 
La pratica è legale. Con una sentenza storica del 1968, la Corte Suprema ha stabilito che per fermare e perquisire basta il "ragionevole sospetto", mentre per procedere all'arresto è necessaria una "causa probabile".  Ma a metà degli anni 1990, l'allora sindaco Rudy Giuliani e il Commissario della NYPD William Bratton hanno adottato lo "stop-and-frisk" quale strumento ordinario di controllo del territorio, basandosi sulla teoria della "finestra rotta": si mira a un basso livello di criminalità per prevenire reati più gravi. 
L'anno scorso, la polizia di New York ha fermato 531.159 persone, un numero cinque volte superiore a quello del 2002. Il 51% dei fermati era di razza nera, il 32% ispanica e solo l'11% bianca.  Non tutti i fermi sono uguali. Alcune persone vengono appena fermate e interrogate. Altre subiscono la perquisizione della loro borsa o dello zaino. E talvolta la polizia fa anche una perquisizione corporea. 
David Harris, professore di diritto all'Università di Pittsburgh e esperto sulle leggi di polizia, ha detto che sono pochissime le perquisizioni del genere che producono armi e droga. E più si estende questo tipo di ricerca indiscriminata, maggiore è il numero di persone innocenti che vengono importunate dalle forze dell'ordine.  "Meno sei selettivo nell'individuazione delle persone da fermare e perquisire, più diminuisce l'efficacia dei controlli. Tutto questo ha un costo. Non è gratis", ha detto Harris. 
Quando gli agenti eseguono un fermo, sono tenuti a compilare un verbale, che include l'ora e il luogo oltre al ragionevole sospetto sulla base di cui si è proceduto. Sono verbalizzati anche l'età, la razza e l'eventuale perquisizione. 
L'agenzia indipendente di ricerca Rand, assunta dal New York Police Department per analizzare i dati dello 'stop-and-frisk' nel 2007 a seguito di alcune proteste, non ha riscontrato la presenza di pratiche di "racial profiling" (razzismo istituzionale) da parte della polizia. Ha detto che le statistiche "hanno distorto l'ampiezza e, a volte, l'esistenza di razzismo di parte della polizia." 
Ma le associazioni per le libertà civili criticano anche il fatto che la polizia di New York mantenga un database di tutti i fermati, anche quelli innocenti. Una schedatura che espone tutti loro a future indagini, sostiene Christopher Dunn, direttore della New York Civil Liberties Union (Aclu). Uno studio commissionato dall'Aclu nel 2008, condotto da Ian Ayres, docente di diritto a Yale, dimostra che le minoranze sono maggiormente soggette a fermo rispetto ai bianchi. 
La pratica di 'stop-and-frisk' è talmente diffusa in alcune aree di New York, che alcune associazioni hanno iniziato ad offrire corsi su come difendersi quando si è fermati dalla polizia. Courtney Bennett, dell'associazione no-profit City Mission Society, ospita regolarmente gruppi di 30 uomini, di tutte le età, che si sentono impotenti perché continuamente fermati dalla polizia per nessun valido motivo.
"Vedete questi ragazzi?", si chiede Paul Hawkins, un giovane di 22 anni che partecipa ad uno di questi seminari.  "Sono ragazzi normali, sai? Persone oneste. Eppure sono stati tutti colpiti da questa pratica in un modo o nell'altro. O loro, o i loro papà o i loro amici sono stati perquisiti. Eppure non sono criminali".
(Associated Press)
 
 
 
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