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Strade della droga. Una nuova nell'Africa-est e gli sforzi Usa per bloccarla
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Articolo di Redazione
6 giugno 2015 17:48
 
A prima vista, l'arrivo di alcuni poliziotti in una villa di Mombasa, sulla costa dell'oceano Indiano del Kenya, non aveva niente di straordinario. Messa in atto a novembre dalla brigata antidroga del Paese, ha invece marcato un salto di qualita' nella lotta contro il traffico di droga in Africa.
L'operazione “Akasha”, lanciata dopo otto mesi di indagini americane sotto copertura, e' stata una primizia nell'Africa dell'est. Quattro uomini sono stati arrestati: due figli di un vecchio barone della droga kenyano, un trafficante indiano gia' condannato e sposato ad una starlette di Bollywood, e un importante corriere dell'oceano Indiano soprannominato “il vecchio”.
Il giorno dopo, un atto d'accusa e' stato emesso da New York, ed e' stata trasmessa una richiesta di estradizione. Sette mesi dopo, tutto il lavoro fatto potrebbe essere distrutto. L'estradizione dei sospetti verso gli Usa non e' ancora stata accolta..
Vengono rimessi in discussione gli sforzi internazionali per bloccare una nuova “rotta del sud” che consentiva di incamminare l'eroina dai campi di papavero dell'Afghanistan fino alle strade dell'Europa e degli Usa, passando per le poco sorvegliate coste dell'Africa dell'est.
Scoperta nel 2010
Chiamata “Smack Track”, questa nuova strada della droga, che congiunge l'Afghanistan all'Africa dell'est, passando per la costa del Mekran in Iran e dal Pakistan, e' stata scoperta nel 2010, con la polizia che ha individuato due tanzaniani e due iraniani con 95 Kg di eroina nel nord della Tanzania.
Da quel momento il numero di arresti e' aumentato in modo esponenziale. L'anno scorso, circa quattro tonnellate di eroina sono state sequestrate da alcuni navi che erano in missione di sorveglianza antipirateria, piu' del doppio di quanto era stato scoperto nel 2013.
Hamisi Massa, capo dell'unita' anti-narcotici del Kenya, ha spiegato come il Paese stava per diventare una “destinazione emergente” ed un “punto chiave di transito” del traffico di eroina.
Quando un sequestro avviene in alto mare, la droga viene gettata in mare e gli equipaggi possono continuare il loro cammino, dopo una semplice reprimenda da parte dei poliziotti, impotenti.
“Accordo di collaborazione”
Ma l'agenzia americana di controllo degli stupefacenti (DEA), l'agenzia nazionale britannica contro il crimine (NCA)e l'ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) vorrebbero ottenere qualcosa di piu' di una semplice bacchettata sulle dita dei trafficanti.
Tutti loro collaborano con le forze di sicurezza della regione per bloccare i carichi di droga nelle acque territoriali e perseguire giudizialmente i sospetti in base alle leggi nazionali. O, come per l'operazione “Akasha”, estradarli.
“Si tratta di un accordo di collaborazione”, ha spiegato Massa. La DEA ha organizzato nel 2013 un'unita' scelta di 16 uomini in seno al dipartimento kenyota di lotta alla droga, con l'incarico di arrestare i criminali piu pericolosi.
E' grazie a loro che si devono i due maggiori successi dell'anno scorso, il sequestro di Al Noor, un veliero (sambuco) che trasportava 341 Kg di eroina, e la cattura degli Akasha.
Infiltrazioni della DEA
L'operazione Akasha e' cominciata a marzo del 2014, con un agente della DEA che s e' fatto passare come un membro di un cartello colombiano alla ricerca di droga per il mercato americano. Ibrahim Akasha avrebbe personalmente consegnato 99 Kg di eroina, secondo l'atto di accusa americano di 21 pagine. In cui si descrive Ibrahim come il “braccio destro” di suo fratello maggiore Baktash Akasha, “leader di una famiglia criminale organizzata in Kenya”, e Gulam Hussein, “il vecchio”, come “la testa di una rete di trasporti che distribuisce quantita' colossali di droga attraverso il Medio-Oriente e l'Africa”. Mentre Vijaygiri Goswami e' quello che “dirige personalmente il commercio della droga dell'organizzazione Akasha”.
Alcuni dirigenti della DEA sono convinti che i fratelli Akasha hanno ripreso gli affari del loro defunto padre, anche lui chiamato Ibrahim, che e' stato ucciso ad Amsterdam nel 2000 da un ciclista che gli ha sparato quattro colpi d'arma da fuoco mentre passeggiava con la sua donna in Bloedstraat -letteralmente la “strada del sangue”.
I quattro uomini sono accusati di aver voluto importare eroina pura negli Usa a 9.100 euro al Kg, un prezzo che sgomina ogni concorrenza. La prossima udienza per l'estradizione si tiene in questi giorni.

(ATS - Agence Télégraphique Suisse del 06/06/2015)
 
 
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