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Quando la guerra alla droga diventa guerra alla scienza
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Articolo di Pietro Yates Moretti
3 settembre 2010 14:48
 
Che la guerra alla droga non sia basata sull'evidenza scientifica lo si sa già. Non sarebbe spiegabile altrimenti come si continui a combatterla da quarant'anni senza aver raggiunto neanche uno dei suoi obiettivi dichiarati, che infatti si sono se non altro allontanati. Ma che i Governi, pur di difendere le loro politiche, ricorressero alla censura di rapporti scientifici interni sugli effetti delle loro politiche sembrava impensabile. Specialmente in Paesi di lunga tradizione democratica e trasparenza come quello Britannico. Come formulare politiche e strategie senza analizzarne via via le conseguenze?
Il Governo di Sua Maestà, sotto la guida dell'allora premier Gordon Brown, ha deliberatamente soppresso documenti che dimostravano l'inefficacia delle politiche sulle droghe. E' quanto emerge dalla corrispondenza interna fra funzionari dell'Home Office, resa pubblica grazie alla legge che permette a chiunque ne abbia interesse di ottenere il rilascio di informazioni non coperte da segreto di Stato (il Freedom of Information Act).
Al centro della clamorosa censura, un rapporto commissionato dallo stesso Governo che metteva in evidenza l'insuccesso della lotta all'abuso di droghe. In particolar modo, il rapporto si concentrava sui costi delle politiche antidroga, dimostrando che l'attuale approccio non fa risparmiare soldi pubblici come sostengono le autorità. Ufficialmente il documento non è stato pubblicato né nel 2008 né nel 2009 perché "mette a rischio la politica del Governo" e "pregiudica l'effettivo governo della cosa pubblica". In altre parole, avrebbe messo in dubbio l'azione di Governo incentrata sulla repressione. Proprio in quegli anni, il premier Brown ha riclassificato la cannabis come uno stupefacente di categoria pari alla cocaina, con l'ovvia conseguenza di una intensificazione repressiva.
"E' ovvio che funzionari e ministri sono complici, come minimo, della censura ingiustificata di informazioni che mettono in dubbio le loro affermazioni -non basate sull'evidenza scientifica- che la guerra alla droga sta avendo successo", spiega Danny Kushlick dell'associazione Transform che ha richiesto la pubblicazione della documentazione.
Non è la prima volta che il Governo britannico è costretto, con un atto d'imperio, ad imporre politiche sulle droghe non basate sull'evidenza scientifica. Lo scorso anno era stato silurato dalla Consulta scientifica del Governo uno dei maggiori esperti mondiali sulle tossicodipendenze per essersi rifiutato di dire una falsità, ovvero che la cannabis e l'ecstasy sono più dannose alla salute dell'alcool e del tabacco. A seguito delle politiche antiscientifiche di Brown, una buona parte degli scienziati membri della Consulta si era dimessa.
E' evidente che ormai l'unico obiettivo della guerra alla droga è continuare a combatterla. Costi quel che costi.
 
 
 
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