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Proibizionismo: quando lo Stato fa piu' paura della droga. Intervista ad un tossicodipendente
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Articolo di Sergio Tatarano
25 marzo 2011 21:04
 
D. Fabio, sposato, due figli e tossicodipendente. Consuma eroina da 23 anni.
R. Ho iniziato a 13 anni , me la proponevano i ragazzi più grandi che già erano dipendenti; diecimila lire una “botta” e con una botta stavo fatto tutto il giorno e anche il giorno dopo, vomitavo e mi addormentavo sul divano...
D. Hai assunto altre sostanze prima?
R. Si', ho usato cannabis, cocaina , ecstasy e trip (lsd) .
D. Qual è stata la frequenza con cui hai assunto eroina nel tempo?
R. All'inizio una volta a settimana, poi sempre più spesso fino a esserne dipendente e usarne tutti i giorni.
D. Com'è cambiato negli anni, più in generale, il tuo rapporto con la sostanza?
R. Adesso finalmente riesco a capire i meccanismi dell'eroina, cosa che da giovane ignoravo e non comprendevo; il piacere c’è sempre, poi dopo 23 anni di uso so come evitare le fregature dei pusher.
D. Come la consumi, oggi?
R. La uso quasi tutti i giorni ed in mancanza prendo farmaci sostitutivi (idromorfone o ossicodone). Di solito la consumo in casa ma spesso capita di usarla in giro, in macchina o in strada (parchi).
Se non ho nulla, sto malissimo: diarrea , sbadigli e starnuti a raffica , sudorazione , vampate di calore e di freddo, ansia , tremori, convulsioni (attacchi epilettici) , insonnia, agitazione, depressione...
D. A questi effetti, derivanti direttamente dalla sostanza, se ne aggiungono altri dovuti alla modalità con cui l’hai assunta negli anni?
R. Sono affetto da epatite C sicuramente contratta riutilizzando siringhe e aghi spuntati (consumando in luoghi sporchi ed infetti); peraltro l'eroina -a causa del proibizionismo- viene nascosta in posti malsani e confezionata in ambienti non sterili con buste di plastica a volte già usate; spesso il pusher mette queste buste d'eroina in bocca ed a volte è costretto a ingoiarle (durante perquisizione) per poi rivomitarle e metterle in vendita. Poi il consumatore si spara in vena tutti i germi del pusher!
D. Danni, questi, prodotti dunque dal proibizionismo, non dalle droghe in quanto tali. Oggi tu fai il ristoratore, hai due figli eppure continui a convivere con l’eroina.
R. Già, grazie ai farmaci sostitutivi ed all'esperienza che prima mancava...
D. Cosa pensi che le istituzioni possano fare, a livello squisitamente locale, per affrontare in maniera efficace il fenomeno "droghe" nell'interesse dei consumatori e di chi non consuma?
R. Innanzi tutto, mettere a disposizione terapie sostitutive per l'eroina e per la cocaina. Fornire luoghi sicuri come le stanze del consumo o attrezzarsi con programmi di scambio di siringhe in farmacia 24 ore (mettere anche subutex e metadone in farmacia).
D. Qual è il problema più sentito quando si utilizza eroina? Qual era (e qual è) la paura più grande ogni volta che hai usato eroina?
R. Il problema più sentito è la paura di finire in galera, gli alti costi della sostanza, il taglio, le condizioni non igieniche per nasconderla, trasportarla e sopratutto confezionarla (si usano buste di plastica trovate ovunque). La paura più grande e' che sia tagliata male (avvelenata) e scaduta. Basta poco e ci rimani secco.
D. Cosa ne pensi del progetto di riduzione del danno della cellula dell'associazione Coscioni di Francavilla Fontana?
R. Mi sembra un ottimo progetto.
 
 
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