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Narcoguerra messicana. Uccidere i feriti in ospedale. Niente ferma i narcos
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Articolo di Redazione
26 ottobre 2016 16:29
 
 In Messico il crimine non si ferma davanti alla porta degli ospedali. Uccidere un ferito davanti a medici e infermieri e' diventata una pratica comune. E' quanto e' accaduto nell'ospedale generale Las Americas, a Ecatepec (1,6 milioni di abitanti, Stato del Messico). La storia e' semplice. Durante la notte, la Croce Rossa ha ricevuto una chiamata: nella colonia Estrella de Oriente, era stato individuato un automezzo con due feriti da arma da fuoco. Quando l'ambulanza e' arrivata, uno era nel frattempo morto: l'altro era in gravi condizioni e fu portato in ospedale. Ma nell'entrare, secondo le rime testimonianze, uno sconosciuto si e' avvicinato al paziente, ha tirato fuori una pistola e lo ha ucciso. Per evitare problemi, ha sparato anche ad un infermiere. Dopo di che e' sparito.
Si tratta di fatti la cui dinamica e' ben conosciuta. Due settimane fa, e' stato il turno dell'ospedale pubblico di Cosamaolapan, a Veracruz. Verso la tarda notte, due camionette si sono fermate davanti al centro ospedaliero. Un gruppo di 10 sicari e' sceso. La meta' ha affrontato le guardie di sicurezza e il resto si e' diretto verso la stanza di Augustin Yescas Canela, ferito il giorno prima. Con calma, lo hanno ucciso a pugnalate.
Casi del genere se ne contano a decine e spesso terminano con una mattanza. Cosi' come e' accaduto cinque anni fa in un ospedale privato di Culiacan (Sinaloa). I sicari fecero irruzione e cominciarono a chiedere informazioni. Ebbero uno scontro a fuoco con cinque persone. Quattro erano estranei al loro regolamento di conti. Semplicemente erano li' di passaggio quando gli assassini stavano cercando la loro vittima, ferito in una stanza.
La maggior parte di questi crimini si perdono nella voragine messicana. Solo alcuni riescono ad essere significativi nel tempo. Cosi' e' stato per la morte di Crisoforo Rogelio Maldonado Jimenez, sopravvissuto ad un'imboscata. Stava entrando in una unita' di terapia intensiva di un ospedale di Citta' del Messico, quando un uomo in vestaglia bianca entro' nella notte del 14 dicembre del 2012. Portava con se' una pistola col silenziatore ed esplose due colpi. Aveva intenzione di liquidare il leader del cartello dei Los Rojos. In seguito a questo crimine scoppio' una guerra cruenta tra i Los Rojos e i Guerrieros Unidos, che in pochi mesi porto' a piu' di 70 morti sull'asfalto. Un'ondata di sangue, che una brutta notte di settembre del 2014, coinvolse ad Iguala 43 studenti normalisti e i Guerreros Unidos, secondo la versione ufficiael, sono stati fatti sparire confondendoli con i sicari dei Los Rojos
Oggi, la Croce Rossa, dopo l'attacco di Ecatepec, ha fatto appello allo Stato perche' li facciano lavorare in condizioni di sicurezza. “La nostra attivita' e' umanitaria e la popolazione ci rispetta”, ha detto un portavoce. Un loro infermiere, ferito ad una gamba, e' ormai fuori pericolo. Quando e' stato ferito, stava cercando d portare soccorso ad un paziente, che fu ucciso davanti a lui.

(articolo pubblicato sul quotidiano El Pais del 26/10/2016) 
 
 
 
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