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Narcoguerra messicana. Nuova accusa/saggio dello scrittore Gonzàlez
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Articolo di Redazione
22 novembre 2014 17:38
 
Con il libro “Campo de guerra”, lo scrittore messicano Sergio Gonzàlez Rodrìguez ha guadagnato il “Premio Anagrama de Ensayo 2014”. Come in un suo precedente libro, “El hombre sin cabeza” (l'uomo senza testa) (2009), Gonzàlez si e' occupato della violenza rituale e delle decapitazioni messe in atto dai sicari dei narcos, In “Campo de guerra” analizza i fattori geopolitici che hanno dato origine alla guerra contro il narcotraffico in Messico, i cui costi umani -dice- sono equiparabili a quelli della guerra del Kosovo.”Il Messico e' un grande ossario, e la impunita' di tutti i crimini rimane in vigore. Ci sono miglia di desaparecidos, e le autorita', in tutti i casi, preferiscono minimizzare il problema”, e' la sua accusa.
Scritto molto prima del massacro dei 43 studenti, lo scrittore fa comunque un collegamento di questo fatto col proprio saggio. “Gli atti di barbarie a Iguala-Ayotzinapa sono il riflesso della disfunzionalita' dello Stato messicano. Ci sono territori logorati dalla violenza del narcotraffico, e alcune autorita' usano i gruppi criminali come strumento per governare, mentre il Governo federale non fa niente a tempo debito e nelle forme necessarie. Il fallimento del controllo e l'aumento delle armi -traffico che ha origine negli Stati Uniti- ha imposto instabilita' e caos nella societa' messicana, depauperata, e piena di diseguaglianze, senza lavoro e con il rallentamento dell'economia”.
In “Campo de guerra”, l'autore sviluppa la propria teoria dell'”A-Stato” o Stato a-legale, che “opera fuori e contro la legalita', e nel contempo fa finta di rispettare la legge”.
Gonzàlez fa alcuni esempi: “Formula principi costituzionali e li viola o li danneggia nella sua azione pragmatica. Firma convenzioni internazionali a favore dei diritti umani ed e' incapace di applicarle sul proprio territorio. Un A-Stato e' un regime che trae benefici dalla propria disfunzione, dalla sua esistenza formale, dai suoi atti illegali e dalle sue sostanziali omissioni, sempre a favore dei grandi interessi economici o politici. Se l'anarchia fa riferimento all'assenza di Stato o di potere politico, l'A-Stato e' una presenza-assenza che va e viene, vive di formalismi, bugiardo, con poco guadagno e propaganda. Talvolta pratica lo Stato come eccezione, quando lo ritiene opportuno. Cosi' e' successo in Michoachàn nei mesi passati, per esempio”.
Rispetto alla strategia militare contro il crimine organizzato, il saggista messicano non crede che il Partido Revolucionario Institucional (PRI) abbia intenzione di abbandonarla. “Il Governo attuale ha continuato la guerra al narcotraffico che aveva cominciato il Governo precedente senza ricorrere a discorsi militaristi. Parla di pace e concordia, mentre le operazioni militari continuano sotto la direzione degli Stati Uniti. L'effetto di tali azioni, piu' che portare pace, hanno fatto aumentare la violenza e l'instabilita' nel Paese”.
Sergio Gonzàlez da' importanza alla cattura di Joaquín "El Chapo" Guzmán, leader del potente Cartello di Sinaloa. “Nel corso degli anni, Guzmàn era stato un intoccabile; in piu' di una occasione e' stato arrestato e poi liberato per ordini superiori. E' caduto definitivamente quando ha smesso di essere importante”. “E' bene ricordare che il traffico di droghe in Messico e' stato ed e' integrato con le istituzioni”. “Dietro le figure criminali c'e' sempre il potere economico-politico, e anche geopolitico -gli Usa sono il maggior mercato del consumo di droghe nel mondo-, che consente di capitalizzare alcune azioni, come il lavaggio di denaro attraverso il sistema bancario e finanziario. Questo denaro e' utilizzato in Messico, cosi' come in altre parti, per patrocinare competizioni e campagne politiche dei diversi partiti”.
Domanda. Su cosa sta facendo indagini in questo momento?
“Il mio lavoro e' sul Messico in rapporto a due forze geostrategiche: Stati Uniti e Cina. Il mio approccio alla materia parte da studi specifici sul tipo di criminalita', economica e politica. L'impatto della direttiva Asia-Pacifico nel futuro dello Stato-nazione Messico e altri che ne vengono coinvolti, come il Cile, per esempio. Li' si riesce ad individuare dei mali circolari: industria delle armi e macchinari da guerra, corruzione, crimine organizzato, impatto tecnologico, estrazione di energia e mezzi naturali. La domanda e' se, per tale evento, i Paesi dell'America Latina siano preparati. Mi permetto di dubitarlo”.

(articolo di Pedro Pablo Guerrero Sanhueza, pubblicato sul quotidiano El Mercurio del 22/11/2014)
 
 
 
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