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I narco-cartelli sudamericani si rafforzano ed estendono nel Magreb
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Articolo di Redazione
29 dicembre 2018 18:40
 
 I cartelli della droga sudamericani si sono fatti strada nel Magreb. In Paesi come l'Algeria e il Marocco, dove è molto difficile fare un passo senza che i servizi di sicurezza siano debitamente informati, il business della cocaina ha trovato un modo di entrare. L'Algeria ha battuto il suo record di sequestri a maggio, con 750 chili di cocaina su una nave che ha lasciato il Brasile e la cui merce è poi arrivata transitando per la Spagna. La vicenda ha creato molti discussioni nelle principali istituzioni dello Stato algerino. In Marocco, la polizia ha sequestrato l'8 dicembre una tonnellata di cocaina nascosta in un camion nella città di El Jadida. Veniva dal Sud America e la sua destinazione era l'Europa.
Otto giorni dopo, l'Ufficio centrale di Indagini giudiziarie (BCIJ), noto come l'FBI marocchina, ha individuato nella città sahariana di Boujdour, nei pressi di Dakhla, un centinaio di chilometri da Laayoune, una fattoria dove si stava costruendo una pista di atterraggio per aerei del narcotraffico provenienti dal Sud America e diretti verso l'Europa. L’intento era di creare una sorta di ponte aereo tra Paesi produttori e distributori. Tra i 17 arrestati durante l'operazione ci sono due membri della Royal Navy, tre gendarmi e tre colombiani.
Una persona impegnata nella lotta contro il traffico di droga in Marocco, e che chiede l'anonimato, sostiene che c'è stato un aumento del traffico di droga dall'America del Sud nell'ultimo anno. La stessa fonte sottolinea che sia gli Stati Uniti sia i principali Paesi dell'Unione Europea hanno "significativamente" aumentato il numero di specialisti anti-narcotici i Marocco.
Secondo questa fonte l'aumento del traffico di droga nel Magreb è possibile spiegarlo con la maggiore presenza, grazie alle politiche del presidente Donald Trump, dell'esercito americano al confine con il Messico. Un altro ricercatore europeo, che chiede anche lui di restare anonimo ha dichiarato: "I cartelli sudamericani hanno usato per molti anni l'Africa come ponte aereo per inviare le loro merci in Europa, non è una novità. Ma è vero che l'attività è aumentata negli ultimi anni. Anche la polizia marocchina si è specializzata oggi nella lotta contro la cocaina".
Nel 2016 il Marocco ha sequestrato una tonnellata e mezza di cocaina, una cifra mai raggiunta fino ad allora. L'anno seguente, nell'ottobre 2017, il Marocco ha nuovamente battuto il record con il sequestro di 2,5 tonnellate di cocaina rinvenute in due aziende agricole situate nell'ovest del Paese, nella regione di Sjirat. La cifra era lontana dal record storico di 23 tonnellate catturate in Messico nel 2007 o dalle 18 tonnellate scoperte lo scorso novembre in Florida, con un valore di strada stimato in 440 milioni di euro. Ma non è così lontano dalle 5,5 tonnellate sequestrate nel 2017 a bordo di una nave in Ecuador diretta verso la Spagna.
Le preoccupazioni si estendono anche all'Algeria e alla Mauritania. Questi sono dati che richiamano l'attenzione della stampa internazionale, ma la continuità con cui operano i cartelli sudamericani nel Magreb è sorprendente. Nel febbraio 2016, le autorità mauritane hanno sequestrato due tonnellate di cocaina in un villaggio turistico sulla costa atlantica, a 200 chilometri dalla capitale. Sei mesi dopo hanno trovato una tonnellata di cocaina nel porto di Nouadhibou, vicino al Sahara occidentale.
Tornando in Marocco, lo scorso febbraio la polizia ha sequestrato oltre mezzo tonnellata di cocaina, 541 chili, nel porto di Casablanca. E a maggio, la polizia algerina di Orano ha operato il suo maggiore sequestro in assoluto, 701 chili di cocaina nascosti in una nave mercantile che trasportava carne congelata dal Brasile e aveva attraccato tre giorni prima a Valencia, Spagna. I funzionari doganali algerini erano stati allertati dai loro colleghi spagnoli.
Il sequestro ha preoccupato diverse autorità della Giustizia, dell’Esercito, della Gendarmeria e della politica. Il principale inquisito è l’immobiliarista algerino Kamel Chikhi, noto come Kamel the Butcher. Questo uomo d'affari aveva l'abitudine di filmare e registrare i suoi complici per coprirsi le spalle. Così, quando è stato arrestato, sono venuti alla luce i suoi incontri con giudici, pubblici ministeri e alcuni figli di personalità politiche. Il caso è ancora in corso di indagini in un tribunale di Algeri, anche se non mancano fughe di notizie verso la stampa. Finora, 11 giudici sono stati sospesi dai loro incarichi e sono imputati, tra gli altri, il figlio dell'ex primo ministro Abdelmadjid Tebboune e autista personale di Abdelghani Hamel, capo della polizia, che è stato licenziato un mese dopo il sequestro della cocaina.
Il più grande sito web algerino, TSA, si è chiesto a giugno scorso: "Se la lotta contro il traffico di droga si è intensificata negli ultimi anni, come spiegare che le quantità di droghe che entrano nel Paese sono sempre maggiori?
In Marocco a nessuno è stata fatta finora questo tipo di domanda. Nessuno dei due Paesi ha arrestato personaggi del calibro di Kamel the Butcher, né è stato arrestato qualche alto militare o gendarme. Ma le preoccupazioni continuano a turbare il clima generale.

(articolo di Francisco Peregil, da Rabat, pubblicato sul quotidiano El Pais del 29/12/2018)
 
 
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