testata ADUC
Mephedrone. Confermato che l'allarme è una bufala
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Pietro Yates Moretti
29 maggio 2010 10:58
 
Dopo la morte di alcuni giovani in Gran Bretagna, attribuita senza indugio dai mass media e politici alla nuova terribile "droga legale" denominata mephedrone, si scopre che era un falso allarme. I test tossicologici sui due giovani morti lo scorso marzo non hanno rilevato tracce della sostanza. Insomma, i due teenager non avevano assunto la sostanza oggi al centro di allarmi mediatici a seguito della loro morte.
Da allora, le autorità britanniche e via via quelle europee, comprese quelle italiane, hanno lanciato allarmi, allerte, ammonimenti, richieste di divieti. I giornali nostrani non hanno mancato di dare il loro contributo con articoli allarmistici basati su quello che gli veniva imboccato dai tabloid britannici e dai politici italiani. Leggi ad esempio La Stampa (Arriva in Italia l'incubo mephedrone), che scrive "E' legale, viaggia su Internet, sta mietendo vittime in Inghilterra e nei Paesi del Nord Europa". A cui fa seguito l'immancabile zar antidroga de' noantri, Carlo Giovanardi, che un giorno sì e uno no invoca la proibizione di una nuova "droga". Ma come nel caso dei due giovani, non vi è mai stata alcuna conferma della pericolosità di questa sostanza. Un piccolo particolare ora confermato che sicuramente i nostri giornalisti, e senza dubbio i nostri politici, non mancheranno di ignorare.
Che le politiche sulle droghe siano ormai dominio dell'ideologia proibizionista piuttosto che della scienza, lo dimostrano le numerose dimissioni che hanno colpito il Consiglio governativo sull'abuso delle droghe del Regno Unito, una volta composto da scienziati indipendenti. Lo scorso 29 marzo, a seguito dei decessi imputati al mephedrone, il Consiglio aveva raccomandato su pressioni del Governo di vietare questa droga. Sono subito seguite le dimissioni di un altro scienziato del Consiglio, l'ottavo ad andarsene per la estrema politicizzazione di un organo che dovrebbe basarsi sull'evidenza scientifica. Alcuni mesi fa era stato silurato il direttore del Consiglio, il professor David Nutt, per aver detto ciò che tutti sanno, ovvero che la cannabis è molto meno dannosa alla salute di alcool e tabacco.
"Questa notizia scioccante dovrebbe servire da lezione ai giornalisti da strapazzo e ai politici ottusi che hanno puntato una pistola alla testa del Consiglio e hanno preteso che questa sostanza fosse proibita prima ancora che una singola autopsia fosse completata. L'unico fatto positivo che potrebbe emergere da questo fiasco è una revisione delle politiche sulla droga", ha commentato il professore Colin Blakemore, docente di neuroscienze all'Università di Oxford, sul quotidiano The Independent. "I politici parlano di tabelle sulle droghe come messaggi da inviare ai giovani. Temo che l'unico messaggio che giungerà a destinazione nel caso della decisione affrettata sul mephedrone è che la legge non merita alcun rispetto".
Il professor Nutt ha commentato: "La furia con cui il precedente Governo ha vietato il mephedrone non aveva alcuna credibilità scientifica. Appare piuttosto come una decisione basata su un calcolo elettorale di breve termine. Questo dimostra come sia importante classificare le sostanze sulla base dell'evidenza scientifica, piuttosto della paura, e la necessità che la polizia, i media e i politici facciano dichiarazioni pubbliche solo una volta che i fatti sono chiari".
Intanto l'Oedt (Osservatorio europeo sulle droghe e la tossicodipendenza, organismo Ue con sede a Lisbona), proprio ieri ha fatto sapere di aver avviato una specifica indagine sui risvolti sociali e sanitari del fenomeno mephedrone, con Europol (organismo di polizia) e l'Emea (agenzia europea del farmaco). Speriamo siano più seri dei Governi europei e ci informino in modo credibile sulla reale pericolosità di questa sostanza.

 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS