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Lotta alla droga. La dèbacle nell'Africa dell'Ovest
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Articolo di Redazione
30 ottobre 2014 18:53
 
Grazie a delle frontiere porose e a centinaia di chilometri di coste non sorvegliate, un sistema giudiziario poco affidabile, la corruzione, il tasso elevato di disoccupazione presso i giovani, ed altri deficit sociali, la Guinea-Bissau e' diventata vulnerabile al traffico di droghe, e in questi ultimi tempi anche con un alto tasso di criminalita'.
Un incontro ad alto livello organizzato dall'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga re il crimine (UNOCD), in collaborazione con le autorita' della Guinea-Bissau, si e' tenuto dal 24 al 27 ottobre all'Assemblea popolare nazionale (ANP) dello stesso Paese.
Per tre giorni, i partecipanti hanno dibattuto su problemi legati alla lotta contro i crimini transnazionali, la corruzione, il traffico di droghe e il terrorismo.
La Guinea-Bissau, con le sue 90 isole costiere pressoche' vergini, era considerata come un piccolo paradiso sulla costa ovest dell'Africa. Ma questi siti meravigliosi non sono piu' tali, essendo divenuti luoghi per la destabilizzazione del Paese grazie al traffico di droghe. Questo commercio mafioso ha seriamente perturbato la sua economia ed ha anche alimentato delle tensioni interne tra le autorita' politiche e militari.
Come lanciare un nuovo approccio per far fronte al crescere dei crimini organizzati transnazionali ed arrivare ad un accordo su metodi efficaci per la lotta contro il traffico di droga, la criminalita', la corruzione? Anche se le quantita' di droghe sequestrate sono diminuite, il passaggio attraverso l'uso di persone (i cosiddetti muli) e' in crescita.
Non si tratta piu' di grandi quanita' che entrano per via marittima o abbandonate nell'arcipelago delle Bijagos da alcuni aerei non-identificati, che atterrano di notte o in pieno giorno, ma di giovani donne, alcuni delle quai studentesse, che sbarcano con chili di capsule di coca nello stomaco, ad un ritmo regolare.
Non ci sono statistiche affidabili sulle quantita'. Ma a settembre, sei sequestri ufficiali di complessivi 12 Kg di polvere bianca sono stati effettuati. Due mesi prima, 36 Kg. E gli autori spariscono nel nulla dopo che hanno trascorso alcune ore nei locali della polizia giudiziaria all'aeroporto Osvaldo Vieira.
I muli partono dal Brasile e transitano dal Portogallo e dal Marocco prima di atterrare a Bissau con la Royal Air Maroc.
Malgrado gli sforzi messi in atto dalle nuove autorita' di recente elette, con la nomina di due donne di ferro ed un giovane procuratore noto per le sue prese di posizione, nei punti nevralgici della lotta (il ritorno di Carmelita Pires al ministero della Giustizia, Filomena Maria Vaz Mendes Lopez alla Polizia Giudiziaria ed Hermenegildo Pereira in tribunale), la lotta non sembra averne avuto un qualche vantaggio.
Un motivo che giustifica l'incontro di alto livello tra parlamentari, membri del governo, della magistratura, della societa' civile e dell'Ispettorato di lotta contro la corruzione.
Per tre giorni si sono confrontati su temi come la minaccia della criminalita' organizzata, il ruolo del Parlamento e del governo nella lotta contro questi fenomeni e il rafforzamento del primato del diritto.
L'idea dell'organizzazione di un piano nazionale con una unita' operativa, e' stata seriamente dibattuta nel corso delle discussioni.
Questa unita' avra' una dimensione regionale, poiche' il fenomeno riguarda tutta l'Africa dell'Ovest. Sono da stabilire i mezzi da utilizzare e come aprire dei canali di collaborazione a livello regionale tra le diverse polizie.
Questi ultimi anni, la regione ha registrato un aumento di altri tipi di criminalita', come corruzione e terrorismo. E il ruolo dell'UNODC e' quello di giustamente appoggiare la lotta contro questi fenomeni.
“Il ruolo dell'UNODC e' quello di rinforzare le istituzioni, essenzialmente la polizia, dogana... perche' ci sia una giustizia che funzioni. Quando viene commesso un crimine, il responsabile deve essere giudicato e punito. Non si puo' piu' pensare all'impunita' a prescindere dal Paese”, ha dichiarato Pierre Lapaque, coordinatore regionale dell'UNODC.
“Qualunque sia la natura del reato commesso, l'autore ne deve rispondere davanti ad una giurisdizione”, dice Carmelita Pires, ministro della Giustizia della Guinea-Bissau.
Malgrado questa ferma volonta' del ministro della Guinea-Bissau, gli analisti ritengono che gli sforzi messi in opera per combattere il traffico di droga, non vanno oltre le dichiarazioni di intenzione.
“La cooperazione tra gli Stati dell'Africa dell'Ovest per lottare contro il traffico di droga, sembra che si concentri essenzialmente sulla formazione e il sostegno alle operazioni messe in atto dai Paesi occidentali”, dice Vincent Foucher della ICG (International crisis group).
“Gli attori occidentali credono che gli Stati africani siano poco motivati nella lotta contro il traffico di droga, che essi considerano soprattutto come un problema per l'Occidente”, ha aggiunto.
La Guinea-Bissau e' uno dei Paesi piu' poveri al mondo. Circa il 70% dei suoi 1,6 milioni di abitanti vive in poverta'. Il Paese dipende principalmente dalla pesca e dalle esportazioni di anacardi.

(articolo pubblicato su All Africa Global Media del 30/10/2014)
 
 
 
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