testata ADUC
La guerra sbagliata dell'Africa occidentale contro le droghe
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Kofi Annan *
14 luglio 2014 17:38
 
  Accra/Ghana. I recenti dati dell'Ufficio Nazionale di Statistica del Regno Unito fanno sapere che il mercato illegale di droga muove 4.400 milioni di sterline (7.600 milioni di dollari) in questo Paese, e questo da' l'idea della enorme grandezza del mercato illegale degli stupefacenti. Nel caso di regioni come quelle dell'Africa Occidentale, con economie non abbastanza grandi ne' abbastanza sviluppate come quella del Regno Unito, le ripercussioni di questa attivita' possono essere molto piu' distruttive.
L'Africa occidentale e' ogni volta sempre piu' immersa nel commercio mondiale di droga. La sua posizione geografica la trasfroma in un punto di transito tra i centri di produzione -America Latina e Asia- e i mercati dei consumatori -Europa e Stati Uniti-- . Ma come mostra l'esperienza del Centroamerica, i Paesi di transito non sono solo dei corridoi per le droghe. Le droghe e il denaro che queste muovono, destabilizzano le societa'. Questa inquietante evoluzione della situazione deriva dalla ormai fallita “guerra alla droga”, che minaccia di capovolgere i recenti benefici economici e sociali ottenuti dalla nostra regione.
Fino ad oggi l'Africa occidentale ha evitato l'abituale ed endemica violenza correlata al traffico di droghe, cosi' come accade in Centroamerica. Ma siccome la posta in gioco e' alta, non c'e' tempo per l'autocompiacimento. Il solo commercio di cocaina in Africa occidentale supera di gran lunga i bilanci statali combinati di diversi Paesi della regione.
Gia' sappiamo che il commercio di stupefacenti ha svolto un ruolo, diretto o indiretto, nei sommovimenti politici di Paesi come, per esempio, Guinea-Bissau e Mali'. Occorre aumentare le risorse nazionali e internazionali contro i trafficanti, contro chi comanda le reti criminali, e non spendere le scarse risorse nel perseguire i "piccoli pesci". Dobbiamo perseguire coloro che vi guadagnano molto, coloro e quelli che occupano le posizioni di maggiore rilievo.
Ma non e' solo il commercio di droghe illegali che sta destabilizzando i Paesi della regione; anche il consumo si sta trasformando in un grave problema. La Commissione dell'Africa occidentale sulle droghe, che ho convocato e che e' presieduta dal presidente della Nigeria, Olusegun Obasanjo, in un nuovo rapporto fa sapere che la cocaina, l'eroina e le metamfetamine di produzione locale sono sempre piu' disponibili in tutta la regione, e questo ha provocato un maggior consumo e una maggiore dipendenza in particolare tra i giovani.
Questa zona del mondo non e', sinceramente, preparata ne' attrezzata per far fronte alla proliferazione del consumo di droghe e le conseguenti dipendenze. Troppo frequentemente la reazione e' quella di stigmatizzare e punire i tossicodipendenti, ma metterli ai margini della societa', o incarcerarli, non risolve il problema. Al contrario rende piu' gravi i problemi di salute ed esercita un enorme pressione sui sistemi penali giudiziali, che sono gia' strabordanti.
Il rapporto della Commissione perora un nuovo approccio all'uso indebito delle droghe, che non lo consideri come un problema di giustizia penale, ma come un problema di salute pubblica, e questo vuol dire affrontare la quasi totale assenza di programmi e servizi di trattamento dei tossicodipendenti e la mancanza di personale competente per controllare e vigilare sul consumo.
La Commissione riconosce che ci sono mote necessita' urgenti e pochi presupposti di attenzione verso la salute, ma e' tale l'importanza di un tale imperativo e sono cosi' dure le conseguenze nel non farlo, che la Commissione raccomanda calorosamente l'adozione di una politica con nome minime in tutta la regione.
Tra le altre cose, occorre creare servizi e strutture per il trattamento della tossicodipendenza e la diffusione di politiche di riduzione dei danni, come per esempio sviluppare programmi di scambio di siringhe, che e' dimostrato riducono la diffusione dell'HIV. Ad oggi, il Senegal e' l'unico Paese dell'Africa occidentale che ha messo in opera alcune iniziative statali per la riduzione dei danni.
Per affrontare le conseguenze delle droghe con una politica umanitaria ben motivata e coordinata, vengono richieste capacita' di direzione e risorse concertate da parte dei Paesi di tutta la regione. La Commissione sostiene la necessita' di un accordo tra i governi, i gruppi della societa' civile e le specifiche organizzazioni. Non possiamo andare avanti continuando a nascondere questo problema sotto il tappeto o facendo finta che non sia un nostro problema.
Il rapporto, inoltre, chiede alla comunita' internazionale che dia un maggiore appoggio e maggiori risorse. I governi di questi Paesi, che sono i principali produttori e consumatori di droghe illegali, devono finanziare le iniziative di prevenzione, trattamenti e riduzione dei danni, invece di continuare con il proibizionismo.
Senza un cambio di direzione, il traffico, la produzione e il consumo di droghe in Africa occidentale andra' avanti sobbarcando di problemi le istituzioni, minacciando la salute pubblica e pregiudicando i progressi in materia di sviluppo. Se si riformano le leggi in materia di droghe, offrendo adeguati trattamenti ai consumatori cronici e si perseguono con vigore i trafficanti di alto livello, si ridurranno le ripercussioni dannose per la comunita', le famiglie e le persone. Se abbiamo dei valori per ri-orientare le risorse nazionali e internazionali, potremo sperare che i nostri giovani crescano sani e sicuri.

* ex-segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan e' presidente della Fondazione Kofi Annan

(articolo pubblicato su Project Syndicate in data 08/07/2014)
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS