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Fernando Savater. Intervista su violenze, Colombia, droghe... e altro
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Articolo di Redazione
9 novembre 2014 17:36
 
Il filosofo spagnolo Fernando Savater e' uno dei grandi pensatori della nostra epoca. Durante una sua conferenza a Bogota', ha concesso una intervista.
d. Nella “Musica delle letterature” lei dice che il mondo e' disordinato per l'ingiustizia della violenza.
r. Uno degli elementi del disordine del mondo e' la violenza ingiusta. Questo fatto introduce un elemento di sconfitta della concordia, di oltraggio ai diritti.
d. Crede che la violenza sia sempre ingiusta, o talvolta e' necessaria?
r. La violenza non e' la migliore risposta, ma a volte non ci sono altri rimedi e si rende necessaria. Abitualmente la violenza non solo e' superflua ma e' dannosa, cioe' si concentra nel fare danni: non e' in grado di risolvere problemi ma li crea.
d. Quando e' necessaria?
r. Quando e' l'unica forma per attaccare una violenza superiore. La ribellione violenta di Spartaco e' il prototipo di violenza giusta.
La violenza in Colombia nasce come conseguenza dell'ingiustizia, ma si e' evoluta fino ad un abuso di ribellione... La mia impressione generale e' che c'era una situazione di ingiustizia, soprattutto per i latifondisti agrari, che ha provocato la ribellione contro i grandi cacicchi. Ma quando e' apparso il narcotraffico, la violenza si e' convertita piu' in un business che in un'azione per lottare l'ineguaglianza.
d. Ha una qualche idea sul processo di pace in Colombia?
r. Lo ritengo sufficiente perche' ha molto a che fare con noi spagnoli, che abbiamo sofferto il terrorismo nel Paese Basco. Abbiamo fatto un gruppo che si chiamava “Basta” e che, come sottotitolo aveva “Senza armi contro le armi”. Era una cultura contro il terrorismo, che proponeva forme pacifiche di convivenza.
d. Che cosa e' rimasto della violenza nel Paese Basco?
r. Il terrorismo non produce che morte, dolore e sofferenza, La pace in Colombia significhera' il recupero della vita normale in tutte le regioni. D'altra parte, c'e' gente che con buoni motivi non chiede impunita' e non chiede che i reati che sono stati commessi su se stessi o sulle propria famiglia restino impuniti. E poi? E' un equilibrio complicato da raggiungere, perche' possono perdonare solo le persone che sono state personalmente colpite. Le leggi non sono un'aggressione personale contro nessuno. Se viene ammazzata la moglie di un altro, l'altro ti puo' perdonare ma lui non chiede che non ci sia una pena. Il perdono non include che bisogna dimenticare il delitto. Il pentimento potrebbe essere un buon metodo per accettare la pena. Quello che invece e' molto raro e' che qualcuno si penta ma non chieda che gli si dia una pena.
d. Perche' nel Paese Basco e' stato cosi' difficile perseguire l'ETA?
r. I terroristi vivevano in Francia, agivano in Spagna e si spostavano in Francia, dove non avevano fatto nulla di male e percio' non si preoccupavano. Ma dopo gli attentati alle Torri Gemelle, la Francia si impegno' a lottare con efficacia contro i terroristi che si rifugiavano sul proprio territorio.
d. In Colombia c'e' polemica sul fatto che i guerriglieri, firmando la pace, possano essere eletti al Parlamento. Lei che ne pensa?
r. Nel Parlamento Basco ci sono persone che hanno avuto molti rapporti con l'ETA: essi sono a favore delle loro idee ma non dei metodi. In molti pensiamo che le persone che hanno usato la violenza e che non siano state condannate, ne' si siano pubblicamente pentite, ne' hanno accettato il danno ingiusto, possano essere persone che non hanno diritto a rappresentare il cittadino.
d. Lei crede che i tribunali internazionali accetteranno pene alternative?
r. Credo che ci saranno valutazioni di prudenza. Quando casco' la dittatura di Franco, molte persone, incluse quelle che sono state in galera in quell'epoca, pensavamo che la migliore risposta che potevamo dare alla dittatura era quella di vivere in un Paese con liberta', partiti politici, sindacati..: e decidere su tutto quello che nel periodo di Franco non era consentito. Nello stesso tempo, cercare di impiccare tutti coloro che avevano collaborato con Franco, non era opinione diffusa. Non si andava a cercare uno per uno coloro che avevano collaborato con la dittatura per punirli, no. Era un modo per evitare nuovi conflitti civili. Forse e' uno dei metodi su cui stanno lavorando per la situazione colombiana. Non oserei dire altro.
d. Nel suo ultimo libro parla di come essere efficacemente rivoluzionari. Come?
r. Per me, la migliore rivoluzione e' l'educazione. L'educazione e' la rivoluzione senza sangue piu' efficace, in grado di combattere le situazioni di arretratezza, di ingiustizia, etc. I veri rivoluzionari preferiscono essere educatori, preferiscono un'educazione pubblica, laica, di qualita'. Come rivoluzione, l'educazione e' a lungo termine. Gli effetti dell'educazione si vedono con gli anni. Negli Stati Uniti, per esempio, le leggi del presidente Johnson che cancellarono le discriminazioni nelle scuole, hanno consentito che, 40 anni dopo, un afroamericano sia stato eletto presidente degli Stati Uniti.
d. Come applicare questo esempio in Colombia?
r. Se arriva la pace, con essa occorre avviare un rafforzamento dell'educazione e degli aiuti per tutti, soprattutto nelle zone rurali. Ci sono bambini che devono percorrere molti chilometri per andare a scuola e maestri che sono in situazioni complicate. Con la pace ci sara' uno sviluppo sostenibile.
d. Nei negoziati di pace ci sono due posizioni: quella del presidente Santos di porre fine a 50 anni di guerra e quella dell'ex-presidente Uribe, che non e' d'accordo con i negoziati di L'Avana. A chi dare ragione?
r. Penso che senza quello che ha fatto Uribe non ci sarebbe la pace di Santos. Quanto fatto da Uribe in tema di sicurezza e' stato fondamentale per arrivare fin la'. Per arrivare alla pace, entrambi sono stati necessari, ognuno per la propria parte. Io dico che quando qualcuno sottolinea una qualche frase nel libro che legge, lo fa perche' coincide col proprio pensiero, quando questo dovrebbe essere il contrario. Sottolineare cio' che si pensa non e' necessario: e' cio' che si pensa. Cio' che e' diverso dalle tue idee e cio' che devi sottolineare. Lo dico per far capire le critiche di Uribe alla pace di Santos... E' meglio accontentarsi di una cosa buona; il perfetto puo' essere rimandato.
d. In ogni dibattito politico c'e' demagogia. E' innata nella politica?
r. No, la tendenza alla demagogia non offre soluzioni senza che che ci siano colpevoli. Accusare chi dovrebbe essere perseguito e punirlo. E' la ricerca del capro espiatorio. Parlando di politica, il Governo sta negoziando una legge che vieta la rielezione... In Spagna c'e' la rielezione. Normalmente tutti i primi mandati sono pieni di speranza e i secondi, significativamente peggiori. Una persona che si dedica solo alla politica e' un po' pericolosa: fara' tutto il possibile per conseguire il potere.
d. Perche' dice che non e' sicuro che tutte le opinioni sono rispettate?
r. Poiche' non lo sono. Le opinioni esistono per essere discusse, sono le persone ad essere rispettabili. Ascoltare le opinioni degli altri non significa decidere di dar loro ragione. Parte delle obbligazioni di un cittadino e' di discutere le stupidaggini che sente. Non puo', solo per cercare di essere simpatico, dire di si' a tutte le fesserie che sente. Ma tutte le persone sono rispettabili anche se hanno opinioni differenti.
d. In uno Stato democratico, esiste il diritto alla differenza?
r. Certo, ma non si tratta della differenza dei diritti. Questo e' un problema che abbiamo in Spagna con i separatismi. Ogni persona non deve apparire come gli altri: puo' avere differenze su questioni erotiche, estetiche, religiose. Ma quello che non si puo' avere, e' una legge per ognuno, e decidere “noi siamo una setta percio' non abbiamo bisogno di una legge per noi”. Ce' bisogno di una legge comune. Qualcuno puo' opinare che gli uomini possano avere 14 mogli, ma la legge comune dice di no, e questa e' al di sopra delle opinioni.
d. Che cos'e' il fanatismo?
r. Normalmente, le idee politiche o religiose sono un diritto di fronte al quale, pero', il fanatico pensa che siano un dovere di tutti. Citando Nietzsche: il fanatismo e' l'unica forza di volonta' di cui sono capaci i deboli. Si', perche' per Nietzsche e per molti altri, il fanatico in sostanza e' una persona che ha bisogno che tutto il mondo pensi come lui, poiche' non e' sicuro di quel che lui stesso pensa. Le persone che sono sicure di cio' che pensano loro cosi' come altri pensano altre cose, possono convivere con persone che pensano in modo diverso, perche' sanno il motivo per cui pensano in questo modo e sono sicure di cio' che pensano.
d. Cosa pensa delle tendenza a depenalizzare la droga o a legalizzarla?
r. Mi pare che perseguire le droghe e' come lottare contro i cattivi pensieri. In tutte le epoche e' culture e' esistita la droga. Mi ricordo dei tempi dell'oro colombiano, che rallegro' molto la mia gioventu'.
d. La marijuana colombiana?
r. Si'. La fine delle coltivazioni ci fu quando il governatore della California, che era Ronald Reagan, autorizzo' la coltivazione della marijuana per uso personale; di conseguenza il business calo' e subentrarono la coca e il papavero da oppio. Perseguire la droga e' una cosa assurda, poiche' il narcotraffico e' figlio della persecuzione della droga e nient'altro. L'unico modo di lottare contro il narcotraffico e' depenalizzare le droghe, venderle in luoghi pubblici, informare la gente sul suo uso. Succedera' che si abusera' di esse e che non si abusera'. Gli ex-presidenti Gaviria, della Colombia; Zedillo, del Messico; e Cardozo, del Brasile, hanno proposto di non penalizzarle, senza considerare il consumo come fosse una malattia. Io lo sto dicendo da prima di loro. A Monterrey, alcuni anni fa, ho incontrato l'allora presidente Zedillo e l'ex-presidente Gaviria, e mi davano ragione di cio' che stavo dicendo da 20 anni: che non si sarebbe risolto nulla contro il traffico di droghe, ma che il traffico di droghe si poteva conciliare con le democrazie. E loro erano d'accordo con questa linea. Sono diversi anni che, alcuni che non possono essere sospettati di essere di sinistra, come Milton Friedman, sostengono che sia impossibile venire a capo col traffico di droghe, pur ragionando in stretti termini economici. La persecuzione delle droghe e' nata negli Stati Uniti non per ragioni mediche ma per ragioni di xenofobia. L'oppio era legato ai cinesi; la marijuana ai chicanos; il whisky agli irlandesi. I narcotrafficanti chiedono che si continui con la proibizione della droga, perche' e' il loro business, e anche la DEA (l'agenzia antidroga degli Usa) vive di questo, Quest'ultima e' d'accordo coi narcotrafficanti perche' la proibizione continui. La droga fa male? Tutte le sostanze hanno una dose d'uso e di abuso. Ma e' chiaro che perseguire la droga e' impossibile quando una persona puo' coltivare nella propria casa quanto le serve. La persecuzione delle droghe e' anche perfettamente irrazionale: ma c'e' paura ad educare, informare. Sono 35 anni che scrivo su questo argomento: mi guardavano come se stessi chiedendo la legalizzazione delle droghe, e quello che e' successo e' che le mafie sono diventate milionarie e la violenza e' comparsa in Paesi come Colombia e Messico. Ad attaccare la droga sono degli assurdi puritani che sono anche dannosi. Il ministro della Salute, Alejandro Gaviria, dice che l'alcool e' piu pericoloso della marijuana. Ovviamente. E' molto peggio mangiare otto hamburger che fumarsi uno spinello. McDonald non e' stato mai chiuso: questo significa che occorre moderatezza in ogni ambito.
d. Che cos'e' il puritanesimo?
r. Puritano e' colui che detesta tutti i piaceri che non pratica; si oppone ai piaceri di cui non gode, poiche' gli da' fastidio che la gente possa godere. Si tratta di una malattia morale, ma non possiamo andare a curare tutto il mondo dei suoi pruriti!

(intervista a firma Juaber pubblicata sul quotidiano El Tiempo – Colombia del 09/11/2014)
 
 
 
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