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Eroina come farmaco? Sembra di si', in Andalusia. In Italia? Solo merce per la delinquenza e veleno per i tossicodipendenti
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Articolo di Vincenzo Donvito
17 marzo 2004 16:39
 
E' uscito il primo rapporto dell'esperimento del Governo dell'Andalusia sui trattamenti di tossicodipendenti con eroina. Iniziato lo scorso agosto a Granada, si tratta dei risultati ottenuti su 62 tossicodipendenti: le loro condizioni fisiche sono migliorate quattro volte di piu' che non per quei malati a cui era stato somministrato il metadone; la salute mentale e' migliorata quasi del doppio; il rischio di contagio Hiv e' stato quattro volte minore, mentre il tasso di attivita' delinquenziale si e' ridotto piu' del doppio. Si tratta di risultati simili a quelli gia' registrati, sempre per il trattamento con eroina, in Paesi come Svizzera e Olanda. Questi dati sono stati sufficienti a convincere il Governo andaluso ad anticipare una sua richiesta di legalizzazione dell'uso di eroina come farmaco per quei tossicodipendenti che sono tali da diversi anni o che abbiano fallito i trattamenti con il metadone.
A leggere questi dati che confermano quanto non pochi gia' sapevano, ma che i piu' hanno sempre fatto finta di ignorare, si e' certamente incoraggiati rispetto ai diffusi indirizzi politici che la maggiorparte dei Paesi della Comunita', e non solo, sta prendendo. Maggiorparte da cui, com'e' noto, il nostro Paese vorrebbe uscirne grazie al progetto di legge del Governo.
Ma a tutt'oggi non e' che la situazione sia tanto rosea. Perche' in Italia esistono si' i trattamenti metadonici (anche se poco diffusi e talvolta osteggiati), ma di esperimenti con eroina non se ne parla proprio. E vista l'aria che tira, essenzialmente in termini di ignoranza ideologica e voluta, abbiamo l'impressione che forse -al massimo, se il progetto del Governo dovesse restare uno spauracchio cosi' come lo stanno utilizzando i proponenti- ci terremo quello che c'e'.
Questo vuol dire che in Andalusia, in Svizzera e in Olanda in questo modo l'eroina potrebbe cominciare a sparire dal mercato clandestino, anche se non completamente. E vuole anche dire che altre Comunidad spagnole probabilmente seguiranno questo esempio (gia' Barcelona ha mostrato interesse, e comunque politiche similari sono gia' in atto in diverse citta' in Europa, Canada e Australia con le "narcosalas": luoghi in cui i tossicodipendenti vanno ad iniettarsi la sostanza che si portano per conto proprio ed hanno un'assistenza medico-sanitaria).
L'Onu, e non solo, ci fa sapere che il mercato clandestino dell'eroina (essenzialmente di origine afghana) e' uno dei maggiori per il finanziamento del terrorismo internazionale. I successi andalusi non realizzeranno sicuramente a breve un'estinzione di questo mercato sotto il controllo della delinquenza politica e comune, ma sono un indirizzo. Una possibilita' per due ragioni: la prima e' che comunque da' risultati positivi rispetto alla negativita' di tutti gli altri tipi di intervento, nessuno escluso (ai mega sequestri spesso sbandierati o ai mega falo' della sostanza, corrisponde sempre una piu' cruenta e aggressiva presenza dell'eroina sul mercato clandestino); la seconda e' che una categoria di malati, i tossicodipendenti, ne trae vantaggio medico (per la qualita' della sostanza in se' e il contesto socio-sanitario in cui l'assume) e -strappata dall'obbligo di essere delinquente per procacciarsi l'eroina- ne trae anche un vantaggio civico, per se' e per l'intera societa' che ha meno persone che delinquono (e relativo risparmio economico dello Stato che puo' dedicare queste energie ad altro).
Una fotografia e un'analisi della situazione che auspichiamo sia elemento di confronto anche con chi ha proposto e sostiene la legge del Governo. Se l'obiettivo e' quello di indurre i malati a curarsi e a guarire, e a prevenire che' sempre meno persone si sentano attratte o incappino in questa dipendenza, i risultati, i numeri, le esperienze in corso non possono non essere considerate.
 
 
 
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