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Droghe illegali. Isteria collettiva? Proviamo a non continuare a farci male
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Articolo di Vincenzo Donvito
11 agosto 2015 18:01
 
Questi giorni c'e' di tutto e di piu' dopo la morte di un 16enne che in una discoteca di Riccione aveva preso una pasticca di ecstasy. Il top -per ora- e' quello del deputato Stefano Pedica (Partito Democratico) che ha proposto di chiudere tutte le discoteche per un anno (si', proprio tutte). Poi ci sono quelli che per un giovane di 19 anni che e' morto (sembra per una sua malformazione cardiaca) fuori di una discoteca nel Salento, continuano a dire che e' morto per droga; e c'e' anche un Sindaco in zona che ha detto che e' colpa dei genitori (per un maggiorenne…). Poi altri sembrano dispiaciuti che ancora non si sa di cosa sia morta una 17enne a Messina (i primi riscontri non parlano di droga). E che dire di tanti altri che sono altrettanto dispiaciuti che alcune ragazze sono in coma per alcool e non per droghe illegali.
Bla… bla… bla
Un'Italia disinformata, impreparata, isterica e sciacalla. Questo e' quello che appare. Certo ci sono alcuni che non meritano nessuno di questi nostri tre aggettivi, ma sono per l'appunto alcuni, a cui mediamente e mediaticamente si da' poco spazio. Non fanno titolo. Vuoi mettere un titolo come “chiudiamo tutte le discoteche” rispetto ad un calmo, sereno e ragionato “non demonizziamoli, aiutiamoli a farsi meno male, diciamo loro cosa si stanno mettendo in corpo”? Non c'e' paragone, secondo i titolisti dei vari media.
Noi in merito ne parliamo tutti i giorni. Abbiamo pure un notiziario quotidiano. E sul “baillame” di questi giorni abbiamo gia' detto la nostra. Non abbiamo particolari strumenti per farci meglio sentire, e non ci piace urlare e/o ricorrere a paragoni e paradossi estremi. Siccome stiamo parlando di un fenomeno -l'assunzione di droghe, illegali o meno che siano- crediamo che vada fatta una cosa che fino ad oggi e' stata fatta poco e male; ragionare tutti, assuntori o meno. Fino ad oggi, le leggi (con qualche recente timida variante) e i messaggi dominanti hanno usato altri metodi: la paura, la criminalizzazione, l'emarginazione, la sottovalutazione, l'indifferenza. Metodi che non solo non hanno funzionato, ma hanno fatto piu' danni, ai singoli e alle istituzioni. Perche' continuare?

Qui alcune nostre considerazioni sui fatti di questi giorni
 
 
 
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