testata ADUC
I cartelli dei narcos in Argentina. Studio
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Redazione
28 febbraio 2016 20:06
 
 In Argentina non ci sono cartelli della droga, ma vi operano cellule di narcotrafficanti messicani. Questo e' quanto sostiene la sociologa ed esperta di narcotraffico Laura Etcharren a partire da un'indagine di piu' di nove anni con fonti e studi propri, in assenza di dati ufficiali.
Secondo le informazioni di Etcharren, nel nordest argentino c'e' la presenza dei cartelli di Tijuana, Sinaloa e Los Zetas. Mentre nel nordovest, ai confini con Bolivia e Cile, c'e' la presenza dei Los Zetas, cosi' come nella regione del centro -tra le province di Cordoba e Santa Fe, nonche' nella capitale Buenos Aires- dove Los Zetas operano in rapporti con la malavita locale.
In base a queste indagini, in Argentina c'e' anche la presenza di cellule o individui in rapporti col narcotraffico della Colombia, cosi' come con bande del Peru' e del Paraguay.
“Nell'anno 2008 c'e' stato un punto di svolta. Si e' manifestata la necessita' di creare, da parte di organizzazioni mafiose locali, un mercato interno di droghe sintetiche indipendente dal mercato internazionale.
“L'efedrina come precursore chimico e' funzionale a questa apertura e consolida, per il traffico, le relazioni con il Messico”.
“Il lassismo dell'intelligence argentino, la debolezza e la mancanza di capacita' delle forze di sicurezza -al di la' delle nicchie di corruzione- e la sicura impunita' da parte della autorita' giudiziali, ne consolidano progressivamente la presenza e la messa in atto”, aggiunge il criminologo Claudio Stampalija.
E anche i dati della Comisión de Seguridad del Observatorio de Prevención del Narcotráfico segnalano la mancanza di informazioni ufficiali che prendano in considerazione l'ampiezza delle narcorelazioni tra Messico e Argentina.
Fondamentali sono le droghe sintetiche, dice Maria de los Angeles Lasa, dottore in Scienze Politiche e Sociali e specialista in materia di traffico di cocaina e dei suoi derivati.
I messicani, ha specificato Lasa, si sono installati in Argentina alla ricerca di efedrina a partire dal 2007, perche' nel territorio messicano erano calate le importazioni anche solo per soddisfare la domanda dei laboratori.
Con questa relazione, nel Paese sudamericano si e' espanso via via il narcotraffico fino ad assimilarsi alla situazione messicana, secondo la sociologa Etcharren. E sostiene che si comincia con le pandillas (gruppi organizzati di malavitosi), si prosegue con le bande di narcotrafficanti e si potrebbe terminare con l'instaurazione di cartelli delle droghe.
Comunque, la politologa Lasa avverte una certa differenza tra i due Paesi.
“Non credo che l'Argentina si stia 'colombizzando' o messicanizzando'. Credo, al contrario, che l'Argentina si stia 'argentinizzando'. Cioe' stia sviluppando un modello proprio con particolari caratteristiche”.
“Il Messico condivide una estesa frontiera con il piu' grande consumatore di cocaina del mondo (Usa); non e' cosi' per l'Argentina. Colombia e Messico hanno dei cartelli; non l'Argentina”.
In qualunque modo, il presidente Mauricio Macri ha dato impulso alla lotta al narcotraffico come uno dei suoi tre punti fondamentali della sua gestione, incluso il decreto di gennaio per una “Emergencia Nacional en Seguridad Pública” nel lasso di tempo di un anno.

(articolo di Laura Santos, pubblicato sul quotidiano Reforma del 28/02/2016) 
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS