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Cannabis. Coltivava sette piante sul balcone, assolto. Importante sentenza del Tribunale di Ravenna
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Articolo di Redazione
11 novembre 2014 12:59
 
Era finito sotto processo per la coltivazione di sette piante di marijuana sul proprio balcone ed per possesso di sostanze stupefacenti a fini di spaccio. Come da richiesta dell'accusa, rischiava di finire in carcere. Ma il giudice per le indagini preliminari lo ha assolto con formula piena.
Con sentenza n. 517/2014, il Gip del Tribunale di Ravenna ha infatti accolto a pieno le argomentazioni del difensore, avv. Carlo Alberto Zaina, consulente legale Aduc sulla normativa in materia di stupefacenti.
Per quanto riguarda il possesso di sostanze stupefacenti a fini di spaccio (poco piu' di 2 grammi di cannabis), il Gip ha assolto l'imputato perché il fatto non costituisce reato. Contrariamente a quanto sostenuto dalla pubblica accusa, infatti, non esiste alcuna presunzione assoluta di detenzione ai fini di spaccio per il solo fatto del superamento delle soglie massime previste nelle tabelle della legge sugli stupefacenti.
Per quanto riguarda la coltivazione delle sette piante, il Gip ha stabilito che il fatto non sussiste. Come eccepito dall'avv. Zaina, l'esame delle piante sequestrate, come spesso capita, è avvenuto a “campione”. Infatti, essendo stata analizzata una sola pianta, il giudice parla espressamente di “sommarietà dell'accertamento, non risultando in tal modo certa e comu8nque provata la capacità drogante di ciascuna pianta”. Anche per questo, non può dirsi rispettato il principio di offensività della condotta secondo cui la previsione del reato non mira a punire la mera disobbedienza alla norma, ma una offesa concreta (e da accertare) al bene giuridico che l'ordinamento vuole proteggere.


 
 
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