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Arrivano gli "ecstasy babies"
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Articolo 
4 maggio 2001 0:00
 
I crack baby sono stati il simbolo dell’emergenza crack che ha colpito gli Stati Uniti durante la seconda meta’ degli anni ’80. Erano i figli delle donne che facevano uso di crack, studi scientifici dimostravano che questi figli potevano avere delle gravi disfunzioni celebrali, danni permanenti, insomma roba grossa. E giu’ con le leggi di emergenza, per alcune delle quali, gli americani stanno pagando le spese tuttora. Alcuni giudici, piu’ attenti alla lotta alla droga, fecero arrestare alcune donne trovate positive ai test antidroga perche’… avevano passato della droga ad un minorenne. C’e’ da sperare che almeno lo abbiano fatto gratis! I test erano effettuati direttamente dopo il parto e il risultato veniva passato alla polizia. La Corte Suprema della South Carolina ha recentemente stabilito che quei test sono contro la Costituzione americana (perquisizione illecita), ed altri scienziati hanno dichiarato che effettivamente non giova alla salute del figlio fare uso di cocaina durante lo stato di gravidanza, "ma per lo sviluppo di un bambino ci sono cose ben piu’ pericolose" come affermo’ dopo la sentenza della Corte la dottoressa Deborah A. Frank della Boston University. Il mito dei crack babies e’ quindi terminato? No, e’ solo una questione generazionale. Cosa va di moda adesso, l’ecstasy? Eccola! E’ del primo maggio scorso la notizia che sono state trovate le prove tramite esperimenti sui topi che l’assunzione di ecstasy durante lo stato di gravidanza puo’ provocare "enormi rischi precedentemente sconosciuti" allo sviluppo del cervello del bambino. Insomma, e’ la nascita degli "ecstasy babies". Lo studio e’ del team guidato dal professor Charles V. Vorhees del Children’s Hospital Research Foundation e dalla University of Cincinnati College of Medicine. E il gioco continua…
 
 
 
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